Olio di Oliva

Scorte in recupero e segnali di miglioramento sul fronte produttivo: le previsioni per la campagna 2025/26

Giovedì, 15 Maggio 2025

Le stime previsionali per la campagna 2025/26 indicano un contesto di relativa stabilizzazione per il mercato europeo dell’olio extra vergine di oliva, dopo due annate fortemente segnate da shock produttivi e livelli di disponibilità storicamente bassi. L’insieme di condizioni climatiche più favorevoli nei principali Paesi produttori europei, un progressivo recupero delle scorte e un aumento generalizzato delle rese attese suggeriscono un ritorno a un mercato più equilibrato, seppur ancora esposto a diversi elementi di incertezza.

In Spagna, le piogge primaverili abbondanti e un’ottima condizione vegetativa degli oliveti andalusi durante la delicata fase di fioritura stanno indicando buone prospettive per la produzione 2025/26. Le scorte iniziali al 1° ottobre sono attese in decisa ripresa, a 449.000 tonnellate secondo la proiezione della Commissione UE, oltre il doppio rispetto alla scorsa campagna. La disponibilità complessiva potrebbe superare i 2 milioni di tonnellate, spingendo ad un ulteriore ridimensionamento dei prezzi seppur in un contesto di  domanda solida ed esportazioni intense.

Per l’Italia si prevede un anno di carica. Le condizioni climatiche primaverili, finora favorevoli, sembrano aver incentivato una fioritura uniforme e abbondante. Tuttavia, il quadro rimane fragile sul fronte delle scorte: al 30 aprile, le disponibilità erano pari a circa 205.000 tonnellate, ben al di sotto della media degli ultimi anni. Se il ritmo delle uscite seguirà i trend storici, le scorte al termine della campagna potrebbero risultare criticamente basse. In questo contesto, la dipendenza strutturale dell’Italia dai mercati esteri potrebbe contribuire a mantenere elevato il premio sul prezzo del prodotto nazionale rispetto al comunitario, seppur in un contesto di prezzi in calo rispetto alla campagna corrente.

Il Portogallo, seppur proiettato in un anno di scarica, continua a rafforzare la propria capacità produttiva grazie all’entrata in produzione di nuovi oliveti irrigui, soprattutto nell’Alentejo. Secondo operatori locali, la combinazione tra buone condizioni agronomiche e nuove tecnologie colturali limiterebbe il fisiologico calo produttivo previsto per la prossima campagna. In Grecia, si osservano segnali positivi sul piano climatico e agronomico, con aspettative di ulteriore aumento dell’offerta rispetto alla campagna attuale. Tuttavia, la situazione resta ancora in fase di definizione, con gli operatori prudenti in attesa della conclusione della fioritura e della successiva allegagione.

A livello geopolitico, resta elevata l’incertezza legata ai possibili dazi statunitensi sulle importazioni di olio di oliva. La memoria della precedente guerra commerciale – quando le tariffe colpirono principalmente l’olio spagnolo – genera preoccupazione, anche se ad oggi non vi sono indicazioni ufficiali su eventuali trattamenti differenziati tra i Paesi UE. Secondo l’Associazione Nordamericana dell’Olio di Oliva, dazi fino al 10% potrebbero essere assorbiti senza effetti significativi sui consumi, mentre soglie superiori, come il 20%, rischiano di incidere sulla domanda americana, primo mercato di sbocco extra-UE.

La Tunisia, nel frattempo, sta affrontando un contesto complesso. Le esportazioni nella campagna 2024/25 risultano in crescita del 34% in volume ma con un calo dei ricavi, a testimonianza delle difficoltà nel valorizzare il prodotto in un mercato instabile. Il possibile ritorno di un dazio USA al 28% – attualmente sospeso – potrebbe colpire duramente la competitività tunisina, proprio mentre il Paese si prepara a una campagna produttiva potenzialmente elevata, seppur di scarica. Il rischio è che una parte di questi volumi possa riversarsi sul mercato europeo, aumentando la concorrenza e incidendo sulle dinamiche di prezzo, soprattutto nei segmenti a minor valore aggiunto.

Nel complesso, il quadro per il 2025/26 è caratterizzato da aspettative di un miglioramento dell’offerta. Tuttavia, il mercato resta esposto a volatilità residua, determinata sia da fattori climatici che da dinamiche commerciali internazionali. In questo contesto, l’andamento della domanda, l’evoluzione dei dazi e le condizioni meteo estive saranno le variabili chiave da monitorare per comprendere la reale direzione del mercato EVOO nei mesi a venire.

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