Frumento Tenero

La guerra dei dazi non si impone sull'andamento di mercato

Venerdì, 11 Aprile 2025

Il principale argomento di attualità sui mercati delle materie prime è la guerra dei dazi. Tuttavia, il mercato del frumento tenero può essere esposto soprattutto per via indiretta alle sue conseguenze: negli USA l'impatto più rilevante può venire dall'aumento dei costi di produzione o dai mercati valutari. Nel complesso, infatti, gli USA sono esportatori netti di frumento tenero; un surplus di offerta sul mercato domestico, con conseguente impatto ribassista delle quotazioni statunitensi, potrebbe essere effetto di eventuali contro-dazi da parte dei Paesi che maggiormente importano frumento tenero dagli Stati Uniti: Messico (17% nella campagna 2023/24), Filippine (15%), Giappone (11%), Cina (11%), Corea del Sud (7%), Taiwan (6%). Allo stato attuale, soltanto la Cina da inizio marzo ad oggi ha imposto dazi aggiuntivi per un complessivo 125% sulle importazioni dagli USA, in un contesto tuttavia per cui, nella campagna in corso, le esportazioni di frumento dagli Stati Uniti verso la Cina sono già crollate all’1% del totale.

Lato prezzi, i mercati hanno riflesso solo parzialmente le tensioni sull’offerta della campagna 2024/25, nonostante il rallentamento delle vendite dall’area del Mar Nero da inizio 2025, poiché la domanda internazionale non appare particolarmente sostenuta: le importazioni cinesi, ad esempio, sono previste in calo del 74%, riflettendo non solo una lieve crescita della produzione interna, ma anche una contrazione dei consumi. Tra luglio e marzo, i prezzi finanziari si sono mantenuti relativamente stabili: sulla borsa di Chicago (CME) le variazioni sono state minime, mentre Euronext ha registrato un calo dell’1%, sulla scorta dei bassi livelli di export europei. Più vivaci, invece, i prezzi FOB dall’area Mar Nero (+2% per l’Ucraina, +15% per la Russia) e le quotazioni in una Paese importatore come l’Italia (+19% per il frumento tenero n.3 di Bologna).

Con l'inizio del secondo trimestre le quotazioni hanno cominciato a mostrare segnali di calo, in particolare sul mercato europeo, sulla scia delle aspettative di produzione. Guardando alla campagna 2025/26, infatti, per l’UE è previsto un deciso rimbalzo produttivo (+13%), frutto sia di un leggero incremento delle superfici che soprattutto di un marcato miglioramento delle rese, e concentrato soprattutto in Francia e Germania (rispettivamente +27% e +19%). Anche per l’Italia la produzione è prevista in aumento (+10%). Le aree che già lo scorso anno avevano registrato buoni risultati, come Romania, Bulgaria e Spagna, dovrebbero mantenere una sostanziale stabilità. Le condizioni colturali attuali sono migliori rispetto all’anno scorso, in particolare in Francia, dove il 75% del frumento tenero è valutato in condizioni “buone o eccellenti”, contro il 64% dell’anno precedente.

A livello internazionale, tuttavia, le prospettive restano incerte. La Russia dovrebbe registrare un calo dell’1% della produzione secondo l’International Grains Council (IGC), con scorte iniziali più contenute e semine invernali condizionate dalla siccità. Le condizioni meteo non sono ideali nemmeno in Ucraina, dove le superfici seminate dovrebbero aumentare dell’8%, pur rimanendo ben al di sotto dei livelli pre-guerra. Negli Stati Uniti, è previsto un calo delle superfici (-2%), con un calo più marcato per il frumento primaverile, secondo l'indagine sulle intenzioni di semina di USDA, che ha disatteso le prime stime difffuse rispetto alle semine invernali ed i dati dell'Agricultural Outlook Forum di febbraio. In Canada, l’aumento delle semine (+3%) dovrebbe essere bilanciato da rese più basse. Per Australia, invece, è previsto un calo produttivo dell’11%. In questo contesto, l’UE si conferma – almeno al momento – come l’unico grande esportatore con un netto potenziale di crescita nella prossima campagna.

A partire dal secondo trimestre dell’anno, le quotazioni saranno esposte alla volatilità derivata dalle condizioni meteorologiche, sia per lo sviluppo delle colture invernali che per le semine primaverili. Per la prossima campagna, l’attesa di cali produttivi in Russia e negli USA (-6% secondo le previsioni Areté), anche a fonte di un recupero nella UE, determinano un outlook dell’offerta globale non di abbondanza. L'aumento dell'offerta in UE può essere tuttavia un elemento di pressione ribassista all'arrivo dei raccolti. 

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