Completo il quadro sui grinding nelle principali aree di consumo per il Q1 2023 (disponibili nella tab supply/demand & trade).
Totale: 707.069 t, +0,8% rispetto al Q1 2022 e +1,4% rispetto al Q4 2022 e record per il primo trimestre.
In Europa e in Asia il dato rappresenta un record per il trimestre. In Nord America il dato risulta invece uno dei più bassi mai registrati, ma a pesare è anche l’inferiore numero di impianti che partecipano alla survey della National Confectioners Association dal Q2 2022.
Nonostante inflazione e politiche monetarie restrittive i consumi mostrano quindi un buon livello di rigidità; a livello cumulato da inizio campagna (Q4 2022 + Q1 2023) solo -0,8% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna.
Lato offerta preoccupa soprattutto il mid-crop in Costa D’Avorio, previsto dal Ministero dell’agricoltura a 450.000 t; -25% rispetto alla scorsa campagna.
Le eccessive piogge stanno ritardando il raccolto e aumentano la probabilità che si diffonda il black-pod. La qualità risentirebbe invece dello scarso utilizzo di pesticidi e fertilizzanti, limitato dalle conseguenze qualitative e quantitative del conflitto in Ucraina.
Gli arrivi ai porti, a livello cumulato da ottobre a fine aprile, risultavano in calo del 7,4% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna.
I prezzi, come previsto, continuano così nella loro fase rialzista. Da inizio campagna le quotazioni The ICE della fava di cacao sono aumentate del 15% su Londra raggiungendo i massimi dal 2016; +33% New York. Nelle ultime settimane il potenziale rialzista su Londra è stato limitato dal rafforzamento della sterlina, ai massimi degli ultimi 11 mesi sul dollaro.
Le quotazioni Londra, da metà marzo, hanno registrato un aumento del 9% (+16% New York) consolidando il trend rialzista che caratterizza la campagna.
Gli aumenti sulla materia prima, assecondati anche dai movimenti degli operatori non commerciali, si sono trasmessi anche alle quotazioni di burro e massa di cacao: tra febbraio e marzo, rispettivamente +1,4% e +7%. Ancora stabile, su livelli record, la polvere.
Il principale driver si conferma l’incertezza sull’offerta africana.
In Costa d’Avorio, nonostante le previsioni siano di un aumento produttivo 22/23 (vedi precedente highlight), i più recenti dati sugli arrivi ai porti e sull’export mostrano un’offerta limitata.
Gli arrivi ai porti, a livello cumulato da ottobre a inizio aprile, risultavano in calo del 7% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna. Inoltre, l’export da ottobre a febbraio 2023 è stato inferiore del 2% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna.
Tale rallentamento, oltre a meteo sfavorevole e rincari degli input produttivi, è in parte riconducibile a:
Da segnalare inoltre, che, sebbene le recenti piogge abbiano creato condizioni favorevoli per il mid crop (da aprile a settembre), le aspettative del Ministero dell’Agricoltura sono di un raccolto intermedio a 450.000 t, -25% rispetto alla scorsa campagna.
Ulteriore supporto alle quotazioni è dato dall’ottimismo lato domanda.
In attesa dei dati sui grindings del Q1 2023 di Asia e Nord America (in uscita nella seconda metà di aprile), in Europa, i dati pubblicati dall’European Cocoa Association (ECA), mostrano una domanda solida nonostante inflazione e politiche monetarie restrittive..
Nel Q1 2023, infatti, sono state trasformate 375.375 t di fava di cacao, +0,5% rispetto al Q1 2022 e +4,4% rispetto al Q4 2022. Si tratta di un record storico per il Q1.
L’International Cocoa Organization (ICCO), nell’ultimo “Quarterly Bullettin”, ha pubblicato un aggiornamento dei fondamentali di mercato, con le prime previsioni di domanda e offerta per la campagna corrente (2022/23).
Le previsioni vanno nella direzione delle anticipazioni Areté e mostrano un mercato globale in deficit per la seconda campagna consecutiva con un rapporto stock/utilizzi al 32,9%, in calo rispetto al 33,9% della campagna 2021/22 ed al livello più basso dalla campagna 1984/85.
Il deficit globale di 60.000 t è riconducibile ad una produzione che, nonostante un aumento del 4,1% non risulta sufficiente per accumulare stock in quanto ancora inferiore ai consumi, previsti sostanzialmente in linea rispetto alla scorsa campagna (-0,6%).
In Costa D’Avorio la produzione è prevista aumentare del 5,16%, nonostante questo gli arrivi ai porti a fine febbraio risultavano del 3% inferiori rispetto alla scorsa campagna. Tuttavia il fenomeno sarebbe anche riconducibile all’aumento dei flussi tra i paesi africani (arbitraggio) con prezzi minimi garantiti agli agricoltori meno vantaggiosi in Costa D’Avorio. In Ghana dopo il tracollo produttivo della campagna 2021/22 si prevede un recupero del 9% a 750.000 t, ma ancora distante dalla produzione record 2020/21 di oltre 1 Mio t.
Sull’entità dell’aumento produttivo, permane tuttavia incertezza, soprattutto in vista dei prossimi mid-crop. Il meteo sfavorevole avrebbe infatti un impatto negativo importante in una campagna che risente della bassa fertilizzazione legata all’elevata inflazione e alla carenza di prodotto. Inoltre la qualità del main-crop in molti casi è risultata inferiore rispetto alla media.
I consumi, in un contesto di crescita economica limitata, sono previsti solo in leggero calo rispetto alla scorsa campagna. Il calo in Europa e in America (rispettivamente -2,4% e -1,2%) è infatti parzialmente compensato dall’aumento previsto in Africa, Asia e Oceania (+1%).
Come previsto, i prezzi della fava di cacao, da inizio campagna subiscono l’impatto rialzista dei fondamentali; +10% Londra e +18% New York. A pesare sono anche i movimenti degli operatori non commerciali, sbilanciati in iper-acquisto.
In aumento anche Burro e Massa di cacao, in Germania rispettivamente +10% e +1,3%; stabile la polvere, che si mantiene tuttavia su quotazioni record.
Le quotazioni Londra, da inizio gennaio, hanno registrato un calo del 3%, pur rimanendo a livelli ampiamente superiori rispetto a quelli della scorsa campagna – a livello medio, a gennaio 2023, +19% vs. gennaio 2022 -.
La congiuntura è in parte riconducibile al miglioramento dell’offerta in Costa D’Avorio e Ghana.
A trasmettere ribassi al mercato sono stati i dati degli arrivi e degli acquisti dai principali produttori, che mostrano un buon livello di offerta. Tuttavia, permangono preoccupazioni e incertezze sul prossimo mid-crop (da aprile a settembre) africano.
Tra i fattori ribassisti si segnalano anche il calo dei grindings nelle principali aree di consumo per il Q4 2022 (vedi precedente highlight) e una fase di rafforzamento della sterlina, i cui effetti sono stati in parte mitigato dal miglioramento delle prospettive di crescita economica globale (recentemente pubblicate dal Fondo Monetario Internazionale),e dal calo degli stock certificati di borsa.
In particolare, gli stock di fava ai porti americani monitorati da The ICE, a gennaio, hanno registrato il quinto mese consecutivo di cali, -4% rispetto a dicembre.
Segue il trend della fava di cacao anche la quotazione della massa in Germania: -4% da inizio gennaio. Nello stesso periodo, invece, complice la stagionalità, +3% il burro e stabile la polvere.
Completo il quadro sui grinding nelle principali aree di consumo per il Q4 2022 (disponibili nella tab supply/demand & trade).
In Europa e in Asia (e a livello totale) il dato rimane comunque il secondo più alto a livello storico per il Q4 dopo il record del 2021. In Nord America il dato risulta invece uno dei più bassi mai registrati, ma a pesare è anche l’inferiore numero di impianti che hanno partecipato alla survey della National Confectioners Association.
Da segnalare è anche il miglioramento dell’offerta:
Se il trend dovesse proseguire, la produzione globale nel 2023/24 crescerebbe ad un tasso più rapido rispetto all’anticipazione Areté (+1,5%), tuttavia a preoccupare è la qualità e gli impatti sui prossimi mid-crop africani (da aprile) di siccità e vento caldo di Harmattan.
I prezzi della fava di cacao, sulla scia del miglioramento dell’offerta e del rallentamento della domanda, da inizio anno sono così calati del 4%, mantenendosi comunque a livelli ben superiori rispetto a quelli della scorsa campagna.
Il rallentamento dei prezzi della materia prima ha interrotto gli aumenti in corso su burro e massa di cacao, che si mantengono tuttavia a livelli elevati, rispettivamente +20% e +16% rispetto alla media della scorsa campagna.
La congiuntura ribassista di breve periodo è alimentata anche dai movimenti degli operatori non commerciali, con un’attesa inversione del trend di aumento delle posizioni nette lunghe.
Nei primi tre mesi di campagna (ottobre-dicembre) i prezzi della fava di cacao quotata a Londra sono aumentati, a livello medio mensile, del 6%.
Gli aumenti della materia prima (favoriti anche dalla debolezza della sterlina e dai movimenti degli operatori non commerciali), si sono trasferiti anche a burro e massa di cacao; sul mercato tedesco +6%, nonostante ratio, a dicembre, sostanzialmente in linea con i valori di ottobre. Stabile la polvere.
A questo si aggiunge anche il trend di aumento che sta caratterizzando i differenziali all’origine, soprattutto nei paesi africani.
A guidare i rialzi è il basso livello di approvvigionamento del mercato con un deficit 2021/22 stimato da ICCO a 306.000 t
Pesa anche l’incertezza sull’offerta della campagna in corso 2022/23 (vedi precedente highlight), a fronte di consumi che, almeno fino al Q3 2022, hanno retto all’impatto di inflazione e ridotte prospettive di crescita economica nei principali paesi importatori.
Da monitorare i prossimi dati sui grinding del Q4 2022 in uscita da metà gennaio per Asia, Europa e Nord America.
Intanto gli stock di borsa sono in una fase di calo; su Londra e New York ai minimi rispettivamente da 8 e 7 mesi.
Da segnalare come l’offerta dalla Costa D’avorio sia recentemente migliorata, con un aumento degli arrivi ai porti dell’11% rispetto alla scorsa campagna ed un aumento della portata container nel porto di Abidjan.
Tuttavia è presto per valutare l’entità del main-crop; inoltre, carenza di fertilizzanti ed inflazione potrebbero portare ad ingenti perdite nel futuro mid-crop.
Le quotazioni finanziare di Londra (prima scadenza), tra ottobre e novembre, hanno registrato un aumento del 4%, arrivando a toccare livelli massimi da novembre 2016. Aumenti anche per le quotazioni New York, +5%, che tuttavia, con un dollaro ancora forte, si mantengono vicine ai livelli di inizio anno.
Le posizioni nette lunghe degli operatori non commerciali, tra il 15 e il 22 novembre, sono aumentate di +2.313 contratti.
Il rallentamento dell’offerta è il principale driver rialzista. Da segnalare:
Il tutto in un contesto dove, nonostante le prospettive di un rallentamento dell’economica globale, i dati sui grindings e i dati Gepex sul Q3 2022 mostrano un certo livello di rigidità nella domanda.
Seguono il trend della materia prima anche le quotazioni di burro e massa: tra ottobre e novembre, rispettivamente, +9% (ai massimi da maggio 2020) e +6% (ai massimi almeno dal 2011). Ancora stabile a dei massimi il prezzo della polvere di cacao.
Rimangono invariati, per il terzo consecutivo, i differenziali di novembre resi pubblici grazie all’iniziativa CIGI: Costa D’Avorio 0 £/t, Ghana 20 £/t.
Le quotazioni finanziare della fava di cacao Londra sul mercato The ICE, da metà luglio sono aumentate di circa il 20%, toccando, a inizio ottobre, i massimi da maggio 2020.
Tra il 27 settembre e l’11 ottobre le posizioni nette degli operatori non commerciali sono aumentate di oltre 13.000 contratti.
Tra i fattori rialzisti, oltre all’indebolimento della sterlina (vedi precedente highlight), spicca anche il rallentamento dell’offerta.
L’International Cocoa Organization stima infatti un deficit globale 21/22 di 230.000 t. Inoltre si segnalano anche preoccupazioni per il main crop 22/23 in Costa D’avorio dove, il CCC (Coffee and Cocoa Council), prevede un main crop di circa 1,5 Mio t (-100.000 t vs. 21/22) a causa delle scarse piogge negli ultimi mesi e della carenza di fertilizzanti. Gli arrivi ai porti intanto risultano di oltre il 40% inferiori rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna.
Dopo un calo produttivo 21/22 del 14% in Ghana le prime aspettative del Ghana Cocoa Board sono invece di un aumento produttivo del 31% a 850.000 t, comunque inferiore al record 20/21 e con ancora molta incertezza sulle prossime fasi del raccolto.
Come previsto i rialzi della materia prima hanno trasmesso tensioni anche ai mercati di burro e massa, rispettivamente +20% e +15% da giugno ad ottobre. Più stabile la polvere, che risente positivamente del buon livello di grinding nel Q2.
Da segnalare come i consumi, si stiano dimostrando piuttosto rigidi nonostante le prospettive di rallentamento dell’economia globale e soprattutto europea:
I mercati valutari trasferiscono volatilità ai prezzi finanziari del cacao:
Intanto il mercato globale è sempre più proiettato verso un sostanzioso deficit. L’International Cocoa Organization (ICCO), nel “quarterly bulletin of cocoa statistics” di settembre, ha infatti previsto un deficit 2021/22 di 230.000 t, rispetto alle 174.000 t previste nel report di giugno.
Rispetto ai dati di giugno, la produzione globale è stata rivista a ribasso di 33.000 t a 4.89 Mio t, -6,8% rispetto alla scorsa campagna. Il calo è riconducibile principalmente ai deludenti raccolti in Africa Occidentale, compromessi da meteo sfavorevole e carenza di fertilizzanti.
In particolare, ICCO, ha confermato un calo produttivo del 2% in Costa d’Avorio a 2.2 Mio t (in linea con gli ultimi dati sugli arrivi ai porti), mentre ha rivisto significativamente a ribasso la produzione in Ghana (-111.000 t rispetto la precedente previsione) a 689.000 t, in calo del 14% rispetto al record del 2020/21 e piuttosto in linea con le precedenti stime fornite dal Ghana Cocoa Board di 650.000 t.
La minor offerta si scontra con una domanda che regge l’urto dell’inflazione e dello spettro recessione (come testimoniato anche dai dati sui grindings del Q2 2022) con una crescita prevista da ICCO, a livello globale, dell’1,5% rispetto alla scorsa campagna.
Il rapporto stock/utilizzi risulta così in forte calo rispetto alla scorsa campagna, dal 38,28% al 33,19%, e al livello più basso almeno degli ultimi 20 anni.
Ancora nessun dato ufficiale sulla campagna 2022/23, tuttavia il meteo (con l’arrivo dell’Harmattan da novembre) e la carenza di fertilizzanti potrebbero impattare negativamente sia la quantità che la qualità dei main crop africani (vedi precedente highlight).
Rimangono invariati i differenziali di settembre, resi pubblici grazie all’iniziativa CIGI (Côte d’Ivoire-Ghana Cocoa Initiative), dopo gli aumenti di agosto (vedi precedente highlight): Costa D’Avorio 0 £/t, Ghana 20 £/t.
Seguono il trend della fava di cacao Londra le quotazioni di burro e massa di cacao in Germania: da inizio agosto rispettivamente +8% e +10%.
Le quotazioni della fava di cacao di Londra e New York, tra luglio e agosto, hanno registrato aumenti rispettivamente dell’1,6% e del 2%.
La minor offerta globale e i consumi sostenuti, rappresentano i principali fattori di supporto.
A contribuire ai rialzi di prezzo anche l’aumento delle posizioni nette lunghe degli operatori non commerciali: dal 16 al 23 agosto su Londra e New York rispettivamente +4.540 e +1.620 contratti.
Seguono il trend della fava le quotazioni di burro e massa di cacao: tra luglio e agosto rispettivamente +5,9% e +2,9%.
Da segnalare anche l’aumento dei differenziali di agosto, resi pubblici grazie all’iniziativa CIGI (Côte d’Ivoire-Ghana Cocoa Initiative): Costa D’Avorio 0 £/t (-125 £/t a luglio), Ghana 20 £/t (-50 £/t a luglio).
