Nocciole

Domanda di prodotto turco stagnante, prezzi in leggera flessione

Mercoledì, 12 Novembre 2025

TURCHIA

Il prezzo della nocciola sgusciata 11/13, consegnata in Europa, dopo aver toccato valori record a oltre 18.000 $/t a fine settembre, ha registrato una flessione del 12%. Tuttavia, si tratta di livelli ancora estremamente elevati, superiori del 93% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

La correzione a ribasso del mercato delle ultime settimane è riconducibile a una debole domanda in risposta all’inflazione. In particolare, il mercato risente del mancato intervento da parte del principale acquirente, finora ben approvvigionato anche grazie alle forniture provenienti da Cile e Stati Uniti.

Da segnalare come, su richiesta presentata dl leader, la Turkish Competition Authority ha ridotto per il 2025 l’obbligo per l’azienda di acquistare almeno 45.000 t di nocciole in guscio nel periodo settembre-dicembre di ogni anno portandolo a 30.000 t, in considerazione della bassa produzione e dei problemi qualitativi del raccolto di quest’anno.

Come mostrano gli ultimi dati dell’Associazione degli esportatori del Mar Nero, le esportazioni a ottobre, hanno registrato un calo del 57% rispetto a ottobre 2024. Nei primi due mesi della campagna 25/26 (set-ott), le spedizioni risultano inferiori del 51% rispetto allo stesso periodo 24/25, ai minimi almeno dalla campagna 11/12.

La scarsa attività di trade, oltre ad indicare una domanda stagnante, riflette chiaramente la minor disponibilità di offerta del Paese, dopo un raccolto 2025 compromesso significativamente dalle gelate straordinarie di aprile.  Diversi operatori stimano un raccolto tra 500-550.000 t, in calo di oltre il 20% rispetto alla scorsa campagna, ma meno pessimistiche rispetto alle proiezioni fornite da enti locali. Turkstat a fine ottobre ha pubblicato il “Crop Production 2nd estimation 2025“, con una revisione della previsione di produzione 25/26 a 441.000 t, in calo del 15% rispetto alla prima proiezione di maggio (520.000 t); -38% rispetto alla campagna 2024/25 (717.000 t). Il dato risulta in linea con le stime precedenti, condivise dal ministero dell’Agricoltura turco e dal TMO.

ITALIA

La produzione nazionale 25/26 si conferma al di sotto del potenziale per la quinta campagna consecutiva a causa di condizioni climatiche irregolari. La maggior parte degli operatori stima un raccolto non superiore alle 70.000 t, ben inferiore rispetto alle proiezioni iniziali fornite da INC (120.000 t) e da Istat (144.600 t).

Eventi meteo estremi, incremento di infestazioni di cimice asiatica e cascola precoce hanno ridotto sensibilmente la produzione in tutte le principali aree corilicole. Secondo le prime analisi, le rese in alcune zone del Cuneese e dell’Alessandrino si fermano a 4–5 quintali per ettaro, contro i 20–25 registrati in annate normali. Anche in Campania e nel Viterbese si segnalano cali tra il 30 e il 40%.

La prima quotazione della nocciola IGP di Cuneo ha registrato un valore record di 15,85 €/p. resa, superiore del 34% rispetto al prezzo di apertura 24/25. Aumenti di oltre l’80% si registrano sul prezzo di apertura della gentile romana quotata alla Camera di Commercio di Viterbo, a 12,5 €/p.resa, i livelli più alti dal 2015.

USA

L’indagine sulle rese condotta dall’Hazelnut Marketing Board, pubblicata ad agosto, ha indicato che il raccolto 25/26 aumenterebbe del 20% rispetto alla scora campagna, raggiungendo un record di circa 116.000 t, grazie all’entrata in produzione di nuove aree. Un dato poco distante da quello condiviso da INC a luglio di 102.000 t (+15% rispetto al 2024).

Al trend di aumento produttivo si affianca una crescita della quota destinata all’esportazione che, nelle ultime campagne, risulta sostenuta anche dalla ridotta disponibilità turca. Dopo il record del 2024, nei primi sette mesi del 2025 le esportazioni statunitensi hanno registrato un aumento del 16% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

CILE

Il raccolto 2025, terminato ad aprile 2025, ha registrato un marcato recupero rispetto alla scorsa campagna, toccando livelli senza precedenti. Le stime INC sono di una produzione a 92.000 t, +64% rispetto al 2024, ma non mancano stime più ottimiste ad oltre 100.000 t. Un recupero riconducibile a un aumento delle aree in produzione e condizioni meteo ottimali.

Secondo i dati dell'Ufficio Studi e Politiche Agricole (Odepa), nel 2024 le aree hanno registrato un incremento del 35% rispetto al 2023, raggiungendo 49.263 ettari. La crescita registrata negli ultimi dieci anni risulta particolarmente significativa (+467%).

 

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