I prezzi della fava di cacao, sul mercato The ICE Europe, da inizio anno hanno segnato un calo di circa il 30%, toccando i minimi da novembre 2024.
Nello stesso periodo, cali più che proporzionali hanno caratterizzato burro e massa di cacao (-47% e -44% rispettivamente), con le quotazioni che sono tornate ai livelli di marzo 2024; la polvere si mantiene invece su prezzi record, circa 9,2 €/Kg la 10/12 (+22% da inizio anno).
Dopo tre campagne deficitarie, i prezzi della materia prima scontano le aspettative di una campagna 2024/25 in leggero surplus. L’International Cocoa Organization (ICCO) proietta infatti un surplus di 142.000 t, con stock in aumento del 10,6% rispetto alla scorsa campagna.
Tuttavia gli stock si confermano su livelli ancora ben inferiori rispetto alla media delle ultime 5 campagne (-16%). Il mercato risulta quindi ancora fragile e vulnerabile a shock esogeni ed endogeni con un rapporto stock utilizzi al 31,8%, rispetto ad una media delle ultime 5 campagne del 35,9%.
Areté proietta un surplus globale 24/25 di 5.000 t, ben inferiore rispetto alla sopracitata proiezione ICCO, complice un aumento produttivo meno marcato (+5,5% VS +7,8%) e una maggior tenuta dei consumi (-4,4% vs -4,8%).
L’offerta risulta infatti ancora rallentata dagli eventi meteo sfavorevoli che hanno negativamente impattato quantità e qualità dei main-crop africani, e che stanno soprattutto impattando i mid-crop appena cominciati. In particolare, in Costa D’avorio le aspettative condivise dagli esportatori sono di un raccolto intermedio nel paese tra 280-300.000 t, circa -40% rispetto alla scorsa campagna (stimata dal Coffee and Cocoa Council a 500.000 t).
Nello scenario Areté la produzione 24/25 complessiva in Costa D’Avorio raggiungerebbe 1,76 Mio t, dato ben inferiore rispetto alle prime anticipazioni ICCO di 1,85 Mio t.
Gli arrivi di cacao nei porti della Costa d'Avorio continuano infatti a registrare rallentamenti, con un vantaggio rispetto alla scorsa campagna che continua ad assottigliarsi. A livello cumulato (1ott-6apr), +11% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna; un aumento inferiore rispetto a quello registrato a metà febbraio (+20%) e rispetto al picco di inizio dicembre (+34%).
Lato consumi si segnala soprattutto il potenziale impatto dei dazi USA sulla domanda globale. Gli Stati Uniti non producono fava di cacao e contribuiscono ad oltre l’11% delle trasformazioni a livello globale. Dopo UE e Malesia, sono il principale importatore a livello globale. Le principali origini sono Costa D’Avorio (43%), Ecuador (22%) e Ghana (20%). L’introduzione da parte degli USA di dazi all’importazione del 21% per la Costa D’Avorio, del 24% per la Malesia e del 10% per l’Ecuador e per il Ghana rappresenta quindi un fattore di rallentamento per la domanda USA e deflattivo per i prezzi internazionali che, solo dall’annuncio dei dazi del 2 aprile e nonostante la sospensione delle tariffe reciproche oltre al 10% per 90 giorni, hanno segnato su The ICE Europe un -12%.