Pubblicati i dati sui grinding nelle principali aree di consumo per il Q2 2022:
Complessivamente i consumi si mantengono quindi sostenuti: 708.875 t, +1,1% rispetto al Q2 2021 e record storico a livello trimestrale. Questo a conferma delle aspettative ICCO di una campagna 21/22 con un potenziale deficit globale di oltre 170.000 t (vedi precedente highlight).
I prezzi della materia prima, caratterizzati da grande volatilità, faticano tuttavia ad aumentare.
A livello medio, tra giungo e luglio, Londra -0,7%, New York -3% (complice anche l’apprezzamento del dollaro USA).
Burro e massa di cacao, come previsto, hanno invece registrato i primi rimbalzi: tra giugno e luglio rispettivamente +3% e +0,3%.
La crescente inflazione nelle principali aree di consumo, riconducibile soprattutto alla crisi energetica, ha infatti alimentato i timori di un razionamento della domanda nei prossimi mesi. Su New York le posizioni nette lunghe degli operatori non commerciali sono negative.
Il Fondo Monetario Internazionale ha ridotto le proiezioni di crescita globale per il 2023 dal 3,5% al 2,9%, con una revisione a ribasso per la maggior parte dei paesi importatori e consumatori di cacao. Da segnalare anche la recessione tecnica in corso negli USA, dove procede la politica monetaria restrittiva da parte della FED (ben più aggressiva rispetto alla BCE).
Lato offerta il Ghana Cocoa Board ha confermato una produzione 21/22 a 650.000 t, ben inferiore rispetto al dato ICCO di 850.000 t e -35% rispetto alla scorsa campagna (minimo degli ultimi 12 anni); tuttavia per il 22/23 le aspettative son di un rimbalzo produttivo a 850.000 t, dato comunque inferiore rispetto alla media delle ultime cinque campagne.
Intanto, grazie all’iniziativa CIGI (Côte d’Ivoire-Ghana Cocoa Initiative) sono stati resi pubblici i differenziali di luglio: Costa D’Avorio -125 £/t (invariato rispetto a giugno), Ghana -50 £/t (-60 £/t a giugno).
ICCO nel “Bullettin of Cocoa Statistics” conferma la previsione di una campagna 21/22 con un deficit globale di oltre 170.000 t. La ripresa dei consumi (+1,5%), testimoniata anche dai dati sui grinding del Q1 2022 si scontra infatti con una produzione prevista in calo di oltre il 6%, con un rapporto stock/utilizzi ai minimi dal 15/16.
Il calo dell’offerta è soprattutto riconducibile al meteo sfavorevole e agli ingenti costi produttivi in Africa Occidentale. In particolare in Costa D’Avorio e Ghana (60% della produzione mondo), dove i mid-crop sono particolarmente deludenti, la produzione è prevista calare rispettivamente del 2% e del 24%. Gli arrivi cumulati ai porti in Costa D’avorio sono del 5% inferiori rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna.
I prezzi della materia prima, caratterizzati da grande volatilità, faticano tuttavia ad aumentare. La crescente inflazione nelle principali aree di consumo, riconducibile soprattutto alla crisi energetica, ha infatti alimentato i timori di un razionamento della domanda nei prossimi mesi. Inoltre il livello di stock (dopo i record della campagna 20/21), risultano ancora elevati, compresi quelli di borsa.
Intanto, grazie all’iniziativa CIGI (Côte d’Ivoire-Ghana Cocoa Initiative) sono stati resi pubblici i differenziali di giugno (vedi precedente highlight): Costa D’Avorio -125 £/t, Ghana -60 £/t.
I dati sui grinding del Q1 2022 (vedi precedente highlight) hanno mostrato una domanda solida, confermata anche dai dati GEPEX di aprile (+16% in Costa D’avorio ad Aprile 22 rispetto ad Aprile 21). I prezzi, caratterizzati da grande volatilità, faticano tuttavia ad aumentare.
La crescente inflazione nelle principali aree di consumo, riconducibile soprattutto alla crisi energetica, e i nuovi lockdown in Cina, hanno infatti alimentato i timori di un razionamento della domanda nei prossimi mesi. Le posizioni nette lunghe degli operatori non commerciali sono calate dal 3 al 10 maggio su Londra e New York rispettivamente di 5.711 e 15.513 contratti.
Lato offerta il mercato è previsto andare incontro a un minor livello di approvvigionamento come anticipato dai dati ICCO pubblicati a inizio marzo che prevedono una campagna con un deficit mondiale di 181.000 t. I mid-crop in corso in Africa risultano deludenti sia in Ghana che Costa D’avorio, a causa di un meteo non ottimale e degli ingenti costi produttivi. Gli arrivi cumulati ai porti in Costa D’avorio sono del 4% inferiori rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna.
Da segnalare anche che, da fine maggio, l’Ivory Coast’s Coffee and Cocoa Council (CCC) e il Ghana COCOBOD pubblicheranno i differenziali all’origine, con l’obbiettivo di rendere il mercato più trasparente e favorire la remunerazione dei farmer. Il LID (living income differential), premio di 400 $/t introdotto la campagna 19/20, è stato infatti in buona parte compensato da minori differenziali all’origine (secondo alcune fonti i differenziali sarebbero ora negativi).
I dati sui grinding europei, pubblicati dall’ European Cocoa Association (ECA), mostrano una domanda di cacao che, nonostante inflazione e crescita rallentata, si mostra in salute.
Nel Q1 2022 sono state trasformate 373.498 t di fava di cacao, +4,4% rispetto al Q1 2021 e +2,1% rispetto al Q4 2021. Il dato risulta straordinario; un record storico per il Q1.
Anche in Costa D’avorio i grinding aumentano, GEPEX segnala +6,1% a marzo rispetto a marzo 2021.
Lato offerta invece si continuano ad evidenziare rallentamenti, come anticipato dai dati ICCO pubblicati a inizio marzo che prevedono una campagna con un deficit mondiale di 181.000 t (vedi precedente highlight).
Fonti interne al Cocobod riferiscono di un possibile calo produttivo in Ghana di oltre il 30% a circa 725.000 t, un peggioramento rispetto alle 820.000 t previste da ICCO. Dopo un main crop deludente, il prossimo mid-crop potrebbe infatti risentire negativamente del forte vento caldo di Harmattan.
Intanto rallentano anche gli arrivi ai porti in Costa D’Avorio, che, seppure elevati rispetto alla media, sono tornati ad essere inferiori rispetto a quelli della scorsa campagna. Dopo il buon main-crop per il mid-crop si temono gli effetti della siccità, oltre che degli elevati prezzi degli input produttivi (a partire dai fertilizzanti); il governo ha annunciato un prezzo minimo garantito all’agricoltore di circa il 10% in più rispetto al mid crop dello scorso anno.
I prezzi della fava di Londra, da inizio marzo, hanno registrato un aumento del 5%, tuttavia i timori che gli effetti sulle economie del conflitto e i nuovi lockdown in Cina possano rallentare la domanda nei prossimi mesi, fanno da freno al trend rialzista. Trend rialzista meno marcato su New York che risente del rafforzamento del dollaro.
Breaking News 22 Aprile:
Con la pubblicazione dei dati per il Nord America e per l’Asia il quadro sui grinding del Q1 2022 è completo:
I dati risultano dunque meno rialzisti rispetto a quelli europei, e stanno trasmettendo qualche ribasso alle quotazioni. Tuttavia, sommando le tre aree, i grinding del Q1 sono a 701.505 t; +1,7% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno.
L’International Cocoa Organization (ICCO) ha pubblicato le prime previsioni ufficiali sui fondamentali del cacao per la campagna 21/22.
A livello mondo, rispetto alla campagna 20/21 è previsto un calo produttivo del 5%. L’aumento del 3% previsto per la domanda porterà a un deficit di mercato di circa 180.000 t, il peggiore dalla campagna 12/13 e ad un calo del rapporto stock/utilizzi dal 38,88% al 34,35%.
In Costa D’Avorio la produzione, pur mantenendosi a livelli storicamente elevati, è prevista calare del 2%. Il main-crop è risultato sopra le aspettative, come testimoniato dagli arrivi ai porti e dalla produzione cumulata, ad oggi +4,5% e +1,5% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna. Tuttavia la siccità e la carenza di fertilizzanti potrebbero impattare sullo sviluppo del mid-crop portando a un rallentamento dell’offerta dalla fine del Q2.
Male in Ghana, dove il main-crop ha risentito di un meteo sfavorevole in fase di sviluppo tra giugno e settembre 2021 che ha portato anche alla diffusione della black pod. Calo produttivo previsto da ICCO del 22%, -24% secondo il Ghana Cocoa Board. A risentirne sono anche le vendite, che, da inizio campagna, risultano del 42% inferiori rispetto allo stesso periodo della 20/21.
In Africa, dove è prodotto circa il 75% del totale globale, con un calo previsto anche per la Nigeria e il Cameroon (-3%), la produzione è prevista calare di oltre il 7% da 4 Mio t a 3,75 Mio t. Calo solo in minima parte compensato dagli aumenti produttivi in America (+1%) e Asia (+4%).
La domanda, con il rallentamento della pandemia e i prezzi relativamente bassi, è prevista raggiungere un nuovo record, come già testimoniato dagli ultimi dati sui grinding in Europa, Nord America e Asia.
I prezzi della fava, nonostante il previsto deficit, si mantengono ancora bassi per le ampie rimanenze della campagna record 20/21 e per il timore dei mercati finanziari legati alla congiuntura inflattiva che potrebbe portare a un razionamento temporaneo della domanda, rallentata anche dal conflitto Russia Ucraina che sta portando a restrizioni dei movimenti in Europa.
Da segnalare come quotazioni di burro e massa di cacao ancora deboli e bassa disponibilità fanno da supporto alle quotazioni della polvere di cacao, ancora in forte tensione.
L’offerta sopra le aspettative dalla Costa D’Avorio fa da cuscinetto alla domanda sostenuta (vedi precedente highlight) e ha trasmesso ribassi ai prezzi della fava di cacao.
In Costa D’avorio il main crop è risultato buono; come testimoniato dagli arrivi ai porti, ad oggi +3,7% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna, e dalla produzione cumulata, che, secondo l’ultimo bollettino ICCO, risulterebbe superiore dell’1,5% rispetto allo stesso periodo della campagna record 20/21. Tuttavia la siccità e la carenza di fertilizzanti potrebbero impattare sullo sviluppo del mid crop portando a un rallentamento dell’offerta dalla fine del Q2.
Offerta che è invece stata ridimensionata in Ghana, dove il meteo avverso ha impattato il main crop. Il Ghana Cocoa Board ha rivisto a ribasso di 150.000 t la produzione prevista per la campagna 21/22. Si tratterebbe di una produzione a 800.00 t, -24% rispetto al record produttivo 20/21 di circa 1 Mio t. A risentirne sono anche le vendite, che, da inizio campagna, risultano del 42% inferiori rispetto allo stesso periodo della 20/21.
Da segnalare come quotazioni di burro e massa di cacao ancora deboli e bassa disponibilità fanno da supporto alle quotazioni della polvere di cacao, ancora in forte tensione.
Completo il quadro sui grinding nelle principali aree di consumo per il Q4 2021 (disponibili nella tab supply/demand & trade).
Totale di 713,749 t, livello record e +5% rispetto al Q4 2020. Complessivamente i dati confermano lo stato di salute della domanda che ha già abbondantemente recuperato dopo i cali riconducibili alle prime fasi della pandemia.
Tra gli altri indicatori di salute della domanda:
Lato offerta invece permane incertezza sui main crop africani con cali previsti in Costa d’Avorio e Ghana. Gli arrivi ai porti in Costa d’Avorio, da inizio campagna a metà gennaio, risultano inferiori del 4% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna.
Il previsto deterioramento dell’offerta e i dati complessivamente positivi dei grinding hanno trasmesso rialzi ai prezzi della fava che, dopo aver raggiunto, a dicembre, il minimo da inizio campagna (1.511 £/t), hanno registrato un aumento del 12%. Rialzi stimolati anche dalla speculazione, con un aumento delle posizioni nette lunghe degli operatori non commerciali.
Aumenti anche su burro e massa: tra dicembre e gennaio rispettivamente +5% e +4%.
Nell’ultima settimana qualche ribasso congiunturale ha seguito la pubblicazione dei grindings nord americani e di un export record previsto dalla Nigeria.
I prezzi della fava di cacao, da inizio ottobre, hanno registrato una nuova e marcata fase di calo.
In particolare, le quotazioni finanziarie di Londra, rispetto a ottobre, sono calate di oltre il 20% raggiungendo i minimi da luglio 2020.
A guidare i cali sono l’offerta abbondante dopo le produzioni record della scorsa campagna, ma anche le preoccupazioni sulla diffusione della variante Omicron che ha portato gli operatori non commerciali a chiudere molte posizioni di acquisto.
Tuttavia, nel medio-lungo periodo il deterioramento dell’offerta e la ripartenza della domanda potrebbero portare a un’inversione di tendenza e a un deficit.
Offerta:
Domanda:
L’evoluzione della pandemia, con la diffusione della variante sudafricana, mantiene elevato il livello di incertezza sulla futura evoluzione della domanda e ha trasmesso ribassi di prezzo alle quotazioni finanziare della fava di cacao. Londra ha raggiunto i minimi da luglio con un -7% tra ottobre e novembre. Cali anche su burro e massa, ancora in tensione la polvere.
Domanda che tuttavia risulta ancora in una fase di recupero, come testimoniato dai dati sui grinding del Q3 2021 e, più recentemente:
Lato offerta permane invece una grande incertezza sui main crop Africani con cali previsti in Costa D’Avorio e Ghana (vedi precedente highlighlt). Gli arrivi ai porti in Costa D’Avorio, a fine novembre, risultano dell’11% inferiori rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna.
Gli occhi sono puntati tutti sugli imminenti main-crop 21/22 in Africa Occidentale.
Come anticipato nello scenario Aretè, le prime aspettative ufficiali (in attesa dei dati ICCO) sono di un calo produttivo in Costa D’avorio e in Ghana rispetto ai record della campagna 20/21.
I cali sono riconducibili a un meteo troppo umido e non ottimale che sta caratterizzando le aree produttive da agosto e che, nei prossimi mesi, potrebbe favorire l’insorgenza di funghi responsabili della Black Pod Disease. Da segnalare anche la difficoltà nel reperire i fertilizzanti con logistica e trasporti rallentati dalla pandemia.
I timori di un ammanco di offerta si scontrano con una domanda sostenuta.
Nelle principali aree di consumo i grinding 20/21 sono tornati a livello record, secondi solo alla campagna 18/19.
I dati sul Q3 2021 si confermano in aumento rispetto al Q3 2020 anche se leggermente sotto le aspettative in Asia e Nord America:
Inoltre:
Il ritmo di vendite sul forward è buono, secondo il CCC la Costa D’Avorio avrebbe già contrattualizzato 1,46 Mio t del prossimo raccolto.
Il LID (living income differential), premio di 400 $/t introdotto la scorsa campagna caratterizzerà anche la campagna 21/22, anche se in buona parte è stato compensato da minori differenziali all’origine.
Le quotazioni THE ICE Londra, dopo aver registrato un aumento di oltre il 20% da luglio, nell’ultimo mese hanno perso circa il 9%. Leggeri cali anche su burro e massa, ancora in tensione la polvere.
Gli occhi sono puntati tutti sugli imminenti main-crop 21/22 in Africa Occidentale.
Le prime aspettative ufficiali (in attesa dei dati ICCO) sono di un calo produttivo in Costa D’avorio e in Ghana rispetto ai record della campagna 20/21.
I cali sono riconducibili a un meteo troppo umido e non ottimale che sta caratterizzando le aree produttive da agosto e che, nei prossimi mesi, potrebbe favorire l’insorgenza di funghi responsabili della Black Pod Disease. Da segnalare anche la difficoltà nel reperire fertilizzanti con logistica e trasporti rallentati dalla pandemia.
I timori di un ammanco di offerta si scontrano con una domanda sostenuta, come già mostrato dagli ultimi dati sui grindings. Più recentemente:
Il ritmo di vendite sul forward è buono, secondo il CCC la Costa D’Avorio avrebbe già contrattualizzato 1,46 Mio t del prossimo raccolto.
Il LID (living income differential), premio di 400 $/t introdotto la scorsa campagna caratterizzerà anche la campagna 21/22, anche se in buona parte è stato compensato da minori differenziali all’origine.
I prezzi hanno reagito a rialzo agli squilibri di domanda e offerta.
Le quotazioni THE ICE Londra, dopo aver toccato il minimo della campagna a luglio (1.542 £/t), hanno registrato un aumento di oltre il 20%. A pesare è anche il recente rafforzamento del dollaro rispetto alla sterlina e l’aumento delle posizioni lunghe nette degli operatori non commerciali. In aumento anche burro, massa e polvere di cacao.
L’International Cocoa Organization (ICCO) ha pubblicato un aggiornamento dei fondamentali di mercato disponibili fino alla campagna 20/21 (in chiusura a fine settembre).
Lato offerta si conferma una campagna di produzione record; a livello globale, rispetto ai dati di giugno, la produzione è stata rivista in aumento da 5,02 a 5,14 Mio t (+8% rispetto alla campagna 19/20), con un surplus di circa 230.000 t.
L’aumento produttivo è principalmente riconducibile all’abbondante offerta dall’Africa Occidentale che ha beneficiato di un meteo particolarmente favorevole e degli investimenti per migliorare le tecniche produttive.
In particolare, ICCO ha confermato una produzione record in Costa d’Avorio di oltre 2 Mio t (in linea con dati record sugli arrivi ai porti) e ha rivisto a rialzo la produzione in Ghana con un record storico di 1,04 Mio t (come mostrato anche dal Ghana Cocoa Board), +30% rispetto alla campagna 19/20.
Tuttavia, da segnalare è soprattutto la revisione a rialzo (+51.000 t) dei consumi che sono previsti raggiungere un livello record di 4,86 Mio t (+3,3% rispetto alla scorsa campagna).
L’aumento della domanda è stimolato da prezzi storicamente bassi oltre che dalle minori restrizioni che hanno fatto seguito alle campagne vaccinali (vedi precedente highlight). L’aumento risulta in linea con il trend delineato dall’uscita a luglio dei dati sui grindings nel Q2 2021 ed è confermato dal calo degli stock THE ICE.
La ripartenza della domanda è il principale driver dei prezzi che da metà luglio sono aumentati di oltre il 12%; aumento stimolato anche dalla speculazione. A risentirne sono anche le quotazioni di burro e massa di cacao.
La domanda continua a mostrare segnali di recupero. Dopo i dati sui grinding del Q2 nelle principali aree di consumo, risultati sopra le aspettative, GEPEX ha mostrato un aumento dei grinding a luglio di oltre il 7% rispetto allo stesso mese del 2020.
L’aumento della domanda è stimolato da prezzi storicamente bassi oltre che dalle minori restrizioni che hanno fatto seguito alle campagne vaccinali.
I prezzi hanno reagito con rialzi. La fava di cacao quotata a Londra in circa un mese ha registrato un aumento di prezzo di circa il 10% raggiungendo i valori massimi da maggio, trend stimolato anche dalla speculazione. Aumenti di circa il 10% anche per burro e massa di cacao; i maggiori grinding hanno invece trasmesso qualche timido ribasso ai prezzi della polvere di cacao (-2%).
I trend rialzisti sono rallentati da un’offerta che si mantiene elevata e in linea con la previsione di una produzione 20/21 record. Gli arrivi ai porti cumulati in Costa D’Avorio sono del 5% superiori rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna, e anche gli stock THE ICE sono a livelli storicamente alti. Nuove restrizioni per la diffusione della variante Delta potrebbero inoltre rallentare i citati aumenti della domanda.
Da monitorare il meteo in Africa Occidentale nelle prossime settimane, la siccità potrebbe avere ripercussioni sul main crop della prossima campagna rappresentando un importante fattore di rischio rialzista.
Dati sopra le aspettative alimentati dai prezzi bassi, ma che testimoniano la ripartenza della domanda:
Da inizio campagna, a livello cumulato, il totale per le tre aree risulta in aumento di circa il 3% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna.
I prezzi finanziari della fava trovano tuttavia un freno nell’ abbondante offerta dall’ Africa occidentale (vedi precedente highlight), come testimoniato dagli arrivi ai porti in Costa D’Avorio, ma le curve future sono in contango e la volatilità è in aumento.
I prezzi della fava di cacao di Londra e New York, tra maggio e giugno, hanno registrato un ulteriore calo, rispettivamente del 1,8% e del 2,8%, mantenendosi a livelli inferiori rispetto alla media di campagna.
L’abbondante offerta e i consumi ancora poco sostenuti, si confermano i main drivers di questi ribassi.
Da seguire la pubblicazione, nelle prossime settimane, dei dati sui grindings del Q2 2021 nelle principali aree di consumo. I dati saranno determinanti per comprendere lo sviluppo della domanda dopo il Q1 2021 positivo per Asia e Nord America, deludente per l’UE.
Con l’uscita del report di maggio, l’International Cocoa Organization (ICCO) ha aggiornato i fondamentali di mercato.
Il surplus globale 2020/21 è stato rivisto in aumento da 102.000 t a 165.000 t.
La revisione è principalmente riconducibile alla conferma di produzioni record in Costa D’Avorio (in linea con le recenti previsioni del CCC e con i dati sugli arrivi ai porti) e all’aumento produttivo del 19% in Ghana dopo tre campagne di cali. L’andamento del mid-crop nei due paesi risulta infatti promettente.
A livello globale, rispetto ai dati di marzo, la produzione record è stata rivista in aumento da 4,84 a 5,02 Mio t.
Da segnalare, anche la revisione a rialzo di circa 100.000 t dei consumi per le aspettative sulla ripartenza della domanda legata al buon andamento delle campagne vaccinali nei principali paesi trasformatori.
I prezzi risentono ancora della abbondante offerta e dei bassi consumi degli ultimi mesi. Il prezzo finanziario di Londra, da metà maggio, ha registrato un calo del 6%. In flessione i differenziali all’origine.
Ancora bassi anche i prezzi di burro e massa di cacao, le differenti caratteristiche della domanda mantengono invece in tensione i prezzi della polvere.
Il mercato si conferma particolarmente volatile. I prezzi Londra, dopo aver toccato, a inizio maggio, i minimi della campagna (1.544 £/t), sono tornati a toccare le 1.700 £/t con un aumento di oltre il 10%.
Tra i fattori che contribuiscono al trend di rialzo segnaliamo:
Si segnala anche come, a inizio maggio, le posizioni nette degli operatori non commerciali su Londra fossero in “iper-venduto”, è il “net-short” più elevato da 9 mesi.
Durante il mid-crop africano le prospettive lato offerta rimangono buone:
Pubblicati i dati sui grinding delle principali aree di consumo per il Q1 2021. Deludono i dati europei, in linea con le aspettative la ripresa dei consumi in Nord America e in Asia.
I prezzi della fava a Londra si mantengono a livelli inferiori rispetto alla media di campagna, complici anche i dati ribassisti pubblicati da ICCO a marzo con un surplus globale previsto oltre le 100.000 t (vedi highlight precedente). Prezzi del burro ai minimi dal 2013, in tensione la polvere.
Le quotazioni Londra, dopo il picco di oltre 1.900 £/t raggiunto a marzo, hanno registrato un calo di oltre il 12%.
ICCO (International Cocoa Organization), a inizio marzo, ha pubblicato le prime previsioni sui fondamentali 20/21.
A livello globale ICCO prevede un surplus di 102.000 t (10.000 t la campagna 19/20) con una produzione record di 4,84 Mio t (+2,5% rispetto al 19/20) e consumi a 4,69 Mio t che faticano a crescere per gli effetti della pandemia (+0,5% rispetto al 19/20).
Il mercato andrebbe quindi incontro a un livello di abbondanza maggiore rispetto alla campagna 19/20 con il rapporto stock finali / consumi in aumento dal 37% al 39%.
L’aumento produttivo caratterizza soprattutto l’Africa con meteo favorevole durante il main crop e aspettative buone sul mid crop.
ICCO (International Cocoa Organization) ha pubblicato le prime previsioni sui fondamentali 20/21.
A livello globale ICCO prevede un surplus di 102.000 t (10.000 t la campagna 19/20) con una produzione record di 4,84 Mio t (+2,5% rispetto al 19/20) e consumi a 4,69 Mio t che faticano a crescere per gli effetti della pandemia (+0,5% rispetto al 19/20).
Il mercato andrebbe quindi incontro a un livello di abbondanza maggiore rispetto alla campagna 19/20 con il rapporto stock finali / consumi in aumento dal 37% al 39%.
L’aumento produttivo caratterizza soprattutto l’Africa con meteo favorevole durante il main crop e aspettative buone sul mid crop.
Le quotazioni Londra si mantengono tuttavia in tensione, con prezzi che da gennaio sono aumentati di oltre il 15% complice soprattutto lo sconto offerto da Costa D’Avorio e Ghana sui premi qualità all’origine della fava esportata che ha incentivato le vendite e l’ottimismo per il calo dei contagi negli USA (vedi precedente highlight). Le net long position degli operatori non commerciali tra il 16 e il 23 febbraio sono aumentate di oltre 3.400 contratti.
Le quotazioni Londra, da inizio anno mantengono un trend rialzista e estremamente volatile.
Tra i principali fattori rialzisti:
Le quotazioni New York, dopo i rialzi sostenuti di fine 2020 per il calo degli stock ICE , l’11 febbraio hanno registrato un calo del 24,5% per le preoccupazioni sulle vendite di cioccolato durante San Valentino, portando alla diminuzione della basis rispetto a Londra.
I prezzi di burro e massa di cacao si confermano a valori inferiori rispetto alla media della scorsa campagna, rispettivamente del 25% e del 10%, soprattutto per il rallentamento della domanda di cioccolato legato alle misure di contenimento dell’emergenza Covid-19 nei principali paesi consumatori.
Il mercato continua ad essere caratterizzato da una forte volatilità con l’alternarsi di fattori ribassisti e rialzisti.
Con la pubblicazione dei dati europei sono disponibili i dati dei grinding del Q4 2020 per le tre principali aree di consumo:
Nord America: grinding sopra le aspettative, con un aumento di circa il 7% rispetto al Q4 2019 e circa in linea rispetto al Q3 2020.
Asia: grinding in flessione rispetto al Q4 2019 (-4,2%), ma in ripresa rispetto al Q3 2020(+7,3%) e sopra le aspettative degli operatori.
Europa: grinding sotto le aspettative, -3,1% rispetto al Q4 2019, e il dato più basso del Q4 da 4 anni.
Gepex ha invece reso noto di aver processato un ammontare di fava di cacao a dicembre del 3,7% superiore rispetto a dicembre 2019.
Gli arrivi ai porti in Costa D’Avorio al 10 gennaio risultano del 6,9% inferiori rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna, ma si mantengono a livelli sostenuti rispetto alla media delle ultime 5 campagne.
I future Londra e New York hanno reagito al dato di grinding in Nord America del 15 gennaio con volatilità rialzista, trend interrotto il 20 gennaio con l’uscita dei dati europei, particolarmente ribassisti.
New York si conferma particolarmente a premio rispetto al Londra per la debolezza del dollaro e per gli strascichi del calo degli stock ICE dopo gli acquisti di alcuni operatori per evitare il pagamento del LID.
I prezzi di burro e massa di cacao si confermano a valori inferiori rispetto alla media della scorsa campagna, rispettivamente del 25% e del 10%, soprattutto per il rallentamento della domanda di cioccolato legato alle misure di contenimento dell’emergenza Covid-19 nei principali paesi consumatori.
Il mercato continua ad essere caratterizzato da una forte volatilità con l’alternarsi di fattori ribassisti e rialzisti.
I dati sui grinding Nord Americani del Q4 2020 risultano sopra le aspettative, con un aumento di circa il 7% rispetto al Q4 2019. In flessione rispetto al Q4 2019 i dati asiatici (-4,2%), ma in ripresa rispetto al Q3 2020 (+7,3%). Il 20 gennaio il quadro sarà completo con la pubblicazione dei grinding Europei.
Gepex ha invece reso noto di aver processato un ammontare di fava di cacao a dicembre del 3,7% superiore rispetto a dicembre 2019.
Gli arrivi ai porti in Costa D’Avorio al 10 gennaio risultano del 6,9% inferiori rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna, ma si mantengono a livelli sostenuti rispetto alla media delle ultime 5 campagne.
I future Londra e New York hanno reagito al dato di grindings in Nord America con volatilità rialzista. New York si conferma particolarmente a premio rispetto al Londra per la debolezza del dollaro e per gli strascichi del calo degli stock ICE dopo gli acquisti di alcuni operatori per evitare il pagamento del LID.
Elementi di debolezza continuano invece a caratterizzare i prezzi di burro e massa di cacao, soprattutto per il rallentamento della domanda di cioccolato legato alle misure di contenimento dell’emergenza Covid-19 nei principali paesi consumatori.
Dopo gli aumenti di prezzo che hanno caratterizzato il mercato a novembre per il timore di ripercussioni della siccità sul main crop africano e per gli acquisti di alcuni operatori direttamente dal mercato future ICE per evitare il pagamento del LID (vedi highlight precedente), i prezzi hanno subito dei ridimensionamenti.
Dopo un picco a 1.887 £/t il prezzo Londra è tornato a quotare sotto le 1.800 £/t. New York, dal 24 novembre ha perso circa il 12%.
A pesare sono ancora le preoccupazioni legate al rallentamento dei consumi per le misure di contenimento dell’emergenza Covid-19 nei principali paesi importatori e un’offerta dalla Costa D’Avorio che, nonostante la siccità per i venti di Harmattan, si mantiene record. Gli arrivi ai porti cumulati della campagna 20/21 segnano un +10% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna.
ICCO ha aggiornato i bilanci della campagna 19/20 con revisioni, rispetto al bullettin di giugno, a ribasso su produzione (da 4.724 a 4.697 Mio t) e consumi (da 4.635 a 4.631 Mio t) e una previsione di un surplus di 19.000 t. Le revisioni confermano le difficoltà logistiche (reperibilità manodopera e fertilizzanti) e il calo della domanda legati alla pandemia, l’attenzione è però ora rivolta alla campagna 20/21 iniziata ad ottobre.
Da monitorare gli sviluppi dei main crop africani e le vicende legate al LID con Costa D’Avorio e Ghana che minacciano di sospendere il programma di certificazione del cacao sostenibile alle aziende che non si riforniscono direttamente dai produttori.
Da inizio novembre i prezzi della fava di cacao sono stati caratterizzati da volatilità rialzista.
Il prezzo finanziario di Londra ha registrato un aumento del 13,4%, raggiungendo un valore di 1.790 £/t;
Gli aumenti su Londra sono stati principalmente trasmessi dalle tensioni sul prezzo New York che ha addirittura subito un incremento del 31%. Alcuni operatori stanno infatti acquistando direttamente da ICE per evitare di pagare il LID (prezzo minimo garantito di 400 $/t introdotto da Costa D’Avorio e Ghana). Gli stock monitorati da ICE hanno così raggiunto i livelli minimi degli ultimi 9 mesi.
Un ulteriore fattore rialzista è rappresentato da un meteo sfavorevole in Africa Occidentale.
I citati fattori rialzisti hanno invertito il trend ribassista che stava caratterizzando i prezzi per le preoccupazioni legate all’effetto Covid-19 sulla domanda (vedi highlight pecedente).
I prezzi del cacao, in ottobre, hanno registrato un accentuata tendenza ribassista. Il prezzo Londra è calato di oltre il 14%, raggiungendo i valori più bassi da agosto.
Il principale fattore ribassista è il rallentamento della domanda nei principali paesi consumatori per le misure di contenimento dell’emergenza Covid-19.
Da segnalare anche l’alto livello degli arrivi ai porti in Costa D’avorio; da inizio campagna al 18 ottobre, +1,4% rispetto al record del 19/20.
Da fine settembre, i prezzi della fava di cacao sono entrati in una fase di ribasso. Il prezzo finanziario Londra ha registrato un calo superiore all’8%.
Tra i principali fattori ribassisti segnaliamo le ottime aspettative sull’imminente main crop in Africa Occidentale, confermate da un meteo favorevole nelle ultime settimane di settembre.
Inoltre, Costa D’avorio e Ghana hanno aumentato i prezzi minimi garantiti all’agricoltore, rispetto alla scorsa campagna, rispettivamente del 21% e del 28%.
Il rischio di nuove chiusure per contenere l’emergenza Covid-19, durante le celebrazioni di Halloween (cruciale per i consumi di cioccolata), rappresentano un altro fattore ribassista.
ICCO, nel “quarterly bulletin of cocoa statistics” ha aggiornato i fondamentali di mercato per la campagna 2019/20.
A livello mondiale, la diffusione del Covid-19 e le misure adottate dai principali paesi produttori e importatori per contenere l’emergenza, hanno portato a una revisione a ribasso di produzione e consumi.
La revisione sui consumi più che compensa il calo produttivo e il mercato da una previsione di 80.000 t di deficit passa a una previsione di 42.000 t di surplus.
I prezzi, che già a inizio luglio avevano reagito al calo dei consumi con un trend marcatamente ribassista, sono rientrati a valori tra le 1.700 e le 1.800 £/t.
Da monitorare le elezioni presidenziale in Costa D’Avorio a ottobre, la destinazione dei fondi raccolti con l’introduzione del LID sulle vendite di fava 2020/21.
I prezzi, dopo i cali che hanno seguito la pubblicazione dei grindings nel Q2 2020, sono rientrati in una fase rialzista raggiungendo, su Londra, valori intorno alle 1.700 £/t.
A pesare, il deficit che caratterizza il mercato mondiale nella campagna corrente (previsto da ICCO a 80.000 t) e la recente siccità in Africa, che ha portato gli operatori finanziari ad aumentare le posizioni lunghe.
Da monitorare le elezioni presidenziale in Costa D’Avorio a ottobre, la destinazione dei fondi raccolti con l’introduzione del LID sulle vendite di fava 2020/21 e l’impatto del Covid sulla domanda e sulla produzione.
Sono stati pubblicati i dati sui grinding del Q2 2020 nelle principali aree di consumo: Europa, Nord America e Asia (vedi feed tweet).
Variazioni rispetto al Q2 2019: Europa -8,9%, Nord America -10,7%, Asia -6%.
Variazioni rispetto al Q1 2020: Europa -15,9%, Nord America -4,2%, Asia -2,3%.
Come da aspettative, si registrano i cali legati alla diffusione del Covid-19 e alle misure di contenimento dell’emergenza.
Il rallentamento della domanda, e l’offerta sostenuta (gli arrivi ai porti in Costa D’Avorio sono dell’8,7% superiori rispetto alla media delle ultime 4 campagne) hanno contribuito ai recenti ribassi di prezzo sui mercati finanziari, alimentati dall’aumento delle posizioni short degli operatori non commerciali.
Il prezzo Londra ha raggiunto i minimi da febbraio 2019; i ribassi hanno caratterizzato soprattutto la prima scadenza, con la curva future che è passata da una situazione di bacwardation a una di contango.
I prezzi hanno registrato ribassi sostenuti. Il prezzo LIFFE ha raggiunto i valori minimi dall’inizio del 2018 registrando, rispetto a fine giugno, un calo di oltre il 18%.
Tra i principali fattori ribassisti:
I cali di prezzo hanno caratterizzato soprattutto la prima scadenza, con la curva future che è passata da una situazione di bacwardation a una di contango.
ICCO (International Cocoa Organization) ha aggiornato i fondamentali di mercato.
La campagna corrente, rispetto ai dati di marzo, risulta ora più approvvigionata con un deficit rivisto a ribasso da 85.000 a 80.000 t e un rapporto stock finali / consumi rivisto dal 31,48% al 34,25%.
La siccità che sta influenzando il mid-crop africano e gli effetti delle misure di contenimento del Covid-19 hanno portato a una revisione a ribasso della produzione mondiale di 74.000 t. Tuttavia il calo produttivo è più che compensato da consumi rivisti a ribasso di oltre 78.000 t.
Nonostante i dati sui grindings del Q1 2020 siano stati superiori rispetto alle aspettative, e in linea con lo scorso anno (vedi highlight precedente), gli effetti del lockdown sono attesi essere più evidenti nel Q2.
I prezzi LIFFE, dopo aver toccato a inizio maggio dei massimi oltre le 2.000 £/t sono tronati al di sotto delle 1.900 £/t con una curva future marcatamente in backwardation.
In controtendenza rispetto a quotazioni future sulla fava di cacao, inferiori rispetto al nearby; si segnalano tensioni forward sui ratio di burro, massa e polvere alimentate dalle policy africane sul prezzo minimo garantito (LID) e dall’aumento dei differenziali all’origine.
Da monitorare i prossimi dati di grindings e il weather market africano, con gli arrivi ai porti in Costa D’Avorio che, anche se a livelli medi alti, continuano a rallentare.
I prezzi finanziari LIFFE, dopo aver toccato, a inizio maggio, un massimo di campagna di 2.037 £/t sono tornati a valori intorno alle 1.940 £/t.
Gli arrivi ai porti in Costa D’avorio, anche se in calo del 6,7% rispetto alla scorsa campagna, sono a livelli ben superiori rispetto alla media delle ultime 5 campagne.
L’International Cocoa Organization (ICCO) prevede, per la campagna corrente, una produzione mondiale record di 4,82 milioni di ton (+1,66% rispetto alla scorsa campagna) con un calo del deficit da 107 a 85 mila ton.
Le recenti piogge in Costa D’Avorio hanno allontanato le preoccupazioni sull’andamento del mid-crop, che si conferma positivo. Qualche preoccupazione sul raccolto caratterizza invece il Ghana. Il Ghana Cocoa Board, a inizio maggio, ha infatti rivisto a ribasso le stime produttive a 780.000 t rispetto a una stima precedente di 800.000 t e al dato ICCO di 850.000 t, il dato sembra però esser già stato recepito dal mercato.
In controtendenza rispetto a quotazioni future sulla fava di cacao, inferiori rispetto al nearby; si segnalano tensioni forward sui ratio di burro, massa e polvere alimentate dalle policy africane sul prezzo minimo garantito (LID) e dall’aumento dei differenziali all’origine.
Il mercato si conferma particolarmente volatile; i prezzi finanziari LIFFE, dopo aver toccato, a metà marzo, i minimi della campagna a 1.723 £/t, sono tornati a valori superiori alle 1.900 £/t.
Tra i fattori rialzisti delle ultime settimane si segnalano:
Guardando al medio/lungo termine si evidenziano tuttavia fattori ribassisti:
In controtendenza rispetto a quotazioni future sulla fava di cacao inferiori rispetto al nearby; si segnalano tensioni forward sui ratio di burro, massa e polvere alimentate dalle policy africane sul prezzo minimo garantito (LID) e dall’aumento dei differenziali all’origine.
Diversi sono i fattori ribassisti che stanno caratterizzando il mercato:
I prezzi finanziari, complice anche l’incertezza dell’impatto sulle commodity del covid-19, hanno registrato ribassi (tornando ai livelli di dicembre 2019) e presentano curve future in bacwardation. Le policy africane sul prezzo minimo garantito (LID) e l’aumento dei differenziali all’origine alimentano la volatilità dei mercati.
L’offerta di cacao dalla Costa D’Avorio continua ad essere sostenuta. Tra il 16 e il 23 gennaio si sono registrati arrivi ai porti di 37.000 ton, +37% rispetto alla stessa settimana dello scorso anno.
Le preoccupazioni delle scorse settimane per la siccità provocata dall’ Harmattan (vedi highlight precedente) sono ora ridimensionate da aspettative di un meteo favorevole per i prossimi mesi. L’arrivo delle piogge dovrebbe caratterizzare tutta l’Africa Occidentale aumentando le aspettative sui prossimi mid-crop in Ghana e Costa D’Avorio.
Anche gli stock di fava ai porti americani monitorati da ICE sono in aumento. Dopo aver raggiunto il minimo degli ultimi 3 anni a dicembre (2,7 milioni di sacchi) il 25 febbraio hanno raggiunto il massimo degli ultimi quattro mesi (3,6 milioni di sacchi).
I prezzi finanziari, dopo i rialzi delle scorse settimane, sono entrati in una fase ribassista. Lo sbilanciamento dei mercati su posizioni lunghe, con la liquidazione di parte dei contratti, potrebbe alimentare questi ribassi.
Le policy africane sul prezzo minimo garantito (LID) e l’aumento dei differenziali all’origine alimentano la volatilità dei mercati.
Torna a rafforzarsi la domanda di cacao a livello globale. I prezzi hanno ripreso il rally rialzista, supportati anche da preoccupazioni lato offerta. La scorsa settimana i prezzi finanziari a Londra hanno nuovamente superato le 2.000£/t.
Tuttavia, ci si attende un mercato in surplus sia per la campagna corrente, sia per la prossima.
I ratio registrano valori inferiori rispetto a fine 2019, i differenziali all’origine si mantengono a livelli superiori rispetto alla scorsa campagna (in linea con le policy annunciate dai governi africani per sostenere i prezzi minimi agli agricoltori).
Il mercato, dopo le preoccupazioni delle scorse settimane legate al weather market e allo “swollen virus”, è entrato in una fase di ridimensionamento dei prezzi.
L’offerta è in salute:
La domanda registra invece i primi sintomi di rallentamento:
L’ottimismo sulla disponibilità di cacao in Africa e il rallentamento della domanda hanno portato a un ridimensionamento dei prezzi confermato dal calo delle posizioni “long” sui mercati finanziari.
I ratio, complice il rallentamento della domanda stagionale registrano valori inferiori rispetto a fine 2019, i differenziali all’origine si mantengono a livelli superiori rispetto alla scorsa campagna (in linea con le policy annunciate dai governi africani per sostenere i prezzi minimi agli agricoltori).
I prezzi, sulla scorta di preoccupazioni lato offerta, sono entrati in una nuova fase rialzista, che anima il mercato da fine 2019:
Il mercato rimane comunque ben approvvigionato con arrivi ai porti record in Costa D’Avorio.
Da valutare l’effetto delle policy africane (Approfondimento su nuova regolazione Costa d'Avorio e Ghana) che dovrebbero diventare legge entro gennaio e caratterizzeranno il mercato del cacao dalla campagna 2020/21.
I ratio, complice il rallentamento della domanda stagionale registrano tensioni ribassiste, i differenziali all’origine si mantengono a livelli superiori rispetto alla scorsa campagna (in linea con le policy annunciate dai governi africani).
Dopo gli aumenti di prezzo delle scorse settimane causate dall’incertezza sulle policy africane (Approfondimento su nuova regolazione Costa d'Avorio e Ghana) e da un momentaneo rallentamento dell’offerta, le notizie su un ottimo main crop in Costa d’Avorio e Ghana (arrivi ai porti record da inizio campagna) hanno causato tensioni ribassiste di prezzo sui prezzi spot e future della fava di cacao.
Le quotazioni di Londra hanno anche risentito del rafforzamento della sterlina dopo le elezioni vinte dai conservatori di Johnson.
Anche i ratio, complice il rallentamento della domanda stagionale hanno registrato i primi cali, mentre i differenziali all’origine si mantengono a livelli superiori rispetto alla scorsa campagna.
Diversi sono i fattori rialzisti che stanno animando il mercato in queste ultime settimane:
I prezzi, su Londra, hanno così raggiunto i livelli massimi da novembre 2016. Le aspettative produttive, soprattutto in Costa D’Avorio, rimangono comunque alte (Areté prevede una produzione mondiale 2019/20 in linea con quella record della scorsa campagna) e, con lo sviluppo del main crop, ci si attende una ripresa dell’offerta. I mercati finanziari riflettono bene queste aspettative con le curve future che sono in bacwardation.
Molti cambiamenti si stanno predisponendo nell'industria del cacao.
Sia la Costa d'Avorio che il Ghana hanno annunciato che i piani di sostenibilità del settore sono destinati ad essere riesaminati, affermando che i produttori di cioccolato non stanno prendendo in considerazione il living income differential (LID).
Costa d'Avorio e il Ghana hanno deciso di introdurre il LID per combattere la povertà tra i produttori di cacao stabilendo ulteriori 400 USD/ton che si prevede di trasferire direttamente ai coltivatori.
Al fine di garantire un sostegno ai prezzi della fava di cacao, in settembre la Costa d'Avorio ha annunciato che la produzione di cacao dalla campagna 2020/21 sarà limitata a 2 milioni di tonnellate per evitare che i prezzi diminuiscano. Costa d'Avorio e il Ghana prevedono di utilizzare i fondi raccolti dal LID per garantire agli agricoltori il 70% di un prezzo obiettivo di 2.600 USD/ton. Qualora i prezzi fossero superiori ai 2.900 USD, i proventi del LID saranno collocati in un fondo di stabilizzazione da utilizzare per garantire agli agricoltori il prezzo obiettivo quando i prezzi di mercato più deboli.
Fatta questa premessa, in attesa che escano dati ufficiali ICCO per la campagna corrente 2019/20 partita in ottobre, le prime stime di Areté sono di una produzione prevista a livelli molto alti, vicina al record dell'ultima campagna, affiancata però da consumi altrettanto sostenuti, sebbene a livelli inferiori a quelli dello scorso anno.
>> download: Approfondimento su nuova regolazione Costa d'Avorio e Ghana
Tra aprile e maggio, a livello medio, sul mercato The ICE, i prezzi della varietà robusta sono aumentati dell’8%, toccando i livelli più alti dal 2008.
Il trend rialzista è stato alimentato dai movimenti degli operatori non commerciali, con un aumento delle posizioni net-long di circa 2.500 contratti tra il 16 e il 26 maggio.
Lato fondamentali, in un contesto di domanda rigida -l’inflazione generalizzata sposta domanda dalla varietà arabica alla varietà robusta- il principale driver rialzista si conferma l’offerta limitata. Il deterioramento dell’offerta è riconducibile non solo al calo produttivo 22/23 in Vietnam (principale produttore di varietà robusta), ma anche delle deludenti prospettive sui nuovi raccolti 23/24 in Brasile e soprattutto in Indonesia (da poco iniziati).
VIETNAM (primo produttore di robusta):
USDA nel "Coffee Annual Report” pubblicato il 24 maggio, stima una produzione 22/23 (ott-set) di 29,8 Mio bags, -3,7% rispetto al precedente dato ufficiale USDA e -5,8% rispetto alla campagna 21/22. Un calo riconducibile, oltre alla biennalità produttiva, a minori aree (-1,4%) e rese (-4,4%), su quest’ultime notevole è stato l’impatto di un utilizzo limitato di fertilizzanti per gli elevati costi e la bassa disponibilità.
La minor offerta si scontra con una domanda rigida; l’export da inizio campagna continua infatti a mantenere un buon ritmo, come mostrato dai dati del dipartimento di statistica del Vietnam. Complessivamente, USDA proietta volumi di export solo in leggero calo (-0,7%) rispetto alla scorsa campagna, il che porterebbe a un calo del 50% degli stock, al livello più basso dalla campagna 18/19.
Tuttavia, le prime previsioni sulla campagna 23/24 sono di un rimbalzo produttivo del 5,2% a 31,3 Mio bags, grazie a un meteo favorevole allo sviluppo colturale che favorirebbe le rese. Questo consentirebbe al paese di mantenere un livello di esportazione solo leggermente inferiore al 22/23 nonostante i bassi stock iniziali e di andare incontro ad un recupero delle scorte del 52%.
BRASILE (secondo produttore di robusta)
Conab (Companhia Nacional de Abastecimento) ha pubblicato un aggiornamento della previsione produzione 23/24 (mar-feb). Complessivamente, la produzione è stata rivista leggermente in calo (-0.2 Mio bags a 54,7 Mio bags) rispetto al dato di gennaio, complice una correzione a ribasso della produzione di robusta (-0.7 Mio bags a 16,8 Mio bags), che più che compensa la revisione a rialzo sulla varietà arabica (+0.5 Mio bags a 37,9 Mio bags).
Rispetto alla campagna corrente, la produzione totale rimane superiore del 7,5%, con un aumento del 16% su arabica e un calo del 7,6% sulla varietà robusta.
Tuttavia, c’è margine per un aumento dell’export di robusta, rimasto estremamente basso nella campagna 22/23 per la minor competitività rispetto alle altre origini.
INDONESIA (terzo produttore di robusta)
Come anticipato da Areté, USDA nel "Coffee Annual Report” pubblicato il 18 maggio, prevede una produzione 23/24 (apr-mar) a 9,7 Mio bags, -18% rispetto alla campagna 22/23 (-20% robusta, -4% arabica), al livello più basso dalla campagna 11/12. Il calo è riconducibile alle eccessive precipitazioni in molte aree di produzione con impatti importanti anche per l’utilizzo limitato di fertilizzanti.
Sulla scia del minor livello di offerta, anche le esportazioni sono previste in calo a 6,2 Mio bags, -29% rispetto alla campagna corrente.
Relativamente alla varietà arabica, le quotazioni a livello medio, tra aprile e maggio, sono invece leggermente calate (-1,6%). Il premio dell’arabica rispetto alla robusta è così calato da 81 c$/lb a 69 c$/lb, rispetto a una media delle ultime 5 campagne di 64 c$/lb.
I cali sono riconducibili alle alte aspettative sul raccolto brasiliano. Tuttavia il trend è rallentato da una congiuntura di offerta ancora limitata, soprattutto in Colombia.
COLOMBIA (secondo produttore di arabica)
USDA nel “Coffee Annual Report” pubblicato il 18 maggio, conferma una campagna 22/23 (ott-set) deludente. La produzione, infatti, è prevista a 11,3 Mio, -10,3% rispetto al precedente dato ufficiale (12,6 Mio bags) e -4% rispetto alla campagna 21/22. Il calo è riconducibile alle eccessive precipitazioni legate al fenomeno La Niña, oltre che al minor utilizzo di fertilizzanti a causa dei prezzi particolarmente elevati. Il calo si riflette anche sulle esportazioni, previste a 11,9 Mio bags, -6,6% rispetto al precedente dato ufficiale (12,8 Mio bags) e -3,8% rispetto alla campagna 21/22.
La minor offerta colombiana 22/23 è testimoniata anche dai dati della Federazione dei produttori di caffè (Fedecafè): da inizio campagna ad aprile, produzione ed export risultano in calo rispettivamente dell’11% e del 15%.
Per la campagna 23/24, le previsioni sono tuttavia di un recupero produttivo del 2,7% a 11,6 Mio bags, grazie a un miglioramento delle condizioni climatiche. L’aumento produttivo, limitato dai bassi investimenti degli agricoltori locali, lascerà spazio ad un recupero di oltre il 7% dell’export, ma le scorte rimangono basse e ai minimi dalla campagna 11/12.
BREAKING NEWS 18 MAGGIO:
Conab (Companhia Nacional de Abastecimento) ha pubblicato un aggiornamento delle previsioni sulla produzione brasiliana di caffè per la campagna 23/24 (mar-feb).
Le quotazioni del caffè robusta, sul mercato the ICE, tra marzo ed aprile, a livello medio, hanno registrato un aumento del 14%, raggiungendo i massimi dal 2011. Rialzi meno marcati, dell’ordine del 7%, hanno caratterizzato la varietà arabica che si mantiene tuttavia a livelli inferiore rispetto ai picchi pluriennali di inizio 2022.
Il premio dell’arabica rispetto alla robusta è così calato del 2% a 81 c$/lb, valore inferiore del 24% rispetto a inizio campagna (107 c$/lb).
A supportare le quotazioni della varietà robusta è una domanda congiunturalmente sostenuta che si scontra con un’offerta limitata.
La domanda internazionale di caffè, in risposta a politiche monetarie restrittive ed inflazione, tende infatti a spostarsi sulla varietà robusta, più economica rispetto a quella arabica.
Lato offerta preoccupa soprattutto l’imminente raccolto 23/24 in Indonesia (terzo produttore globale di robusta). Secondo l’associazione degli esportatori indonesiani, infatti, le eccessive piogge potrebbero portare ad un raccolto di robusta di 9,6 Mio bags (come anticipato nello scenario Areté), rispetto ad una previsione USDA per la campagna corrente di 10 Mio bags.
Cali previsti anche sulla produzione 23/24 di robusta in Brasile; in particolare CONAB prevede un calo di oltre il 3,5%.
Il Vietnam, dopo il calo produttivo 22/23 (-4,31% secondo USDA) si ritrova così a fronteggiare una domanda sostenuta. Secondo gli ultimi dati dell’Ufficio di Statistica del Vietnam, a marzo, l’export ha registrato un aumento del 5% rispetto a febbraio, in linea con marzo 2022. A livello cumulato (ott-mar), +8% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna.
Sulla varietà arabica il deterioramento dell’offerta rappresenta il principale fattore di supporto – in un contesto di stock estremamente basso-.
In Colombia gli ultimi dati della Federazione dei produttori di caffè mostrano un flusso di offerta ancora debole. Ad aprile, produzione in calo del 29% rispetto a marzo (-25% rispetto ad aprile 2022) ed export in calo del 21% (-15% rispetto a aprile 2022). A livello cumulato (ott-apr) produzione ed export risultano ancora in calo rispettivamente dell’11% e del 15% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna. Si tratta dei livelli più bassi, per il periodo, dalla campagna 2018/19.
Anche in Brasile, in attesa dell’arrivo del nuovo raccolto 23/24, l’offerta rimane limitata come mostrano anche i dati sull’export di aprile, in calo del 17% rispetto a aprile 2022. Inoltre, sebbene per la campagna 23/24, le aspettative degli operatori siano di un aumento di arabica rispetto alla campagna corrente, il range rimane ancora ampio (tra il +6% e il +20% - +6% nelle anticipazioni Areté-) in quanto c’è ancora incertezza relativa all’impatto delle condizioni climatiche sulle rese. Secondo alcuni operatori, le recenti piogge e la maggior probabilità che si manifesti il fenomeno di El Nino, potrebbero portare a un ritardo nella raccolta e impattare negativamente le piantagioni. I produttori continuano così a mostrare reticenza nelle vendite forward: i dati di Safras e Mercado mostrano contratti sul prossimo raccolto al 23% rispetto al 31% lo scorso anno.
A marzo, sul mercato The ICE, le quotazioni del caffè robusta sono aumentate del 2,1% rispetto a febbraio. Le quotazioni della varietà arabica sono invece calate dell’1%.
Rispetto a febbraio il premio dell’arabica sul robusta è così calato del 5% a 84 c$/lb, rispetto a un premio a inizio campagna di 107 c$/lb.
A fornire supporto alle quotazioni della varietà robusta, oltre al calo produttivo in Vietnam (-4,31% secondo USDA) e al rallentamento dell’export dal Brasile, è soprattutto l’incertezza sull’imminente raccolto in Indonesia, terzo produttore globale di robusta. Secondo l’associazione degli esportatori indonesiani, infatti, le eccessive piogge potrebbero portare ad un raccolto di robusta 23/24 di 9,6 Mio bags, rispetto ad una previsione USDA per la campagna corrente di 10 Mio bags.
Il potenziale rialzista dell’ammanco di offerta indonesiana è limitato dalla recente ripresa dell’export dal Vietnam e dall’aumento degli stock certificati di borsa:
A guidare le quotazioni della varietà arabica sono invece le aspettative sul raccolto brasiliano in partenza a fine aprile. Nonostante il meteo non ottimale non porterà ad un raccolto di carica record, le aspettative condivise dagli operatori sono infatti di un aumento produttivo rispetto alla scorsa campagna, +3,3% nello scenario Areté appena aggiornato. L’attuale congiuntura rimane tuttavia di offerta limitata, come testimoniano i dati sull’export e l’ormai sold-out del raccolto 22/23. I dati di Safras e Mercado mostrano inoltre reticenza sulle vendite forward con contratti sul prossimo raccolto al 19% rispetto al 28% lo scorso anno.
In Colombia gli ultimi dati della Federazione dei produttori di caffè mostrano un leggero miglioramento lato offerta. A febbraio, produzione in aumento del 18% rispetto a gennaio (+10% rispetto a febbraio 2022) ed export in aumento dell’11% rispetto a gennaio (-5,6% rispetto a febbraio 2022). Tuttavia, a livello cumulato (ott-feb) produzione ed export risultano ancora in calo rispettivamente del 9,4% e del 13,4% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna.
Le quotazioni The ICE, da inizio febbraio, hanno registrato nuovi rialzi: +17% l’arabica (ai massimi da ottobre 2022) e +7% la robusta (ai massimi da settembre 2022).
Come anticipato, a guidare il mercato è l’incertezza sugli sviluppi del crop brasiliano e del contesto macroeconomico, in uno scenario di stock ancora limitati.
Si segnala soprattutto il ridimensionamento delle aspettative produttive 2023/24 in Brasile sulla scia del peggioramento delle condizioni climatiche. In particolare, preoccupa l’impatto delle piogge eccessive nel Minas Gerais, che ostacolerebbe le pratiche colturali e danneggerebbe la qualità del raccolto.
In particolare, per la varietà arabica, sebbene le previsioni degli operatori siano ancora di un aumento della produzione rispetto alla scorsa campagna (+10%/+15%), si parla di valori distanti dal record 20/21. Sulla varietà robusta, invece, le aspettative oscillano tra cali (-4%/-8%) e leggeri aumenti (nell’ordine dell’1%).
L’incertezza sul prossimo raccolto rende i produttori brasiliani reticenti alle vendite. Safras e Mercado mostra infatti come, al 15 febbraio, i produttori avevano venduto circa il 78% della produzione 22/23, una quota ben inferiore rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna (86%). In calo anche le vendite forward, con contratti chiusi per il 17% del prossimo raccolto 23/24, rispetto al 27% contrattualizzato nella campagna 21/22 durante lo stesso periodo.
Anche gli ultimi dati sull’export dal Brasile mostrano un’offerta limitata: secondo i dati del Ministero del Commercio, a gennaio, -5% rispetto a gennaio 2022 (-7% rispetto al mese precedente).
Inoltre, sulle quotazioni di arabica pesa anche il minor flusso di offerta dalla Colombia (secondo produttore di arabica). Sebbene UDSA proietti un aumento produttivo del 7% rispetto alla scorsa campagna, i dati della Federazione dei produttori di caffè mostrano, per i primi quattro mesi della campagna 22/23, produzione ed export ancora in calo rispettivamente del 13,6% e del 15% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna.
Relativamente alla varietà robusta, sembra migliorare, invece, il ritmo delle spedizioni dal Vietnam – nonostante le aspettative di un calo produttivo del 4,3%-. Dopo il rallentamento delle esportazioni registrato a gennaio (-13% vs. gennaio 2022), i dati relativi alla prima metà di febbraio, mostrano un +56% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna.
I bassi livelli degli stock nei paesi consumatori alimentano la volatilità: gli stock di arabica, dopo quattro mesi consecutivi di aumenti, a febbraio sono tornati a calare (814.966 bags al 22 febbraio rispetto a 861.498 bags al 31 gennaio).
Un ulteriore fattore rialzista è rappresentato dal miglioramento delle prospettive di crescita economica globale che diffondono ottimismo lato domanda come mostrato dalle posizioni nette degli operatori non commerciali. Queste dinamiche più che compensano il potenziale ribassista del recente rafforzamento del dollaro.
Dopo i marcati cali registrati tra ottobre e inizio gennaio, le quotazioni The ICE, come da previsione, hanno registrato dei rimbalzi.
Negli ultimi venti giorni di gennaio, la varietà arabica e robusta è aumentata rispettivamente del 26% e del 13%, tornando ai livelli di ottobre 2022.
In un contesto di stock limitati, i rialzi sono principalmente riconducibili al ridimensionamento delle aspettative produttive 2023/24 in Brasile.
In particolare, per il raccolto di arabica, le aspettative di alcuni operatori sono state riviste a circa 40 Mio bags, rispetto a valori iniziali vicini al record 2020/21 (49 Mio bags). Il dato si avvicina alla prima previsione fornita da Conab (Companhia Nacional de Abastecimento), a gennaio, di 37,4 Mio bags per la varietà arabica (+14,4% vs. 2022/23); produzione di robusta prevista invece in calo a 17,8 Mio bags (-3,8% vs. 2022/23).
Alla crescita produttiva limitata in Brasile, si aggiungono le preoccupazioni sull’offerta da Colombia, Vietnam e Indonesia.
La volatilità rialzista del mercato è inoltre alimentata dal miglioramento delle prospettive di crescita economica globale recentemente pubblicate dal Fondo Monetario Internazionale, che hanno portato a un calo delle posizioni corte degli operatori non commerciali.
Da segnalare anche il forte aumento dei differenziali, soprattutto brasiliani che sono tornati abbondantemente positivi.
BREAKING NEWS 19 GENNAIO:
Conab (Companhia Nacional de Abastecimento) ha pubblicato le prime previsioni sulla produzione brasiliana di caffè per la campagna 23/24 (mar-feb).
Dopo i cali percentuali a doppia cifra registrati a novembre, le quotazioni The ICE hanno rallentato il trend di ribasso. Tra novembre e dicembre, a livello medio, -2,3% per la varietà arabica e -1,7% per la varietà robusta.
I ribassi sono principalmente riconducibili alle aspettative del miglioramento dell’offerta dal Brasile, principale produttore ed esportatore di arabica -vedi precedente highlight-.
Gli stock certificati di arabica, a dicembre, sono aumentati per il terzo mese consecutivo, raggiungendo i massimi da giugno (in controtendenza gli stock di robusta, che risultano invece in calo).
A pesare è anche il contesto macroeconomico in una fase di indebolimento del dollaro e di rallentamento dell’economia nei principali paesi consumatori. Le posizioni nette lunghe degli operatori non-commerciali sono negative.
Da segnalare i persistenti rallentamenti dell’offerta colombiana (secondo produttore di arabica); i dati della Federazione dei produttori di caffè mostrano, per i primi tre mesi della campagna 22/23, un calo produttivo del 17% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna (-14% l’export).
Migliora invece l’offerta di robusta dal Vietnam dove, nonostante il calo produttivo previsto da USDA del 4,3%, a dicembre, l’export è risultato del 16% superiore rispetto a dicembre 2021.
BREAKING NEWS 15 DICEMBRE:
Conab (Companhia Nacional de Abastecimento) ha pubblicato un aggiornamento delle stime sulla produzione brasiliana di caffè per la campagna 22/23 (mar-feb).
I prezzi continuano ad attraversare una congiuntura ribassista.
Le quotazioni The ICE, tra ottobre e novembre, sono calate a livello medio del 18% per la varietà arabica e dell’11% per la varietà robusta, raggiungendo i minimi dall’estate del 2021. Il premio dell’arabica sul robusta è calato da 107 c$/lb a 82 c$/lb.
La fase di calo dei prezzi finanziari è in parte compensata dall’aumento dei differenziali, soprattutto brasiliani.
I ribassi sono principalmente riconducibili alle aspettative del miglioramento dell’offerta dal Brasile, principale produttore ed esportatore di arabica.
A pesare è tuttavia anche il contesto macroeconomico in una fase di indebolimento del dollaro e di rallentamento dell’economia nei principali paesi consumatori. Da notare come, le posizioni nette lunghe degli operatori non-commerciali, siano negative, dopo diversi mesi di mercati sbilanciati in iper-acquistato.
Con un meteo favorevole durante il periodo di fioritura, le prime proiezioni Areté per la campagna 2023/24 brasiliana indicano un rimbalzo produttivo di oltre il 7% (+11% arabica e +1% robusta) per un totale di 67,1 Mio Bags (44 Mio Bags Arabica, 23 Mio Bags Robusta). La produzione risulterebbe inferiore solo al record 2020/21. L’export rimbalzerebbe così di circa il 17% aumentando l’offerta globale, particolarmente limitata nella scorsa campagna.
Da segnalare come la debolezza del Real brasiliano e il miglioramento della logistica stiano già favorendo l’export brasiliano, a novembre +24% rispetto a novembre 2021 e +8% rispetto allo scorso mese. Gli stock di arabica di borsa, anche se ancora bassi, sono così aumentati ai massimi degli ultimi tre mesi.
Aumento produttivo non riscontrabile in Colombia, secondo paese produttore di arabica, dove i dati della Federazione dei produttori di caffè mostrano, per i primi due mesi della campagna 22/23, un calo produttivo del 9% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna.
La varietà robusta mostra più resistenza ai cali, soprattutto, per il peggioramento delle aspettative produttive in Vietnam (nonostante l’export sia in recupero) e stock di borsa ancora in calo.
La produzione 22/23 in Vietnam, nell’ultimo “Coffee Semi-Annual Report” di USDA è prevista 30,2 Mio bags, -2,2% rispetto al precedente dato e in calo del 4,3% rispetto alla scorsa campagna. Secondo alcuni operatori, le rese avrebbero risentito del minor utilizzo di fertilizzanti, particolarmente costosi; i dati del Ministero dell’Industria e del Commercio mostrano un calo dell’import di fertilizzanti del 29% a fronte di un +12% del valore.
Per la varietà robusta migliori prospettive invece in Indonesia e India, con produzioni previste da USDA in aumento rispettivamente del 7% e de 5%.
I prezzi del caffè continuano ad attraversare una fase di ribasso. Da inizio ottobre sul mercato finanziario The ICE le quotazioni di arabica e robusta sono calate rispettivamente del 25% e del 14%, raggiungendo i valori minimi dall’estate 2021. Il premio dell’arabica sul robusta è calato da 124 a 83 c$/lb.
Il principale driver è rappresentato dal miglioramento dell’offerta brasiliana.
Al miglioramento dell’offerta si aggiungono:
Tuttavia, diversi sono gli elementi che rappresentano ancora rischi rialzisti e di volatilità di breve periodo:
Le quotazioni del caffè, come previsto, sono rientrate in una fase di calo. Da fine agosto, sul mercato The ICE, la varietà robusta è calata dell’11%, -20% i prezzi dell’arabica (ai minimi da un anno). Il premio dell’arabica sul robusta è così tornato sotto i 100 c$/lb per la prima volta da settembre 2021.
Le posizioni nette degli operatori non commerciali, solo nella prima settimana di ottobre, sono calate di 1.617 contratti sull’arabica e di 1.482 contratti sul robusta. Questo anche sulla scia del timore che la domanda possa risentire di una contrazione per il peggioramento delle prospettive economiche globali. Secondo i nuovi dati dell’IMF, il PIL globale crescerà solo del 2,7% nel 2023, il dato più basso degli ultimi 20 anni tolta pandemia e crisi finanziaria, con stagflazione in Germania e Italia.
Il principale driver ribassista è il miglioramento delle prospettive sul prossimo raccolto brasiliano (primo produttore ed esportatore di arabica) con un meteo favorevole durante il periodo di fioritura che lascia spazio all’ipotesi di una seconda annata di aumento produttivo (fenomeno che non si verifica dal 2002).
A questo si aggiunge la pressione dell’ultimo raccolto (secondo il CONAB +6% rispetto alla scorsa campagna) che sta stimolando l’attività di esportazione anche incentivata dal dollaro forte e dal leggero miglioramento della logistica.
Il miglioramento dell’offerta di arabica ha trasmesso qualche ribasso anche al robusta che, tuttavia, mostra maggiore rigidità per le prospettive di una minore offerta dal Vietnam (produzione -2% secondo USDA) dove il meteo, in fase di raccolta, non risulta ancora favorevole.
Tuttavia, diversi sono gli elementi che rappresentano rischi rialzisti e di volatilità di breve periodo per i mercati:
BREAKING NEWS 20 SETTEMBRE:
Conab (Companhia Nacional de Abastecimento) ha pubblicato un aggiornamento delle previsioni sulla produzione brasiliana di caffè per la campagna 22/23 (mar-feb).
Il mercato continua ad essere animato da un’accentuata volatilità.
Dopo i rialzi che hanno caratterizzato i mercati finanziari tra metà luglio e fine agosto -con quotazioni ai massimi degli ultimi sei mesi-, una nuova fase di ribasso ha portato ad un rilassamento dei prezzi: -10,6% l’arabica, -4% il robusta.
Il premio dell’arabica sul robusta, pur in contrazione rispetto ai picchi oltre i 140 c$/lb degli scorsi mesi, si mantiene ancora elevato intorno ai 120 c$/lb (65 c$/lb la media delle ultime cinque campagne).
Tra i principali fattori ribassisti esogeni un ruolo chiave è quello dell’apprezzamento del dollaro assecondato anche dalle politiche monetarie restrittive della FED. L’indice futuro del dollaro continua nella sua fase di aumento (+2,7% tra luglio e agosto).
Inoltre il timore che le sempre minori prospettive di crescita economiche nelle principali aree di importazione possano impattare i consumi di caffè ha portato ad un calo delle posizioni nette lunghe degli operatori non commerciali.
Lato offerta, da segnalare la pressione dell’arrivo del raccolto brasiliano, ormai giunto al termine, che dovrebbe portare, nei prossimi mesi, all’aumento dell’export brasiliano ancora debole ad agosto. Secondo i dati del Ministero del Commercio brasiliano, ad agosto, l’export è calato del 19% rispetto allo stesso mese dello scorso anno - il livello mensile più basso almeno delle ultime tre campagne-.
Tuttavia, almeno nel breve periodo, permangono diverse criticità:
Con l'inizio del periodo di fioritura in Brasile per il prossimo raccolto 2023/24 e con l'avvicinarsi della raccolta 2022/23 in Colombia e in Vietnam (da ottobre), cruciali saranno le prossime evoluzioni meteo. In Brasile le aspettative di medio termine sono di un miglioramento lato siccità e, ad oggi, non si segnalano grandi preoccupazioni per la raccolta 2023.
Da monitorare anche l’evoluzione del contesto macroeconomico, in particolare le politiche monetarie della FED e BCE e le prospettive di crescita economica.
Come previsto, i prezzi finanziari The ICE, animati da forte volatilità, tra giugno e luglio hanno registrato qualche ribasso. A livello medio, i benchmark di Arabica e Robusta sono calati rispettivamente del 6,8% e del 5,1%.
Il premio dell’arabica rispetto al robusta, sulla prima scadenza, a luglio ha così raggiunto 126 c$/lb, in calo rispetto a giugno (135 c$/lb), ma ancora superiore rispetto alla media delle ultime cinque campagne (65 c$/lb).
Tra i principali driver ribassisti, segnaliamo il rafforzamento del dollaro sia per le sue caratteristiche di bene rifugio in tempi di elevata incertezza che come reazione alle politiche monetarie restrittive della FED. Lo US Dollar Index, a luglio è aumentato del 2,4%, raggiungendo il massimo dal 2002.
Il rafforzamento del dollaro trasmette ribassi alle materie prime quotate in valuta americana (effetto diretto), ma rappresenta anche un incentivo all’esportazione dei paesi produttori con valute più deboli (effetto indiretto).
Il tasso di cambio USD/Real, da aprile a luglio, è aumentato del 13% e, secondo il Ministero del Commercio Brasiliano, a giugno, il Brasile ha esportato circa 3,02 Mio bags, +3,8% rispetto allo stesso mese della scorsa campagna e +27% rispetto a maggio 2022.
Un ulteriore incentivo alle esportazioni è rappresentato dal leggero miglioramento della logistica e della crisi del trasporto marittimo.
In Colombia, secondo i dati della Federazione dei produttori di caffè, l’export, a giugno, è aumentato del 5,5% rispetto a giugno 2021, riducendo il gap accumulato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Anche in Vietnam, i volumi esportati a giugno sono stati superiori del 13,3% rispetto a giugno 2021, con un totale cumulato, da inizio campagna (ott-set), di 22,2 Mio bags (+15,2% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna).
A contribuire ai ribassi di prezzo anche il calo delle posizioni nette lunghe degli operatori non commerciali, sulla scia dei timori che i rallentamenti della crescita globale possano impattare negativamente i consumi. Il Fondo Monetario Internazionale ha ridotto le proiezioni di crescita globale per il 2023 dal 3,5% al 2,9%, con una revisione a ribasso per la maggior parte dei paesi importatori e consumatori di caffè.
Il livello di stock, nei principali Paesi importatori, è tuttavia ancora estremamente basso. Gli stock di caffè arabica, monitorate da ICE, la scorsa settimana, hanno toccato un nuovo minimo da 23 anni. Secondo USDA, gli stock dell'UE sono al livello più basso dalla campagna 15/16; in USA sono del 7% inferiori alla media delle ultime 5 campagne e in Giappone al livello più basso dalla campagna 11/12.
Gli stock limitati, nonostante le aspettative di una maggior offerta (vedi precedente highlight), continuano così a trasmettere volatilità ai prezzi e a limitare l’entità dei ribassi.
Da monitorare l’evoluzione meteo in Brasile, cruciale in questa fase della raccolta. Secondo Safras e Mercado, al 19 luglio, è stato raccolto il 66% (40 Mio bags rispetto a una previsione totale di 61,1 Mio bags), in ritardo rispetto alla media delle ultime cinque campagne (73%).
Il Dipartimento dell’Agricoltura USA (USDA) nel Coffee: World Markets and Trade” ha pubblicato le prime previsioni per la campagna 2022/23.
La produzione globale, rispetto alla campagna corrente, è prevista aumentare del 4,7% a circa 175 Mio bag (+6,7% arabica, +2,5% robusta) soprattutto grazie all’anno di carica che caratterizzerà la varietà arabica in Brasile (+14%).
I consumi, in un contesto macroeconomico caratterizzato da incertezza, inflazione e politiche monetarie restrittive, sono previsti aumentare a 167 Mio bag ad un ritmo (+1%) meno sostenuto della produzione portando così a un surplus di 7,9 Mio sacchi e ad un aumento del livello di approvvigionamento dal 19,76% al 20,78% - in linea con le anticipazioni Areté pubblicate lo scorso anno -.
Il livello di stock è previsto aumentare di circa 4 Mio bag a 34,7 Mio bag, ma si mantiene a livelli inferiori rispetto alla media delle ultime dieci campagne (36,7 Mio bag), soprattutto nei paesi importatori (in UE gli stock sono addirittura previsti in leggera contrazione).
Intanto in Brasile prosegue la raccolta. Secondo Safras e Mercado a inizio luglio è stato raccolto il 39% (23,8 Mio bag rispetto a una previsione totale di 61,1 Mio bag), in ritardo rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna (48%), per una maturazione più lenta e per la carenza di forza lavoro; la qualità risulta buona.
Cruciale, nel picco della stagione invernale brasiliana delle prossime settimane, sarà l’evoluzione meteo con il rischio gelate e la siccità che minaccia la regione del Minas Gerais, dove viene prodotto circa il 30% del caffè arabica brasiliano. Le previsioni degli operatori variano tra un rimbalzo produttivo del +8% e del +15%.
Da segnalare anche la nuova fase di deprezzamento del Real brasiliano che, rispetto al dollaro ha raggiunto i minimi degli ultimi 5 mesi favorendo l’export. A giugno il Brasile ha esportato il 27% in più rispetto a maggio e il 3,8% in più rispetto allo stesso mese della scorsa campagna. L’export è favorito anche da una fase di calo dei prezzi dei container.
In Colombia secondo dati della Federazione dei produttori di caffè: da inizio campagna a maggio, produzione ed export sono risultati in calo, rispettivamente, dell’11% e del 2,4%. Tuttavia, sembra scampato il pericolo che la recente tempesta tropicale possa andare a impattare ulteriormente le piantagioni.
Buona l’offerta di robusta; il Vietnam, a giugno, ha esportato il 13% in più rispetto a giugno 2021; a livello cumulato, da inizio campagna, l’export è aumentato del 15%. USDA per la prossima campagna prevede una leggera contrazione produttiva (-2%), si tratterebbe comunque della seconda produzione più alta di sempre, con un aumento degli stock del 2,5% ai max dal 15/16.
Stock estremamente limitati, e a dei minimi pluriennali in India, come testimoniato dai differenziali in forte tensione.
Come previsto, il basso livello degli stock nei paesi importatori, l’incertezza sugli sviluppi del crop brasiliano, e l’offerta rallentata in Colombia hanno trasmesso volatilità rialzista ai prezzi dell’arabica; +6% a livello medio tra maggio e giugno. In calo dello 0,3% le quotazioni del robusta che risente invece del buon livello di offerta. Il premio dell’arabica sul robusta si è così allargato e mantiene dei livelli storicamente elevati.
BREAKING NEWS 23 GIUGNO:
USDA ha pubblicato il “Coffee: World Markets and Trade” con un aggiornamento dei fondamentali di mercato e le prime previsioni per la campagna 22/23.
A livello globale, il livello di approvvigionamento è previsto aumentare dal 19,76% al 20,78%, in linea con le anticipazioni precedentemente fornite da Areté.
BRASILE:
COLOMBIA:
VIETNAM:
La produzione di robusta 2022/23, a livello globale, sarà inoltre favorita dai buoni raccolti previsti in Indonesia (+7%) e in India (+3,8%), rispettivamente, terzo e quarto produttore globale.
Il basso livello di stock, soprattutto nei paesi consumatori, e l’incertezza sui prossimi raccolti 22/23 si confermano i principali fattori che alimentano la volatilità dei prezzi.
Da monitorare anche la dilagante inflazione in USA e UE, il rafforzamento del dollaro e le politiche monetarie restrittive di FED e BCE che, dopo settimane di rialzi, negli ultimi giorni hanno trasmesso qualche rallentamento alle quotazioni.
BREAKING NEWS 19 MAGGIO:
Conab (Companhia Nacional de Abastecimento) ha pubblicato un aggiornamento delle previsioni sulla produzione brasiliana di caffè per la campagna 22/23 (mar-feb).
Il mercato mantiene un sentimento neutro/ribassista; dopo i cali registrati tra febbraio e marzo, che hanno caratterizzato i mercati finanziari di arabica e robusta; tra marzo e aprile i prezzi del robusta sono ulteriormente calati del 6%; +1% l’arabica.
Il premio dell’arabica sul robusta si mantiene elevato e superiore ai 120 c$/lb.
Il principale driver ribassista si conferma l’impatto negativo sulla domanda del conflitto in Ucraina e delle sue conseguenze sul panorama macroeconomico. Se da un lato la Russia rappresenta circa il 3% dell’import globale di caffè, i mercati scontano soprattutto la preoccupazione di come l’inflazione, aggravata dai rincari energetici, possa portare ad un razionamento della domanda nelle principali aree di consumo. In UE, ad aprile l’inflazione su base annua ha registrato un +7,5%; +38% la componente energetica.
Ulteriori ribassi sono trasmessi al mercato dal rafforzamento del dollaro per le sue caratteristiche di bene rifugio e come reazione ai rialzi dei tassi di interesse della FED (l’ultimo, di 50 punti base del 4 maggio). Lo US Dollar Index, tra gennaio e maggio è aumentato del 6,5%.
Da segnalare anche la ripartenza dell’offerta dal Vietnam; tra ottobre e metà aprile +16% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna.
Le posizioni nette lunghe degli operatori non commerciali sul mercato The ICE, tra il 29 marzo e il 26 aprile, sono calate del 21% per la varietà robusta, +8% per la varietà arabica.
Il potenziale ribassista dei fattori sopracitati è limitato da fondamentali che si confermano rialzisti, con un livello di stock ancora estremamente basso come mostrato dai dati sugli stock certificati The ICE, e della Green Coffe Association.
Elementi rialzisti derivano anche dall’incertezza sul prossimo raccolto brasiliano 22/23 (vedi precedente highlight).
Tra febbraio e marzo, a livello medio, le quotazioni finanziarie dell’arabica e del robusta sono calate rispettivamente del 9,4% e del 2,4%.
Il principale driver ribassista (vedi precedente highlight) si conferma l’impatto negativo sulla domanda del conflitto in Ucraina e delle sue conseguenze sul panorama macroeconomico.
Se da un lato la Russia rappresenta circa il 3% dell’import globale di caffè, i mercati scontano soprattutto la preoccupazione di come l’inflazione, aggravata dai rincari energetici, possa portare ad un razionamento temporaneo della domanda nelle principali aree di consumo. In UE, a marzo l’inflazione su base annua ha registrato un +7,5%; +44,7% la componente energetica.
Le posizioni nette lunghe degli operatori non commerciali sul mercato The ICE, a marzo, sono calate del 38% sia per la varietà robusta che per la varietà arabica e gli stock sono tornati ad aumentare; valori massimi da 1 mese e mezzo per l’arabica e da 2 mesi e mezzo per il robusta.
Tuttavia gli stock, a livello assoluto, si mantengono estremamente bassi e il mercato continua ad essere animato da fondamentali rialzisti:
Elementi rialzisti derivano anche dall’incertezza sul prossimo raccolto brasiliano 22/23.
Rabobank, nel report di marzo, ha recentemente rivisto a ribasso del 3% la propria previsione di produzione da 66,5 a 64,5 Mio bags. Revisione riconducibile soprattutto a un calo della varietà arabica (a 41,40 Mio bags) la cui resa ha subito notevolmente l’impatto delle gelate e della siccità lo scorso anno; inoltre i danni provocati dal meteo avrebbero portato a un maggior tasso di potatura. Decisamente migliori, invece, le rese della varietà robusta, per la quale si prevede un record a 23,1 Mio bags.
Leggermente inferiori le previsioni fornite da Safras & Mercado, secondo cui la produzione di caffè (luglio-giugno) raggiungerà circa 61,1 Mio t, in aumento dell’8% rispetto alla campagna corrente ma inferiore del 12% rispetto all’ultimo ciclo biennale di carica 20/21.
Le quotazioni finanziarie del caffè stanno attraversando una congiuntura ribassista.
L’arabica rispetto ad un picco di inizio febbraio ad oltre 258 c$/lb ha registrato un ribasso di circa il 10%; da inizio anno oltre il 15% il calo sulla varietà robusta.
Lato fondamentali pesano l’incremento dell’offerta dal Vietnam e il miglioramento del meteo brasiliano durante il periodo di fioritura (vedi precedente highlight), ma nell’ultima settimana determinanti sono stati gli effetti sul mercato derivanti dall’ intervento militare russo in Ucraina.
I timori sono di come l’inflazione, aggravata dai rincari energetici derivanti dal conflitto, possa portare ad un razionamento temporaneo della domanda, rallentata anche dalle restrizioni dei movimenti in Europa.
A contribuire ai ribassi è anche il rafforzamento del dollaro, bene rifugio in tempi di elevata incertezza.
Tuttavia, l’offerta di caffè rimane limitata e i trasporti ostacolati da logistica e crisi energetica, come testimoniato dai bassi livelli degli stock certificati di borsa. Sulla varietà arabica, dopo la campagna disastrosa brasiliana risultano deludenti anche le produzioni colombiane.
Sul fronte monetario Powell (presidente della FED), dinnanzi alla Commissione dei servizi finanziari della Camera ha detto che sia ragionevole alzare il costo del denaro di 25 punti, rispetto ai 50 ipotizzati dagli esperti prima del conflitto. L’intervento monetario potrebbe calmierare la crescente inflazione.
Le quotazioni dell’arabica, dopo le tensioni dei primi venti giorni di gennaio sono tornate ai livelli di inizio anno. Prezzi del robusta che, come previsto, sono invece ai minimi da inizio dicembre.
Il mercato ha quindi mostrato qualche timido segnale di ribasso, anche se i prezzi si mantengono ancora a livelli medi sostenuti e ci sono ancora evidenti fattori di supporto e rischio almeno fino all’arrivo del nuovo raccolto brasiliano.
Tra i fattori ribassisti segnaliamo:
Diversi sono però gli elementi che mantengono elevati i prezzi nel breve medio periodo:
Il Dipartimento dell’Agricoltura USA (USDA) ha pubblicato il “Coffee: World Markets and Trade” con l’aggiornamento dei fondamentali di mercato:
Campagna 21/22:
A livello mondiale si conferma un calo produttivo di circa 8 Mio bags, -5% rispetto alla scorsa campagna. Il calo è soprattutto riconducibile all’anno di scarica che ha caratterizzato la varietà arabica in Brasile, aggravato dal meteo siccitoso e dalle gelate durante l’estate. Gli stock finali sono previsti calare del 18%, al livello più basso dalla campagna 11/12. A farne le spese sono gli scambi, che perdono circa il 2%.
A fronte di un aumento dei consumi dell’1 % (trainato da UE, USA e Brasile) il surplus di mercato passa da 12 Mio bags della campagna 20/21 a 2,6 Mio bags con un rapporto stock utilizzi che passa dal 22% al 18%.
Brasile:
Produzione di arabica in calo del 30% rispetto alla scorsa campagna. Aumenta invece la produzione di robusta, +5,45%. A livello complessivo la produzione di caffè cala del 20%. Complice anche un aumento dei consumi interni dell’1,5%, gli stock sono previsti calare del 15% con l’export ai minimi dalla campagna 17/18.
Vietnam:
Aumenta l’offerta dal Vietnam, principale produttore di robusta grazie agli investimenti e a una buona irrigazione, favoriti dall’aumento relativo dei prezzi del caffè rispetto ad alternative come avocado e durione. La maggiore produzione, +7%, porterà a un export di circa 29 Mio t, +15% rispetto alla scorsa campagna.
Colombia:
La produzione di arabica, con un meteo sfavorevole per La Niña, dopo il calo della scorsa campagna fatica ad aumentare, solo +3% e ancora inferiore rispetto ai livelli del 19/20. L’ammanco di prodotto brasiliano porterà ad un aumento dell’export del 10% ed a un drastico calo degli stock -59%.
I principali paesi importatori (USA e UE), dati gli elevati prezzi e la minor offerta globale, faticano a soddisfare l’aumento previsto dei consumi interni con l’import. A farne le spese sono gli stock, -4% in USA e -18% in UE.
USDA, contro le aspettative, ha quindi fornito una previsione di leggero surplus globale, migliorativa rispetto ai dati precedenti.
Nello scenario Areté 21/22 offriamo un livello di approvvigionamento del mercato inferiore rispetto a quello di USDA, considerando soprattutto minori produzioni Colombiane (come testimoniato dai dati dei primi mesi della campagna).
Risulta evidente il basso livello di approvvigionamento del mercato e soprattutto come, da qui al prossimo raccolto Brasiliano, il meteo e la logistica restino ancora le variabili da monitorare.
Nelle ultime settimane i prezzi hanno subito qualche ribasso per le preoccupazioni sulla diffusione della pandemia, per il leggero miglioramento delle aspettative sui fondamentali di mercato, ma anche per l’indebolimento del Real rispetto al Dollaro.
Tuttavia, almeno fino all’inizio della prossima campagna brasiliana, i fattori di rischio rialzisti rimangono elevati:
I prezzi continuano nella loro spirale rialzista con robusta e arabica che sono ai massimi dal 2011.
Da inizio mese le quotazioni dell’arabica sono aumentante del 22% superando la resistenza dei 240 c$/lb e raggiungendo i massimi dal 2011. Aumenti anche sulla varietà robusta, anche essa ai massimi degli ultimi 10 anni. Gli aumenti sono stati assecondati dalla speculazione, con un crescente numero di posizioni lunghe nette degli operatori non commerciali.
Il premio dell’arabica rispetto al robusta, sulla prima scadenza, ha superato i 130 c$/lb rispetto a una media delle ultime 10 campagne di circa 60 c$/lb.
Le ragioni di tali aumenti sono ancora da ricercarsi in un ulteriore deterioramento dei fondamentali.
In particolare nei “Coffee Semi-Annual Report” di USDA, pubblicati tra il 18 e il 19 novembre, si evidenzia:
Elementi rialzisti derivano anche dalla incertezza sulla prossima raccolta brasiliana 22/23 per la quale USDA non ha ancora fornito previsioni.
Dopo le piogge dell’ultimo periodo, torna infatti il rischio siccità che potrebbe impattare ulteriormente su un futuro raccolto già in parte compromesso dalla siccità e dalle gelate di giugno e luglio.
Secondo la banca brasiliana Itaù BBA, per la campagna 22/23 (luglio-giugno), la produzione potrebbe raggiungere tra 60 e 64 Mio bags, circa +11% rispetto alla campagna corrente, ma circa -11% rispetto all’ultimo ciclo biennale di carica 20/21.
Tale scenario, nella sua declinazione ottimista, risulta in linea con le prime previsioni di Rabobank.
L’incertezza sul prossimo raccolto rende i produttori brasiliani reticenti alle vendite forward. Safras e Mercado mostra come al 20 ottobre i produttori brasiliani abbiano chiuso contratti per il 26% del prossimo raccolto, solo +1% rispetto al mese precedente e ben inferiore rispetto al 64% contrattualizzato nella campagna 19/20 durante lo stesso periodo. Fenomeni di ritenzione dell’offerta stanno caratterizzando anche la Colombia (vedi precedente highlight).
I prezzi finanziari dell’arabica e del robusta, dopo le correzioni a ribasso nella prima settimana di novembre, stanno registrando nuovi fenomeni di volatilità rialzista.
Le quotazioni dell’arabica, negli ultimi due giorni, hanno sono aumentante del 7% superando la soglia dei 220 c$/lb. Aumenti anche sulla varietà robusta, nello stesso periodo, +4% confermandosi ai massimi dal 2010.
Il premio dell’arabica rispetto al robusta, sulla prima scadenza, è tornato superiore a 100 c$/lb rispetto a una media delle ultime 10 campagne di circa 60 c$/lb.
Il contesto macroeconomico e lo sviluppo meteo nelle principali aree produttive stanno portando a un deterioramento dei fondamentali, rappresentando i principali fattori rialzisti. Volatilità accentuata anche dalla speculazione.
In Brasile, a settembre, piogge sopra la media in Minas Gerais hanno portato sollievo alle piantagioni, migliorano le prospettive per l’attesa annata di carica 22/23 che, tuttavia, non raggiungerà i livelli visti nel precedente anno di carica 20/21, per rese inevitabilmente compromesse dal meteo avverso degli scorsi mesi.
Secondo la banca brasiliana Itaù BBA, per la campagna 22/23 (luglio-giugno), la produzione potrebbe raggiungere tra 60 e 64 Mio bags, circa +11% rispetto alla campagna corrente, ma circa -11% rispetto all’ultimo ciclo biennale di carica 20/21.
Tale scenario, nella sua declinazione ottimista, risulta in linea con le prime previsioni di Rabobank.
La crisi dei trasporti legata alla pandemia continua ad animare il mercato del caffè, trasferendo rialzi di prezzo soprattutto alla varietà robusta che ha raggiunto i valori massimi dal 2010.
La carenza di container dal Vietnam rallenta infatti le spedizioni: tra gennaio e ottobre -4,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Tensioni anche sulla varietà arabica dove oltre alla logistica pesa anche la minor offerta dal Brasile (vedi precedente highlight) e dalla Colombia, dove le eccessive piogge minacciano il raccolto.
Il premio rispetto alla varietà robusta è ancora superiore ai 90 c$/lb rispetto a una media delle ultime 10 campagne di circa 60 c$/lb.
Da segnalare anche qualche fenomeno di ritenzione dell’offerta, con i farmer colombiani che hanno mandato in default contratti chiusi a prezzi ben inferiori rispetto ai correnti per circa 1 Mio di sacchi, contribuendo a rallentare l’offerta.
Lo sviluppo meteo nelle principali aree produttive brasiliane rappresenta il principale driver del mercato.
I prezzi dell’arabica risentono particolarmente dell’ammanco di offerta brasiliana e si confermano ai massimi dal 2014. Il premio dell’arabica rispetto al robusta, sulla prima scadenza, è tornato superiore a 90 c$/lb rispetto a una media delle ultime 10 campagne di circa 60 c$/lb
Da monitorare per offerta di arabica anche:
Evidenti anche le tensioni sul mercato del robusta (ai massimi dal 2017); dove il driver non sono solo gli aumenti dell’arabica, ma anche i limiti dell’offerta dal Vietnam riconducibili alla pandemia (carenza di navi e container, blocchi ai porti e nuovo lockdown). Tra inizio gennaio e fine settembre, l’export dal Vietnam è calato del 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2020.
Conab (Companhia Nacional de Abastecimento) ha pubblicato un aggiornamento delle previsioni di produzione brasiliana per la campagna corrente 21/22.
Di fatto, con un taglio di circa 2 Mio di sacchi rispetto alle previsioni di maggio, la produzione totale è ora attesa a 46,9 Mio di sacchi, -25,6% rispetto alla 20/21.
La campagna particolarmente siccitosa e le gelate di febbraio hanno infatti negativamente impattato sul ciclo produttivo di scarica.
Sebbene la revisione fosse attesa dagli operatori, la notizia ha trasmesso volatilità rialzista alle quotazioni.
Le quotazioni dell’arabica sono tornate a registrare rialzi dopo una correzione a ribasso da inizio settembre di oltre il 7%.
Si rafforza il trend rialzista del robusta; dove il driver non sono solo gli aumenti dell’arabica, ma soprattutto i limiti dell’offerta dal Vietnam riconducibili alla pandemia (carenza di navi e container, blocchi ai porti e nuovo lockdown). Tra inizio gennaio e metà settembre, l’export dal Vietnam è calato del 5,3% rispetto allo stesso periodo del 2020.
Il premio dell’arabica rispetto al robusta si attesta ora intorni ai 70 c$/lb dopo aver toccato, a fine luglio, dei massimi oltre i 110 c$/lb.
Il mercato, dopo la flessione di inizio agosto, è andato incontro a nuovi fenomeni di volatilità rialzista.
Le quotazioni dell’arabica sono aumentate di circa il 12%; più marcati gli aumenti sul robusta, +18%. La basis tra arabica e robusta si mantiene tuttavia elevata, intorno ai 100 c$/lb (rispetto a una media delle ultime 10 campagne di circa 60 c$/lb).
I principali driver rialzisti si confermano le preoccupazioni sull’offerta brasiliana (primo produttore ed esportatore di arabica) e vietnamita (primo produttore ed esportatore di robusta).
La speculazione è un altro fattore che pesa sulla volatilità dei mercati con posizioni lunghe nette degli operatori non commerciali di nuovo in aumento.
I prezzi, dopo i picchi di fine luglio, hanno registrato qualche calo.
L’arabica dopo aver sforato la resistenza dei 200 c$/lb è tornato a livelli inferiori rispetto ai 180 c$/lb, il robusta dopo picchi vicino ai 2.000 $/t è rientrato sotto i 1.900 $/t.
Il premio dell’arabica rispetto al robusta, sulla prima scadenza, si mantiene superiore a 90 c$/lb rispetto a una media delle ultime 10 campagne di circa 60 c$/lb
L’ondata rialzista legata alle preoccupazioni per il drastico calo produttivo Brasiliano e per i rallentamenti all’export dal Vietnam (vedi precedente highlight) è temporaneamente calmierata dalle preoccupazioni per la diffusione della variante delta (che potrebbe portare a un ridimensionamento della domanda) e dall’aumento dell’offerta colombiana dopo i blocchi legati alle proteste per la riforma tributaria. Pesa anche la nuova fase di indebolimento del Real brasiliano rispetto al dollaro che stimola l'export dal Brasile.
I ribassi sono stati assecondati da una presa di posizione degli speculatori.
La Green Coffe Association mostra a luglio un aumento degli stock rispetto a giugno del 5%, ai livelli più alti degli ultimi 9 mesi, ma inferiori rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Le gelate che stanno caratterizzando le principali aree di produzione di arabica in Brasile, soprattutto Minas Gerais e Sao Paolo continuano ad animare il mercato e l’interesse di acquisto degli speculatori.
La raccolta di arabica brasiliana 2021/22 (al 60%) già in marcato calo rispetto alla scorsa campagna (-30%) per la grave siccità e l’anno di scarica non dovrebbe essere ulteriormente impattata dalle gelate, ma le preoccupazioni sono soprattutto per la campagna 2022/23.
È ancora presto per valutare l’entità dei danni, ma diversi operatori indicano perdite potenziali fino a 6 Mio di sacchi per la campagna di carica brasiliana 2022/23 che già partirà con bassi stock di riporto. Intanto Safras e Mercado indica come il 48% della produzione 21/22 sia già stata venduta. Lo scorso anno, alla stessa data, era stato contrattato il 40% del raccolto.
Le quotazioni dell’Arabica in un mese sono aumentate del 40% raggiungendo i picchi dal 2014, il mercato è sbilanciato in iper-acquisto con un aumento delle posizioni nette degli operatori non commerciali.
Le tensioni si sono trasmesse anche alle quotazioni della varietà robusta. A livello globale la produzione di robusta è prevista aumentare del 5%, ma i rincari e i rallentamenti della logistica via mare stanno mettendo in difficoltà l’offerta dal Vietnam, primo produttore ed esportatore. Quotazioni ai massimi dal 2017 e vicino a 2.000 $/t.
Il premio dell’arabica rispetto al robusta, sulla prima scadenza, ha superato i 110 c$/lb rispetto a una media delle ultime 10 campagne di circa 60 c$/lb. Gli stock THE ICE rispetto a maggio sono calati sia per il robusta che per l’arabica, ma si mantengono ancora a livelli solidi.
Le preoccupazioni per le gelate in Brasile che stanno caratterizzando le principali aree di produzione di arabica, soprattutto Minas Gerais e Sao Paolo, hanno rinnovato l’interesse di acquisto degli speculatori trasmettendo forte volatilità rialzista al mercato.
Secondo alcuni operatori il meteo potrebbe avere anche effetti di lungo periodo impattando negativamente sulla raccolta di carica prevista per il 2022.
Negli ultimi due giorni le quotazioni dell’arabica su THE ICE, dopo una breve congiuntura ribassista utile per allungare le coperture (vedi precedente highlight), sono aumentate di oltre il 13% raggiungendo i valori massimi dal 2015.
Le tensioni, seppure in maniera più contenuta (i prezzi sono ai massimi dal 2018), si sono trasmesse anche alle quotazioni della varietà robusta, che già risentiva degli ostacoli all’export dal Vietnam.
Il premio dell’arabica rispetto al robusta, sulla prima scadenza, ha superato i 90 c$/lb rispetto a una media delle ultime 10 campagne di circa 60 c$/lb.
Con la raccolta di arabica brasiliana completata per circa il 50% è ancora presto per capire se le recenti gelate possano portare a un peggioramento del deficit di caffè per il calo produttivo in Brasile ad oggi previsto circa del 30%.
I mercati si confermano in un periodo di accentuata volatilità.
I prezzi dell’arabica, dopo la prevista congiuntura ribassista che ha riportato le quotazioni sotto i 150 c$/lb, hanno registrato nuovi rimbalzi. Deciso il trend di aumento del robusta che, negli ultimi 20 giorni, ha guadagnato circa 200 $/t pur mantenendo uno sconto rispetto all’arabica ancora elevato.
La volatilità dell’arabica è alimentata dalle notizie sul meteo in Brasile dove, il calo produttivo di circa il 30% previsto da USDA potrebbe essere rivisto a ribasso per le recenti gelate che stanno caratterizzando il paese. A pesare è anche il rallentamento che l’export colombiano ha registrato negli ultimi due mesi per le proteste sulla riforma tributaria.
Il mercato del robusta, con la produzione mondiale prevista in aumento, soffre invece gli effetti della pandemia sul trasporto marittimo. In particolare preoccupano i rallentamenti all’export dal Vietnam dovuti ai problemi logistici ai porti, alla disponibilità di navi e di container e ai noli particolarmente elevati.
La speculazione è un altro fattore che pesa sulla volatilità dei prezzi con gli operatori non commerciali sbilanciati sulle posizioni lunghe.
Il Dipartimento dell’Agricoltura USA (USDA) ha aggiornato i fondamentali di mercato pubblicando le prime previsioni per la campagna 21/22, in linea con le anticipazioni Areté:
La produzione mondiale di caffè è prevista a 164,8 Mio sacchi, in calo di 11 Mio sacchi rispetto alla scorsa campagna; -14% sulla varietà arabica, +5% sulla varietà robusta.
Il calo è principalmente riconducibile alla ciclicità produttiva “off” brasiliana aggravata dalla grande siccità che ha caratterizzato il paese impattando sulla varietà arabica.
La ripresa dei consumi, +1,12% (principalmente in UE, USA e Brasile) porterà il mercato a un deficit di 132.000 sacchi ed a un calo del rapporto stock finali / consumi dal 24,5% della campagna corrente al 19,4%; il valore più basso dalla campagna 11/12.
BRASILE:
La produzione di arabica (a raccolta da poco cominciata) è prevista calare di oltre il 29% raggiungendo un minimo dalla campagna 11/12. Oltre alla campagna “off” e alla siccità pesano anche le potature sopra la media dopo la produzione record della scorsa campagna. Meglio la varietà robusta con una conferma del crescente trend produttivo. Gli stock, nonostante il calo dell’export, sono previsti calare di oltre il 60%.
VIETNAM:
La produzione di robusta è prevista aumentare del 6% a 30,8 Mio sacchi. L’aumento è riconducibile anche ai maggior investimenti per l’irrigazione e la fertilizzazione durante l’inizio del 2021 grazie all’aumento dei prezzi. L’export è previsto aumentare di oltre il 12%, ma restano da monitorare i rallentamenti dovuti ai problemi logistici ai porti, alla disponibilità di navi e di container e ai noli particolarmente elevati.
COLOMBIA:
Previsto un leggero calo produttivo rispetto alla campagna scorsa. La federazione dei produttori segnala come le nuove varietà siano particolarmente resistenti alla ruggine fogliare. Da monitorare la forte ripresa dell’offerta, dopo i cali degli scorsi mesi per le proteste sulla riforma tributaria.
Da segnalare il crescente ruolo di produttore ed esportatore dell’Etiopia, terzo produttore mondiale di arabica.
Nei principali paesi consumatori, USA e UE, gli stock sono previsti calare a fronte di consumi più elevati e minor import per i prezzi più sostenuti e la minor offerta globale.
Breaking News:
L’aggiornamento dei fondamentali di mercato di USDA inizialmente previsto per oggi è stato posticipato a lunedì 21 giugno sera.
Intanto segnaliamo che i prezzi dell’arabica, nell’ultima settimana, sono andati incontro a una correzione a ribasso perdendo circa il 7% e convergendo verso la previsione. Più stabile la varietà robusta.
Le piogge in Brasile e la ripresa dell’offerta colombiana dopo le proteste per la riforma tributaria sono i principali driver dei cali dell’arabica.
I prezzi finanziari dell'arabica e del robusta, nonostante le correzioni a ribasso di inizio settimana, si mantengono ai livelli più alti rispettivamente da novembre 2016 e novembre 2018. A livelli sostenuti il premio dell’arabica sul robusta.
Il contesto macroeconomico, il calo dell’offerta e la ripresa dei consumi si confermano i principali fattori rialzisti, che alimentano anche la speculazione.
BRASILE
VIETNAM
COLOMBIA
Lato domanda, con gli sviluppi delle campagne vaccinali si conferma l’ottimismo per la ripresa dei consumi. ICO, ha recentemente rivisto a rialzo i consumi a livello globale a 167.6 Mio bags (166.3 la stima precedente).
Prezzi finanziari ancora in aumento. La varietà arabica ha raggiunto i massimi da inizio 2017, tensioni anche sulla varietà robusta, ai massimi degli ultimi 8 mesi.
Le aspettative del calo produttivo brasiliano nella campagna 21/22 si stanno concretizzando, e il deficit di mercato soprattutto sull’arabica alimenta il trend di rialzo e la speculazione. Secondo Marex, la siccità potrebbe causare problemi che avrebbero impatti negativi sulle produzioni per almeno due campagne.
Da segnalare anche i rallentamenti dell’offerta colombiana, secondo la federazione dei produttori di caffè, le proteste per la riforma tributaria avrebbero già bloccato la spedizione di oltre 600.000 bags di caffè.
Con gli sviluppi delle campagne vaccinali si conferma anche l’ottimismo per la ripresa della domanda.
Aumenta il premio dell’arabica sul robusta. Robusta che risente dell’effetto trasmissione rialzista e di un'offerta Vietnamita in contrazione.
I prezzi finanziari hanno registrato ulteriori tensioni rialziste.
In particolare l’arabica ha raggiunto i valori massimi dal 2017. Meno pronunciati gli aumenti del robusta, che è comunque ai massimi degli ultimi 8 mesi. L’indice ICO segue l’andamento dei mercati finanziari ed è ai massimi dal 2017.
La basis tra arabica e robusta ha toccato valori superiori a 80 c$/lb, rispetto a valori medi dell’ultimo anno inferiori ai 60 c$/bu.
La congiuntura rialzista è infatti dettata dalle preoccupazioni sull’offerta brasiliana, principale produttore ed esportatore della varietà arabica. Tensioni visibili anche sulle altre commodity dove il brasile ha un ruolo chiave: soia, mais, zucchero.
ICO indica come la siccità (nell’ultima settimana si segnalano piogge al 2% rispetto alla media storica) possa comportare un calo produttivo in Brasile superiore al 30%. Il dato è peggiorativo rispetto alle aspettative di Safras e Mercado (-18%) e coincide con lo scenario peggiore ipotizzato a gennaio dal CONAB (Companhia Nacional de Abastecimento).
Secondo Olam la siccità in brasile potrebbe comportare un deficit strutturale di 8 Mio bags nella campagna 21/22.
Continua la fase di rafforzamento della valuta brasiliana: il tasso di cambio USD/REAL, ha raggiunto i minimi da quattro mesi disincentivando l’export brasiliano.
In Colombia, nonostante i dati della federazione dei produttori indichino un aumento di produzione ed export ad aprile, c’è preoccupazione che le proteste per la riforma tributaria possano rallentare l’offerta.
I citati fattori rialzisti hanno alimentato la speculazione finanziaria: posizioni nette lunghe degli operatori non commerciali in sensibile aumento soprattutto sull’arabica. Speculazione alimentata anche dall’ottimismo sui consumi per i risultati delle campagne vaccinali.
I prezzi del caffè continuano ad essere animati da tensioni rialziste. In particolare, l’arabica ha toccato i massimi da febbraio. Il contesto macroeconomco e problematiche lato offerta sono i principali driver del trend.
Macro:
Offerta:
Migliorano invece le aspettative sull’offerta Colombiana. La federazione dei produttori Colombiana registra una produzione in aumento del 30% a marzo 2021 rispetto allo stesso mese del 2020. Dopo i rallentamenti di inizio campagna (per una maturazione tardiva), la produzione cumulata risulta ora del 2,3% superiore rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna. USDA, a dicembre, ha previsto una produzione colombiana in linea con quella della scorsa campagna.
Lato domanda permangono le preoccupazioni per la pandemia, ma ci sono anche segnali di ripresa. La National Coffee Association, mostra come il consumo di caffè nelle case degli americani abbia raggiunto livelli record, registrando un aumento dell'8% da gennaio 2020. Inoltre, la Green Coffe Association mostra un calo degli stock ai porti americani a marzo 2021 rispetto a febbraio 2021.
Dopo la congiuntura ribassista che da metà marzo ha caratterizzato il mercato (vedi highlight precedente), come da previsione, i prezzi hanno registrato dei rialzi.
Dal 1° aprile le quotazioni finanziarie di arabica e robusta sono aumentate rispettivamente del 5,1% e del 1,5%. In aumento anche l’indice ICO (+3,7%).
A pesare, oltre a un leggero recupero del Real brasiliano rispetto al dollaro (il tasso di cambio USD/REAL da inizio aprile è calato di circa il 3,5% mantenendosi tuttavia a livelli elevati), sono le aspettative deludenti sui prossimi raccolti in Brasile e in Vietnam:
Migliorano invece le aspettative sull’offerta Colombiana. La federazione dei produttori Colombiana registra una produzione in aumento del 30% a marzo 2021 rispetto allo stesso mese del 2020. Dopo i rallentamenti di inizio campagna (per una maturazione tardiva), la produzione cumulata risulta ora del 2,3% superiore rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna. USDA, a dicembre, ha previsto una produzione colombiana in linea con quella della scorsa campagna.
Lato domanda permangono le preoccupazioni per i ritardi della campagna vaccinale in Europa e per i recenti aumenti di casi Covid negli USA. Tuttavia, la National Coffee Association, mostra come il consumo di caffè nelle case degli americani abbia raggiunto livelli record, registrando un aumento dell'8% da gennaio 2020.
Nonostante le aspettative deludenti sui prossimi raccolti in aree chiave di produzione, il mercato sta attraversando una congiuntura ribassista.
Dal 26 marzo le quotazioni finanziarie di arabica e robusta sono calate rispettivamente del 5,4% e 5,3%, in calo anche l’indice ICO (-3,2%).
Tra i principali fattori ribassisti segnaliamo:
A livello medio, le quotazioni di marzo rimangono tuttavia a livelli superiori rispetto a febbraio, riflettendo le basse aspettative sull’offerta:
Da monitorare anche la carenza di navi e container ai porti che potrebbe rallentare l’offerta.
BRASILE:
Nonostante da metà marzo la valuta brasiliana abbia registrato qualche segnale di recupero, la debolezza del Real brasiliano rispetto al dollaro, rappresenta uno stimolo per l’offerta.
Safras e Mercado indica come il 28% della produzione stimata brasiliana 21/22 sia già stato contrattato. Lo scorso anno, ad oggi, era stato contrattato il 18% del futuro raccolto.
Produzione brasiliana che, come anticipato da Areté, andrà incontro a un importante ridimensionamento, non solo per la ciclicità produttiva biennale, ma anche per la siccità di inizio anno e le piogge tardive di marzo. Safras e Mercado prevede un calo produttivo in brasile del 18% rispetto alla scorsa campagna. Calo in linea con quanto riportato a gennaio da CONAB (Companhia Nacional de Abastecimento).
Si segnalano ancora problematiche logistiche ai porti e costi di trasporto elevati che stanno impattando anche su altre commodity brasiliane come soia e zucchero.
VIETNAM:
USDA prevede un calo produttivo per la campagna 20/21 (ott-sett) del 7,4%, a causa del meteo siccitoso cha ha segnato l’inizio della stagione e dei minori investimenti sulle aree derivanti dai prezzi bassi. Fonti nazionali parlano addirittura di un calo produttivo superiore al 10%.
L’export risente particolarmente della difficoltà logistica. Nonostante da marzo sia aumentata la quantità di container disponibili, le tariffe risultano ancora 4-7 volte superiori al normale. Tra gennaio e febbraio 2021 l’export è calato del 18% rispetto allo stesso periodo del 2020.
COLOMBIA:
La federazione dei produttori Colombiana registra un calo produttivo nei primi cinque mesi (ott-feb) della campagna dell’ 1,1% rispetto allo stesso periodo del 19/20. Dato più pessimista rispetto alla previsione USDA di una produzione invariata rispetto alla scorsa campagna.
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La domanda continua invece nella sua fase di recupero:
I prezzi finanziari dell'arabica e del robusta, dopo aver raggiunto i valori massimi rispettivamente da settembre 2017 e da settembre 2020, hanno registrato una correzione a ribasso, tornando a livelli poco superiori rispetto a quelli della terza settimana di febbraio. In ribasso anche l'indice ICO.
I ribassi sono principalmente dovuti a correzioni speculative congiunturali (dopo l'iper comprato dei non commercial di fine febbraio). A pesare anche l'indebolimento del real rispetto al dollaro (ai livelli più bassi degli ultimi 4 mesi), che incentiverebbe l'offerta brasiliana.
Da inizio campagna (ottobre 2020) i prezzi, a livello medio mensile, continuano tuttavia a mantenere un trend rialzista; +22% arabica, +10% robusta.
Il mercato fa infatti i conti con le aspettative di una produzione 21/22 deludente e in netto calo rispetto alla scorsa campagna nelle principali aree produttive. A questo si aggiungono le problematiche logistiche ai porti e la carenza di container.
Aumentano anche le aspettative sulla ripresa della domanda:
Prezzi finanziari in aumento; in una seduta l’arabica è aumentato del 4,7% raggiungendo i massimi da settembre 2020; il robusta è aumentato del 3,6% raggiungendo i livelli massimi degli ultimi 4 mesi. In sensibile aumento anche l’indice ICO.
A pesare è soprattutto la preoccupazione crescente per la prossima produzione brasiliana.
In Minas Gerais, principale area produttiva, le piogge la scorsa settimana sono state del 61% inferiori rispetto alla media storica, andando ad aggravare la già esistente siccità (come riportato anche nell’ultimo report USDA). Maxar prevede che nelle prossime settimane potrebbero invece arrivare piogge consistenti che potrebbero causare allagamenti e danneggiare le piantagioni in alcune aree.
Il mercato, come anticipato da Areté, inizia quindi a fare i conti con aspettative di una minore offerta per la prossima campagna. A questo si aggiungono le problematiche logistiche ai porti e la carenza di container.
Aumentano anche le aspettative sulla ripresa della domanda; la Green Coffe Association ha mostrato come gli stock USA siano calati del 12,4% rispetto allo scorso anno.
Il mercato mostra ancora qualche segno di debolezza. Da metà gennaio la prima scadenza future è calata del 2,9% per l’arabica e del 1,4% per il robusta. Nello stesso periodo, l’indice ICO ha perso l’1,8%.
Tra i fattori ribassisti segnaliamo:
Tuttavia aumentano le preoccupazioni riguardo all’offerta dei prossimi mesi:
Dopo i rialzi di prezzo di fine 2020, il mercato, a inizio 2021, è entrato in una fase ribassista. Nei primi 8 giorni di gennaio la prima scadenza future è calata del 5,6% per l’arabica e del 3,3% per il robusta. Nello stesso periodo, l’indice ICO ha perso il 4,2%.
Diversi sono i fattori ribassisti che stanno animando il mercato:
Tuttavia, permangono preoccupazioni riguardo all’offerta dei prossimi mesi: