A giugno i prezzi internazionali del mais hanno registrato ribassi: in media, rispetto a maggio, -4,5% sulla prima scadenza di CME e -3% su quella di Euronext. Sul mercato statunitense a pesare è soprattutto la prospettiva di un raccolto 2025/26 che si confermerebbe a livelli record, mentre su quello europeo il principale driver ribassista rimane l’apprezzamento dell’euro, il cui tasso di cambio rispetto al dollaro è aumentato ulteriormente del 2,2% a giugno, ai massimi da fine 2021. Tuttavia, nelle prime settimane di luglio il trend ribassista si è invertito sulle piazze europee, con aumenti del 6,5% su Euronext e del 4,4% sul c.tto 103 di Bologna rispetto alla media di giugno. A causare questa inversione sono soprattutto le preoccupazioni sulle condizioni di siccità presenti in Est Europa che, a fronte di superfici in calo, fanno temere per la futura produzione 2025/26.
Gli sviluppi più rilevanti relativi ai principali player sono i seguenti:
- Stati Uniti: le esportazioni 2024/25 sono state riviste ulteriormente a rialzo a 69,9 Mio t, +20% rispetto alla scorsa campagna e +2,5 Mio t rispetto alla stima precedente, a fronte di un ritmo di export particolarmente sostenuto (+29% al 3 luglio rispetto al 2023/24). Le maggiori esportazioni non sono compensate dalla revisione a ribasso dei consumi (-1,9 Mio t rispetto alla stima di giugno), di conseguenza le scorte finali sono previste a 34 Mio t, -24% rispetto alla scorsa campagna. Al 1° giugno le scorte riportate erano inferiori del 7% rispetto al 2024. Per quanto riguarda la campagna 2025/26, si conferma la prospettiva di un raccolto record, anche se leggermente inferiore rispetto alla previsione precedente (399 Mio t vs 402 Mio t) per via di minori superfici riportate nell’Acreage Report. Lo sviluppo colturale è in linea con la media quinquennale, e le condizioni riportate sono migliori rispetto alla scorsa campagna nonostante il 12% delle aree siano in condizioni di siccità (vs 7% lo scorso anno).
- Ucraina: le esportazioni continuano a mostrare rallentamenti rispetto alla scorsa campagna. A fine giugno erano state esportate 19,1 Mio t di mais, -28% rispetto all’anno scorso (-25% secondo USDA per tutta la campagna). Per il 2025/26 USDA conferma la prospettiva di una produzione a 30,5 Mio t, in aumento rispetto alla scorsa campagna (+14%) ma ancora al di sotto dei livelli pre-conflitto. Il Ministero dell’Agricoltura Ucraino prevede invece una produzione a 26 Mio t, mentre la Commissione Europea prevede 28,8 Mio t, +4% rispetto al 2024/25 ma -10% rispetto alla media quinquennale.
- Unione Europea: per il momento, USDA conferma una produzione 2025/26 a 60 Mio t, +1,2% rispetto al 2024/25. Tuttavia, destano preoccupazioni le temperature elevate e gli scarsi livelli di precipitazioni, che stanno causando una forte carenza di umidità del suolo e stanno portando l’indice di vegetazione vicino ai minimi storici. In Francia, le condizioni colturali riportate sono le peggiori degli ultimi 5 anni. In Italia, le piogge di inizio luglio hanno portato l’umidità del suolo vicino ai livelli eccessivi del 2024, ed anche qui l’indice di vegetazione NDVI risulta sotto la media storica.
- Brasile: sia USDA che Conab hanno rivisto a rialzo la produzione 2024/25 a 132 Mio t, la seconda più alta di sempre. È in corso la raccolta della safrinha, in ritardo rispetto allo scorso anno ed alla media quinquennale.