Prosegue la tendenza ribassista delle quotazioni della farina di soia nel corso della campagna corrente, con ribassi che, a livello medio, hanno toccato -1% su CME e sul mercato nazionale (per la farina di soia integrale nazionale, OGM), -4% per i prezzi FOB Rotterdam, -2% FOB Brasile e -4% FOB Argentina, tra aprile e la prima metà di maggio. Nello stesso periodo, la tendenza è stata leggermente rialzista per seme e olio di soia su CME, mentre la commercializzazione dei nuovi raccolti ha incentivato cali di prezzo suelle quotazioni sudamericane. 

Nel complesso, la forte dipendenza della domanda globale di oli vegetali dall'offerta di olio di soia ha creato un surplus di offerta per la farina, che può essere assorbito dal mercato per il tramite di concessioni sul prezzo. La quota del margine di frantumazione a carico dell'olio sta dunque crescendo su CME, a danno di quello della farina. 

Per i prossimi mesi di campagna, l'offerta di farina di soia dal Sud America potrebbe subire un rallentamento, nonostante i buoni raccolti di seme in Brasile ed Argentina. A causa dell'elevato livello della domanda cinese di seme di soia, i margini dell'attività di crushing sono particolarmente compressi in Brasile al momento: c'è maggiore convenienza nell'esportazione di seme e questo sta riducendo congiunturalmente la disponibilità di farina. Diversamente, sul mercato argentino i margini della frantumazione sono elevati, ma manca la capacità industriale a causa della chiusura di alcuni impianti. Nel complesso, dunque, un po' di domanda potrebbe spostarsi nel breve termine verso l'origine statunitense, portando ad un incremento delle vendite nordamericane. Tuttavia, il fatto che i prezzi dell'olio di soia negli Stati Uniti siano attualmente a premio rispetto all'origine sud-americana, porrà un limite alle potenzialità rialziste che un aumento della domanda potrebbe trasmettere alle quotazioni della farina su CME. 

Cominciando a ragionare di campagna 2025/26, le aspettative sono per un significativo calo delle aree coltivate a soia negli USA (-3,9%). Con una proiezione di rese record, tuttavia, il calo produttivo sarebbe inferiore all'1%. Viene proiettato anche un aumento dei consumi interni (+2,6%), destinato a soddisfare una crescente domanda interna di farina di soia (+2%, per un aumento della domanda nel settore avicolo e suinicolo) ed il citato aumento della quota di mercato a livello globale, nonché un aumento della domanda interna di olio di soia principalmente legato ad un maggiore uso nel settore energetico; l'export statunitense di seme è invece previsto in contrazione (-1,9%), a causa del recupero delle produzioni di olio di palma e degli altri oli di semi. La produzione brasiliana di seme di soia è prevista aumentare ulteriormente, fino ad un nuovo record, mentre la produzione argentina è prevista rimanere più stabile. Si tratta, comunque, di raccolti che verranno commercializzati nel 2026.

Considerati questi elementi, le quotazioni della farina di soia sono previste rimanere sostanzialmente stabili nel breve termine. I prossimi raccolti di seme di soia potrebbero portare ad una pressione ribassista sui prezzi del seme, ma al contempo una maggiore offerta di oli vegetali nel corso dell'estate e dell'autunno potrebbe spingere a ribasso anche le quotazioni dell'olio, permettendo maggiore stabilità nelle quotazioni della farina. 
Il mercato europeo potrebbe essere messo in difficoltà nel secondo semestre dato l'avvicinamento della data di entrata in vigore dell'EUDR a fine anno. A partire da fine anno e inizio 2026, dunque, il mercato potrebbe scontare la richiesta di premi per la garanzia di compliance con l'EUDR.