Sono stati pubblicati i dati sui volumi di fava di cacao trasformata nel Q4 2024 per le principali aree di consumo.
Complessivamente si tratta di 644.725 t, -3,2% rispetto al Q4 2023 (-5,3% rispetto al Q3 2024), e il livello più basso per il Q4 dalla campagna 16/17.
Il prezzo della fava di cacao quotata a Londra, il giorno della pubblicazione dei dati relativi a Europa e Asia ha segnato un -2,5%, toccando le 8.529 £/t. Tuttavia, i prezzi si confermano ancora sostenuti e volatili (+141% rispetto a gennaio 2024) in un contesto di stock estremamente limitati e incertezza sull’offerta 24/25.
Il deterioramento delle condizioni meteo in Africa occidentale, determinante per il raccolto 24/25, in uno scenario di stock ai minimi dalla campagna 2001/02, rappresenta infatti il principale fattore di supporto.
In particolare, preoccupa l’effetto delle forti precipitazioni in Costa d'Avorio di fine 2024, che avrebbero rallentato il main-crop, impattandone soprattutto la qualità. Inoltre, i produttori segnalano i venti secchi dell’Harmattan con possibili impatti anche sul futuro mid-crop (da aprile).
Il rischio, che i mercati premiano e che stimola gli operatori non-commerciali a tornare sul mercato alimentando l’inflazione, è quello di andare incontro ad una quarta campagna deficitaria consecutiva, in un contesto di scorte già minime.
Tra i fattori rialzisti segnaliamo anche un’insolita attività di acquisto sul mercato finanziario da parte degli operatori commerciali; si tratta per esempio di grandi produttori di cioccolato che in borsa operano generalmente in vendita per proteggersi dal rischio di rincari (hedging), ma che in risposta ad un mercato fisico deficitario hanno direttamente attinto dagli stock di borsa (ormai ai minimi degli ultimi 20 anni).
Secondo Bloomberg il produttore di cioccolato Hershey avrebbe richiesto il permesso alla Commodity Futures Trading Commission (CFTC) per acquistare una quantità di cacao dalle scorte ICE superiore al massimo consentito.