Unione Europea: dopo le leggere tensioni di fine ottobre, nelle prime settimane di novembre i prezzi italiani del frumento duro fino sono stati stabili sulle piazze di Bologna e Foggia, mentre su altri listini nazionali si è registrato qualche calo (Bari, Napoli, Roma, Altamura). Anche i prezzi francesi nelle prime settimane di novembre hanno visto una leggera deflazione (-0,4% La Pallice, -0,5% Port La Nouvelle in media rispetto a ottobre). In attesa dell’arrivo sul mercato del prodotto canadese, le importazioni ad inizio novembre erano ancora inferiori del 48% rispetto alla media triennale, con la Turchia come prima origine (48%). Per la campagna 2025/26, in Francia l’umidità del suolo continua ad essere decisamente elevata ed a limitare le operazioni in campo: ad inizio novembre solo il 10% delle aree era stato seminato rispetto alla media quinquennale del 27%. Il Sud Italia invece continua a presentare un deficit idrico, che rischia di ostacolare le semine.
Turchia: il TMO ha annunciato il prezzo di vendita per il frumento duro a novembre a 11.550-11.870 TL/t (316-325 €/t). Lo spread tra i prezzi turchi e quelli italiani rimane limitato, anche per via del recente deprezzamento dell’euro sulla lira turca (-2% tra settembre e le prime settimane di novembre), e di conseguenza l’incentivo alle esportazioni è piuttosto scarso. Nel mese di ottobre, infatti, le consegne verso l’Unione Europea sono state di appena 13,7k t rispetto a 159,3k t ad ottobre 2023. Per quanto riguarda la campagna 2025/26, la siccità che sta colpendo le aree di produzione sta causando difficoltà nelle semine invernali.
Tunisia: è stata indetta una nuova asta per l’acquisto di 75k t di frumento duro che si è conclusa con prezzi a 353-354 $/t CIF, +3,5% rispetto all’ultima asta di settembre.
Canada: la raccolta è ormai conclusa, ed i dati dal Saskatchewan indicano una qualità inferiore rispetto alla media pluriennale, con una minore percentuale di CWAD1 ed una maggiore percentuale di CWAD4-5. Dopo i cali nei mesi estivi i prezzi canadesi stanno registrando qualche tensione (+9% in media tra settembre e l’inizio di novembre), anche a fronte una domanda di esportazioni che nelle ultime settimane ha avuto una decisa accelerata.
Stati Uniti: USDA conferma la prospettiva di una produzione a 2,2 Mio t (+36% rispetto al 2023/24), mentre sono state riviste a ribasso le esportazioni a 0,68 Mio t (-7% vs 2023/24). Questo porterebbe a scorte finali a 0,98 Mio t, ai massimi dal 2019/20, +71% rispetto alla scorsa campagna. Al momento i commitments per le esportazioni 2024/25 sono inferiori del 16% rispetto allo scorso anno. Anche negli Stati Uniti vi è una minore percentuale di raccolto classificato come HAD1 rispetto allo scorso anno, per via di un minore peso specifico e di una maggiore incidenza di chicchi danneggiati. Il contenuto proteico risulta invece più elevato.