Dopo i cali registrati nei mesi di marzo e aprile, che avevano portato le quotazioni dei Kabuli canadesi in Saskatchewan ai minimi da marzo 2021, i prezzi hanno registrato un rimbalzo del 20% nelle ultime tre settimane. L’inversione di tendenza, sostenuta da una temporanea ripresa della domanda, ha riportato le quotazioni su livelli simili a quelli di inizio campagna (-1% rispetto ad agosto 2024). Tuttavia, il comparto dei ceci Kabuli mantiene nel complesso la tendenza ribassista che ha fino ad ora caratterizzato la campagna 2024/25: i prezzi del Garbanzo statunitense risultano infatti inferiori del -7% rispetto ad agosto, e quelli sul mercato messicano ha segnato un calo del -5%. Unica eccezione è rappresentata dai Kabuli turchi, che hanno registrato un incremento del +13% rispetto a inizio campagna.
Tra i principali fattori ribassisti si segnalano un livello di approvvigionamento globale relativamente elevato e le prospettive di una campagna 2025/26 potenzialmente abbondante.
In India, dopo la marcata deflazione osservata da fine agosto, tra marzo e maggio, le quotazioni si sono mantenute stabili su base media mensile. La domanda interna sostenuta è in parte controbilanciata dalle pressioni ribassiste esercitate dall’andamento dei prezzi dei piselli gialli, principale sostituto dei ceci Desi, contribuendo così alla fase di stabilità.
CANADA: Il report di StatCan sugli stock ancora disponibili a marzo di quest’anno ha indicato volumi superiori dell’88% rispetto al 2024, confermando così lo scenario nella campagna corrente di un bilancio ben approvvigionato grazie al rimbalzo produttivo (+81% vs 2023/24). Il dato supporta anche le aspettative di un buon livello di approvvigionamento per la campagna 2025/26 che, nonostante la lieve flessione produttiva (-8% vs 2023/24), è previsto mantenere un livello di offerta superiore del 17% rispetto alla campagna in corso. La semina primaverile è in pieno svolgimento, favorita da buone condizioni meteo: in Saskatchewan è stato completato il 28% delle superfici, mentre in Alberta oltre il 50%. Sul fronte commerciale, la domanda di ceci ha mostrato segnali di ripresa, nel mese di marzo, i volumi esportati sono aumentati del 14% rispetto a febbraio, tuttavia, a livello cumulato si mantengono inferiori del 13% rispetto alla scorsa campagna.
USA: USDA, nel report di maggio ha confermato le previsioni di un aumento delle aree del 12% per la campagna 2025/26 che, secondo le analisi di Areté, comporterebbe un incremento produttivo del 13%. Il dato, unito a scorte iniziali superiori del 90%, delineerebbe un mercato statunitense ben approvvigionato, con un potenziale export rafforzato, sufficiente a mantenere il paese nel ruolo di esportatore netto per la terza campagna consecutiva, dopo l’inversione del trend causata dei cali produttivi del 2021 e del 2022. Per la campagna in corso, nonostante le esportazioni di marzo siano state superiori del 4% rispetto a quelle di febbraio, a livello cumulato i volumi risultano inferiori del 6% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna.
INDIA: Il report di maggio pubblicato da Agriwatch conferma le precedenti previsioni di bilancio per la campagna 2025/26. La produzione è stimata superiore del 6% rispetto all’anno scorso ed in grado di garantire un livello di offerta in linea con la scorsa campagna, nonostante un calo degli stock iniziali del 34%. Rimangono da monitorare le prossime decisioni governative. Ad aprile è stata interrotta l’esenzione dal dazio per le importazioni di ceci, reintroducendo un’aliquota del 10%. Restano invece valide fino a fine mese le importazioni a dazio zero per i piselli gialli, principale sostituto dei ceci Desi, continuando così a esercitare una pressione ribassista sui prezzi interni. In un contesto in cui rimane incerto se il rimbalzo produttivo sarà sufficiente a coprire la domanda interna nel lungo termine, il livello di approvvigionamento del mercato indiano dei legumi dipenderà molto anche dalla prossima produzione Kharif e dall’andamento delle precipitazioni legate al monsone sud-occidentale.
AUSTRALIA: Le prime previsioni ABARES per la campagna 2025/26, indicano un calo produttivo del 50%, riconducibile ad una contrazione sia delle superfici (-28%) che delle rese (-30%) rispetto al 2024/25. Le piogge accumulate negli scorsi mesi, tuttavia, offrono una buona base per l’avvio delle colture invernali nelle zone di Queensland e nel nord del New South Wales. La flessione produttiva prevista sarebbe compensata da stock iniziali elevati, superiori di oltre il +400% rispetto alla campagna in corso. Tale disponibilità è il risultato di una produzione record nel 2024, che ha sostenuto livelli di esportazione tra i più alti degli ultimi dieci anni, secondi solo a quelli registrati nella campagna 2016/17. Tra febbraio e marzo, le esportazioni australiane hanno registrato un calo del 100%. Tuttavia, su base cumulata, i volumi restano ampiamente superiori rispetto allo stesso periodo della campagna precedente (+682%) e alla media quinquennale (+530%), sostenuti dall’elevata disponibilità.
TURCHIA: L’Anatolia centrale, principale zona di produzione di ceci, non è stata colpita dalle forti gelate che hanno caratterizzato il paese nella seconda metà di aprile. Operatori locali prevedono una produzione 2025/26 in linea con quella dell’anno precedente. Nella campagna corrente, sul fronte commerciale, nonostante il trend di crescita delle importazioni negli ultimi anni, la Turchia si conferma esportatore netto. Dall’inizio della campagna, le esportazioni si sono mantenute su livelli superiori rispetto al 2023/24, ma a febbraio si sono registrati i primi segnali di rallentamento. A livello cumulato, i volumi risultano inferiori del 2% rispetto alla scorsa campagna, mentre le importazioni restano al di sotto del 9%.
UNIONE EUROPEA: Le importazioni cumulate da inizio campagna al mese di febbraio risultano inferiori del 6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ma superiori del 17% rispetto alla media quinquennale. Prime origini, Argentina, Canada e Messico.