La mancata approvazione da parte del Congresso entro il 30 settembre del bilancio federale che regola il rifinanziamento della spesa pubblica ha attivato la procedura di Shutdown che - di fatto - comporta la sospensione delle attività amministrative. Nel caso specifico del Dipartimento di Agricoltura - USDA i primi effetti sono stati la mancata pubblicazione del report mensile WASDE del 10 ottobre e di altri report con cadenza settimanale e giornaliera di riferimento per il mercato già dal 1° ottobre. Lo Shutdown potrà concludersi con il raggiungimento di un accordo nel Congresso per l’approvazione del bilancio ed ha dunque ad oggi durata indefinita.
A settembre i prezzi del mais hanno seguito andamenti differenziati: da un lato, dopo i cali degli ultimi mesi, i prezzi statunitensi hanno registrato aumenti (+8,2% in media rispetto ad agosto la prima scadenza di CME) sostenuti dalla domanda elevata; dall’altro i prezzi europei ed italiani hanno invece visto leggeri ribassi (-2,6% in media tra settembre ed agosto la prima scadenza su Euronext, -0,2% su Bologna). Questi andamenti opposti hanno portato ad un restringimento del premio tra i prezzi finanziari europei e quelli statunitensi, riportandolo vicino alla media storica, mentre il premio di Bologna su Euronext rimane vicino ai massimi storici. I trend descritti sono proseguiti anche nelle prime settimane di ottobre, con cali più marcati sul mercato fisico italiano (-3,5% rispetto a settembre).
Gli sviluppi più rilevanti relativi ai principali player sono i seguenti:
- Stati Uniti: secondo i dati riportati da analisti locali, al 6 ottobre la raccolta sarebbe stata completata al 29%, in linea con lo scorso anno. Le condizioni colturali sono leggermente peggiorate rispetto ad inizio raccolta, ma rimangono buone. Questo confermerebbe la prospettiva di rese abbondanti che, unitamente alle aree record, porterebbe la produzione ai massimi storici. Inoltre, l’ultimo Stock Report riportava scorte al primo settembre a 38,9 Mio t, +5,2 Mio t rispetto ai 33,7 Mio t stimati nel report USDA di settembre, l’ultimo ad essere pubblicato prima dello shutdown, ad ulteriore conferma dell’elevata abbondanza di prodotto negli Stati Uniti. La domanda di prodotto si mantiene elevata: gli ultimi dati sulle esportazioni risalgono al 18 settembre, data in cui i commitments avevano già raggiunto i 25,8 Mio t, in anticipo di quasi due mesi rispetto alla media quinquennale e +75% rispetto all’anno scorso.
- Ucraina: secondo i dati del Ministero dell’Agricoltura, al 9 ottobre la raccolta era completa al 15%, in netto ritardo rispetto allo scorso anno (37%) ma con rese superiori. Il ritardo nella raccolta sta rallentando le esportazioni, che a settembre sono state in calo dell’88% rispetto all’anno scorso. Tuttavia, la prospettiva di un raccolto più abbondante dello scorso anno (+19% secondo gli ultimi dati pubblicati da USDA) sta portando ad un ritracciamento delle quotazioni (-9,1% il mais FOB Mar Nero tra agosto e settembre).
- Unione Europea: la Commissione Europea ha ulteriormente rivisto a ribasso la produzione in Francia, Romania ed Ungheria, portando il totale a 56,8 Mio t, -5% rispetto alla scorsa campagna. In Francia la raccolta prosegue in linea con la media quinquennale, e le condizioni colturali si confermano le seconde peggiori degli ultimi 5 anni.
- Brasile: è terminata la raccolta della Safrinha 2024/25, ed ora gli occhi restano puntati sulla semina del mais di primo raccolto 2025/26, che procede in leggero anticipo rispetto alla media quinquennale.
- Argentina: le semine per la campagna 2025/26 proseguono in anticipo rispetto alla media quinquennale, e sia la Bolsa De Cereales di Buenos Aires che la Bolsa de Rosario prevedono un aumento delle superfici seminate rispetto allo scorso anno.