Marcata volatilità rialzista continua ad animare il mercato del cacao. I prezzi della fava quotata Londra, da inizio agosto, sono aumentati dell’11%, toccando un massimo storico, a quasi 2.950 £/t; +8% New York, ai massimi degli ultimi 12 anni.
Seguono il trend anche burro e massa di cacao, con aumenti rispettivamente del 12% e del 10%. Rimane stabile la polvere.
Oltre ai movimenti degli operatori non commerciali, sbilanciati in iper acquisto, il principale fattore di supporto alle quotazioni si conferma l’elevato grado di incertezza sull’offerta africana.
Infatti, le abbondanti precipitazioni degli ultimi mesi oltre ad aver limitato la resa dei mid crop 22/23, minacciano anche lo sviluppo e la qualità dei nuovi main crop africani, con un aumento della probabilità di diffusione del black-pod virus. Secondo il Tropical Research Services circa il 20% del raccolto in Costa d'Avorio sarebbe infetto dal virus.
Proprio sulla scia dei timori di un’offerta 23/24 limitata, in Costa d’Avorio il Conseil Cafe Cacao (CCC), a luglio, ha interrotto le vendite forward di fava. Anche in Ghana, si segnala il rischio di inadempienza di alcuni contratti, con il Ghana Cocoa Board che ad agosto ha rinviato la spedizione di 44.000 t di cacao.
Sebbene non siano stati ancora pubblicati dati ufficiali sulla prossima campagna, è noto che il livello di stock di apertura sarà il più basso dalla campagna 15/16.
Infatti, l’International Cocoa Organization (ICCO) nell’ultimo “Quarterly Bullettin of Cocoa Statistics” ha confermato un deficit globale per la seconda campagna consecutiva di -116.000 t, con un livello di approvvigionamento al minimo dal 15/16.
Rispetto alla previsione di giugno, la produzione globale 22/23 è stata rivista in calo di 42.000 t, a 4,94 Mio t (+2,3% vs. 21/22). La revisione è principalmente riconducibile alla correzione a ribasso del raccolto in Ghana (-50.000 t a 700.000 t), sul quale ha pesato un meteo sfavorevole e lo scarso utilizzo di fertilizzanti. Il dato va nella direzione dell’ultima stima condivisa dal Ghana Cocoa Board di 650.000 t (vedi precedente highlight).
Per la Costa d’Avorio, invece, ICCO conferma una produzione di 2,2 Mio t (+3,7% vs. 21/22), nonostante le notizie provenienti dal Paese delineino un’offerta in difficoltà, ostacolata da condizioni meteo avverse. Infatti, gli arrivi ai porti, a fine agosto, risultavano ancora inferiori del 4,3% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna.