Olio di Girasole

I raccolti in ritardo e al di sotto delle aspettative sostengono le quotazioni

Giovedì, 27 Novembre 2025

Si registra un aumento medio mensile per i prezzi FOB dell’olio di girasole grezzo in partenza da Ucraina di un +0.6% novembre su ottobre. A Milano l’aumento per il raffinato è di 0.5% prezzo medio novembre su ottobre.

USDA ha ripreso la pubblicazione del WASDE report in novembre con una riduzione della previsione della produzione globale 2025/26 di olio di girasole di 0,35 Mio t e dei consumi di 0,3 Mio t portando il rapporto stock/utilizzi a 12,34% da 12,85%. Le principali revisioni a ribasso delle previsioni di produzione rispetto al report precedente sono relative all’Ucraina (-0,3 Mio t) ed EU (-0,25 Mio t), mentre per l’Argentina le aspettative sono per una produzione superiore alle precedenti previsioni (+0,2 Mio t rispetto all’ultima previsione).

Le importazioni UE di olio di girasole da inizio campagna al 21 novembre sono in calo del 19% rispetto allo scorso anno, segno del ritardo accumulato nella commercializzazione dell’olio di girasole ucraino rispetto all’andamento visto lo scorso anno: 0,36 Mio t esportate ad ottobre, in calo del -22% rispetto a ottobre 2024.

Sul mercato europeo, la domanda più sensibile al livello dei prezzi si sta indirizzando, dove possibile una sostituzione, ad alternative più economiche come la colza; sul mercato globale, la parte di domanda meno elastica attende la commercializzazione dell’olio argentino, a partire da gennaio e con picchi ad aprile e nei mesi estivi, che sarà destinata soprattutto ai mercati extra-europei e capace di ridurre l’impatto del pessimo raccolto in Ucraina ed Europa. A questo contribuirà una raccolta argentina 2025/26 prevista in forte aumento vs 2024/25 dalla Borsa dei Cereali di Buenos Aires.

Il mercato degli oli vegetali rimane in tensione, con un’offerta che non cresce proporzionalmente alla domanda. In questo contesto, l’olio di girasole si conferma leader dei prezzi tra gli oli di semi, sostenuto dal calo delle rese agricole nei principali Paesi produttori e dalla scarsità di disponibilità, fattore che premia anche il seme. Il comparto resta in attesa delle decisioni dell’EPA sulle politiche statunitensi in materia di biocarburanti, che potrebbero risultare cruciali per orientare la crescita della domanda di oli vegetali (e nello specifico di olio di soia) nei prossimi anni, con un possibile effetto spillover sui prezzi di tutto il comparto. Indonesia e Brasile hanno già annunciato i prossimi step di incremento degli obiettivi di miscelazione che, se implementati, andranno a sostenere ulteriormente la domanda di olio di palma e di soia. La crescita della domanda dei principali oli vegetali per livello di produzione e consumo a livello globale può rappresentare nei prossimi mesi un fattore di sostegno anche per i prezzi dell’olio di girasole, che già sono impattati dalle prospettive di offerta non abbondante. Infine, le tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti potrebbero determinare un eccesso di offerta di soia sul mercato USA che, in mancanza di un corrispondente incremento dei consumi domestici, eserciterebbe pressioni ribassiste sui prezzi del comparto soia, con potenziali effetti di contagio sui principali oli vegetali attraverso dinamiche di sostituzione nei flussi di importazione (in particolare dell’India). Permane tuttavia elevata incertezza circa gli sviluppi del quadro commerciale.

 

 

 

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