I prezzi medi della fava di cacao, sul mercato finanziario di Londra, da inizio novembre, sono aumentati del 43%, tornando ai livelli di luglio, ad oltre 7.800 £/t.
Il deterioramento delle condizioni meteo in Africa occidentale, determinante per il raccolto 24/25, in uno scenario di stock ai minimi dalla campagna 2001/02, rappresenta il principale fattore di supporto.
In particolare, preoccupa l’impatto delle recenti forti precipitazioni in Costa d'Avorio, le quali avrebbero rallentato il main-crop in corso, aumentando anche il rischio della diffusione di malattie impattanti la qualità della fava. Inoltre, i produttori temono l’arrivo anticipato dei venti secchi dell’Harmattan – di solito tra dicembre e marzo – con possibili impatti anche sul futuro mid-crop (da aprile).
Tuttavia, le previsioni sulla produzione in Costa D’Avorio 24/25 si confermano di un recupero rispetto alla scorsa campagna. Gli arrivi ai porti e il ritmo delle esportazioni, ad oggi, confermano le aspettative.
Anche in Ghana, le aspettative sono di un recupero produttivo. Secondo il Ghana Cocoa Board la produzione 24/25 raggiungerebbe le 650.000 t (700.000 t le anticipazioni Areté), +53% rispetto alla campagna 23/24 (425.000 t). Aspettative che trovano riscontro nei dati sugli arrivi di cacao classificato e sigillato in Ghana: dall’11 settembre al 7 novembre, +49% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna.
Il governo, ha recentemente aumentato il prezzo agli agricoltori per il conferimento della fava di cacao a 49,6 GHS/kg (3,06 $/kg), +3% rispetto al prezzo precedente di 48 GHS/kg (3 $/kg) annunciato a settembre, +136% rispetto al primo prezzo 23/24 (20,98 GHS/kg) e +50% rispetto al prezzo 23/24 rivisto ad aprile 2024 (33,12 GHS/kg). Una revisione mirata a fornire ulteriore supporto ai coltivatori di cacao ghanesi e a limitare il fenomeno del contrabbando.
Oltre a fattori di incertezza lato offerta, il mercato riceve supporto anche da diversi fattori esogeni, come operazioni nette lunghe sui mercati finanziari degli operatori relativamente elevate, incertezza sull’entrata in vigore dell’EUDR e sui possibili impatti e costi dei container ancora sostenuti dalle tensioni geopolitiche in Medio Oriente.