Nelle prime settimane di novembre i prezzi finanziari dello zucchero grezzo e dello zucchero bianco si sono mantenuti ai minimi da fine 2020, rispettivamente -7,1% e -5,4% rispetto ad ottobre e -33,2% e -25% rispetto a novembre 2024.
Il principale fattore ribassista si conferma l’aspettativa di un aumento dell’offerta globale, in particolare nelle principali zone di esportazione:
Anche in Unione Europea i prezzi hanno registrato ribassi, con cali del 12% sullo zucchero Spot Europa e dell’11% sul Consegnato Centro-Nord Italia tra novembre ed ottobre.
Oltre al calo dei prezzi internazionali, a spingere a ribasso le quotazioni europee è anche un offerta interna più abbondante delle aspettative: da agosto ad ottobre la Commissione ha rivisto a rialzo le rese barbabietola del 3% per via di un impatto meteo avverso inferiore a quanto temuto in estate, e, già a settembre era stata rivista a rialzo la previsione di produzione 2025/26 da 15,2 a 15,4 Mio t.
Le revisioni a rialzo delle rese barbabietola confermano la prospettiva di un fabbisogno di importazione limitato, complici stock elevati: l’import netto tal quale è attualmente previsto a 100k t, -88% rispetto alle ultime cinque campagne in cui l’UE è stata un’importatrice netta. Si tratta di un fabbisogno di importazione limitato e non è da escludere un ulteriore revisione a ribasso del dato a fronte del miglioramento delle rese barbabietola.
Inoltre, a fine ottobre è stato approvato l’innalzamento delle quote a dazio zero dall’Ucraina a 100k t: si tratta di una quantità inferiore ai 400-500k t del 2022/23 e del 2023/24 ma superiore ai circa 20k t concessi in precedenza, in linea con i quantitativi pre-conflitto.