A marzo i prezzi internazionali dello zucchero hanno registrato ribassi: in media, rispetto a febbraio, -7% lo zucchero grezzo e -3,2% lo zucchero bianco quotati sul mercato finanziario The ICE.
Tra i principali fattori ribassisti:
Tuttavia, il trend deflattivo è rallentato da quotazioni del petrolio in aumento (+4,7% sul WTI in media tra marzo e febbraio) e da una logistica dall'Asia verso l’Europa che rimane ostacolata dai blocchi su Suez.
Inoltre, nonostante le revisioni a rialzo, le prospettive di produzione per i principali produttori di zucchero bianco rimangono limitate rispetto alla scorsa campagna, e questo, unitamente al blocco dell’export indiano, sta mantenendo lo spread tra zucchero grezzo e zucchero bianco a livelli elevati.
In Unione Europea, i prezzi dello zucchero Spot Europa e Consegnato Centro-Nord Italia da inizio campagna sono calati rispettivamente del 17% e del 20%, sulla scia di un minore fabbisogno di importazione (a fine febbraio le importazioni cumulate risultavano inferiori del 29% rispetto alla scorsa campagna) in un contesto di maggior offerta, di minori costi energetici e di consumi rallentati da inflazione e politiche monetarie restrittive.
L’origine principale delle importazioni è l’Ucraina (35% del totale), che vede la quasi totalità delle esportazioni dirette verso l’Unione Europea. Tuttavia, il Parlamento Europeo sta valutando una legge che limiterebbe la quantità di zucchero importabile dall’Ucraina a dazio zero alla media 2021-2023. Includere il 2021 in questa media significherebbe includere un anno in cui, in assenza delle esenzioni dai dazi in vigore da giugno 2022, le importazioni erano a livelli decisamente inferiori rispetto a quelli attuali.
Per la prossima campagna, si conferma la prospettiva di un aumento delle aree coltivate a bietola. Nei Paesi Bassi si ipotizza un aumento del 7%. Sia in Francia che in Germania le semine di colture invernali sono stimate in calo, e questo lascerebbe spazio a maggiori aree a barbabietola, che mantiene prezzi vantaggiosi rispetto alle altre colture.
In UE, prezzi della bietola più remunerativi rispetto ad alternative colturali sono quindi previsti favorire un aumento delle aree di circa il 3,5%. Proiettando rese medie, la produzione aumenterebbe di circa il 3%, attestandosi al di sopra dei 16,3 Mio t, la più alta dal 2021. La maggiore offerta, nonostante un lieve aumento dei consumi dell’1%, porterebbe ad un minor fabbisogno di importazione (-43% le importazioni nette) e ad un accumulo di stock, ridimensionando l’eventuale effetto di un’offerta ucraina meno competitiva.