Mais

USDA conferma il record produttivo in USA e le difficoltà sul raccolto europeo

Lunedì, 17 Novembre 2025

Ad ottobre e nelle prime settimane di novembre i prezzi statunitensi del mais hanno consolidato l’andamento rialzista in atto da settembre, con un aumento del 3,5% sulla prima scadenza tra fine settembre e metà novembre. Le quotazioni hanno trovato sostegno nella forte domanda di export e nell’incertezza sul raccolto legata allo shutdown del Governo statunitense, ora concluso. Nelle ultime settimane si è aggiunto un ulteriore elemento rialzista: il possibile accordo commerciale tra USA e Cina, che potrebbe far riprendere le esportazioni statunitensi di soia verso Pechino, attualmente ferme. L’aspettativa di un ritorno della domanda cinese ha infatti spinto al rialzo i prezzi della soia (+7,7% in media tra ottobre e le prime settimane di novembre), contribuendo a fornire nuovo supporto anche alle quotazioni del mais. Questi aumenti si sono trasmessi anche al mercato finanziario europeo, con aumenti su Euronext nelle prime settimane di novembre (+3,2% rispetto ad ottobre) che hanno interrotto il trend di calo in atto dall’estate.

Su Bologna invece si sono registrati cali: -4,6% tra fine settembre e metà novembre. Questi ribassi hanno permesso un restringimento del premio record su Euronext, che rimane però superiore del 78% rispetto alla media delle ultime 5 campagne.

Gli sviluppi più rilevanti relativi ai principali player sono i seguenti:

  • Stati Uniti: la raccolta è vicina al completamento (92% al 10 novembre secondo gli operatori di mercato). Per la campagna 2025/26, USDA ha rivisto a rialzo l’offerta di 3,7 Mio t, a fronte di maggiori stock iniziali (in linea con l’ultimo Stock Report) che più che compensa la revisione a ribasso delle rese, e quindi della produzione. Il raccolto rimarrebbe comunque ai massimi storici, +12% rispetto alla scorsa campagna. A fronte dell’elevata domanda, sono state riviste a rialzo le esportazioni della campagna corrente a 78,1 Mio t, +2,5 Mio t rispetto alla stima precedente e +9% rispetto al 2024/25. Tuttavia, grazie alla maggiore offerta, gli stock finali si confermano in aumento, e lo stock-to-use è previsto arrivare ai massimi dal 2019/20.
  • Ucraina: nonostante la conferma di un aumento produttivo, sia da parte di USDA che del Ministero dell’Agricoltura ucraino, la raccolta continua ad essere in forte ritardo (62% al 13 novembre, -26 p.p. rispetto allo scorso anno) a causa delle piogge delle ultime settimane. I ritardi sono ancora più consistenti per le esportazioni cumulate, che ad ottobre erano in calo del 53% rispetto allo scorso anno nonostante la previsione di USDA di un aumento del 22%. Questo perché gli attacchi russi contro le infrastrutture energetiche ucraine causano difficoltà nell'essiccazione del mais e nelle operazioni di carico e trasporto.
  • Unione Europea: sia USDA che la Commissione Europea confermano un calo produttivo per la campagna corrente, con la seconda produzione più bassa in decenni. In Francia la raccolta è vicina al completamento, ma le condizioni colturalisi confermano le seconde peggiori degli ultimi 5 anni ed il Ministero dell’Agricoltura ha ulteriormente rivisto a ribasso la stima di produzione.
  • Brasile: le semine di mais di primo raccolto e di soia (dopo la cui raccolta verrà seminata la safrinha) procedono in anticipo rispetto alla media quinquennale. A novembre CONAB ha rivisto leggermente a rialzo la previsione di produzione 2025/26, mantenendosi quasi 8 Mio t al di sopra della stima di USDA.
  • Argentina: le semine procedono in leggero ritardo rispetto allo scorso anno. Sia la Bolsa de Cereales che la Bolsa de Rosario mantengono una previsione di produzione decisamente superiore a USDA, rispettivamente a 58, 61 e 53 Mio t. 

 

  • Prezzi

  • Supply/Demand & Trade


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