Archivio - Olio di Palma

Previsioni di un rimbalzo produttivo nel breve periodo riportano in calo i prezzi

Mercoledì, 24 Aprile 2024

L’inizio del periodo delle rese crescenti delle palme nel Sud-Est Asiatico sta stimolando aspettative di un importante rimbalzo produttivo durante il secondo trimestre dell’anno ed ha incentivato cali sull’olio di palma grezzo del 12% su Bursa Malaysia e dell’11% a Rotterdam da inizio aprile ad oggi. Inoltre, vi sono timori di una lenta domanda nel breve termine, a seguito della fine del mese di digiuno del Ramadan e la relativa celebrazione dell'Eid-al Fitr, che si contrappone ad un’offerta malese di olio di palma in ripresa a fine marzo.

L’attuale congiuntura ribassista trova il suo principale sostegno nei dati mensili pubblicati sulla produzione malese di marzo, che mostrano il primo rimbalzo produttivo degli ultimi 5 mesi, in aumento dell’11% rispetto al mese precedente e sopra ai livelli dello scorso anno. Questo aumento si spiega in parte con il miglioramento della disponibilità di lavoratori, le raccolte più frequenti e la diminuzione delle perdite in campo. Parallelamente, la domanda di olio di palma della Malesia è stata sostenuta dagli elevati consumi interni e da un forte aumento delle esportazioni, cresciute del 29% rispetto al mese precedente. Questa domanda ha, quindi, superato i livelli di produzione di marzo, portando a una diminuzione delle scorte dell’11% ma fino ad un livello più elevato degli stock disponibili nello stesso mese dello scorso anno.

Secondo la Solvent Extractors' Association of India (SEA), tra ottobre e marzo 2023/24 le importazioni indiane di olio di palma sono state di 4,3 Mio t, in calo del 20% rispetto al 2022/23 a causa degli elevati prezzi dell’olio di palma che da inizio campagna hanno stimolato gli acquisti dell’olio di girasole (+23% nello stesso periodo). Gli stock di olio di palma presenti nei porti indiani nel giro di due mesi si sono dimezzati attorno a 233 Kt, mentre quelli dell’olio di girasole hanno raggiunto un massimo degli ultimi sei mesi a 252 Kt. A fine marzo le scorte indiane di oli vegetali hanno proseguito nel trend di calo degli ultimi sette mesi e risultano inferiori del 33% rispetto ai livelli dell’anno precedente. In questo scenario, il rallentamento produttivo dell’olio di girasole atteso da maggio in avanti e un’offerta di olio di palma dal Sud-Est Asiatico relativamente più abbondante hanno il potenziale di stimolare la domanda indiana per l’olio di palma nel medio periodo.

In India ed altri paesi importatori i prezzi dell’olio di palma CIF sono già diventati più attraenti di quelli dell’olio di girasole e questa situazione potrebbe determinare un cambiamento nei flussi commerciali. Situazione analoga in Europa, dove prospettive di una crescita dell’offerta dell’olio di palma nel breve periodo hanno incrementato la competitività di quest’ultimo rispetto agli altri oli vegetali, diminuendo il premio sull’olio di girasole e sull’olio di soia rispettivamente a circa 60 $/t e 90 $/t rispetto ai massimi di inizio mese di 180 $/t e 150 $/t.

Aspettative di un forte ritorno della domanda internazionale sostengono i prezzi

Martedì, 26 Marzo 2024

I prezzi dell'olio di palma grezzo sulla Borsa Malese hanno superato i 4.300 MYR/t (+19% dal minimo di inizio anno), livello registrato l’ultima volta ad aprile 2023.  Una produzione limitata dalla stagionalità e scorte ridotte nel Sud-Est Asiatico si affiancano a speculazioni su un forte ritorno della domanda nel breve termine sulla scia del Ramadan in corso e dei preparativi per la celebrazione della sua conclusione verso metà aprile. Le esportazioni di prodotti a base di olio di palma della Malesia per il periodo 1-20 marzo sono aumentate del 7,4% rispetto allo stesso periodo del mese precedente, secondo i dati dell’ispettore di carico Intertek Testing Services, accelerando rispetto all'aumento del 3,3% stimato nella prima metà di marzo. In questo scenario rialzista, si sono osservati rilevanti aumenti anche sugli altri oli vegetali. Tuttavia, l’olio di palma in Europa mantiene ancora un ampio premio rispetto alle altre referenze: a livello medio, l’olio di girasole registra uno sconto di oltre 100 $/t sull’olio di palma, mentre l’olio di soia di circa 90 $/t.

Questa congiuntura ha il potenziale di spingere la domanda internazionale verso altri oli vegetali più economici, ma va evidenziato che questo discorso è valido prevalentemente per l’olio di palma ad uso alimentare che traina il mercato delle esportazioni, ma non per la produzione di biodiesel. Quest’ultima è maggiormente legata al differenziale con il petrolio, il cui prezzo negli ultimi mesi è stato sostenuto da guerre e preoccupazioni sui tagli di produzione dei Paesi OPEC+. Inoltre, a questa situazione si aggiungono le politiche nazionali di Indonesia e Malesia per incentivare la produzione di biodiesel che hanno il potenziale di incrementare i consumi domestici di olio di palma a livelli record. Secondo l’Associazione dei Produttori di Biocarburanti dell'Indonesia (APROBI), a gennaio la produzione di biodiesel in Indonesia è stata il 3% superiore ai livelli dell’anno precedente ed il mandato di miscelazione del 35% di biodiesel ha continuato a determinare più della metà del consumo nazionale di olio di palma.

L’attuale panorama rialzista trova, inoltre, sostegno nei dati pubblicati sulla produzione malese di febbraio, che segue la forte tendenza di calo stagionale degli ultimi quattro mesi e si attesta sui bassi livelli di un anno fa. Tuttavia, il problema della carenza di manodopera ha registrato miglioramenti in diverse piantagioni e questa situazione dovrebbe permettere di incrementare la raccolta dei frutti nei prossimi mesi. La ridotta produzione si affianca ad una crescente domanda interna per la produzione di biodiesel, stimolata dall’aumento dei prezzi del petrolio, che limita il potenziale di export del Paese e ne contrae gli stock: a febbraio le esportazioni malesi sono crollate a solo 1,02 Mio t (-25% rispetto al mese precedente) e le scorte disponibili hanno raggiunto un minimo degli ultimi 7 mesi a 1,92 Mio t (-9% rispetto ad un anno fa). L’Indonesia risulta caratterizzata da uno scenario simile, con una produzione in calo e consumi domestici in crescita che hanno ridotto gli stock del Paese a un minimo degli ultimi cinque anni.

Insufficienti reimpianti negli ultimi anni e la crescita dell’età media delle palme nelle piantagioni sono attese mantenere rendimenti inferiori al potenziale nel Sud-Est Asiatico. Attualmente il 30% delle aree coltivate in Malesia hanno palme con un’età superiore ai 25 anni e questo trend potrebbe portare ad aumentare la percentuale al 35% nel 2027 qualora l’attività di reimpianto non venga accelerata. A fronte di ciò, la crescita annuale della produzione di olio di palma è prevista rimanere limitata e al di sotto del trend storico per i prossimi 2-4 anni.

I prezzi continuano a seguire un trend di crescita sul mercato all’origine

Mercoledì, 28 Febbraio 2024

La contrazione degli stock nei principali paesi esportatori e le aspettative di basse produzioni stanno sostenendo il trend di crescita dei prezzi dell’olio di palma: tra dicembre e febbraio 2023/24, a livello medio, le quotazioni sulla Borsa Malese sono cresciute dell’8%, mentre a Rotterdam sono aumentate solo del 3%, a fronte dell’elevata offerta di olio di soia proveniente dal Sud America e di olio di girasole dal Mar Nero. Nel mese di febbraio, l’olio di palma mantiene un ampio premio su queste referenze, a livello medio circa 70 $/t rispetto all’olio di soia e 55 $/t rispetto all’olio di girasole in Europa, risentendo della tensione rialzista esercitata dalla crescita dei prezzi del petrolio e dallo stagionale calo produttivo delle palme nel Sud-Est Asiatico.

A gennaio le scorte malesi di olio di palma risultano ai minimi degli ultimi sei mesi, in diminuzione dell’11% rispetto agli elevati livelli dello scorso anno, e un'ulteriore riduzione è attesa nei prossimi mesi a causa della stagionalità delle rese. In questa fase, le forti precipitazioni osservate ad inizio anno hanno causato inondazioni nelle principali aree di produzione e complicato la raccolta dei frutti, contribuendo ad una contrazione della produzione del 10% rispetto al mese precedente, a quota 1,4 Mio t. Le esportazioni nette del Paese hanno, invece, superato ogni aspettativa, con importazioni a un minimo pluriennale di 29 Kt ed esportazioni in crescita del 20% rispetto all’anno precedente, a quota 1,35 Mio t. Tuttavia, i dati degli ispettori di carico sui prodotti a base di olio di palma della Malesia evidenziano un probabile calo delle esportazioni per il periodo 1-20 febbraio, tra il 3,4% e il 18,3% rispetto allo stesso periodo di gennaio.

Gli ultimi dati diffusi dalla Solvent Extractors' Association of India (SEA) evidenziano una domanda indiana ancora in calo a gennaio, con importazioni in diminuzione del 14% rispetto al mese precedente (-18% rispetto all’anno scorso), a quota 533 Kt. Pur rappresentando oltre il 40% del totale delle importazioni di oli vegetali del Paese, negli ultimi mesi l’olio di palma ha perso sempre più quote di mercato in India, a fronte della maggior competitività degli altri oli vegetali. Tuttavia, a gennaio la domanda indiana di olio di girasole è diminuita del 16%, a quota 220 Kt, a causa dei problemi logistici sul Mar Rosso (vedi highlight del 31 gennaio 2024) e, seppure in forte aumento, i volumi di olio di soia (189 Kt) non appaiono in grado di sostenere gli elevati consumi di oli vegetali del Paese. Al 1° febbraio le scorte di oli vegetali in India risultano ai minimi da novembre 2022, a quota 2,65 Mio t.

Difficoltà produttive nel Sud-Est asiatico spingono al rialzo i prezzi dell’olio di palma

Mercoledì, 31 Gennaio 2024

I problemi di produzione in Indonesia e Malesia a causa di forti piogge e le difficoltà di transito per le navi dal Mar Rosso stanno alimentando un trend rialzista sulle quotazioni internazionali dell’olio di palma, con aumenti del 10% dai minimi di inizio anno ad oggi. In Europa, questa congiuntura ha portato i prezzi dell’olio di palma a premio sull’olio di girasole e sull’olio di colza, i quali risentono della pressione ribassista esercitata dall’aumento degli arrivi di olio di soia dal Sud America. Negli ultimi mesi le quotazioni dell’olio di soia hanno registrato un importante trend di calo ed uno sconto sull’olio di palma che ha raggiunto i 75 €/t, evidenziando una forte concorrenza con quest’ultimo per la domanda di oli vegetali.

A seguito di questi sviluppi e del naturale ciclo dell’olio di palma, per il primo trimestre del 2024 diversi operatori ritengono che il mercato possa risentire di una disponibilità limitata di olio di palma proveniente dal Sud-Est asiatico. Dall’altra parte, il rallentamento della domanda degli ultimi mesi ha determinato una significativa contrazione delle scorte disponibili nei principali Paesi importatori. Secondo i dati diffusi dalla Solvent Extractors' Association of India (SEA), a fine dicembre gli stock di oli vegetali in India sono risultati inferiori del 3% rispetto all’anno precedente, a quota 2,9 Mio t rispetto al record di 3,7 Mio t registrato ad agosto 2023. Da inizio anno diverse navi sono state costrette a circumnavigare l’Africa per non passare dal Mar Rosso, allungando i tempi di spedizione di 3-4 settimane. Questa situazione ha generato un forte aumento dei prezzi domestici degli oli vegetali, soprattutto per l’olio di girasole proveniente dal Mar Nero/Europa e sta spingendo gli acquirenti indiani a passare ad altri oli vegetali disponibili a prezzi scontati.

In questo scenario, gli attuali stock relativamente elevati in Malesia possono calare rapidamente, soprattutto considerando l’attuale fase di rese calanti e le difficoltà produttive del Paese. A dicembre 2023, in Malesia la produzione di olio di palma ha raggiunto i minimi degli ultimi 6 mesi, in calo del 4% rispetto ai livelli dello scorso anno. Nel corso del 2023 la produzione cumulata si è così attestata a 18,55 Mio t, solo in lieve ripresa (+1%) rispetto agli inusuali bassi volumi dei precedenti due anni. La mancanza di manodopera ha continuato a mantenere le rese per ettaro ampiamente al di sotto del proprio potenziale, a solo 3,64 t/ha rispetto alle 4,08 t/ha di media dei 10 anni antecedenti il 2021, anno in cui la Malesia ha iniziato ad avere carenze di lavoratori nelle piantagioni. Secondo l’amministratore delegato della Malaysian Palm Oil Association (MPOA), la decisione del governo di permettere alle piantagioni di assumere lavoratori stranieri potrebbe aumentare la produzione malese di olio di palma del 5%.

Nel frattempo, il fenomeno El Niño sembra aver iniziato a diminuire, lasciando spazio ad un violento inizio per la stagione delle piogge nel Sud-est asiatico. Forti piogge e inondazioni stanno colpendo alcune zone della Malesia peninsulare, ostacolando le attività di raccolta nelle piantagioni e portando alcune fonti locali a prevedere una diminuzione dell’1% della produzione malese di olio di palma nel 2024. Situazione simile in Indonesia, dove l’Agenzia di meteorologia, climatologia e geofisica (BMKG) è stata costretta a lanciare l'allarme in diverse aree del Paese, tra cui nei principali stati indonesiani produttori di olio di palma.

Gli attacchi degli Houthi sul Mar Rosso riportano in tensione i prezzi

Mercoledì, 27 Dicembre 2023

Una domanda internazionale limitata dagli ampi stock accumulati nei principali paesi importatori, come Cina e India, un’elevata produzione di olio di girasole proveniente dal Mar Nero e la debolezza dei prezzi del petrolio hanno favorito un sentimento ribassista nelle prime settimane di dicembre. Questa congiuntura ha limitato i rialzi osservati durante novembre per il deterioramento delle prospettive produttive nel sud-est asiatico.

Tuttavia, la decisione di alcune grandi compagnie di trasporto merci di sospendere le proprie rotte navali attraverso il Mar Rosso, a causa degli attacchi con missili compiuti dagli Houthi, il gruppo armato sciita che controlla buona parte dello Yemen, ha riportato in tensione le quotazioni dell’olio di palma: tra il 13-20 dicembre i prezzi del grezzo quotati su Rotterdam sono rimbalzati del 4%. Il 30% dei carichi marittimi spediti via container che vanno dall'Asia all'Europa passano attraverso il Mar Rosso. Tuttavia, la situazione attuale richiede di allungare le rotte, circumnavigando l'Africa e passando intorno al Capo di Buona Speranza, il che comporta un aumento di 10-15 giorni nel viaggio verso l'Europa e un aumento dei costi.

Simile aumento è stato osservato anche all’origine, dove permangono preoccupazioni sulla produzione a causa delle condizioni di siccità causate dal El Niño, con le quotazioni dell’olio di palma grezzo quotato sulla Borsa Malese cresciute del 4% nel medesimo periodo di riferimento. A supporto di questi timori, i dati pubblicati dall’industria malese dell’olio di palma (MPOB) evidenziano i primi segni di un calo produttivo nel Paese, in linea con l’andamento stagionale della produzione. Se da una parte in Malesia si osservano le più elevate scorte per il mese di novembre dal 2018, dall’altra sono diminuite per la prima volta in sette mesi, a causa del crollo della produzione superiore a quello delle esportazioni. Permangono aspettative di una domanda superiore alla produzione nel primo trimestre del 2024 che determinerà un’ulteriore contrazione degli stock disponibili. La diminuzione delle esportazioni degli ultimi mesi è stata controbilanciata da un forte consumo interno, sostenuto dall'aumento dell'utilizzo dell'olio di palma per la produzione di biodiesel e nel settore oleo chimico.

