Mais

I mercati valutari continuano a portare ribassi sui prezzi europei del mais

Venerdì, 13 Giugno 2025

A maggio i prezzi finanziari del mais hanno continuato nel trend ribassista iniziato negli scorsi mesi. In media, rispetto ad aprile -5% sulla prima scadenza di CME e -4,8% su quella di Euronext. Questo trend si è propagato anche nelle prime settimane di giugno, con cali rispettivamente 2,6% e del -4,9% al 13 giugno. Se sul mercato statunitense pesa la prospettiva di un nuovo record produttivo, sul mercato europeo il principale fattore ribassista rimane il maggiore potere d’acquisto dell’euro: il tasso di cambio €/$ ha continuato ad aumentare fino a tornare vicino a 1,16, il massimo da fine 2021.

Gli sviluppi più rilevanti relativi ai principali player sono i seguenti:

  • Stati Uniti: le esportazioni 2024/25 sono state riviste ulteriormente a rialzo a 67,3 Mio t, +16% rispetto alla scorsa campagna e +1,2 Mio t rispetto alla stima precedente, a fronte di un ritmo di export particolarmente sostenuto (+27% al 5 giugno rispetto al 2023/24). Questo ha portato ad una revisione a ribasso delle scorte finali a 34,7 Mio t, -23% rispetto alla scorsa campagna. Per il 2025/26, si conferma la prospettiva di un raccolto record a 401,8 Mio t (+6,4% rispetto al 2024/25). Le semine procedono in linea con la media quinquennale, e le condizioni sono leggermente inferiori rispetto allo scorso anno, anche per via di maggiori aree in condizioni di siccità (18% al 3 giugno vs 2% nel 2023/24).
  • Ucraina: le esportazioni mantengono un andamento rallentato rispetto alla scorsa campagna. A fine maggio erano state esportate 17,9 Mio t di mais, -24% rispetto all’anno scorso (in linea con il -25% previsto da USDA per tutta la campagna). Per il 2025/26 si conferma la prospettiva di una produzione a 30,5 Mio t, in aumento rispetto alla scorsa campagna (+14%) ma ancora al di sotto dei livelli pre-conflitto.
  • Unione Europea: USDA ha confermato i bilanci precedenti per la campagna 2024/25 e 2025/26, per cui è prevista una produzione vicino alla stabilità (+1,2%) a fronte di minori aree (-5,2%) compensate da maggiori rese. La Commissione Europea ha rivisto a ribasso le sue previsioni di produzione 2025/26 a 63,8 Mio t rispetto ai 65 Mio t precedenti, ed anche Coceral è passato da una previsione di 63,3 Mio t a marzo ad una di 60,1 Mio t a giugno. Tutte le fonti concordano su minori aree seminate, che lascerebbero il futuro della produzione nelle mani delle rese, e quindi dell’andamento meteorologico. Inoltre, il regime preferenziale per le importazioni a dazio zero dall’Ucraina è terminato, e fino a dicembre la nuova quota è di soli 379,2k t, una quantità decisamente limitata rispetto ai 7,1 Mio t importati tra giugno e dicembre 2024.
  • Sudamerica: in Brasile e Argentina procede la raccolta della produzione 2024/25. Per il 2025/26 si conferma la prospettiva di produzioni 2025/26 in aumento rispettivamente dello 0,8% e del 6%.

 

  • Prezzi

  • Supply/Demand & Trade


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