Latte e Derivati

Produzione latte: crescita rallentata anche nel 2025

Mercoledì, 30 Ottobre 2024

Nell’ ultimo short-term outlook la Commissione europea conferma il rallentamento del tasso di crescita della produzione di latte in UE. Nel 2025 la produzione è prevista crescere dello 0,25% rispetto ad un tasso di crescita medio degli ultimi dieci anni dello 0,7%.

Il rallentamento della crescita è innanzitutto strutturale e riconducibile soprattutto a temi di sostenibilità e a politiche UE ambientali sempre più rigorose che comportano una graduale riduzione del numero di capi, sempre meno compensata dall’aumento delle rese.

La stessa Commissione Europea nell’ultimo medium-term outlook prevede che il mercato del latte sia arrivato ad un "giro di boa" con la produzione che, nel medio termine, potrebbe iniziare a calare di circa lo 0,2% annuo.

Negli ultimi anni ci sono poi stati anche fattori congiunturali che hanno contribuito al rallentamento della crescita produttiva di latte. Su tutti i rincari e la volatilità dei prezzi degli input produttivi (energia e mangimi in primis), ma anche eventi meteo sfavorevoli che hanno negativamente impattato pascoli e materie prime mangimistiche.

Nei primi otto mesi del 2024, per esempio, le consegne di latte hanno addirittura registrato cali in importanti aree produttive (Irlanda -4,7%, Olanda -1,8% e Germania -0,7%).

Il rallentamento delle consegne latte è inoltre congiunturalmente alimentato dalla diffusione in UE della “bluetongue, malattia infettiva dei ruminanti trasmessa da insetti vettori ematofagi. La malattia, che si è trasmessa soprattutto in Germania e Olanda, si sta diffondendo anche in altri paesi produttori di latte come Belgio e Italia.

Il paese più colpito è la Germania, con oltre 13.000 focolai, le vaccinazioni sono disponibili, ma richiedono tempo e non sono sempre raccomandate. In Italia, l’istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del Molise "G. Caporale", da inizio anno segnala 4.521 focolai, di cui 608 ad ottobre (in calo rispetto ai 2811 casi di settembre). La specie più colpita risulta quella ovina (3.441 focolai), segue quella bovina (569 focolai) e quella caprina (286 focolai). L’impatto sulle rese annuali latte per i capi infetti è quantificabile in un range del -3%/-8%.

Secondo i dati della Commissione EU, tra il 2020 e il 2024 la produzione di latte cresce solo dello 0,16%, rispetto ad un tasso di crescita medio del decennio precedente intorno al +1,3%. Nel 2021 e 2022 si sono addirittura registrati cali produttivi (rispettivamente -0,3% e -0,2%).

Il risultato è che c’è sempre meno latte disponibile per le trasformazioni, e, a farne le spese è stato soprattutto il burro, meno remunerativo dei formaggi.

Tra il 2020 e il 2024 la produzione di burro in UE cala di circa il 5%, rispetto ad un tasso di crescita medio del decennio precedente intorno al +2%.

I prezzi del burro in UE hanno così raggiunto livelli record superiori agli 8 €/Kg, segnando, sulla piazza di riferimento di Kempten, un +50% da inizio 2024 e registrando livelli medi ad ottobre 2024 superiori del 70% rispetto ad ottobre 2023.

Una domanda asiatica limitata dalla crisi economica ha invece protetto le quotazioni della polvere di latte dall’inflazione, -6% la scremata da inizio anno. Dinamiche di prezzo che hanno portato all’allargamento del premio del burro sulla polvere.

 

  • Prezzi

  • Supply/Demand & Trade

 

Informativa
Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati fanno uso di cookie necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.
Dichiari di accettare l’utilizzo di cookie chiudendo o nascondendo questa informativa, proseguendo la navigazione di questa pagina, cliccando un link o un pulsante o continuando a navigare in altro modo.

Avvio Cron Job