Sul mercato finanziario The ICE, i prezzi della varietà arabica, solo da metà gennaio, hanno registrato un aumento del 22%, superando quota 403 c$/lb, +32% rispetto ai picchi di maggio 2011. Rialzi hanno caratterizzato anche la varietà robusta che, nello stesso periodo, ha segnato un +16%, superando i 5.600 $/t.
A livello medio, a gennaio 2025 rispetto a gennaio 2024, i prezzi sono risultati superiori dell’81% e del 62% rispettivamente per l’arabica e per la robusta.
L’inflazione congiunturalmente più marcata sulla varietà arabica ha portato ad un allargamento notevole dell’arbitraggio sulla varietà robusta: a gennaio, a livello medio, 99 c$/lb, +39% rispetto alla media delle cinque campagne pre-23/24 (71 c$/lb). Al 6 febbraio, sulla prima scadenza, il premio dell’arabica sulla robusta ha toccato 158,75 c$/lb, un massimo da aprile 2011.
In un contesto di quattro deficit globali consecutivi, e scorte globali ai minimi dalla campagna 99/00 (dati USDA), il mercato premia le aspettative di un’offerta 25/26 ancora deficitaria (soprattutto per la varietà arabica).
Le prime previsioni sulla campagna 25/26 brasiliana condivise da Conab (Companhia Nacional de Abastecimento) sono infatti di una produzione di arabica in calo del 12% rispetto al 24/25. Il calo sarebbe riconducibile ad una combinazione di rese di “scarica” e forte siccità nel periodo di fioritura. La minor disponibilità di arabica sarebbe solo in parte compensata dall’atteso recupero sulla varietà robusta (+17%) con una produzione totale a 51,8 Mio bags, -4% rispetto al 24/25. L’entità del calo risulta in linea con quello condiviso anche da altri operatori locali, come Safras & Mercado, che prevede un calo del 15% per la varietà arabica (38,4 Mio bags).
Le aspettative di un raccolto inferiore, in un contesto di stock bassi e di recente rafforzamento del real brasiliano rispetto al dollaro, stanno anche alimentando fenomeni di ritenzione dell’offerta. Secondo Safras and Mercado, le vendite brasiliane forward di raccolto 25/26 risultano al di sotto della media storica. In particolare, a fine gennaio, era stavo venduto il 12% del totale previsto, una quota inferiore rispetto al 19% nello stesso periodo della scorsa stagione e rispetto alla media quinquennale del 21%.
A supportare ulteriormente le quotazioni è anche il basso livello degli stock nelle aree di importazione. A gennaio, gli stock certificati di arabica, dopo 4 mesi di recupero, hanno segnato un calo del 5% rispetto al mese precedente. Inoltre, i sopracitati fattori alimentano fenomeni speculativi con operatori non-commerciali sbilanciati in iper-acquisto.
Relativamente alla varietà robusta, sebbene le aspettative sul raccolto 25/26 di robusta in Brasile siano di aumento e in Indonesia non si segnalano rischi meteo sul nuovo raccolto 25/26 (da aprile), il mercato rimane supportato, oltre che dall’effetto spillover dell’arabica, dalla disponibilità limitata di offerta dal Vietnam.
Secondo i dati del Dipartimento di statistica del Vietnam, a gennaio 2025, l’export, seppure in recupero stagionale, è risultato in calo del 44% rispetto a gennaio 2024. A livello cumulato (ott-gen), -40% rispetto allo stesso periodo della campagna 23/24. Si tratta del 20% della produzione prevista da USDA (30,1 Mio bags), rispetto a una media delle precedenti quattro campagne del 32%. Sebbene il debole ritmo delle esportazioni possa essere in parte ricondotto a fenomeni di ritenzione da parte dei produttori, non è da escludere l’ipotesi di un raccolto inferiore rispetto alle aspettative USDA.