Zucchero

Zucchero grezzo sotto i 15 c$/lb per la prima volta dal 2021

Giovedì, 30 Ottobre 2025

I prezzi internazionali dello zucchero grezzo quotati su The ICE, ad ottobre, hanno confermato una tendenza ribassista toccando valori del 30% inferiori rispetto ad ottobre 2024 (-0,9% rispetto a settembre 2025) e scendendo al di sotto dei 15 c$/lb per la prima volta da aprile 2021. Anche i prezzi finanziari dello zucchero bianco sono risultati in calo, -6,3% in media rispetto a settembre 2025 e -22% rispetto ad ottobre 2024.

L’aspettativa dell’aumento dell’offerta globale, con proiezioni di aumento nelle aree di produzione ed esportazione, si conferma il principale fattore ribassista:

  • Brasile: nonostante le preoccupazioni per la minore disponibilità di canna da zucchero e per il contenuto di zucchero (ATR) al di sotto della scorsa campagna, la produzione si sta mantenendo su livelli superiori rispetto a quelli già abbondanti dello scorso anno. I dati UNICA (associazione dei produttori) indicano nel periodo aprile-settembre un aumento dello 0,8% rispetto alla scorsa campagna (+9% rispetto alla media delle ultime 5 campagne). L’aumento è soprattutto riconducibile alla maggiore propensione all’utilizzo della canna per produrre zucchero a discapito dell’etanolo (52,7% rispetto al 48,8% del 2024/25), complici prezzi energetici particolarmente deboli.
  • India: si conferma la prospettiva di un rimbalzo produttivo 25/26 (+18% secondo ISMA, associazione dei trasformatori della canna da zucchero), anche riconducibile ad una stagione dei monsoni La maggiore disponibilità di prodotto comporterebbe una maggior propensione ad aumentare i contingenti all’export, che alcuni operatori non escludono possano raggiungere i 4 Mio t (1 Mio t nel 2024/25).
  • Thailandia: la Thai Sugar Miller Corp(associazione di produttori) prevede una produzione di zucchero nel 2025/26 in aumento del 5% su base annua, arrivando a 10,5 Mio t.

Anche in Unione Europea i prezzi dello zucchero hanno registrato ribassi, tornando al di sotto dei 570 €/t dopo i picchi sul mercato forward oltre i 700 €/t ad inizio estate.

Il principale elemento ribassista è stato il miglioramento delle prospettive produttive. Nonostante il calo delle aree seminate, le rese sono state infatti riviste a rialzo, in particolare in Francia e in Germania, dove il buon accrescimento nelle zone con un adeguato apporto idrico attenua gli impatti causai dai parassiti durante l’estate. Questo porterebbe ad una produzione di 15,4 Mio t secondo le ultime stime della Commissione, -7% rispetto al 2024/25 ma +185k t rispetto alla previsione di giugno.  Anche gli import netti tal quale sono stati rivisti a ribasso: arriverebbe ad appena 100k t, -88% rispetto alle ultime cinque campagne in cui l’UE è stata un’importatrice netta e -300k t rispetto alla previsione di giugno. Si tratta di un fabbisogno di importazione limitato e non è da escludere un ulteriore revisione a ribasso del dato a fronte del miglioramento delle condizioni colturali.

Un ulteriore elemento ribassista è dato dalle discussioni sull’innalzamento della quota a dazio zero delle importazioni dall’Ucraina a 100k t, una quantità inferiore ai 400-500k t del 2022/23 e del 2023/24 ma superiore ai circa 20k t attualmente concessi, in linea con i quantitativi pre-conflitto.

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