Dopo aver segnato, da agosto 2024 ad inizio aprile 2025 rialzi di oltre il 60%, i prezzi nazionali delle uova, da aprile, attraversano una congiuntura deflattiva.
Le uova M gabbia quotate dalla CUN, da inizio aprile hanno registrato un calo del 13% toccando i minimi da novembre 2024. I prezzi si mantengono tuttavia ancora elevati, a livello medio a maggio 2025 +34% rispetto a maggio 2024.
L’inversione del trend inflattivo è soprattutto riconducibile alla finestra di calo stagionale della domanda (negativamente impattata dall’inflazione record), ma anche al rallentamento della diffusione dell’aviaria in UE.
Da inizio 2025 in UE si contano 241 focolai in allevamenti (74 nello stesso periodo del 2024). Solo in Italia, da inizio anno, si sono registrati 21 focolai in allevamenti (57 da inizio ottobre 2024) di cui 10 in allevamenti di galline ovaiole (17 da inizio ottobre 2024).
Tuttavia la diffusione dei focolai sta rallentando, ad aprile in UE si sono infatti contati 52 focolai rispetto ai 91 di marzo (in Italia non si sono registrati focolai).
Tra i fattori ribassisti segnaliamo anche il rallentamento dei costi degli input produttivi; gas e mangimi in primis.
Gli ultimi dati sul trade della Commissione mostrano come nei primi tre mesi del 2025 import ed export UE abbiano rispettivamente segnato un +61% e un -5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le importazioni hanno soprattutto beneficiato dell’offerta dall’Ucraina, da dove sono state importate circa 23kt di 30,6kt totali (dal 1° gennaio 2025 al 5 giugno 2025 la Commissione ha introdotto una quota di circa 9660 t a dazio zero importabili dall’Ucraina il cui rinnovo è in discussione in queste settimane). In Italia nello stesso periodo import ed export extra-UE hanno segnato un +87% (il 70% proveniente dall’Ucraina) e un +8% rispetto allo stesso periodo del 2024.