Le quotazioni del frumento tenero sul mercato europeo si mantengono piuttosto deboli. Tra il mese di ottobre e la prima metà di novembre, i prezzi sono andati incontro ad un recupero limitato al +1% su Euronext, a fronte di rialzi che sul mercato statunitense (SRW di CME) hanno sfiorato il +6%, sulla scia delle tensioni che dal mercato della soia si sono trasmesse alle quotazioni dei cereali. Permane un premio inusualmente elevato per il mercato fisico italiano rispetto ad Euronext: l'offerta è rallentata da problematiche logistiche ed una certa ritenzione del prodotto, soprattutto per il frumento di qualità panificabile, la cui offerta appare in proporzione meno elevata rispetto a quella di frumenti di forza.
Guardando ai dati più recenti, si è consolidato un quadro di abbondanza di offerta sul mercato globale del frumento tenero, grazie a raccolti in significativo rimbalzo nelle principali aree di produzione: +20% in UE secondo i dati della Commissione Europea (e addirittura +30% in Francia secondo Agreste), +6% in Russia secondo i dati di Sovecon ed una produzione stabile negli USA secondo i dati dello Small Grains Report poi recepito nel WASDE di novembre. Nel complesso, guardando ai cinque principali esportatori di frumento a livello globale, la produzione è stimata in aumento di quasi il +9% e gli stock di fine 2025/26 sono previsti aumentare di oltre il 12% rispetto alla campagna 2024/25, secondo le stime USDA.
Nei primi mesi di campagna, nonostante quotazioni che sono tornate ai livelli dell'estate 2020 sui mercati finanziari, la domanda internazionale è risultata piuttosto poco vivace, in particolare nei confronti dell'origine europea e russa. Complice anche la debolezza del dollaro verso un ampio paniere di valute, la domanda si è concentrata verso l'origine statunitense, con la conseguenza di esportazioni europee che restano di circa il 3% al di sotto del livello della scorsa campagna, nonostante la produzione più abbondante e la difficile logistica che sta limitando le esportazioni dalle regioni centrali e settentrionali della Russia verso i mercati globali.
Il premio del mercato nazionale rispetto alle quotazioni europee è da attribuire alla particolare posizione di importatore netto dell'Italia all'interno del blocco europeo. Da un lato, si prevede che la reintroduzione delle quote di importazione a dazio zero dall'Ucraina (1,3 Mio t per il frumento tenero) possa limitare le importazioni europee di frumento tenero nel corso della campagna corrente, dall'altro il mercato viene impattato dai rallentamenti nella logistica che stanno determinando una congiunturale scarsità di offerta.
Tra poche settimane cominceranno ad arrivare sul mercato i raccolti di frumento dell'emisfero sud, che sono attesi abbondanti in Argentina (+19% vs 2024/25 secondo USDA) ed Australia (+5%).
Guardando alle prospettive relative alla campagna 2026/27, si prevede un leggero calo delle aree seminate a frumento a livello globale, principalmente per effetto di un calo delle semine in Russia, dove la scarsa redditività del raccolto potrebbe spingere i produttori ad orientarsi in misura crescente verso le semine di semi oleosi. Le aree sono previste rimanere sostanzialmente stabili in UE, dove nonostante prezzi non particolarmente attrattivi non sembrano esserci alternative sufficientemente interessanti da causare forte variazioni nelle semine e crescere leggermente negli USA (per effetto di un aumento delle semine di frumenti primaverili e a fronte invece di un calo delle semine di frumento invernale). In Ucraina le semine procedono senza problemi, facendo ritenere traguardabile l'obiettivo di aumento delle semine comunicato dal Ministero dell'Agricoltura. Le condizioni colturali non destano preoccupazione in alcuna area.