Nell’ultimo mese il mercato UE è stato caratterizzato da una tendenza di prezzo ribassista.
Sulla piazza di riferimento di Kempten i prezzi medi di settembre delle principali trasformazioni, rispetto ad agosto, hanno segnato un -8,3% per il burro, -4,3% per l’SMP, -4,3% per il WMP e -3,3% per l’Edamer.
Nonostante prezzi del latte contrattualizzato alla stalla ancora elevati -su livelli sensibilmente superiori rispetto allo scorso anno in tutti i paesi membri dell’UE-, a livello medio il prezzo UE a luglio ha segnato un -0,2% rispetto a giugno. Cali più marcati caratterizzano il mercato spot, il latte intero tedesco quotato a Milano a settembre segna un -0,3% rispetto ad agosto.
Lato offerta, le consegne latte UE continuino a mostrare un ritardo rispetto allo scorso anno. Nella prima metà dell’anno le consegne risultano infatti in flessione dello 0,01% rispetto allo stesso periodo del 2024 con battute d’arresto significative in Germania (-2,6%), Francia (-0,8%) e Olanda (-1,7%), solo parzialmente compensate dagli aumenti registrati in Polonia (+1,3%), Italia (+0,1%) e Irlanda (+7%). Tuttavia, il gap rispetto al 2024 si sta assottigliano con produzioni di giugno 2025 in aumento dello 0,2% rispetto a giugno 2024. Da segnalare anche il parziale rallentamento della diffusione delle epidemie di bluetongue, dermatite nodulare e afta epizootica nei principali paesi produttori (e.g. Francia, Germania e Italia).
In un contesto di offerta ancora fragile e limitata, in attesa dei picchi produttivi primaverili 2026, il principale fattore ribassista è tuttavia il congiunturale rallentamento della domanda.
La domanda di prodotto UE risulta rallentata, oltre che da inflazione, dazi USA, e prezzi di alcune referenze meno competitivi rispetto a quelli in altre aree di esportazione, anche dal rafforzamento dell’€. Da inizio anno l’€/$ ha segnato un +13% toccando i massimi da settembre 2021.
Tra i fattori ribassisti si segnala anche la tendenza dei prezzi degli input produttivi, a titolo d’esempio, da inizio anno il gas naturale in UE (TTF) ha segnato un -33%; -13% invece il mais quotato in UE.