Negli ultimi due mesi, i prezzi del gas naturale in UE (TTF) hanno segnato un -36% invertendo il trend inflattivo in corso da inizio anno. I ribassi si sono trasmessi anche al mercato nazionale, con il PSV che ha toccato valori inferiori a 38,5 €/MWh i minimi da novembre 2024. Nello stesso periodo i prezzi dell’energia elettrica (PUN) hanno segnato un -29%.
Ad innestare i ribassi sono stati principalmente i movimenti degli operatori non-commerciali, che, complice l’incertezza relativa agli sviluppi del conflitto Russia-Ucraina, hanno ridotto l’esposizione rialzista netta ai minimi da luglio.
Nelle ultime settimane tuttavia, gli sviluppi della “guerra dei dazi” hanno alimentato il trend deflattivo. Solo dall’annuncio dei dazi USA del 2 aprile, seguito dalle contromisure adottate dalla Cina il 4 aprile, le quotazioni del TTF hanno segnato un -11%.
A pesare è soprattutto l’aspettativa che il rallentamento delle economie globali possa comportare una minore domanda di energetici (il petrolio WTI nell’ultima settimana ha perso oltre il 15% toccando i prezzi minimi dal 2021). Inoltre i dazi al 34% sui prodotti USA annunciati da Pechino comporterebbero una minor domanda asiatica di gas liquido americano (circa il 5% del GNL cinese viene importato dagli USA), con una maggior quota di prodotto esportabile verso altre aree come l’UE (cruciale sarà monitorare le eventuali contromisure adottate dall’Unione).
Tuttavia, i fondamentali di mercato UE si confermano ancora fragili.
La domanda di gas in UE, anche se in marcato calo stagionale, risulta sostenuta da una produzione di energia eolica inferiore rispetto alla media e dagli stimoli alle produzioni industriali apportati dalle politiche monetarie meno restrittive della BCE.
La domanda implicita UE di gas; a marzo 2025 ha toccato 337.075 Gwh, -20% rispetto a febbraio, ma +8% rispetto a marzo 2024. Prosegue così la fase di svuotamento delle riserve UE in corso da novembre: -37% tra gennaio 2025 e marzo 2025 a 385.1 TWh; si tratta dei minimi per il mese da marzo 2022 (-42% rispetto a marzo 2024). Il livello di riempimento delle riserve, a fine marzo, risulta del 33,6%, nello stesso periodo del 2024 era oltre il 58%.
Intanto la Commissione Europea ha confermato la proposta di prorogare fino al 2027 gli obblighi di riempimento degli stock al 90% entro il 1° novembre (1° dicembre solo in caso di motivo giustificato). Da segnalare come sia in via di discussione la possibilità di discostarsi di 10 punti percentuali dal target.