Nelle prime settimane di maggio, i prezzi europei dell’orzo hanno registrato ribassi. In media, rispetto ad aprile, -4,5% su Bologna (p.s. 58/61), -3,95% in Francia e -2,7% in Germania. Le quotazioni dell’orzo hanno seguito una tendenza ribassista che ha caratterizzato tutto il comparto cerealicolo europeo: sulla prima scadenza di Euronext -5,7% il frumento e -5,6% il mais tra aprile e maggio. Il principale fattore ribassista è stato l’aumento del tasso di cambio dell’euro sul dollaro delle ultime settimane, fino ai massimi da febbraio 2022.
A maggio, USDA ha pubblicato i primi bilanci per la campagna 2025/26:
- Unione Europea: è atteso un aumento produttivo del 5%, grazie a maggiori aree ma soprattutto ad una ripresa delle rese, riportando la produzione vicino alla media 2019-2022 (-0,7%). La maggiore disponibilità di prodotto consentirebbe maggiori esportazioni (+17%) ed un leggero accumulo di stock (+3,6%), ma il rapporto stock/utilizzi calerebbe leggermente per via dei maggiori utilizzi, indicando una situazione di mercato che continua a rimanere tesa. In Francia o sviluppo colturale procede in anticipo rispetto alla media quinquennale. Le condizioni riportate dell’orzo primaverile sono nella media, mentre per l’orzo invernale la percentuale di orzo considerato buono o eccellente è leggermente superiore rispetto all’anno scorso, ma nettamente inferiore rispetto alla media 2021-2023.
- Australia: la produzione è prevista in calo del 6% per via di minori aree (-0,5%), ma soprattutto di un calo delle rese (-5%), a fronte di un’umidità del suolo che rimane al di sotto dei valori medi. Le esportazioni vedrebbero quindi una riduzione del 4%, facendo sì che l’Australia perda il ruolo di primo esportatore mondiale a favore dell’UE.
- Russia: il raccolto è previsto in aumento dell’11% dopo il crollo del 2024/25 grazie ad un aumento delle aree e delle rese. Tuttavia, la produzione rimane decisamente inferiore rispetto alla media 2019-2023 (-10%). Anche le esportazioni sono previste in aumento (+8,8%) ma ancora su livelli inferiori rispetto al 2019-2023 (-25%). La maggiore produzione permetterebbe un accumulo di stock (+80%), che rimangono però, dopo la scorsa campagna, i più bassi dal 1999.
- Canada: la produzione è prevista stabile rispetto al 2024/25 (+0,7%), a fronte di un calo delle aree compensato da un aumento delle rese. Anche AAFC per il momento conferma una produzione stabile (-0,1%). Le semine procedono in netto anticipo rispetto alla media quinquennale sia in Alberta che in Saskatchewan, ma l’umidità del suolo rimane scarsa in alcune aree di coltivazione. La produzione invariata, a fronte di scorte iniziali in calo e di utilizzi stabili, porterebbe ad un ulteriore calo delle scorte finali, ai livelli più bassi dal 2021/22.
- Mondo: la produzione è prevista in aumento del 1,5%, mentre i consumi in flessione dello 0,8%. Nonostante ciò, il mercato rimarrebbe in deficit, con un calo delle scorte finali del 3%, ai minimi dagli anni ’80.