USDA ha pubblicato i primi dati su offerta e domanda per la campagna 2025/26.

A livello globale, un aumento delle rese dello 0,5% più che compenserebbe un calo delle aree dello 0,3% comportando un nuovo record produttivo (+0,2% vs. 2024/25).

L’aumento produttivo è riconducibile soprattutto a maggiori produzioni in India (+0,7% per via di rese record che beneficerebbero di una stagione dei monsoni particolarmente favorevole), Cina (+0,5%) e Bangladesh (+2,5%).  Gli aumenti citati più che compensano i cali produttivi previsti in Vietnam (-2,4%) e Thailandia (-0,7%), rispettivamente secondo e terzo esportatore a livello globale. Per il Vietnam si prevedono infatti una riduzione delle aree (a favore di colture con un maggiore profitto) e minori rese (complici semine di varietà di maggiore qualità ma meno profittevoli in termini di resa). In Thailandia il calo delle aree sarebbe invece dovuto al minore incentivo alla semina dopo il ritorno dell’India sul mercato dell’esportazione, mentre le rese rimarrebbero vicino a livelli record.

I consumi globali sono previsti aumentare più che proporzionalmente rispetto alla produzione (+1,5%). Si segnala soprattutto l’incremento dei consumi in India (+3,3%), grazie all’elevata disponibilità di prodotto che consentirebbe al Governo di proseguire i programmi di distribuzione per la sicurezza alimentare.

Le scorte finali vedrebbero quindi una leggera contrazione (-0,02%), così come il rapporto stock/utilizzi (34,5% rispetto al 35% nel 2024/25).

L’India, con un export previsto in linea al record 24/25, si confermerebbe il primo esportatore a livello globale, con il 40% del totale. Nonostante i cali produttivi le esportazioni rimarrebbero invariate per il Vietnam ed in aumento per la Thailandia (+2,9%).

Per l’Unione Europea è previsto un aumento produttivo dell’11% a 1,8 Mio t (904k t in Italia, +0,4%) che consentirebbe maggiori consumi (+4,4%), export (+6,5%), e una riduzione delle importazioni (-6,4%), con scorte finali sostanzialmente stabili (-0,6%).

Con la prospettiva di raccolti abbondanti, a maggio la maggior parte dei prezzi internazionali hanno registrato ribassi: in media, rispetto ad aprile, -1,3% il Pakistan 25%, -1,9% il Myanmar 5%, -0,6% il Vietnam 5%. Al contrario, i prezzi del riso Thai 100B sono aumentati del 2,5%.

Nel medio termine, lo spazio per ulteriori ribassi sui prezzi internazionali del riso Indica è limitato, soprattutto per la prossima campagna quando è previsto un leggero calo del rapporto stock/utilizzi.

In Italia proseguono le semine, nonostante le piogge di metà aprile abbiano causato ritardi, in particolare su circa 1.500 ettari in provincia di Vercelli ed in alcune zone della provincia di Pavia. In quest’ultima sezione al 16 maggio le semine erano complete tra il 65% e il 75%, tra il 60% e il 65% a Novara e tra il 45% e il 55% a Codigoro.

A maggio i prezzi del riso hanno registrato andamenti differenziati sulla piazza di Milano.

La scarsa domanda e gli scambi limitati hanno portato a cali per l’Arborio (-3,8% rispetto ad aprile) e per il Carnaroli (-4,6%), con un forte rallentamento dei trasferimenti dei rispettivi risoni. Al contrario, nel comparto del Tondo la domanda è rimasta molto sostenuta, anche per via delle prospettive di un calo delle superfici coltivate nella prossima campagna (vedi highlight precedente). A fine maggio, la percentuale di risone tondo trasferito ha raggiunto l’83%, rispetto al 75% dello stesso periodo dell’anno scorso, con un conseguente aumento delle quotazioni dell’Originario del 4,8% rispetto ad aprile. Stabili invece le quotazioni del Lungo B, per cui, se da un lato la minore disponibilità di prodotto continua a sostenere i prezzi, un rallentamento dei trasferimenti e prezzi internazionali in calo, si confermano fattori ribassisti.

Da inizio campagna a fine maggio export ed import extra UE in Italia hanno registrato rispettivamente un calo del 10% ed un aumento del 20%.