Olio di Palma

Ritorno della domanda e preoccupazioni sull’offerta disponibile nel 2025 mantengono in tensione i prezzi

Venerdì, 28 Giugno 2024

I dati di una produzione in aumento in Malesia per il terzo mese consecutivo non hanno attenuato le tensioni sui mercati internazionali dell'olio di palma, che rimangono sostenute dal ritorno della domanda degli importatori di oli vegetali e dalle preoccupazioni sulle rese dei principali paesi produttori nel 2025, come effetto della persistente siccità registrata durante il 2023 e ad inizio 2024. In questa congiuntura, le quotazioni dell'olio di palma grezzo di Rotterdam sono state le più volatili ed hanno registrato una crescita del 4%, a livello medio, tra maggio e giugno, in contrasto con la relativa stabilità osservata sul mercato all’origine. Inoltre, da inizio mese l'escalation delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente e Mar Nero ha spinto al rialzo i prezzi del greggio, facendo da supporto ai prezzi dell'olio di palma.

Il ritorno della competitività dell’olio di palma sugli altri oli del comparto ne sta incentivando la domanda che a maggio, secondo la Solvent Extractors' Association of India (SEA), è cresciuta del 12% rispetto al mese precedente, a quota 763K t, in netta ripresa rispetto al basso livello dell’anno precedente (439K t). Sulla base degli elevati volumi importati di olio di palma ed olio di girasole, il quale ha registrato le terze importazioni mensili più alte di sempre (411K t), la domanda indiana di oli vegetali ha raggiunto un massimo degli ultimi 8 mesi, a quota 1,5 Mio t. Nonostante i volumi complessivamente importati siano stati di oltre il 40% superiori ai livelli dell’anno precedente ed abbiano permesso di interrompere il trend di calo degli stock in atto da ottobre 2023, in India le scorte disponibili rimangono ancora limitate e risultano inferiori del 17% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno. Situazione analoga in Cina, dove i dati pubblicati dal Malaysian Palm Oil Council (MPOC) evidenziano scorte disponibili di oli vegetali ancora inferiori ai livelli dello scorso anno, soprattutto a causa della forte contrazione degli stock di olio di palma, che a maggio soni scesi a un minimo degli ultimi 21 mesi, a quota 345K t.

Se da una parte vi sono aspettative di una crescente domanda internazionale, dall’altra parte le prospettive dell’offerta disponibile per la prossima campagna rimangono incerte e soggette a possibili revisioni al ribasso. L’attuale proiezione di un aumento produttivo mondiale si basa sull’assunzione che in Malesia possa proseguire la ripresa delle rese in atto negli ultimi quattro anni e che una simile ripresa si possa osservare mediamente anche in altri Paesi del Sud-Est Asiatico e Centro America. Tuttavia, soprattutto in questi ultimi Paesi, la diffusa siccità che ha stressato le palme nel 2023 ed inizio 2024 è attesa influire negativamente sulle rese del prossimo anno ed ha il potenziale di determinare una produzione inferiore alle aspettative.

A fronte di stock iniziali in calo e una produzione mondiale solo in lieve rialzo, ad oggi USDA proietta un’offerta internazionale in crescita di solo 567K t. A questo scenario si affiancano consumi in espansione, stimolati da una crescente domanda di biodiesel e un’insufficiente offerta prevista di olio di girasole e colza nel 2024/25, che hanno il potenziale di favorire un mercato dell’olio di palma deficitario qualora non si verifichi il già limitato aumento produttivo proiettato a livello globale.

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