Il governo indonesiano ha dichiarato di voler incrementare l’uso di olio di palma per la produzione di biodiesel per il 2024 dell’1,96% rispetto a quest’anno. Nonostante siano in corso test per il B40, nel 2024 il mandato di miscelazione del biodiesel del Paese è destinato a rimanere quello del B35, in base a cui circa il 35% di biodiesel a base di palma viene miscelato con il 65% di diesel. I dati pubblicati dall’Associazione degli imprenditori indonesiani dell'olio di palma (GAPKI) evidenziano per il mese di ottobre consumi domestici ad un massimo storico, trainati da una crescita preponderante nell’uso per la produzione di biodiesel (+26%) che ha controbilanciato i cali osservati per l’uso alimentare (-3%) e nel settore oleo chimico (-2%). A fronte di ciò, gli stock indonesiani sono crollati a un minimo degli ultimi 8 mesi. Per la prima volta il consumo annuale di olio di palma per il biodiesel potrebbe superare quello per l'alimentazione. Questa tendenza è prevista continuare nel 2024, con l'aumento complessivo dei consumi interni e il rallentamento della produzione che sono attesi limitare le esportazioni dell’Indonesia.

Il deterioramento delle prospettive produttive innesca i primi rialzi

Mercoledì, 29 Novembre 2023

Le prospettive di un 2024 deficitario, caratterizzato da una produzione stagnante e da una domanda in crescita da parte delle industrie di biocarburante, ha fatto osservare i primi rialzi della campagna sui mercati internazionali. Tra ottobre e novembre, a livello medio, i prezzi dell’olio di palma grezzo quotati sulla borsa malese e a Rotterdam sono aumentati rispettivamente del 3% e 4%. Nonostante una produzione ad ottobre in forte crescita in Malesia che sta permettendo di accumulare ampi stock nel Paese, il mercato appare più sensibile a quelle che sono le aspettative sul prossimo anno.

L'olio di palma ha perso la sua dinamica di crescita, evidenziando un trend di crescita produttiva in costante rallentamento dal 2019. Si è osservato un preoccupante declino nelle rese medie in Indonesia e Malesia, a causa di diversi fattori. Insufficienti reimpianti di palme ha determinato un “invecchiamento” delle piantagioni, con circa il 30% delle palme in Malesia e il 18% in Indonesia che superano i 19 anni. Inoltre, una momentanea sospensione di nuove piantagioni in Indonesia e una riduzione dell'area totale coltivata in Malesia hanno contribuito al problema. Questa combinazione di fattori, insieme ad una carenza di manodopera e l'aumento dei costi di produzione, sta mettendo a dura prova la sostenibilità e l'efficienza del settore delle palme da olio in entrambi i Paesi.

In questo contesto si inserisce il fenomeno El Niño che negli ultimi mesi ha determinato precipitazioni inferiori alla media nel Sud-Est asiatico. Se da una parte, secondo Oil World le piogge nella maggior parte della Malesia appaiono sufficienti a sostenere la produzione 2024 del Paese, dall’altra parte rimane da monitorare lo sviluppo di El Niño. Diversi modelli suggeriscono una possibile persistenza del fenomeno fino a maggio o addirittura giugno 2024 e il perdurare della siccità nei prossimi mesi potrebbe far rivedere al ribasso la produzione malese nel secondo semestre del 2024 e nel 2025. In Indonesia la situazione appare anche più preoccupante. Diverse aree produttive indonesiane sono state colpite dalla siccità, quali Sumatra e Kalimantan, e si sta osservando un rallentamento della maturazione dei frutti delle palme, con conseguenti ritardi nella raccolta. Ultimamente questa congiuntura sta contribuendo a una produzione inferiore alle aspettative: i dati di settembre pubblicati dall’associazione degli imprenditori indonesiani dell'olio di palma (GAPKI) evidenziano una produzione in calo del 9% rispetto allo scorso anno.

I consumi domestici indonesiani di olio di palma si mantengono elevati tanto per l’uso food quanto per la produzione di biocarburanti. Dalla campagna 2017/18, la domanda interna del Paese è quasi duplicata a fronte di un incremento del consumo pro-capite e della crescita della popolazione, ma soprattutto a causa di una rapida ascesa della produzione di biodiesel. Ad oggi quasi il 50% dei consumi indonesiani è attribuibile alla produzione di biodiesel. Il mandato per il B35 è oramai vicino ad essere completato, secondo fonti locali, mentre l'implementazione del B40 sembra ancora distante e non è prevista per il 2024.

Olio di palma sotto pressione ribassista, soprattutto in Europa

Lunedì, 30 Ottobre 2023

Da agosto, una parziale contrazione della domanda internazionale e una crescente produzione in Malesia ha permesso di ricostituire gli stock del Paese, mantenendo sotto pressione ribassista le quotazioni nazionali che sono diminuite del 4%, a livello medio, tra agosto e ottobre. Nel frattempo, secondo i dati degli ispettori di carico, le esportazioni di prodotti a base di olio di palma in Malesia per il periodo 1-25 ottobre sono diminuite tra l'1,1% e il 3,1% rispetto a un mese fa. In questo contesto, però, i maggiori ridimensionamenti sulle quotazioni dell’olio di palma sono state osservate sulla borsa di Rotterdam, dove gli acquirenti europei sono stati favoriti dall’indebolimento del ringgit malese e dalla competitività esercitata dall’abbondante afflusso di olio di girasole proveniente dal Mar Nero.

Negli ultimi tre mesi, la Malesia ha goduto del periodo di picco produttivo e, nonostante lo sviluppo di El Niño, di precipitazioni nella media. Tuttavia, dall’inizio di ottobre, piogge inferiori alla media stagionale sono state registrate in diverse regioni del Paese. Questa situazione non ha ancora messo sotto stress le palme, ma rimane un fattore da monitorare, soprattutto considerando l’attuale situazione in Indonesia. Bassi livelli di umidità nel suolo sono stati riportati in diverse aree dell’Indonesia tra agosto e ottobre. Nelle zone con deficit di umidità crescenti aumenta la probabilità di osservare una riduzione dei raccolti e della produzione con un ritardo di circa 10 mesi, ma gli effetti sui prezzi internazionali si manifesterebbero molto prima. Se la siccità persisterà nelle prossime settimane, non è da escludere un impatto sulla produzione di olio di palma della campagna 2024/25 e sui mesi conclusivi della campagna attuale.

Secondo i dati forniti da Oil World, il mercato dell’olio di palma sarà deficitario tra gennaio e settembre 2024, con scorte globali in contrazione di quasi 1 Mio t. Questa situazione sarà particolarmente evidente in Malesia e Indonesia, dove le politiche governative di sostegno alla produzione di biodiesel stanno stimolando i consumi domestici, e in India, dove si prevede che i consumi interni vadano ad erodere gli ampi stock accumulati a fine campagna 2022/23.

Per la campagna 2023/24 è atteso un limitato rimbalzo produttivo a livello mondiale di solo 0,2 Mio t, di gran lunga inferiore alla crescita media di 2,5 Mio t registrata nelle ultime dieci campagne. La mancanza di reimpianti di palme nel Sud-Est Asiatico e una contestuale crescita dell’età media di queste ultime è prevista impattare le rese, attese solo in lieve aumento in Malesia, mentre in riduzione in Indonesia e Thailandia. Tuttavia, la produzione di olio di palma per il prossimo anno rimane ancora fortemente legata agli sviluppi di El Niño che potrebbe impattare ulteriormente sull’offerta disponibile, soprattutto nel secondo semestre dell’anno.

Olio di girasole competitivo ed aumento produttivo stagionale trasmettono cali alle quotazioni dell’olio di palma

Venerdì, 29 Settembre 2023

Durante il mese di settembre, i bassi prezzi a cui è stato offerto l’olio di girasole proveniente dal Mar Nero, l’aumento produttivo stagionale nel Sud-Est Asiatico e una parziale contrazione della domanda da parte di diversi Paesi importatori, a fronte degli ampi stock accumulati, hanno stimolato un calo delle quotazioni internazionali dell’olio di palma tra il 5-6%. In questo scenario, i dati pubblicati da MPOB di una crescita degli stock malesi del 23% ad agosto rispetto al mese precedente, grazie a un contestuale incremento produttivo e calo delle esportazioni, ha ulteriormente mantenuto sotto pressione i prezzi.

Nonostante il trend di calo registrato a settembre, permangono prospettive di un deterioramento dell’offerta disponibile durante la campagna 23/24. Oil World prevede una contrazione del commercio internazionale, sostenuto dal forte calo atteso delle esportazioni indonesiane a causa dei bassi stock disponibili ad inizio campagna, un incremento produttivo inferiore alla media ed una forte crescita dei consumi domestici, principalmente per i biocarburanti. In Malesia, come nel resto del mondo, è invece previsto un parziale recupero produttivo in grado di garantire una produzione mondiale in lieve crescita (+3% rispetto al 22/23). Tale aumento rimane, però, strettamente vincolato agli sviluppi di El Niño e non è in grado di compensare l’incremento dei consumi che è previsto ridurre le scorte mondiali.

Infatti, il crollo delle quotazioni dell’olio di palma rispetto ai picchi record del 2022 e la pressione delle nuove restrizioni dell'Unione Europea volte a contrastare la deforestazione stanno spingendo Indonesia e Malesia ad incrementare i propri consumi interni attraverso l'espansione dei programmi di biodiesel e lo sviluppo di biocarburanti per l'aviazione. Il mese scorso, l'Indonesia ha esteso il suo programma obbligatorio di biodiesel B35 a livello nazionale, dopo una parziale introduzione a febbraio, ed ha come prossimo obiettivo quello di introdurre il B40 entro il 2030. Il Malaysian Palm Oil Board e il gigante energetico statale Petronas hanno firmato ad agosto un accordo per studiare l'utilizzo dell’olio di palma e dei suoi scarti come carburante sostenibile per l'aviazione. Nella seconda fase della National Energy Transition Roadmap, lanciata alla fine del mese scorso, il governo ha incluso un mandato per il biodiesel B30 sui veicoli pesanti entro il 2030, a seguito dell'introduzione entro il 2025.

Se da una parte la volontà di questi Paesi di incrementare i propri consumi domestici potrebbe ridurre l’offerta disponibile mondiale di olio di palma nel prossimo futuro, lo sviluppo di El Niño rimane il principale fattore di preoccupazione per i mercati. Anche se questo fenomeno meteorologico non ha ancora generato forti ondate di calore nella Malesia Occidentale, bassi livelli di umidità del suolo sono già riportati in importanti regioni malesi, quali Sabah e Sarawak, ed anche in alcune aree dell’Indonesia, come Kalimantan e Sumatra.

Una forte domanda e le prospettive di un deterioramento dell’offerta mantengono in tensione il mercato

Mercoledì, 30 Agosto 2023

Sebbene il rallentamento delle esportazioni registrato nelle prime settimane di agosto abbia riportato le quotazioni sulla Borsa Malese al di sotto dei 4.000 MYR/t, i prezzi rimangono sostenuti da una forte domanda internazionale e preoccupazioni lato offerta. Infatti, da inizio mese lo sviluppo di El Niño ha portato piogge al di sotto della media nelle principali aree produttive della Malesia e dell’Indonesia. Secondo l'agenzia meteorologica indonesiana (BMKG), questo fenomeno è previsto raggiungere il suo picco a settembre, per cui sono attese basse precipitazioni su oltre il 50% del Paese, generando condizioni di siccità in tutto il Sud-Est Asiatico fino alla fine dell’anno.

Da notare che attualmente El Niño non ha ancora messo sotto stress le piantagioni in Malesia e Indonesia, favorendo al contrario un buon accumulo di umidità nel suolo per tutto il mese di luglio. Nonostante ciò, la produzione di olio di palma non è stata all'altezza delle aspettative quest'anno ed è improbabile che lo sia nei prossimi mesi a causa della mancanza di reimpianti, del numero crescente di alberi più vecchi e meno produttivi e di insufficiente manodopera.

Gli ultimi dati MPOB mostrano una ripresa della produzione malese, confermando però rese al di sotto del potenziale. Infatti, a luglio la produzione in Malesia è aumentata dell’11% dagli inusuali bassi livelli di giugno, parzialmente legati alle festività del mese che hanno spostato parte della raccolta verso gli inizi di luglio, ma solo il 2% superiore a quella dell'anno scorso. Anche gli stock si sono ampliati, ma rimangono ancora relativamente bassi e al di sotto dei livelli di fine luglio 2022. Invece, sotto la pressione di una forte domanda internazionale, le esportazioni malesi hanno superato la crescita registrata a giugno, oltrepassando leggermente i volumi dell’anno scorso.

Anche i dati GAKPI di giugno confermano un’importante crescita delle esportazioni indonesiane che hanno raggiunto un massimo degli ultimi 8 mesi e sono state le più elevate mai registrate per il mese di riferimento, anche se probabilmente gonfiate dalle sottovalutate esportazioni di maggio. Questi livelli sono stati raggiunti grazie all’elevata domanda di India e Cina che a giugno hanno infatti raddoppiato le proprie importazioni di olio di palma dall’Indonesia rispetto all’anno precedente.

In India i raffinatori stanno approfittando dei bassi prezzi per accumulare scorte in vista delle prossime festività, data l'incertezza sull’offerta di oli vegetali dal Mar Nero. Questa situazione ha incentivato un’importante crescita delle importazioni indiane che a luglio hanno registrato un massimo degli ultimi 7 mesi, +59% rispetto al mese precedente, raggiungendo 1,08 Mio t. Secondo fonti locali, questa tendenza continuerà anche nei prossimi mesi ed anche a settembre si potrebbero registrare importazioni superiori al milione di tonnellate. Invece, nonostante una forte domanda da parte della Cina nell’ultimo periodo, i problemi economici del Paese sono peggiorati e è aumentato il rischio per questi ultimi di un indebolimento degli acquisti di oli vegetali nelle prossime settimane. Rimane da monitorare attentamente l’eventuale riduzione della domanda cinese perché potrebbe avere un forte impatto ribassista sul commercio globale.

Ripresa della domanda e bassa produzione mantengono in tensione i prezzi

Venerdì, 28 Luglio 2023

Sulla scia dell’ottimismo per la ripresa della domanda internazionale e una produzione minore delle aspettative in Malesia e Indonesia, nelle prime tre settimane di luglio le quotazioni dell’olio di palma sulla Borsa Malese sono cresciute del 6%. Più contenuto è stato, invece, l’aumento sul grezzo quotato a Rotterdam che ha osservato un +4%, a fronte della sempre maggiore debolezza del ringgit il cui cambio con l’Euro è ormai ai minimi degli ultimi 10 anni.

Con il recente ritiro della Russia dal Black Sea Grain Initiative, è ragionevole ipotizzare che le esportazioni di olio di girasole dall’Ucraina verso i grandi Paesi importatori asiatici di oli vegetali risulteranno in calo, aprendo la strada per un effetto sostituzione con altri oli. In questo scenario, i contratti sulla Borsa Malese per le scadenze future hanno superato i 4.000 MYR mossi dalle aspettative di un aumento degli acquisti da parte di Cina e India. Già durante il mese di giugno, sono stati osservati i primi segni di un ritorno dell’interesse per l’olio di palma, i cui bassi prezzi raggiunti e i tempi di spedizione ridotti hanno stimolato le importazioni indiane che sono incrementate del 56% rispetto al mese precedente, raggiungendo un massimo di tre mesi.

Parallelamente, sta rallentando la crescita della produzione di olio di palma ed El Niño si è ormai consolidato, portando precipitazioni al di sotto della media storica in diverse regioni dell’Indonesia e della Malesia. Se nei prossimi mesi prevarranno condizioni di siccità ed elevate temperature, ciò avrà un impatto negativo sulla raccolta dei frutti a partire da circa maggio 2024 in poi. Secondo i dati rilasciati Malaysian Palm Oil Board (MPOB), a giugno la produzione della Malesia è calata del 5% rispetto al mese precedente, a quota 1,45 Mio t, anche a causa di alcune festività pubbliche ma soprattutto per il progressivo invecchiamento delle palme da olio e la mancanza di personale qualificato in molte piantagioni, che stanno impattando sulle rese (attestatesi in giugno del 10% al di sotto della media degli ultimi 10 anni). Il calo produttivo registrato nel primo semestre del 2023 è sorprendente, al minimo degli ultimi 7 anni ed inferiore ai già ridotti livelli dell’anno scorso (8.08 Mio t vs 8,27 Mio t). Sotto la pressione di una ripresa della domanda internazionale, le esportazioni malesi sono cresciute del 9% a giugno ed un ulteriore recupero è atteso a luglio.

L'Indonesia sta progettando di incrementare gradualmente la miscelazione obbligatoria di biodiesel derivato dall'olio di palma dal 35% al 40% nei prossimi anni. Attualmente, la miscelazione obbligatoria al 35% di biodiesel a base di olio di palma è stata introdotta a febbraio, tuttavia, la piena implementazione in alcune zone del paese è ancora in corso. Il ministero competente sta attivamente lavorando per completare l'implementazione della miscelazione al 35% entro il 1° agosto.

Speculazioni sul comparto degli oli vegetali e i primi segnali di El Niño fanno rimbalzare i prezzi

Giovedì, 22 Giugno 2023

Nonostante una bassa domanda internazionale stia favorendo un forte accumulo di stock nei principali paesi produttori, i prezzi dell’olio di palma sono cresciuti del 9-10% nelle ultime settimane sotto la spinta di forti operazioni di acquisto sul mercato degli oli vegetali. Tra le inondazioni avvenute in Malesia, l’ondata di caldo che ha colpito gli Stati Uniti compromettendo il futuro raccolto di soia del Paese e le previsioni di una significativa riduzione del raccolto di canola in Australia e di un deterioramento delle condizioni della colza in UE, tutti gli oli vegetali hanno subito importanti rialzi da inizio giugno.

El Niño è previsto svilupparsi tra luglio-dicembre 2023, ma non è ancora chiaro in quale misura influenzerà i livelli di precipitazioni nel sud-est asiatico. Diverse regioni in Indonesia e Malesia hanno già ricevuto piogge sotto la media durante aprile, maggio e giugno. Questa situazione ha messo sotto stress idrico i raccolti di olio di palma nel principale stato produttore della Malesia. Qui la siccità ha ridotto i rendimenti ed ha aggravato gli effetti della carenza di fertilizzanti e della mancanza di manodopera degli ultimi tre anni. I coltivatori del Sabah hanno, infatti, dichiarato che il peso dei frutti di palma raccolti si è ridotto tra il 10% e il 30% a causa del caldo torrido, e si aspettano che anche l'imminente stagione dei raccolti di luglio-settembre ne risenta.

La crescita della produzione è considerevolmente rallentata durante gli ultimi anni a causa di diversi fattori: la diminuzione di nuove piantagioni nei principali paesi produttori, l’aumento della quota di palme con più di 20 anni e il declino delle rese medie. Per questo motivo, il governo indonesiano ha annunciato di voler ripiantare palme da olio su un’area di 540k ha tra il 2023 e il 2024.  Rimane da monitorare se questo obiettivo verrà raggiunto. In ogni caso è un processo lento, i cui benefici sono visibili solo nel lungo periodo e determineranno perdite produttive nei primi tre anni fino a quando le palme da olio appena piantate non inizieranno a dare i loro frutti.

Nel frattempo, il prezzo competitivo dell’olio di girasole sta rubando sempre più quote di mercato all’olio di palma nei principali paesi importatori di oli vegetali, con la Cina che a maggio ha ridotto le proprie importazioni di olio di palma del 35% rispetto al mese precedente. Allo stesso modo, secondo le stime medie dei commercianti, le importazioni indiane di olio di palma sono calate del 14% rispetto ad aprile, ai minimi da febbraio 2021. La diminuzione della domanda internazionale ha influenzato le esportazioni malesi che, a maggio, sono rimaste ai bassi livelli osservati il mese precedente ed ha favorito un notevole accumulo di stock al di sopra dei volumi dell’anno scorso, grazie anche ad un forte aumento della produzione (+27% rispetto ad aprile) ed delle importazioni (+88% rispetto ad aprile).

Un olio di girasole competitivo mantiene sotto pressione i prezzi dell’olio di palma

Lunedì, 29 Maggio 2023

Tra aprile e maggio, a livello medio, le quotazioni dell’olio di palma grezzo sulla borsa malese e su Rotterdam sono calate rispettivamente dell’8% e 7%, sotto la pressione di un olio di girasole a sconto. La proroga degli accordi sul Mar Nero per altri due mesi ha, inoltre, favorito la ripresa delle esportazioni di olio di girasole dall’Ucraina ed ha provocato un ulteriore calo dei prezzi degli oli vegetali nell’ultima settimana. La maggior competitività dell’olio di girasole sta incentivando un rallentamento della domanda globale di olio di palma.

Secondo Reuters, a maggio le importazioni indiane sono destinate a raggiungere il loro livello più basso in 27 mesi a causa dell’inusuale premio sugli altri oli vegetali che ha spinto alcuni acquirenti a cancellare i propri carichi di olio di palma e sostituirli con i più economici olio di soia ed olio di girasole. Questo a seguito di un già importante calo delle spedizioni registrato verso l’India ad aprile (-30% rispetto al mese precedente), compensato da un forte aumento delle importazioni di olio di girasole (+68% rispetto al mese precedente).

Crescono le prospettive di un aumento produttivo in Malesia per il mese di maggio, dopo un aprile deludente che ha un po' sorpreso il mercato e determinato un livello di export ai minimi da inizio campagna. Rimane, però, elevata la probabilità di sviluppo di El Niño durante l’estate, il quale pur non influendo sulla produzione di olio di palma malese di quest'anno, potrebbe ridurne la produzione di 1-3 Mio t nel 2024, secondo il Malaysian Palm Oil Board.

Nel frattempo, a marzo in Indonesia un’elevata produzione ha permesso di interrompere il trend di calo degli stock nel Paese, garantendo una buona offerta sul mercato interno. Nonostante l’implementazione del B35, i bassi prezzi del petrolio stanno limitando l’acquisto dell'olio di palma come materia prima per la produzione di biocarburanti, determinando una domanda interna costante a livelli superiori degli anni passati.

La bassa domanda indiana limita le esportazioni malesi

Venerdì, 28 Aprile 2023

I dati compilati dai rilevatori di carichi hanno rilevato che le spedizioni della Malesia sono calate tra il 20% e il 26% nei primi 20 giorni di aprile rispetto al periodo corrispondente del mese precedente, soprattutto verso l’India, a causa di una maggiore competitività degli altri oli vegetali. Un olio di girasole inusualmente a sconto sull’olio palma e un ringgit debole hanno contribuito alla diminuzione dei prezzi che sono scesi dell’8% a Rotterdam da inizio aprile. A questa dinamica si è aggiunta la notizia dell’approvazione da parte del Parlamento Europeo della legge che vieta le importazioni nell'UE di materie prime legate alla deforestazione. Servirà dunque dimostrare che le materie prime importate non sono state coltivate su terreni oggetto di deforestazione dopo il 2020.  Il Regolamento riguarda caffè, cacao, olio di palma, carne bovina, soia, gomma e legno e concede agli operatori alcuni mesi di tempo (18 nel caso di grandi aziende, 24 nel caso di PMI) per adeguarsi.

Di solito l'olio di palma viene scambiato a sconto rispetto agli oli vegetali, ma le restrizioni alle esportazioni da parte dell'Indonesia hanno contribuito a farne salire i prezzi, rendendo l'olio di girasole e l'olio di soia più attraenti in diversi paesi importatori. Questo ha spinto alcuni acquirenti indiani a ridurre le importazioni di olio di palma per le spedizioni di maggio. Secondo fonti locali, le importazioni indiane a maggio potrebbero scendere a 700 Kt, rispetto alla media mensile di 879 Kt registrata finora durante l’attuale campagna. In Cina permangono, invece, aspettative di una crescita delle importazioni di olio di palma che nel mese di marzo sono più che raddoppiate rispetto all’anno scorso, stimolate della decisione del Ministero dell’Agricoltura cinese di voler limitare la dipendenza dalle importazioni di soia.

Secondo i dati MPOB, a marzo gli stock malesi hanno subito un forte calo a causa dell’impennata delle esportazioni registrata durante lo stesso mese (principalmente dirette verso India e, in crescita, Cina) e una inusuale bassa produzione. Quest’ultima risente di rese inferiori alla media, causate da reimpianti insufficienti e una quota crescente di palme a basso rendimento di età superiore ai 20 anni. Le scorte di olio di palma del Paese sono scese al minimo degli ultimi 9 mesi, ma risultano ancora al di sopra dei livelli dello scorso anno (1,67 Mio t vs 1,47 Mio t).

Secondo i dati GAPKI, in Indonesia la produzione di olio di palma a febbraio è stata di poco inferiore a quella del mese precedente, proseguendo il trend di calo in atto da inizio campagna. Nonostante un export dell’olio di palma raffinato in aumento del 6%, anche il volume totale delle esportazioni ha registrato una leggera flessione, sotto il forte calo della domanda indiana (-301 Kt/-41%) in parte controbilanciata dall’aumento delle importazioni cinesi (+287 Kt/+55%). In lieve crescita risultano, invece, i consumi sostenuti dalla domanda dell’industria alimentare e di biodiesel che mantengono limitati gli stock indonesiani, in calo del 48% rispetto all’anno scorso.

Le ultime previsioni meteo danno un aumento della probabilità dello sviluppo di El Niño da giugno in avanti, intensificando ulteriormente i propri effetti tra agosto e settembre. Un relativamente forte El Niño potrebbe causare diffusa siccità nel Sud-Est Asiatico, determinando un calo della produzione di olio di palma. Questa diminuzione non si registrerebbe prima del 2024, ma potrebbe fare da supporto ai prezzi già nel quarto trimestre 2023.

Diminuisce la competitività dell’olio di palma rispetto agli altri oli vegetali

Mercoledì, 29 Marzo 2023

Dopo aver superato la soglio dei 4.300 MYR/t ad inizio marzo, le quotazioni sulla borsa malese sono diminuite del 13% tra il 1° e il 24 marzo, sotto la pressione dei recenti ribassi degli altri oli vegetali, dei persistenti dubbi sulla domanda, dei cali del prezzo del petrolio e del rafforzamento del ringgit in atto da inizio mese. Si evidenzia una diminuzione della competitività dell’olio di palma rispetto agli altri oli vegetali, soprattutto in Europa. A seguito dell’accordo trovato tra Russia e Ucraina per l’estensione degli accordi per il commercio dai porti del Mar Nero, i prezzi dell’olio di colza e girasole sono crollati fino ad arrivare a sconto rispetto al palma, stimolando un ridimensionamento delle quotazioni di quest’ultimo anche sul mercato di Rotterdam.

Dopo la ripresa delle esportazioni indonesiane da metà 2022, gli stock inizialmente bassi nei principali paesi importatori, quali India e Cina, sono velocemente cresciuti sotto la spinta dei bassi prezzi registrati. Un’importante ricostituzione degli stock è avvenuta anche negli Stati Uniti, Pakistan, Iran e diversi altri paesi asiatici. Solo in Unione Europea le importazioni hanno continuato a diminuire a fronte dell’introduzione di norme contro l’utilizzo dell’olio di palma. Con l’arrivo del nuovo anno, il buon livello di approvvigionamento ormai raggiunto in diversi Paesi importatori ha stimolato una diminuzione della domanda mondiale che sta generando qualche preoccupazione sul mercato. Dopo il crollo delle importazioni indiane di olio di palma a gennaio (-25% rispetto al mese precedente), nel mese di febbraio in India si è registrata un’altra importante frenata all’import (-30% rispetto al mese precedente), il quale ha toccato il minimo degli ultimi otto mesi ma si mantiene comunque in crescita del 27% rispetto ai volumi di febbraio dell’anno scorso.

Le turbolenze nel settore finanziario globale e l'inatteso aumento delle scorte di greggio negli Stati Uniti hanno intaccato la domanda di materie prime per biocarburanti, favorendo una contrazione delle quotazioni del petrolio e generando ulteriore pressione sull’olio di palma.

Secondo i dati MPOB, per i primi due mesi del 2023 la produzione malese è rimasta superiore a quella all’anno scorso seppure ai minimi dell’attuale campagna, mentre le esportazioni risultano pressoché invariate, in linea con i livelli raggiunti tra gennaio-febbraio 2022, ma in contrasto con gli aumenti delle spedizioni registrati dai rilevatori di carichi nei primi 20 giorni di febbraio. Gli stock, invece, seguono il trend di calo in atto da inizio campagna, ma rimangono a livelli ancora elevati rispetto allo scorso anno. Anche in Indonesia prosegue il trend di calo delle scorte che a gennaio mostrava un -10% rispetto al mese precedente, a fronte di esportazioni in aumento del 7% e produzione in calo del 9%.

Restrizioni all’export e il mandato B35 in Indonesia mettono in tensione i prezzi

Martedì, 28 Febbraio 2023

Nelle ultime settimane i mercati hanno risentito della limitata offerta di olio di palma da parte dell’Indonesia e le quotazioni sulla borsa malese sono salite del 13% da inizio febbraio. Infatti, nonostante l’importante calo delle esportazioni malesi durante il mese di gennaio, i  dati compilati dai rilevatori di carichi hanno rilevato che le spedizioni del Paese sono aumentate tra il 28% e il 33% nei primi 20 giorni di febbraio rispetto al periodo corrispondente del mese precedente, sostenute dalle restrizioni sull’export indonesiano.

Le autorità indonesiane sono preoccupate per l’insufficienza dell’offerta domestica durante le imminenti festività islamiche ed hanno, perciò, deciso di sospendere alcuni permessi per l’esportazione dell’olio di palma fino al 1° maggio. Il governo vuole prevenire possibili aumenti dei prezzi dell’olio da cucina sul mercato interno come avvenuto ad inizio 2022. Con stock diminuiti molto negli ultimi mesi, l’industria indonesiana si trova ora in un rinnovato braccio di ferro con il proprio governo per quanto riguarda la fornitura di un’adeguata offerta di olio di palma a prezzi relativamente bassi per i consumatori nazionali. Tutto ciò va a discapito dei volumi disponibili sui mercati internazionali che sono previsti in contrazione, soprattutto ora che il mandato B35 è in vigore. L’amministratore delegato del gigante dell'olio di palma Astra Agro Lestari, ha dichiarato che il passaggio da B30 a B35 potenzialmente aumenterà la domanda interna dell’Indonesia di 2 Mio t.

Verso la fine di gennaio, gli stock in Malesia sono aumentate per la prima volta in tre mesi a causa di un forte aumento delle importazioni e minori esportazioni. La produzione malese è, invece, crollata di quasi il 15% a 1,39 Mio t a gennaio, la quantità più bassa osservata da quasi un anno, a causa di tempeste tropicali e inondazioni che hanno interrotto il raccolto.

In India si prevede un buon raccolto di colza, superiore del 10-15% rispetto a quello dell’anno scorso, e la ripresa delle esportazioni di mangimi ha incrementato la frantumazione della soia e la disponibilità di olio di soia. Questo potrebbe incentivare il più grande acquirente mondiale di olio di palma a ridurre le proprie importazioni, le quali a gennaio sono risultate in calo del 25% rispetto al mese precedente secondo l’ente commerciale SEA.

Il rafforzamento del ringgit e preoccupazioni lato domanda generano pressioni sulla borsa malese

Lunedì, 23 Gennaio 2023

Il rafforzamento del ringgit sul dollaro sta generando pressione sulle quotazioni della borsa malese, in calo di oltre il 10% nelle prime due settimane del 2023. Inoltre, la recente inversione di trend delle esportazioni del Paese, a causa del rallentamento delle spedizioni verso l'India e la Cina, sta generando preoccupazioni sulla debolezza della domanda: nel periodo 1-15 gennaio sono crollate quasi del 29% rispetto al mese precedente, secondo i dati degli ispettori di carico.

Secondo alcune fonti locali, l’India potrebbe aumentare i dazi sulle importazioni di prodotti a base di olio di palma data l’imminente raccolta invernale dei semi oleosi nel Paese e l'inflazione sotto controllo. Ad alimentare ulteriormente i problemi della domanda, la crescita economica della Cina nel 2022 è crollata a uno dei livelli peggiori in quasi mezzo secolo, in quanto il quarto trimestre è stato duramente colpito dalle severe limitazioni del COVID-19 e dal crollo del mercato immobiliare.

Seppur in calo, la produzione malese continua a superare le aspettative nel mese di dicembre (+12% rispetto allo scorso anno). Tra luglio e dicembre la produzione di olio di palma del Paese ha rappresentato il 55,2% di tutto l’anno solare, rispetto al 53,8% dell’anno precedente e il 52,7% dei due anni prima. Ivy Ng, responsabile regionale della ricerca sulle piantagioni di CGS-CIMB Research, ha previsto che la produzione malese aumenterà del 3,3% fino a 19,1 Mio t quest'anno, poiché i problemi di carenza di manodopera probabilmente si attenueranno a metà del 2023. Trend simile si osserva anche per gli stock, dove pur confermandosi il trend di calo stagionale, le scorte rispetto allo scorso anno rimangono ancora molto elevate (+39%). Inoltre, la Malesia ha recentemente avvertito che potrebbe interrompere le esportazioni di olio di palma verso l'UE come ritorsione per l’introduzione della nuova legislazione volta a proteggere le foreste attraverso una rigida regolamentazione delle vendite dell’olio di palma.

Al fine di garantire un sufficiente approvvigionamento interno in vista dell’implementazione del B35 a febbraio, l’Indonesia ha rivisto il DMO (Domestic Market Obligation), limitando l’export del Paese. Ora, gli esportatori possono spedire fino a sei volte il volume delle loro vendite interne, un numero inferiore alla precedente proporzione di 1:8. Tuttavia, tale rapporto sarà valutato periodicamente in base alla situazione interna, compresi la disponibilità e i prezzi domestici dell'olio di palma.

Domanda globale in aumento e stock in riduzione in Indonesia e Malesia

Martedì, 20 Dicembre 2022

Tra ottobre e novembre, le quotazioni malesi a livello medio sono aumentate dell'8%, grazie alle preoccupazioni per una carenza di offerta dovuta a problemi meteorologici e alla ripresa della domanda. Infatti, molti paesi importatori hanno reagito all’elevato sconto dell’olio di palma rispetto agli altri oli. In India, per esempio, le importazioni nel mese di novembre sono aumentate del 29%, a discapito del più costoso olio di soia per cui è stato registrato invece un forte calo.

Ad ottobre in Indonesia le esportazioni sono aumentate del 15% rispetto al mese precedente, raggiungendo quota 3,7 Mio t. Questo è il secondo volume più alto mai registrato, inferiore solo ai 3,88 Mio t esportati ad agosto 2022. A fronte di una forte crescita dell’export e dei consumi domestici, gli stock del Paese stanno proseguendo il trend di calo in atto da giugno: ad ottobre sono calati del 16% rispetto al mese precedente e dell’1% rispetto all’anno scorso. In previsione di un aumento dei prezzi mondiali del petrolio e per ridurre le importazioni, il governo indonesiano potrebbe iniziare ad attuare il programma B35, per l'utilizzo di biodiesel con una miscela al 35% di olio di palma, già a partire da gennaio 2023: previsto aumento di carburante a base di olio di palma del 18% per il nuovo anno in Indonesia.

Quest'anno è arrivato in Malesia un numero di lavoratori cinque volte inferiore a quello necessario - circa 14 mila persone - causando il deterioramento di parte del raccolto rimasto "a marcire sugli alberi". A fronte di ciò e della stagionalità, il trend di crescita produttiva in atto da marzo si è interrotto a novembre, registrandosi una diminuzione della produzione malese del 7%. Alcune fonti locali si aspettano un ulteriore calo del raccolto del 2% su base mensile nel periodo compreso tra dicembre e febbraio. Le esportazioni risultano, invece, più alte degli ultimi anni per una forte domanda internazionale e una maggiore competitività rispetto all’olio di palma indonesiano che a causa dell’aumento delle tasse e dei prelievi, pari a 118 $/t da metà novembre, ha portato a un aumento dello sconto dell’olio di palma malese rispetto all’origine Indonesiana Il calo produttivo e l’export elevato hanno permesso di ridurre gli stock del Paese che, pur rimanendo ampi, risultano in calo del 5% rispetto ad ottobre.

Il Mid Term Outlook della Commissione UE, nel tracciare trend di lungo periodo, prevede che l'uso di olio di palma diminuirà drasticamente nei prossimi dieci anni. L'UE vuole, infatti, eliminare gradualmente i carburanti a base di olio di palma, perché è uno dei prodotti responsabili della deforestazione. La Commissione prevede che nel 2032 rappresenterà solo il 9% degli oli utilizzati nei biodiesel europei, rispetto al 23% del 2019-2021. Anche l'uso food dell'olio di palma dovrebbe diminuire drasticamente, del 35,7% in dieci anni. A fronte di questi cali, le importazioni comunitarie di olio di palma sono previste quasi dimezzarsi, passando da 6 Mio t nel 2020-2022, scenderebbero a 3,3 Mio t nel 2032.

 

Esportazioni mondiali a livelli record da agosto.

Mercoledì, 23 Novembre 2022

I futures sull'olio di palma malese stanno attraversando una fase di rialzo dopo essere scesi ai minimi di oltre un mese, favoriti dall'indebolimento del ringgit a causa dell’incertezza sulle elezioni malesi e una forte domanda intenzionale. I dati sulle esportazioni sostengono i segnali di una ripresa della domanda, con diversi rilevatori di carichi che hanno indicato un aumento dell'8,1%-9,6% delle esportazioni malesi tra l’1 e il 20 novembre rispetto allo stesso periodo di ottobre.

Il prezzo competitivo e il contestuale aumento della domanda hanno incrementato le esportazioni mondiali a livelli record da agosto. Diversi consumatori nei paesi importatori sono passati all’olio di palma alle spese degli altri oli, soprattutto quello di soia, sfruttando l’ampio sconto al quale il palma era offerto. Anche nell’industria del biocarburante ne sono state usate ingenti quantità, in primis in Indonesia.

Nel mese di ottobre la produzione malese ha raggiunto un nuovo massimo da due anni a quota 1,81 Mio t, in aumento del 2% rispetto a settembre. Anche le esportazioni sono rimaste elevate (+6% rispetto al mese precedente), con incrementi su base annua delle spedizioni verso Cina, Pakistan, Bangladesh, Filippine ed Unione Europea, ma sono diminuite bruscamente verso India e numerosi paesi africani. Sono cresciuti ulteriormente gli stock malesi, il cui livello ha raggiunto un nuovo massimo da 3 anni a quota 2,4 Mio t (+4% rispetto al mese precedente e +31% rispetto all’anno scorso). Questo accumulo di stock è in contrasto con il calo che si sta osservando negli ultimi mesi in Indonesia, mentre risulta in linea con quanto sta avvenendo in molti paesi importatori, soprattutto Cina e India, che a fronte dei bassi prezzi stanno cercando di ricostituire le proprie scorte.

 

Premio record sull’olio di soia e calo produttivo atteso per il meteo.

Lunedì, 31 Ottobre 2022

Dal minimo di fine settembre ad oggi, le quotazioni dell’olio di palma sono aumentate del 27% sulla borsa malese e del 41% sulla borsa di Rotterdam a fronte di una domanda mondiale crescente, un trade internazionale a record storici e il calo delle scorte indonesiane. Queste ultime sono scese a 4 Mio t alla fine di agosto (-32% rispetto al mese precedente), in linea con il trend decrescente in atto da giugno, secondo le stime dell'Associazione indonesiana dell'olio di palma (GAPKI). Anche la domanda di biodiesel a base di olio di palma è in aumento, secondo i dati GAPKI. Tra gennaio e agosto, l'Indonesia ha esportato 206 kt di biodiesel, superando le 167 kt esportate nel 2021.

Un ulteriore supporto alle quotazioni dell’olio di palma è avvenuto da parte delle alte quotazioni degli altri oli. Infatti, nonostante l'aumento dei prezzi di questo mese, l'olio di palma viene scambiato con uno sconto di circa 500 $/t rispetto all’olio di soia. È lo spread più alto degli ultimi dieci anni.

In genere, la produzione di olio di palma inizia a diminuire a partire da novembre in Indonesia e Malesia. Quest'anno, però, il calo della produzione dovrebbe essere più marcato a causa del fenomeno meteorologico La Nina (giunto alla terza edizione consecutiva), il quale porta forti piogge in tutto il sud-est asiatico. Infatti, negli ultimi giorni forti precipitazioni e alluvioni sono già avvenute in diverse località della Malesia e dell’Indonesia, rendendo difficile la fase di raccolta e trasferimento del frutto di palma alle fabbriche per la lavorazione.

Nel mese di settembre la produzione e le esportazioni malesi sono state elevate, rispettivamente in aumento del 3% e 9% rispetto ad agosto. Come atteso è cresciuto molto anche il livello di stock del Paese, il quale ha raggiunto un nuovo massimo da 34 mesi a quota 2,32 Mio t (+11% rispetto al mese precedente e +32% rispetto all’anno scorso). Parte di questo accumulo è dovuto al raddoppio delle importazioni malesi tra luglio e settembre, indice del trasferimento degli stock indonesiani verso la Malesia.

 

Produzione mondiale in aumento per la campagna 22/23.

Giovedì, 29 Settembre 2022

Livelli di stock elevati in Indonesia e la crescente produzione mondiale prevista per la prossima stagione hanno esercitato una forte pressione sui prezzi degli oli vegetali nelle ultime settimane. Inoltre, la Cina ha recentemente imposto nuove restrizioni per il Coronavirus in diverse città, sollevando preoccupazioni lato domanda. A livello medio, tra agosto e settembre le quotazioni dell’olio di palma sono calate del 7% sulla borsa di Rotterdam e dell’11% sulla borsa malese.

Campagna 22/23: Oil World proietta una crescita dell’offerta mondiale di olio di palma del 6%, invertendo la tendenza alla contrazione dei tre anni precedenti. In linea con ciò, le esportazioni a livello internazionale sono previste aumentare del 9%, in particolare in Indonesia dove si proietta un importante incremento del 15%. Più contenuta, invece, la crescita prevista per le esportazioni malesi del 4%. A livello mondiale gli stock iniziali raggiungeranno il massimo triennale di 14,9 Mio t (+21%), mentre la produzione è prevista aumentare del 4% a quota 80,2 Mio t, più della metà in Indonesia per cui si proietta un incremento produttivo del 5%. In Malesia, invece, è prevista una più moderata crescita della produzione del 2%.

A causa di una produzione più elevata del previsto e ampie importazioni dall’Indonesia, ad agosto gli stock malesi hanno raggiunto un massimo da 33 mesi di 2,09 Mio t (+18% rispetto al mese precedente e +12% rispetto all’anno scorso). La produzione malese di olio di palma risulta ancora leggermente sotto il proprio potenziale: la carenza di manodopera è tuttora causa di deficit produttivi. Se il governo non adotta le appropriate misure, ingenti perdite saranno inevitabili anche nel 2023 e l’aumento produttivo previsto da Oil World potrebbe non verificarsi. Infatti, ad agosto la produzione malese è aumentata del 10% rispetto al mese precedente, ma solo dell’1% rispetto all’anno scorso. Le esportazioni sono state elevate nel mese di agosto in aumento dell’11% rispetto all’anno scorso, anche se in calo del 2% rispetto al mese precedente. Questo è avvenuto nonostante la crescita dell’export indonesiano e conferma una ripresa della domanda, riflettendo un netto miglioramento della competitività dell’olio di palma rispetto agli altri oli vegetali.

Da tenere monitorato il Governo indonesiano: ora che sta svanendo la preoccupazione sull’inflazione causata dai prodotti alimentari, l’Indonesia potrebbe riprendere ad incrementare la produzione di biodiesel ricavato dall’olio di palma al fine di assorbire le scorte accumulate.

 

Le esportazioni malesi di luglio superano le aspettative.

Martedì, 30 Agosto 2022

All'inizio di luglio, l'Indonesia aveva annunciato la riduzione della tassa sull'esportazione di tutti i prodotti a base di olio di palma fino al 31 agosto nel tentativo di rilanciare le esportazioni e ridurre gli elevati livelli di stock. Recentemente, il ministro del commercio indonesiano ha dichiarato la volontà di prorogare fino al 31 ottobre l'esenzione dall'imposta sulle esportazioni di olio di palma, aggiungendo che la decisione non avrebbe interrotto le entrate del governo.

L’offerta globale si stima in aumento tra luglio e settembre e si prevede incrementare ulteriormente durante la campagna 22/23 con una produzione in crescita del 4% a quota 80,2 Mio t. Previste in crescita dell’8% anche le esportazioni, trainate soprattutto dall’Indonesia. Quest’ultimo ha affermato di aver siglato un accordo con l’India per l’esportazione nel paese di 2,6 Mio t di prodotti a base di olio di palma.

In Malesia non è ancora stata risolta la carenza di manodopera nelle piantagioni che rende in molti casi impossibile una raccolta tempestiva. Tutto ciò continua riflettersi sulla produzione che tra gennaio e luglio 2022 ha eguagliato i bassi livelli del 2021 per il medesimo periodo. La produzione malese di luglio rimane, infatti, ancora sotto il proprio potenziale, anche se in aumento del 2% rispetto al mese precedente e del 3% rispetto all’anno scorso. Le esportazioni malesi hanno, invece, superato le aspettative, in crescita dell’11% rispetto al mese precedente, soprattutto verso India, Iran e Turchia. Al contrario, le spedizioni in Cina ed Unione Europea sono calate significativamente, rispettivamente solo 72k t e 55k t. Le importazioni di olio di palma sono incrementate di 131k t nel mese di luglio, principalmente dall’Indonesia. Tutto ciò ha incentivato l’accumulo di stock, cresciuti dell’8% rispetto al mese precedente e del 18% rispetto all’anno scorso.

Da metà luglio il prezzo dell’olio di palma sulla borsa malese ha subito un leggero rialzo, dopo aver toccato un minimo causato da un’ondata di liquidazioni di posizioni long da parte dei fondi di investimento in seguito a segnali di debolezza sull’export nazionale. A livello medio, tra luglio ed agosto le quotazioni sono cresciute del 3%. Continua, invece, il calo della quotazione dell’olio di palma sulla borsa di Rotterdam, il cui prezzo si è dimezzato dall’inizio della guerra tra Russia e Ucraina.

 

Crescenti quantità di olio di palma indonesiano verranno trasferite sul mercato mondiale nel breve termine

Lunedì, 18 Luglio 2022

Dopo aver accumulato livelli record di stock di olio di palma, ora l’Indonesia potrebbe ridurre ulteriormente i dazi sulle esportazioni, anche se probabilmente solo fino a fine settembre, per massimizzare le esportazioni. Allo stesso tempo, tuttavia, si prevede che il recente calo dei prezzi dell’olio di palma possa stimolare un sempre maggiore numero di consumatori e importatori (come Cina e India) a diventare acquirenti più attivi nel breve periodo fornendo da supporto ai drastici cali delle quotazioni verificatosi nelle ultime settimane.

I livelli elevati di stock hanno pesato sui prezzi dei frutti di palma, attirando le critiche degli agricoltori che si trovano nel pieno della stagione del raccolto. Al fine di ridurre le scorte di olio di palma e stimolare i consumi, il governo indonesiano ha dichiarato di voler incrementare il contenuto di olio di palma nel suo biodiesel dal 30% al 35%, conosciuto come B35, a partire dal 20 di luglio.

In Malesia la carenza di manodopera nelle piantagioni continua ad essere un grave problema, lontano dall’essere risolto. A ciò si aggiunge la decisione del governo indonesiano di bloccare temporaneamente la migrazione dei propri lavoratori in Malesia, accusando le autorità malesi preposte all'immigrazione di continuare ad utilizzare un sistema di reclutamento online collegato ad accuse di tratta e lavoro forzato. La situazione sta diventando preoccupante: un numero crescente di grappoli di frutta fresca (FFP) sta marcendo a causa della scarsità di manodopera, in particolare per la mancanza di persone addette alla loro raccoltaDiversi mulini privati non hanno acquistato FFB dai piccoli proprietari nella seconda metà di giugno, sostenendo di non avere margine di guadagno in seguito al forte calo delle quotazioni dell'olio di palma.

Nel mese di giugno la produzione malese è aumentata del 6% rispetto al mese precedente ed in calo del 4% rispetto all’anno scorso. A causa dell’aumento delle esportazioni indonesiane, l’export malese è calato del 13% rispetto al mese precedente e del 16% rispetto all’anno scorso, soprattutto verso Cina e India. Sono state rilevate riduzioni di esportazioni anche in Pakistan e Unione Europea. Invece, il livello di stock è risalito a un massimo di 7 mesi, aumentando del 3% rispetto al mese precedente e del 9% rispetto all’anno scorso.

 

L’Indonesia ritorna ad esportare e calano i prezzi

Venerdì, 01 Luglio 2022

Il ritorno delle esportazioni indonesiane sul mercato ha determinato un forte calo delle quotazioni dell’olio di palma grezzo che da inizio a fine giugno sono calate del 13% (da 1725 $/t a 1500 $/t) sulla borsa di Rotterdam e del 23% (da 6646 MYR/t a 5088 MYR/t) sulla borsa malese. L’attuale caduta delle quotazioni segue l’annuncio del governo indonesiano di voler ridurre gli stock di olio di palma, stimati 8 Mio t da Oil World. Tale decisione è frutto dei diversi problemi registrati da inizio giugno a causa di centri di stoccaggio al limite e un contenuto di FFA (acidi grassi liberi) in parte troppo elevato, derivante dalla lavorazione tardiva e/o da un lungo stoccaggio. A livello politico, il governo indonesiano sta cercando di trovare un equilibrio tra i mulini che non sono intenzionati a utilizzare a pieno la loro capacità di lavorazione per l’insufficiente spazio di stoccaggio e i piccoli proprietari che non possono vendere tutti i lori frutti a questi ultimi. Al fine incoraggiare le spedizioni, sono già state intraprese delle azioni in merito il 12 giugno:

  • possibilità di esportare alle aziende che non hanno ancora soddisfatto i requisiti di vendita richiesti sul mercato interno a fronte di un contributo addizionale di 200 $/t;
  • l’aliquota massima combinata per l'esportazione e l'imposta sull'olio di palma grezzo è passata da 575 $/t a 488 $/t.

Invece, in Malesia la limitata disponibilità di manodopera rappresenta ancora un problema che sembra richiedere più tempo del previsto. Questo implica continui ritardi e perdite di raccolto, oltre al peggioramento della qualità dell’olio di palma. Nel mese di maggio la produzione malese è rimasta invariata rispetto al mese precedente ed in calo del 7% rispetto all’anno scorso; la più bassa produzione in maggio da 6 anni. Le esportazioni, invece, hanno beneficiato del divieto di export indonesiano, in crescita del 27% rispetto al mese precedente e del 7% rispetto all’anno scorso. Il livello di stock è diminuito del 7% rispetto al mese precedente e del 3% rispetto all’anno scorso. Ci si attende, comunque, una ripresa degli stock malesi nei prossimi mesi sulla base di un aumento previsto della produzione nazionale e la perdita di quote di mercato a favore dell'Indonesia.

Secondo Oil World, il governo indonesiano potrebbe limitare ulteriormente le restrizioni sull’export o forse rimuovere queste ultime attraverso un annuncio che avverrà probabilmente nelle prossime due settimane. Se ciò accadesse, questo potrebbe temporaneamente spingere ancora più in basso il prezzo dell’olio di palma. In ogni caso, le quotazioni dell’olio di palma troveranno probabilmente un supporto dall’aumento della domanda registrato nelle ultime settimane sia dell’industria alimentare che dal settore energetico. Indonesia i prezzi interni di olio di palma sono scesi al di sotto dei prezzi dell’energia, che probabilmente innescherà una crescita della domanda dal settore energetico. Il commercio di olio di palma è previsto crescere rapidamente nei prossimi mesi: molti Paesi importatori dispongono di bassi livelli di stock e la repressa domanda dell'industria alimentare si manifesterà presumibilmente nelle prossime settimane, grazie al calo dei prezzi.

Previsioni per la campagna 2022/23: le rese sono previste aumentare in Indonesia e Malesia per i positivi effetti differiti del clima e il recupero del ciclo produttivo, dopo che le palme da olio hanno sottoperformato negli ultimi due anni a causa degli effetti ritardati della precedente siccità. Oil World prevede una produzione mondiale di 80,5 Mio t per la campagna 2022/23, in aumento del 4% rispetto all’attuale campagna, soprattutto in Indonesia. L’olio di palma è quindi previsto riacquisire quote di mercato nel 2022/23, a discapito di olio di soia e olio di girasole. Inoltre, Oil World prevede un aumento dei consumi per la prossima campagna, con una crescita  superiore al 5%. La produzione in aumento e i livelli di stock elevati riportati dalla campagna 2021/22, prevalentemente in Indonesia, creeranno una più ampia offerta sul mercato per la prossima campagna. Tutto ciò, si basa sulle seguenti assunzioni:

  1. Il ciclo di produzione biologica è in crescita in Indonesia e Malesia.
  2. Il governo malese adotterà adeguate misure per facilitare l’ingresso di lavoratori stranieri nel paese per fronteggiare la mancanza di manodopera nelle piantagioni.
  3. Il governo indonesiano eliminerà le restrizioni sulle esportazioni in vista di una sufficiente offerta e calo dei prezzi.

 

L'Indonesia potrebbe rilasciare oggi i permessi di esportazione di olio di palma

Lunedì, 30 Maggio 2022

Il Ministero del Commercio indonesiano ha ricevuto un certo numero di richieste di permessi di esportazione di olio di palma che potrebbero essere concessi in giornata, ha dichiarato l'alto funzionario del Ministero Veri Anggrijono. Il Governo indonesiano il 19 maggio ha, infatti, annunciato la cancellazione del divieto di export sull’olio di palma a partire dal 23 maggio, senza tuttavia specificare quale direzione prenderà la politica commerciale. È successivamente stato annunciato un ritorno al DMO (Domestic Market Obligation), che vincola le esportazioni alla vendita sul mercato interno di volumi di prodotto ancora da stabilire. Attualmente, la mancanza di informazioni chiare circa le nuove misure sta limitando di fatto l’attività di export, perché i trader preferiscono non prendere impegni per grandi volumi, con un effetto di sostegno alle quotazioni.

Nel frattempo, la Malesia sta valutando una riduzione del dazio sull’esportazione di olio di palma, attualmente fissato all’8%, nel tentativo di difendere le quote di mercato guadagnate dopo il blocco delle esportazioni indonesiano. Il ministro delle piantagioni malese ha dichiarato che la produzione e le esportazioni di olio di palma da parte della Malesia dovrebbero aumentare entro la fine dell’anno, anche grazie all’arrivo, a partire da questo mese, dei circa 32.000 lavoratori immigrati di cui era stato approvato l’ingresso lo scorso settembre (quota ancora bassa se paragonata ai 75.000 lavoratori effettivamente necessari per l’industria malese delle piantagioni).

Le riserve di olio di palma in Indonesia sono cresciute molto rapidamente in seguito alle restrizioni imposte dal governo sulle esportazioni. Oil World stima al 20 maggio livelli record per gli stock indonesiani tra 7,1-7,3 Mio t, in aumento di 2,2-2,5 Mio t rispetto ad un anno fa. Insieme alla carenza di offerta globale che si è venuta a creare, tutto ciò potrebbe incentivare un repentino aumento delle esportazioni indonesiane nel mese di giugno ma, per effetto delle numerose restrizioni all’export che si sono susseguite, per l’intera campagna si prevede una diminuzione delle esportazioni del 9% rispetto alla precedente campagna.

Nel frattempo, nel mondo sta diminuendo il trade di olio di palma con un calo osservato del -11% rispetto ad un anno fa in gennaio/aprile: un ulteriore calo è previsto avvenire anche per il mese di maggio. Tutto ciò a causa dei prezzi record raggiunti che hanno molto ridotto la capacità di acquisto di diversi paesi importatori, con conseguente riduzione dei consumi mondiali della commodity. Tra tutti la Cina, dove le importazioni per il medesimo periodo si sono ridotte di più del 50% rispetto all’anno precedente. Ci sono state poche eccezioni a questo trend: negli Stati Uniti le importazioni in gennaio/aprile sono aumentate (guidate dall’incremento della domanda di biodiesel) così come nell’Unione Europea (dove l’olio di palma sta beneficiando dell’insufficiente offerta dell’olio di girasole).

 

Le restrizioni all'export agitano i paesi importatori di olio di palma

Lunedì, 02 Maggio 2022

Il divieto di esportazione di olio di palma grezzo e raffinato introdotto dall'Indonesia a partire dal 28 aprile ha spinto il mercato non lontano dal prezzo record di 8.000 MYR/t, annullando gli effetti del razionamento della domanda seguito al picco di prezzo causato dal invasione dell'Ucraina.

La nuova misura aggrava la scarsità di offerta a livello globale. Dal 2019 il mancato reimpianto delle palme e lo scarso utilizzo di fertilizzanti in Malesia e Indonesia ha indebolito il trend di crescita della produzione di olio di palma; poi la pandemia e le restrizioni alla circolazione dei lavoratori hanno causato una grave carenza di manodopera straniera. Inoltre, i problemi meteorologici in molti paesi produttori di semi oleosi hanno limitato la produzione di altri oli vegetali e, di recente, la guerra in Ucraina ha causato un ulteriore aumento della domanda internazionale di olio di palma, rendendo ancora più grave la mancanza di approvvigionamento globale. Ora le restrizioni all'esportazione e le tasse all'esportazione vengono implementate nei principali paesi esportatori nel tentativo di abbassare i prezzi interni.

In tale contesto si prevede un ulteriore razionamento della domanda. Tuttavia, mentre il processo è già iniziato per quanto riguarda gli utilizzi di oli vegetali nel settore alimentare, il consumo nel settore energetico è rimasto a un livello elevato. Solo le decisioni politiche a favore di una riduzione dei mandati del biodiesel possono limitare l'uso di oli vegetali per la produzione di energia. Tuttavia, si teme anche la carenza di energia fossile e le politiche sull'energia verde stanno diventando sempre più popolari.

Chiaramente, le forniture mondiali di oli vegetali saranno limitate finché persisterà il divieto indonesiano sulle esportazioni di olio di palma. Molti osservatori stanno sottolineando che le scorte si accumuleranno rapidamente e, una volta che la capacità di stoccaggio sarà completamente utilizzata, il governo indonesiano sarà costretto a revocare il divieto, possibilmente prima della fine di maggio.

Si avvicina anche la stagione della maggiore produttività delle palme, insieme alla raccolta dei semi oleosi nell'emisfero settentrionale. È fondamentale che i prossimi raccolti di semi oleosi siano soddisfacenti e che la produzione di olio di palma si riprenda, al fine di allentare la tensione globale sui mercati degli oli vegetali.

 

L'Indonesia ferma le esportazioni di olio di palma

Giovedì, 28 Aprile 2022

AGGIORNAMENTO: il 22 aprile il governo indonesiano ha annunciato l'introduzione di un divieto di esportazione di olio da cucina in vigore dal 28 aprile, al fine di garantire l'approvvigionamento sul mercato interno. Le esportazioni di olio di palma grezzo erano state dichiarate al di fuori del perimetro della misura e il divieto avrebbe incluso solo l'oleina di palma raffinata, sbiancata e deodorata (RBD). L'Indonesia ha poi ampliato la portata del suo divieto di esportazione per includere sia l'olio di palma grezzo che raffinato, ha affermato mercoledì il suo Ministro dell'Economia, comunicando l'ultima inversione di rotta.

 

La domanda rimane stabile e forte, mentre la produzione malese stenta a riprendere

Martedì, 19 Aprile 2022

I prezzi dell'olio di palma grezzo su Bursa Malaysia sono in fase di rimbalzo dall'inizio di aprile, poiché la domanda rimane stabile e la produzione malese non riesce a riprendersi in modo significativo.

Come mostrano i dati di MPOB, la produzione malese a marzo era ancora in linea con quella dei due anni precedenti e ancora molto lontana da quella del 2019. Il commercio mondiale di olio di palma ha raggiunto il minimo degli ultimi 7 anni nel periodo dicembre/febbraio 2021/22, a causa dei prezzi elevati, del razionamento della domanda, delle restrizioni alle esportazioni indonesiane e dei bassi livelli di produzione della Malesia.

Si prevede che l'aumento stagionale della produzione di olio di palma accelererà nei prossimi mesi nel sud-est asiatico. Le perdite di produzione in Malesia dovrebbero essere ridotte per la prevista migliore disponibilità di manodopera. Questo sarà di importanza cruciale in Malesia, dove le esportazioni hanno superato le aspettative a marzo e le scorte sono ancora relativamente basse.

Prezzi dell'olio di palma in discesa dopo che il panico sul mercato li ha spinti oltre gli 8,000 MYR/t

Lunedì, 28 Marzo 2022

Dopo aver fatto registrare un picco di prezzo al di sopra degli 8.000 MYR/t sulla Bursa Malaysia, le quotazioni futures dell'olio di palma sono scese al di sotto della soglia dei 7.000 MYR/t. Sicuramente, l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha causato scarsità sul mercato dell'olio di girasole e gli operatori si sono rivolti verso degli oli sostituti. E sicuramente ciò è accaduto in un momento in cui l'offerta dello stesso olio di palma è in difficoltà da una produzione malese ancora al di sotto delle aspettative in febbraio e dalle restrizioni alle esportazioni imposte dal governo dell'Indonesia. In un paio di mesi, prima è stata imposta una DMO (Domestic Market Obligation) che obbligava gli esportatori a vendere il 20% dei volumi sul mercato interno, poi questa percentuale è stata portata al 30% ed infine è stato annunciato che la DMO verrà eliminata in favore di un aumento della tassa sulle esportazioni di olio di palma, per finanziare i sussidi per il mercato interno.

Molti Paesi utilizzano l'olio di palma come olio da cucina e sono preoccupati in maniera crescente dall'attuale situazione. Tuttavia, nonostante il contesto, i principali Paesi produttori del Sud Est asiatico non sono ancora pronti a ritardare il perseguimento degli obiettivi relativi agli obblighi di miscelazione del biodiesel. La Malesia ha annunciato che il governo continuerà a supportare l'incremento del mandato di miscelazione nonostante i prezzi crescenti dell'olio di palma.

La produzione indonesiana per la campagna 2022/23 è prevista in aumento rispetto alla campagna corrente, fino a 46 Mio t, grazie agli ampi margini di cui i produttori godono attualmente e che favoriscono una raccolta intensiva. La stessa aspettativa di recupero produttivo può essere estesa anche alla Malesia.

Olio di palma alle stelle dopo lo scoppio della guerra

Giovedì, 03 Marzo 2022

Con l’inizio del conflitto armato in Ucraina, il comparto degli oli vegetali è entrato in forte tensione, visto che l’80% dell’export mondiale di olio e seme di girasole proviene da Russia e Ucraina, transitando per lo più dal Mar Nero, che attualmente è presidiato da navi da guerra.

Il comparto degli oli vegetali, già teso per questioni di fondamentali, ha reagito bruscamente alla notizia dell’offensiva (23 febbraio). In pochi giorni l’olio di palma (Bursa Malaysia) ha guadagnato il 25%, spinto anche da una decisiva componente speculativa.

Per la prima volta nella storia il prezzo dell’olio di palma all’origine ha superato gli 8.000 ringgit per tonnellata. In Europa, le quotazioni superano i 2.000 €/t. Il listino di Milano (Granaria) ha sospeso, nella seduta di martedì 1° marzo, le quotazioni degli oli vegetali.

Le attese degli operatori del mercato sono per una domanda di oli vegetali che si sposterà sull’olio di palma (e di soia) per sopperire all’ammanco di olio di girasole, di cui Russia e Ucraina sono i primi produttori ed esportatori.

L’India (grande importatore di olio di girasole) sta facendo pressioni all’Indonesia affinché rimuova le limitazioni all’export di olio di palma, imposte in gennaio, e che sospenda temporaneamente gli obblighi di miscelazione per la produzione di biodiesel. Non si conosce ancora la posizione ufficiale dell’Indonesia sul tema.

Il prezzo dell'olio di palma raggiuge nuovi record dopo la limitazione delle esportazioni indonesiane

Martedì, 22 Febbraio 2022

Aggiornamento del 2 marzo:

L’evoluzione del conflitto tra Russia e Ucraina continua a trasmettere volatilità rialzista al comparto oli vegetali, già messo a dura prova da questioni di fondamentali e di policy. A guidare i rialzi dell’ultima settimana è il rallentamento dell’offerta di olio e seme di girasole, di cui Russia e Ucraina sono i principali esportatori (80% dell'export mondiale). Le tensioni, per effetto sostituzione, si trasmettono a tutto il comparto degli oli vegetali, a partire dal soia e dal palma. Da segnalare anche l’effetto spillover derivante dal comparto energetico. Il petrolio, di cui la Russia è un importante produttore ed esportatore, continua nel suo rally, con il WTI che ha toccato quota 108 $/bbl, i massimi dal 2013 e +18% dallo scoppio del conflitto.

Nell’ultima settimana il prezzo finanziario dell'olio di palma è aumentato del 25%, superando gli 8.000 ringgit per tonnellata ed andando a premio sul girasole.

Nel breve periodo, una forte volatilità è destinata a permanere, dato il clima di grande incertezza che favorisce anche la componente speculativa. Sul medio-lungo periodo, determinante sarà l’evoluzione del conflitto e gli effetti sui fondamentali, che continueremo a monitorare.


Il rally di prezzo dell'olio di palma non sembra trovare una fine, con i futures della Bursa Malaysia al di sopra del livello record di 6.300 MYR/t (prima scadenza) e di poco al di sotto dei 6.000 MYR/t per il contratto più scambiato (Maggio '22). 

La recente decisione del governo indonesiano per l'introduzione della Domestic Market Obligation risulterà, nel breve termine, in un declino delle esportazioni di olio di palma, creando scarsità sul mercato internazionale che la Malesia difficilmente può compensare. Infatti, la Malesia subisce ancora il problema della scarsità di forza lavoro nelle piantagioni e la sua produzione mensile di olio di palma è ancora al di sotto dei livelli di tre anni fa, anche se in miglioramento rispetto agli ultimi due anni.

Come risultato, l'offerta internazionale di olio di palma rimarrà al di sotto delle aspettative finché la produzione stagionalmente non riprende a crescere e finché gli esportatori indonesiani non trovano i canali distributivi adatti per il mercato interno per guadagnare quote di esportazione. I prezzi dell'olio di palma hanno risposto ed attualmente l'olio di palma grezzo, a Rotterdam, è più costoso dell'olio di soia. Non era mai successo.

Tuttavia, gli attuali livelli di prezzi non potranno fare altro che razionare la domanda. I consumatori dei Paesi in via di sviluppo, che utilizzano olio di palma come olio di cucina, sono in difficoltà agli attuali livelli di prezzo, ed anche i maggiori importatori, come la UE, stanno limitando le importazioni rispetto ai livelli di un anno fa e alla media quinquennale. A partire da marzo/aprile la produttività dovrebbe aumentare nel Sud-est asiatico, permettendo un aumento dell'offerta sul mercato e innescando gli attesi cali del prezzo rispetto ai livelli record correnti. 

 

L'Indonesia limita le esportazioni di olio di palma e i prezzi favoriscono il razionamento della domanda

Lunedì, 31 Gennaio 2022

L'imposizione di regole più stringenti sulle esportazioni di olio di palma da parte del Governo indonesiano ha alimentato una nuova ondata di rialzi dei prezzi. Su Bursa Malaysia, i prezzi futures del primo contratto dell'olio di palma grezzo hanno raggiunto un nuovo record storico il 27 gennaio. 

Indonesia: da ora in avanti, una cosiddetta Domestic Market Obligation (DMO) obbligherà tutti i produttori di olio da cucina a vendere sul mercato interno il 20% del prodotto destinato alle esportazioni. La DMO è stata imposta sull'olio di palma grezzo, oleina e olio da cucina esausto, ma il Governo sta prendendo in considerazione l'ipotesi di estendere una regola del genere a tutti i prodotti derivati dall'olio di palma. Questa misura potrebbe impattare sulle esportazioni indonesiane di olio di palma grezzo a partire da febbraio, e non sono state date indicazioni circa la durata di questo provvedimento. Come conseguenza delle misure di limitazione delle esportazioni, Oil World ha rivisto al ribasso di 0,4 Mio t la previsione di export indonesiano di olio di palma per la campagna corrente, fino a 28,9 Mio t.

Malesia: gli operatori di mercato sono preoccupati circa l'offerta disponibile, come conseguenza delle inondazioni di dicembre e della mancanza di manodopera. Come risultato di una minore produzione in dicembre e gennaio, si stima che le esportazioni malesi di olio di palma nei primi venticinque giorni di gennaio siano state inferiori del 33-37% rispetto al mese precedente e si prevede che gli stock finali di gennaio saranno in calo su base mensile. 

In questo contesto, una significativa riduzione delle esportazioni indonesiane genererebbe domanda addizionale per l'olio di palma da altre origini, in particolare la Malesia, che però sta già avendo difficoltà di offerta. Questa situazione richiederà un razionamento della domanda tramite un più alto livello dei prezzi.
I prezzi correnti, nuovi record storici, sono già adatti a causare una riduzione della domanda: le importazioni indiane di olio di palma, nel 2021/22, saranno le più basse dal 2013/14, ed anche la UE probabilmente limiterà le importazioni rispetto alle precedenti aspettative.
Un nuovo equilibrio è difficile da raggiungere e da prevedere, poiché il mercato dell'olio di palma di sta muovendo in territorio inesplorato. Certamente, le possibilità di riduzione significativa dei prezzi saranno maggiormente concrete con l'approssimarsi dell'estate, quando la produttività delle palme aumenta. 

 

L'Indonesia limita le esportazioni di olio di palma e i prezzi raggiungono un nuovo record

Giovedì, 27 Gennaio 2022

L'imposizione di regole più stringenti sulle esportazioni di olio di palma da parte del Governo indonesiano ha alimentato una nuova ondata di rialzi dei prezzi. Su Bursa Malaysia, i prezzi futures del primo contratto dell'olio di palma grezzo hanno raggiunto un nuovo record storico il 27 gennaio. 

Indonesia: da ora in avanti, una cosiddetta Domestic Market Obligation (DMO) obbligherà tutti i produttori di olio da cucina a vendere sul mercato interno il 20% del prodotto destinato alle esportazioni. La DMO è stata imposta sull'olio di palma grezzo, oleina e olio da cucina esausto, ma il Governo sta prendendo in considerazione l'ipotesi di estendere una regola del genere a tutti i prodotti derivati dall'olio di palma. Questa misura potrebbe impattare sulle esportazioni indonesiane di olio di palma grezzo a partire da febbraio, e non sono state date indicazioni circa la durata di questo provvedimento. 

Malesia: gli operatori di mercato sono preoccupati circa l'offerta disponibile, come conseguenza delle inondazioni di dicembre e della mancanza di manodopera. Come risultato di una minore produzione in dicembre e gennaio, si stima che le esportazioni malesi di olio di palma nei primi venticinque giorni di gennaio siano state inferiori del 33-37% rispetto al mese precedente e si prevede che gli stock finali di gennaio saranno in calo su base mensile. 

In questo contesto, una significativa riduzione delle esportazioni indonesiane genererebbe domanda addizionale per l'olio di palma da altre origini, in particolare la Malesia, che però sta già avendo difficoltà di offerta. Questa situazione richiederà un razionamento della domanda tramite un più alto livello dei prezzi. I prezzi correnti, nuovi record storici, sono già adatti a causare una riduzione della domanda, ma un nuovo equilibrio è difficile da raggiungere e da prevedere, poiché il mercato dell'olio di palma di sta muovendo in territorio inesplorato. 

 

 

Nuovo rimbalzo dei prezzi dell'olio di palma, in seguito alle inondazione nella Malesia peninsulare

Mercoledì, 05 Gennaio 2022

I prezzi futures delle prima scadenza dell'olio di palma grezzo su Bursa Malaysia hanno nuovamente superato i 5400 MYR/t ed il contratto più scambiato è nuovamente al di sopra dei 5000 MYR/t. Il prezzo della prima scadenza è cresciuto dell'11,6% tra il 21 dicembre ed il 4 gennaio. 

L'improvvisa inversione di trend ha seguito un periodo di presa di profitto, che ha presentato buone opportunità di acquisto, ed è stata causata dagli effetti di un meteo anomalo generato dal super tifone Rai (in un giorno, il 18 dicembre, è caduta la pioggia di un mese nella Malesia peninsulare). Ciò ha causato grosse inondazioni nella penisola malese, ed i palmeti collocati al di sotto del livello del mare sono rimasti inondati per settimane. Saranno necessari alcuni mesi perché i palmeti colpiti possano riprendere la produzione.
La forza lavoro rimane il tema più spinoso per l'industria dell'olio di palma. Secondo la sede di Kuala Lumpur di USDA, il Governo malese ha recentemente firmato un protocollo di intesa sul tema dei lavoratori migranti con il Bangladesh, mentre nulla è ancora stato concluso con la vicina Indonesia, che rappresenta la principale origine dei lavoratori impiegato in Malesia. Alla fine del 2021, il Governo malese ha dato il benestare per il reclutamento di 32.000 lavoratori stranieri per l'impiego nell'industria dell'olio di palma, ma l'apparizione della variante Omicron ha ritardato l'apertura delle frontiere ai lavoratori stranieri. 

L'aumento della produzione di olio di palma in Malesia dipenderà dalla possibilità di ingresso nel Paese dei lavoratori stranieri, che al momento si è rappresenta un problema di difficile soluzione e, nonostante gli annunci del Governo, il tema è ancora caldo. 
Gli effetti delle recenti inondazioni potrebbero costare alla Malesia circa l'1% della produzione della campagna corrente. 

I prezzi dell'olio di palma hanno ancora potenziale di discesa, in particolare a partire dal secondo trimestre dell'anno, poiché l'attuale livello di prezzo limita la domanda. Tuttavia, i recenti sviluppo rischiano di far ritardare la discesa dei prezzi, se la forza lavoro straniera sarà limitata ancora a lungo nell'accesso al Paese a causa della nuova variante Omicron. 

Prezzi in flessione, ma la volatilità rialzista resta in agguato

Mercoledì, 22 Dicembre 2021

I prezzi futures dell’olio di palma grezzo (Bursa Malaysia, prima scadenza), in occasione della scadenza del contratto di dicembre (15/12), hanno perso oltre il 9% in poche sedute di borsa, tornando ai livelli di inizio campagna 2021/22.

In generale, si osserva una leggera debolezza in tutto il comparto degli oli vegetali, guidata e calo delle quotazioni del petrolio (WTI ai minimi da fine agosto in dicembre) e dall’aumento dell’offerta mondiale di oli vegetali prevista nel corso della campagna 2021/22 (+6,2 Mio t o +3% secondo USDA).

In particolare, le statistiche malesi per il mese di novembre (MPOB) evidenziano l’inizio della fase stagionale delle rese calanti. Tuttavia, nonostante la produzione malese sia calata del 5% in novembre rispetto ad ottobre, risulta superare del 10% rispetto al novembre 2020, per effetto dei frutti non raccolti nei mesi precedenti. Il problema principale resta la grave carenza di manodopera straniera e nonostante gli sforzi del governo, c’è incertezza su quado il governo deciderà sull’apertura delle frontiere, subordinata al contenimento dei contagi.

La ripresa della produzione di olio di palma nel 2022 e l’apertura delle frontiere ai lavoratori stagionali è l’ipotesi più condivisa, ma permane nel mercato una forte componente speculativa, che impedisce il calo delle quotazioni.

Secondo Oil World la produzione 2021/22 malese di olio di palma aumenterà di 1 Mio t rispetto alla precedente campagna, anche se tale aumento produttivo sarà concentrato nella seconda metà della campagna. Nello stesso periodo, anche l’Indonesia vedrà aumentare il proprio output di 1,6 Mio t.

La domanda internazionale di olio di palma continua a scontrarsi con un'offerta ancora limitata dalla scarsità di manodopera in Malesia. Nel frattempo, i dazi alle esportazioni in Indonesia mantengono questa origine poco competitiva, tanto che le esportazioni di olio di palma malesi di novembre sono state stimate in aumento del 3% rispetto al mese precedente e del 15% rispetto a novembre 2020.

Possibili fenomeni di volatilità rialzista potrebbero essere innescati dal lato della domanda. Infatti, l’India ha aperto le proprie dogane all’importazione di olio di palma raffinato ed ha pure abbassato il dazio sull’import di grezzo per aumentarne l’offerta domestica e diminuirne i prezzi al consumo.

 

Prezzi ancora su livelli record, in attesa di un aumento della produzione malese

Lunedì, 29 Novembre 2021

Le quotazioni della prima scadenza dei contratti futures dell'olio di palma grezzo di Bursa Malaysia hanno avuto una scarsa volatilità nell'ultimo mese e sono attualmente vicini ai massimi storici di inizio novembre. Le tensioni sul mercato restano forti, in un contesto di perdurante scarsità di manodopera in Malesia. Con l'olio di palma su tali livelli di prezzo, si assiste ad un insolito effetto sostituzione tra l'olio di palma e l'olio di girasole o di soia. 

La ripresa della produzione di olio di palma nel 2022 è una ipotesi ampiamente condivisa, ma questa aspettativa fino ad ora non ha avuto l'effetto di spezzare il sentimento rialzista del mercato. Il Governo malese ha dichiarato che favorirà l'ingresso di lavoratori stranieri nel Paese e questo sarà il principale fattore che permetterà un aumento della produttività, grazie alla riduzione delle perdite del raccolto, principalmente a partire dall'inizio del secondo trimestre 2022. Tuttavia, fin da ora e fino ad allora, c'è l'aspettativa che la produzione risulti maggiore dello stesso periodo dello scorso anno. 

La Commissione Europea ha proposto delle misure per limitare l'importazione di materie prime legate alla deforestazione, tra cui l'olio di palma. Dopo l'approvazione della direttiva REDII, che vuole limitare l'utilizzo a fini energetici di olio di palma in quanto prodotto che incentiva il cambio di utilizzo dei terreni, la nuova proposta riguarda direttamente anche l'olio di palma importato per utilizzo alimentare. L'obiettivo è quello di contrastare la deforestazione in genere, non soltanto quella illegale. Il Governo malese ha dichiarato, di conseguenza, di voler investire sulla produttività delle piantagioni già esistenti. Nel frattempo, il ricorso al WTO in merito alla direttiva REDII verrà esaminato in gennaio 2022. 

Il violento aumento dei prezzi dei fertilizzanti sta generando preoccupazione, ma si dovrà vedere nei prossimi mesi fino a che punto la loro applicazione sarà ridotta. Gli effetti di tale riduzione sulle rese e la produzione si manifesteranno soprattutto nel 2023 ed il 2024. 

La domanda internazionale di olio di palma continua a scontrarsi con un'offerta limitata dalla scarsità di manodopera in Malesia. Nel frattempo, i dazi alle esportazioni in Indonesia mantengono questa origine poco competitiva, tanto che le esportazioni di olio di palma malesi sono stimate in aumento del 9% nei primi venti giorni di novembre rispetto al mese precedente. 
L'evoluzione del prezzo dell'olio di palma nei prossimi mesi sarà dunque essenzialmente legata all'afflusso di lavoratori stranieri in Malesia. Cali significativi del prezzo, dunque, saranno poco probabili prima della fine del primo trimestre 2022.

 

Nuove restrizioni proposte dall'UE sulle importazioni di olio di palma

Lunedì, 22 Novembre 2021

Le quotazioni della prima scadenza dei contratti futures dell'olio di palma grezzo di Bursa Malaysia hanno avuto una scarsa volatilità negli ultimi venti giorni e sono attualmente vicini ai massimi storici di inizio novembre. Le tensioni sul mercato restano forti, in un contesto di perdurante scarsità di manodopera in Malesia.

UE: la Commissione Europea ha proposto delle misure per limitare l'importazione di materie prime legate alla deforestazione, tra cui l'olio di palma. Dopo l'approvazione della direttiva REDII, che vuole limitare l'utilizzo a fini energetici di olio di palma in quanto prodotto che incentiva il cambio di utilizzo dei terreni, la nuova proposta riguarda direttamente anche l'olio di palma importato per utilizzo alimentare. L'obiettivo è quello di contrastare la deforestazione in genere, non soltanto quella illegale.

Malesia: il governo malese ha dichiarato, di conseguenza, di voler investire sulla produttività delle piantagioni già esistenti. Nel frattempo, il ricorso al WTO in merito alla direttiva REDII verrà esaminato in gennaio 2022. 

La domanda internazionale di olio di palma continua a scontrarsi con un'offerta limitata dalla scarsità di manodopera in Malesia. Nel frattempo, i dazi alle esportazioni in Indonesia mantengono questa origine poco competitiva, tanto che le esportazioni di olio di palma malesi sono stimate in aumento del 9% nei primi venti giorni di novembre rispetto al mese precedente. 
L'evoluzione del prezzo dell'olio di palma nei prossimi mesi sarà dunque essenzialmente legata all'afflusso di lavoratori stranieri in Malesia. Cali significativi del prezzo, dunque, saranno poco probabili prima del primo trimestre 2022.

 

I prezzi dell'olio di palma continuano a salire a causa della scarsità di manodopera

Martedì, 02 Novembre 2021

I prezzi futures dell'olio di palma (FCPO, Bursa Malaysia) continuano a rafforzarsi oltre i massimi storici, trainati dalla scarsità di forza lavoro in Malesia. Le aspettative degli operatori sono per una ulteriore contrazione della produzione malese ed un aumento delle esportazioni in ottobre. La grave scarsità di forza lavoro nelle piantagioni malesi non sembra avviata verso una soluzione nell'immediato e si prevede che le rese basse perdureranno fino al primo trimestre 2022, dato che il Governo malese ha dichiarato che 32.000 dei 75.000 lavoratori stranieri necessari potranno entrare nel Paese a partire dal nuovo anno. 

La crescita della produzione di olio di palma aveva già iniziato a calare in Indonesia e Malesia negli anni recenti, a causa del basso tasso di fertilizzazione e dell'invecchiamento dei palmeti. Tuttavia, anche considerando questi fattori di medio termine, la produzione di olio di palma in Malesia ha la potenzialità per un rimbalzo importante rispetto alla scorsa campagna, se si riesce a risolvere il problema della mancanza di forza lavoro. 

Se le previsioni di produzione si concretizzano, l'offerta mondiale di olio di palma andrà incontro ad un incremento nella campagna 2021/22, trasmettendo debolezza alle quotazioni dell'olio di palma. 
Il previsto aumento della produzione degli altri oli vegetali, come l'olio di soia e quello di girasole, è cruciale anche per le evoluzioni dei prezzi dell'olio di palma.

L'aumento dei prezzi del petrolio al di sopra degli 80 $/bbl non sta certo favorendo un calo dei prezzi degli oli vegetali, ma non è alla base dei picchi di prezzi registrati, perché i prezzi del petrolio restano ancora molto distanti da quelli degli oli. In questo contesto, i consumi di olio di palma per scopi energetici sono frenati dagli alti prezzi. 

 

Prezzi record su Bursa Malaysia e stock malesi ancora in calo

Lunedì, 11 Ottobre 2021

I prezzi dell'olio di palma (FCPO, Bursa Malaysia) hanno raggiunto un massimo storico. Nonostante le diffuse aspettative di un aumento della produzione in Malesia, per la campagna 2021/22, i dati MPOB confermano una contrazione della produzione del -0,4% in settembre rispetto al mese precedente. In questo mese, l'abbassamento dei dazi sulle importazioni di oli vegetali da parte dell'India e l'aumento del dazio all'export indonesiano di olio di palma hanno favorito le esportazioni malesi (+37% in settembre rispetto al mese precedente), portando ad un'ulteriore contrazione degli stock (-7% rispetto al mese di agosto).

La carenza di manodopera sta assumendo dimensioni molto gravi e, a dispetto delle aspettative, non pare che si sia vicini ad una soluzione. Il Malaysian Palm Oil Council denuncia la carenza di 75mila lavoratori nelle piantagioni che, a partire dal "Movement Control Order" del 18 marzo 2020, hanno dovuto far ritorno nei loro Paesi di origine senza poter rientrare. Da allora, per un anno è mezzo, il problema è stato affrontato con diverse proposte ma non risolto. Secondo il MPOC, la scarsità di manodopera difficilmente troverà soluzione entro la fine del 2021. Il governo malese ha annunciato che circa 32mila lavoratori potranno entrare in Malesia il prossimo anno. 

La Cina, in questa congiuntura, sta facendo ingenti acquisti di olio di palma, potenziando la congiuntura rialzista. 
A ciò si aggiunge una situazione di tensione sui prezzi del petrolio, tornato ai massimi dal 2014 e vicino agli 80$/barile. L'OPEC+ non sembra al momento intenzionata ad aumentare i target di produzione, nonostante i livelli di prezzo raggiunti dal WTI. 

Le prospettive relative alla gestione della carenza di manodopera, ora chiarite dall'intervento del MPOC, suggeriscono tensioni di prezzo di maggiore durata di quanto precedentemente prospettato. La previsione di produzione 2021/22 pubblicata due settimane fa da Oil World difficilmente potrà essere raggiunta, se nella prima metà della campagna la carenza di manodopera continuerà a limitare l'output.

Prezzi su livelli record, raggiungono i 5.000 MYR/t su Bursa Malaysia

Giovedì, 07 Ottobre 2021

I prezzi dell'olio di palma (FCPO, Bursa Malaysia) hanno raggiunto un massimo storico. Nonostante le diffuse aspettative di un aumento della produzione in Malesia, per la campagna 2021/22, al momento prevalgono le anticipazioni di un'ulteriore contrazione della produzione nel mese di settembre. In questo mese, l'abbassamento dei dazi sulle importazioni di oli vegetali da parte dell'India e l'aumento del dazio all'export indonesiano di olio di palma hanno favorito le esportazioni (stimate in crescita del 30-40% in settembre rispetto al mese precedente), portando ad un'ulteriore contrazione degli stock malesi.

La carenza di manodopera sta assumendo dimensioni molto gravi e, a dispetto delle aspettative, non pare che si sia vicini ad una soluzione. Il Malaysian Palm Oil Council denuncia la carenza di 75mila lavoratori nelle piantagioni che, a partire dal "Movement Control Order" del 18 marzo 2020, hanno dovuto far ritorno nei loro Paesi di origine senza poter rientrare. Da allora, per un anno è mezzo, il problema è stato affrontato con diverse proposte ma non risolto. Secondo il MPOC, la scarsità di manodopera difficilmente troverà soluzione entro la fine del 2021. Il governo malese ha annunciato che circa 32mila lavoratori potranno entrare in Malesia il prossimo anno. 

La Cina, in questa congiuntura, sta facendo ingenti acquisti di olio di palma, potenziando la congiuntura rialzista. 
A ciò si aggiunge una situazione di tensione sui prezzi del petrolio, tornato ai massimi dal 2014 e vicino agli 80$/barile. L'OPEC+ non sembra al momento intenzionata ad aumentare i target di produzione, nonostante i livelli di prezzo raggiunti dal WTI. 

Le prospettive relative alla gestione della carenza di manodopera, ora chiarite dall'intervento del MPOC, suggeriscono tensioni di prezzo di maggiore durata di quanto precedentemente prospettato. La previsione di produzione 2021/22 pubblicata due settimane fa da Oil World difficilmente potrà essere raggiunta, se nella prima metà della campagna la carenza di manodopera continuerà a limitare l'output. 

I dati del MPOB non bastano per calmare i mercati

Martedì, 21 Settembre 2021

Le statistiche ufficiali del MPOB (Malaysian Palm Oil Board) relative al mese di agosto hanno evidenziato un aumento della produzione di olio di palma del +12% rispetto a luglio, fino al valore più alto da 9 mesi. La Malesia sta concentrando la manodopera disponibile nell’attività di raccolta, per minimizzare le perdite di frutti. Anche le scorte sono aumentate al massimo da 13 mesi, sia per la maggiore produzione sia per il calo delle esportazioni (-17% m/m) nel mese di agosto, per un certo grado di razionamento della domanda.

Nonostante i dati fornissero elementi ribassisti, mediamente, in agosto, i prezzi sono aumentati del 7% rispetto al mese precedente, mantenendo il trend di crescita anche nella prima metà di settembre. Le quotazioni dell’olio di palma (Bursa Malaysia) in settembre hanno raggiunto il valore più alto dal maggio scorso, senza però battere il record storico di 4.883 MYR/t del 7/05/2021.

Le tensioni di prezzo delle ultime settimane sono state alimentate da:

Oli World ha pubblicato il primo bilancio per la campagna 2021/22:

la produzione malese e gli utilizzi totali sono previsti aumentare rispettivamente del 6% e dell’1% rispetto al 2020/21. Di conseguenza il rapporto stock/utilizzi salirà al 9,85%, il livello più alto dal 2018/19. A livello mondiale, è previsto un record produttivo di 79,8 Mio t (+5% vs. 2020/21), ma sarà record anche di consumi. Lo scenario resta condizionato alla risoluzione delle restrizioni legate alla pandemia, che tanto ha gravato sui livelli di produzione nell’ultimo anno. Attualmente, circa il 58% della popolazione malese ha completato il ciclo vaccinale.

C'è scarso movimento nei prezzi finanziari dell'olio di palma

Lunedì, 06 Settembre 2021

C'è poca evoluzione sui prezzi finanziari dell'olio di palma. La produttività delle palme, in Malesia, è ancora limitata dalla mancanza di forza lavoro.

Tuttavia, le informazioni preliminari anticipano una produzione di olio di palma in Malesia superiore alle attese ad agosto, che potrebbe consentire un aumento degli stock. Questo è stato apparentemente il risultato degli sforzi in molte piantagioni per dedicare una quota maggiore dei lavoratori disponibili alla raccolta dei grappoli di frutti maturi e alla raccolta in campo, al fine di ridurre le perdite.

Inoltre, si ritiene che le esportazioni malesi siano diminuite del 12-13% in agosto rispetto al mese precedente, probabilmente grazie alla riduzione della tassa sulle esportazioni indonesiane.

I nuovi dati su produzione, esportazioni e stock mensili della Malesia saranno pubblicati il 10 settembre.

MPOB: le statistiche ufficiali agitano i mercati

Lunedì, 23 Agosto 2021

I prezzi finanziari dell’olio di palma (Bursa Malaysia) sono tornati in tensione, avvicinandosi molto ai livelli del maggio scorso, quando raggiunsero il massimo storico di 4.883 MYR/t. Mediamente, in luglio i prezzi sono aumentati dell’11% rispetto al mese precedente.

L’uscita dei dati ufficiali del MPOB (Malaysian Palm Oil Board) ha alimentato le tensioni che oramai da più di un mese imperversano nei mercati. In luglio, per la prima volta dal febbraio scorso, si stima un calo degli stock e delle produzioni mensili: rispettivamente -7% e -5% rispetto a giugno, a causa di rese che, nel 2021 (gennaio-luglio), si sono attestate a 3,47 t/ha, il valore più basso dal 1998 (annata estremamente siccitosa). Tuttavia, le ragioni di rese così basse non sono da ricercarsi nel meteo, bensì nella scarsità di manodopera e nei continui lockdown che paralizzano da mesi la Malesia.

Segnaliamo forti tensioni anche sui costi della logistica, soprattutto per le tratte dall’Asia verso l’Europa.

Oli World prevede un calo di produzione in Malesia del 7,6% nella campagna corrente (2020/21) e scorte finali ai minimi dalla deludente campagna 2015/16.

L’incertezza sulle produzioni malesi di luglio rende nervosi i mercati finanziari

Mercoledì, 04 Agosto 2021

I prezzi finanziari dell’olio di palma (Bursa Malaysia) sono tornati in tensione, avvicinandosi molto ai livelli del maggio scorso, quando raggiunsero il massimo storico di 4.883 MYR/t. Mediamente, in luglio i prezzi sono aumentati dell’11% rispetto al mese precedente.

Le nuove tensioni sono principalmente riconducibili a due ragioni:

Inoltre, Oli World prevede un calo di produzione in Malesia del 5% nella campagna corrente e scorte finali ai minimi dalla deludente campagna 2015/16.

In attesa dei dati del MPOB (10 agosto) qualsiasi notizia su presunti aumenti o cali di produzione nel mese di luglio è in grado di generare oscillazioni di prezzo anche di 200 MYR/t in una sola seduta di borsa. I pareri degli analisti locali sono discordanti.

Forte domanda, mancanza di forza lavoro e meteo avverso in Nord America spingono i prezzi degli oli vegetali

Lunedì, 19 Luglio 2021

I prezzi dell'olio di palma sono risultati in ripresa da metà giugno in avanti e si attestano ora sui livelli di maggio scorso. La produzione è tuttora messa in grande difficoltà dai lockdown che ancora interessano MalesiaIndonesia e dalla scarsità di forza lavoro, a cui non è ancora stata trovata una soluzione efficace.

Oil World ha rivisto ulteriormente al ribasso la previsione di produzione 2020/21 per la Malesia fino a 18,26 Mio t, a causa della scarsità di forza lavoro. Infatti, la produzione mensile malese è ancora ben al di sotto dei livelli dello scorso anno. Anche le esportazioni sono al di sotto dei livelli del 2020, a causa della minore offerta. Tuttavia, mentre le esportazioni in giugno sono cresciute del +11,8% su base mensile, stimolate dai prezzi inferiori, la produzione è aumentata soltanto del 2%. Alcuni grossi importatori, come l'India e la Cina, sono tornati sul mercato, generando una domanda più forte e prezzi più alti.

I prezzi dell'olio di palma sono attualmente sostenuti anche dalle condizioni meteorologiche sfavorevoli in Nord America, che hanno danneggiato irreversibilmente la colza canadese e che stanno gettando incertezze sulla produzione di soia statunitense.

La domanda mondiale di oli vegetali è ancora molto forte e qualsiasi fattore che metta a rischio l'offerta, in particolare per la prossima campagna, si rifletterà in un aumento dei prezzi.

I fattori da tenere d'occhio a breve termine sono il clima in Nord America (sebbene la situazione sia compromessa per la colza, ci sono ancora aspettative di un raccolto di soia eccezionale negli Stati Uniti) e le restrizioni anti-Covid nel sud-est asiatico, che stanno attualmente frenando il potenziale produttivo malese.

I prezzi dell'olio di palma sono previsti in calo, rispetto ai livelli attuali, per l'aumento della produzione nei prossimi mesi e, successivamente, per i grandi raccolti di semi oleosi in USA, Russia, Ucraina e UE.

 

Dopo aver raggiunto i minimi da gennaio le quotazioni rimbalzano

Martedì, 06 Luglio 2021

Dopo aver raggiunto il massimo storico di 4.883 MYR/t, le quotazioni finanziarie malesi sono crollate di oltre il 27% (tra il 5/05 ed il 14/06). L’aumento produttivo stagionale ed un certo grado di razionamento della domanda (prezzi eccessivamente elevati) hanno contribuito a tale calo nei prezzi e in Malesia e a livello internazionale. Dalla seconda metà di giugno ad oggi, si è verificato un leggero rimbalzo, che ha portato i prezzi a salire del 10%.

Le ragioni del rimbalzo sono molteplici:

In sostanza, la minore pressione fiscale sul commercio indiano ed indonesiano ha rinvigorito una domanda di olio di palma che risultava oramai razionata, mentre i nuovi lockdown rischiano di compromettere la produttività potenziale dell’industria olearia del sud-est asiatico. La combinazione di questi fattori ha portato a nuovi aumenti di prezzo.

Restiamo in attesa dei dati ufficiali del MPOB sulla produzione e gli stock malesi per il mese di giugno.

Debolezza sui mercati finanziari, nonostante la grave carenza di manodopera sia ancora una realtà

Martedì, 22 Giugno 2021

Le quotazioni nearby dell’olio di palma grezzo di Bursa Malaysia hanno perso oltre il 27% tra il 7/5 ed il 15/6, sulla scorta dei cali registrati sui prezzi del comparto soia su CBOT e di importanti prese di profitto innescate dal razionamento della domanda dovuta ai record di prezzo raggiunti nel mese di maggio.

Secondo i dati del MOPB, infatti, nel mese di maggio le esportazioni malesi sono risultate in calo del 6% rispetto al mese precedente e dell’8% rispetto all’anno precedente. La produzione, invece, ha registrato un aumento rispetto al mese precedente (+3%), rimanendo tuttavia inferiore rispetto allo stesso mese del 2020 (-5%). Anche il livello di stock continua ad essere inferiore rispetto all’anno precedente (-23%), seppur in aumento rispetto ad aprile (+1%).

Nonostante l’aumento stagionale della produttività delle palme, la scarsità di manodopera resta un problema grave in Malesia, che sta causando una perdita di potenziale produttivo stimata in un intervallo tra il 20% ed il 30%. Il lockdown è stato esteso fino alla fine di giugno, con la chiusura delle industrie non essenziali ed il governo non consente l’ingresso di lavoratori stranieri, che rappresentano circa il 70% della forza lavoro delle piantagioni.
In questa situazione, il Governo malese ha deciso di posticipare l’implementazione della politica B20 per il biodiesel a fine 2022.

Diversa è la situazione in Indonesia, dove la produzione aumenterà stagionalmente grazie alle piogge ricevute, fino ad un picco tra settembre e novembre. L’offerta indonesiana, tuttavia, subisce gli effetti della tassazione sulle esportazioni di olio di palma, che in giugno ha raggiunto i 438$/t. Il governo ha annunciato un imminente taglio dell' export levy, da 255 $/t a 175 $/t, per guadagnare competitività.

L’India, invece, sta valutando una riduzione del dazio sulle importazioni di oli vegetali, per ridurre la tensione sui prezzi interni. In seguito al calo recentemente registrato sul mercato dell’olio di palma, l’India potrebbe tornare presto sul mercato.  

MPOB: Produzioni e scorte in aumento accompagnano il calo dei prezzi

Giovedì, 10 Giugno 2021

Dopo aver raggiunto il massimo storico di 4.883 MYR/t, il prezzo finanziario dell’olio di palma (Bursa Malaysia) ha iniziato a scendere bruscamente, perdendo in poche sedute di borsa oltre il 17% e toccando il livello minimo degli ultimi due mesi. Successivamente vi è stato un leggero e fisiologico rimbalzo, tipico dei cali repentini di prezzo.

Le cause di tale inversione di tendenza sono da ricercarsi nei due principali paesi produttori:

  • Indonesia: il Governo ha annunciato che prenderà in considerazione un taglio del prelievo fiscale alle esportazioni di 100 $/t. Ciò è bastato a frenare le vendite in attesa dell’ufficialità della manovra, visto il livello insostenibile a cui è arrivata la pressione fiscale sulle esportazioni di CPO (crude palm oil). Ricordiamo che la ratio di tale prelievo all’export è il sostegno diretto alla politica green del B30 (obbligo di miscelazione al 30% di olio di palma nel biodiesel). Il taglio del prelievo potrebbe avere effetti sugli obblighi di miscelazioni e quindi anche sui consumi interni, riducendoli.
  • Malesia: la produzione in maggio è aumentata per il terzo mese consecutivo (+3% rispetto ad aprile), seppur in misura minore rispetto ai due precedenti mesi, segno che la scarsità di manodopera è ancora il principale fattore limitante. Anche le scorte sono aumentate (+1% rispetto ad aprile) toccando il livello massimo dallo scorso ottobre, grazie ad una decisa frenata delle esportazioni (-6% rispetto ad aprile). Ricordiamo inoltre, che il governo malese ha deciso di posticipare (da giugno 2020 al Q1 2022) l’obbligo di miscelazione al 20% per la produzione di biodiesel (B20).

Tuttavia, il mercato malese dell’olio di palma resterà vulnerabile e animato da volatilità, fintanto che le scorte e la disponibilità di manodopera rimarranno scarse. Un altro fattore rialzista è la spiccata volatilità nel mercato dell’olio di soia. Infatti, il esso risulta ancora in forte tensione, sia per la scarsità di scorte di seme negli USA, sia per le politiche energetiche statunitensi, che incentivano i consumi di olio di soia per la produzione di biodiesel.

Segnaliamo che il governo malese ha annunciato un lockdown generale nel paese dal 1° giugno per 14 giorni. Tuttavia, il settore oleario è ritenuto essenziale e potrà operare senza vincoli.

 

Decisa inversione di tendenza dei contratti finanziari, prezzo ai minimi da due mesi

Lunedì, 31 Maggio 2021

Dopo aver raggiunto il massimo storico di 4.883 MYR/t, il prezzo futures ha iniziato a scendere decisamente, perdendo in poche sedute di borsa oltre il 17% e tornando ai livelli minimi da oltre due mesi.

Come previsto, in seguito ad una presa di profitto degli speculatori, le quotazioni sono rientrate, ma anche altri fattori hanno contribuito:

  • Il governo malese ha deciso di posticipare (da giugno 2021 al Q1 2022) l’obbligo di miscelazione al 20% per la produzione di biodiesel (B20).
  • La situazione sanitaria in India sta deprimendo la domanda di oli vegetali.
  • I cali generalizzati nel comparto soia (seme e olio) negli ultimi giorni.
  • Le aspettative di aumento produttivo e delle scorte in Malesia nel mese di maggio.

Tuttavia, il mercato malese dell’olio di palma resterà vulnerabile e animato da volatilità, fintanto che le scorte e la disponibilità di manodopera rimarranno scarse.

Oil World ha aggiornato i bilanci di approvvigionamento mondiali:

  • Malesia: la produzione di olio di palma per la campagna 2020/21 è stata rivista al ribasso, fino a prevedere un calo del 4,4 % rispetto alla precedente campagna. Anche le esportazioni ed i consumi sono previsti in calo, rispettivamente del 4% e del 9% rispetto alla campagna 2019/20. Il livello di approvvigionamento è previsto in aumento dall’8,29% all’8,75%, comunque al di sotto della media dell’ultimo decennio.
  • Indonesia: record produttivo di 45,5 Mio t nel 2020/21 (+7,7% vs. 2019/20). Aumentano anche le esportazioni (+7%). Tuttavia, considerato l’attuale regime fiscale che grava sull’export indonesiano, la maggiore disponibilità di olio di palma, non avrà pesanti effetti ribassisti sui prezzi internazionali.

A livello mondiale la produzione è prevista raggiungere il secondo livello più alto dopo il record della campagna 2018/19, ma il livello di approvvigionamento è previsto prossimo al dato della precedente campagna. Tuttavia per la campagna 2020/21 è previsto un surplus di 237.000 t contro il deficit di 2,4 Mio t della campagna 2019/20.

Segnaliamo che il governo malese ha annunciato un lockdown generale nel paese dal 1° giugno per 14 giorni. Tuttavia, il settore oleario è ritenuto essenziale e potrà operare senza vincoli.

Il nuovo lockdown e le tensioni speculative spingono i prezzi a nuovi massimi

Mercoledì, 19 Maggio 2021

Il prezzo finanziario dell’olio di palma malese ha battuto un nuovo record di 4.880 MYR/t, per poi rientrare. A spingerlo fino a quotazioni così alte hanno concorso una serie di fattori rialzisti che sono qui sotto elencati:

  • Un nuovo lockdown è stato imposto in Malesia dal 12/05 al 7/06, dopo un vertiginoso aumento di casi di COVID-19.
  • La carenza di manodopera straniera sta vanificando i potenziali aumenti produttivi stagionali delle palme, in quanto parte della produzione è lasciata marcire in campo.
  • Nonostante l’aumento della produzione e delle scorte nel mese di aprile, il mercato è rimasto deluso rispetto alle performance dell’anno scorso.
  • L’olio di soia, il principale sostituto in campo energetico, è schizzato ai massimi dalla campagna 2007/08, a causa della scarsità delle scorte di seme negli USA ed una buona dose di speculazione finanziaria.

 

MPOB: produzioni e scorte in crescita per il secondo mese consecutivo, ma i prezzi sono ancora ai massimi

Lunedì, 10 Maggio 2021

Il Malaysian Palm Oil Board (MPOB) ha pubblicato le stime ufficiali relative ai bilanci malesi di olio di palma del mese di aprile.
Diversamente dalle attese, le scorte risultano aumentate del 7% rispetto a marzo. La produzione mensile di aprile è risultata in aumento del +9% rispetto al mese precedente e, nonostante l’atteso incremento anche delle esportazioni mensili (+13% rispetto a marzo), l’export non ha superato la produzione.

La produzione di olio di palma in Malesia risulta ancora inferiore all’output potenziale, a causa della carenza di forza lavoro straniera. A questo proposito, il governo malese sta valutando un sistema per facilitare l’ingresso nel paese di operai del settore agricolo, ma ancora non ci sono certezze in merito.

Le quotazioni finanziarie, spinte dai timori di un calo delle scorte, sono schizzate a nuovi massimi storici tra la fine di aprile ed i primi di maggio. Tuttavia, l’uscita dei nuovi dati malesi, ha avuto nell’immediato un impatto ribassista sui prezzi. Con un livello di scorte così storicamente basso, tuttavia, la volatilità è destinata a perdurare.

A generare tali tensioni di prezzo ha contribuito anche il comparto della soia (seme e olio), che nelle ultime settimane ha subìto forti rialzi, legati alla forte domanda di olio di soia e alle tensioni sul mercato del mais. Non ultimo, ha giocato un ruolo anche l’andamento del prezzo del petrolio (WTI), che è tornato a quotare sopra i 65 $/bbl.

OUTLOOK 2021/22:
Oil World ha pubblicato la prima proiezione sulla prossima campagna. La produzione mondiale di olio di palma è prevista aumentare del 4,3% (rispetto al 20/21) e raggiungere il livello record di 80,3 Mio t.

L’aumento produttivo stagionale si fa attendere, intanto i prezzi schizzano ai massimi storici

Lunedì, 03 Maggio 2021

Nelle ultime sessioni di borsa di aprile (Bursa Malaysia) i contratti futures del CPO hanno raggiunto i prezzi più alti della storia, ovvero 4.500 ringgit. La scarsità delle scorte (in marzo 2021 -16% rispetto a marzo 2020) ha reso i mercati ancor più volatili e le preoccupazioni circa le produzioni brasiliane di mais e soia stanno trasmettendo tensioni anche ai mercati degli oli vegetali.

In attesa dei dati ufficiali del MPOB relativi al mese di aprile, fonti locali evidenziano un forte flusso di esportazioni ed un aumento produttivo che sicuramente non eguaglierà le performance del mese di marzo 2021, quando si è registrato una crescita delle produzioni del 28% rispetto al mese precedente. Pesa la scarsità di manodopera straniera in Malesia, che ha causato finora forti perdite al settore, con ingenti quantitativi di frutti lasciati a marcire nei palmeti. La produzione nei mesi futuri sarà strettamente legata alla disponibilità di operai stranieri e dalle politiche malesi che ne consentiranno o meno l’accesso nei territori nazionali.

Oil World, nell’ultima revisione dei bilanci, ha rivisto a ribasso per il quinto mese consecutivo il livello produttivo malese per la campagna 2020/21, prevedendo un calo del 3% rispetto alla campagna precedente. Tuttavia, tra aprile e settembre la produzione mondiale di olio di palma è prevista aumentare del 5% rispetto allo stesso periodo del 2020, grazie a produzioni record in Indonesia (45,5 Mio t nel 2020/21).

OUTLOOK 2021/22:
Oil World ha pubblicato la prima proiezione sulla prossima campagna. La produzione mondiale di olio di palma è prevista aumentare del 4,3% (rispetto al 20/21) e raggiungere il livello record di 80,3 Mio t.

Areté prevede che, con l’aumento stagionale della produzione di olio di palma, favorite anche da condizioni meteorologiche favorevoli ed un buon approvvigionamento idrico, e l’aumento delle semine primaverili di semi oleosi, l’intero comparto degli oli vegetali possa scaricarsi di parte delle tensioni accumulate durante gli ultimi mesi.
Per quanto riguarda i fondamentali dell'olio di palma, l’aumento produttivo in Indonesia, contribuirà solo in parte alla discesa dei prezzi, visto il regime di dazi vigente, mentre in Malesia le produzioni continueranno nella loro fase di crescita (iniziata in marzo) purché il problema della scarsità di manodopera causato dalla pandemia di COVID-19 vada a risolversi. Inoltre i prezzi elevati che si stanno registrando stimoleranno gli investimenti nelle piantagioni, in termini di reimpianto di nuove palme e maggiori concimazioni, generando effetti positivi sulle produzioni almeno per due campagne.

 

Malesia: produzioni in forte recupero, ma con scorte tirate l’offerta resta bassa

Lunedì, 26 Aprile 2021

Il Malaysian Palm Oil Board ha stimato per il mese di marzo un sensibile aumento produttivo (+28% rispetto a febbraio) ed un incremento delle scorte (+11% rispetto a febbraio) che tuttavia restano inferiori del 16% rispetto a quelle di marzo 2020. Anche le esportazioni sono tornate a salire in marzo, dopo due mesi consecutivi di cali, eguagliando il dato dell’anno precedente.

Nonostante le stime del MPOB relative a marzo, le quotazioni non hanno mostrato una concreta inversione di tendenza, e pertanto continuano le tensioni. La ragione principale di tali tensioni è stato il livello di export delle prime due settimane di aprile. Fonti locali hanno registrato un forte flusso commerciale, specialmente verso l’India e la Cina, che potrebbe portare ad un aumento delle esportazioni di aprile compreso tra il 6% ed il 15%. Ricordiamo che l’export duty malese resterà dell’8% anche durante il mese di maggio 2021.

Inevitabili tensioni giungono anche da altri mercati correlati, come quello dell’olio di girasole e di soia. Il primo è stato interessato dalla notizia sull'introduzione di un dazio all'export di olio da parte della Russia. Il dazio sarebbe pari al 70% della differenza tra il valore in dogana e 1000$/t ed entrerebbe in vigore a partire dal 1 set 2021 per 12 mesi. Il secondo ha subìto pressioni speculative, dopo che le intenzioni di semina 2021/22 di soia negli stati uniti hanno deluso le aspettative degli operatori del mercato.

Non ultimo, a generare tensioni è intervenuto il petrolio, che dopo i cali di marzo, è tornato a quotare sopra i 60 $/bbl.

Restano tuttavia buone le aspettative sulle produzioni malesi, che sono oramai entrate nella fase di rese crescenti.

OUTLOOK 2021/22:
Oil World ha pubblicato la prima proiezione sulla prossima campagna. La produzione mondiale di olio di palma è prevista aumentare del 4,3% (rispetto al 20/21) e raggiungere il livello record di 80,3 Mio tTuttavia l'offerta aumenterà in misura leggermente minore, considerando un calo degli stock iniziali dell'1,6%. Anche il comparto degli oli vegetali è destinato ad andare nella stessa direzione, infatti l'offerta totale è prevista in aumento del 3,7% rispetto alla campagna corrente.

Mercati in scarsa evoluzione, nell'attesa dei dati su produzioni e stock malesi di marzo

Martedì, 06 Aprile 2021

I segnali di arresto del trend di crescita delle quotazioni finanziarie dell'olio di palma continuano a rimanere concreti, ma il mercato non è ancora nelle condizioni di sancire una vera e propria inversione di tendenza. 

C'è attesa per le stime di produzione e stock malesi relativi al mese di marzo, che gli operatori si aspettano in aumento rispetto al mese precedente. Nel frattempo, però, il mercato resta animato dalle tensioni che continuano ad interessare l'intero comparto oli vegetali. 
L'uscita del report sulle intenzioni di semina in USA ha impresso nuove spinte rialziste alle quotazioni dell'olio di soia, sulla scorta di semine di seme di soia previste al di sotto delle aspettative. Dopo il minimo dell'ultimo mese toccato il 30 marzo, le quotazioni CBOT dell'olio di soia si attestano ad oggi circa il 5% al di sopra. 
Il mercato dell'olio di girasole è stato invece agitato dalle notizie che prevedono l'introduzione di un dazio all'export di olio da parte della Russia. Il dazio sarebbe pari al 70% della differenza tra il valore in dogana e 1000$/t ed entrerebbe in vigore a partire dal 1 set 2021 per 12 mesi.

Per il mercato italiano, è arrivata l'approvazione alla Camera del disegno di legge di Delegazione europea, che esclude a partire dal 2023 l'olio di palma e l'olio di soia dagli obblighi di miscelazione del combustibile diesel e dalla produzione di energia elettrica rinnovabile. L'Italia si posiziona dunque in anticipo rispetto all'UE, che andrà nella stessa direzione a partire dal 2030, come stabilito dalla Direttiva RED II. il testo del ddl passerà di nuovo al Senato e poi al Governo, che presenterà al Parlamento italiano la proposta completa di decreto legislativo sulle rinnovabili entro l'estate. Circa il 70% dei consumi italiani di olio di palma sono attualmente destinati alla produzione di energia.

Nelle prossime settimane alcuni fattori ribassisti dovrebbero prevalere, a parità di altre condizioni:

- graduale aumento stagionale della produttività delle palme, grazie anche all'esaurirsi de La Nina. Resta attuale invece il tema della carenza di forza lavoro straniera in Malesia.
- maggiore offerta di olio di soia sul mercato mondiale, grazie all'arrivo del raccolto sudamericano sul mercato.

 

SPECIALE INDONESIA: produzione record, ma la tassazione frena la discesa dei prezzi

Martedì, 23 Marzo 2021

Andamento dei Prezzi:

I futures del CPO di Bursa Malaysia, dopo aver raggiunto il picco di 4.283 MYR/t, sono tornati a calare, ai minimi da due settimane, sulla scorta dell'aspettativa di un aumento di produzione nel mese di marzo, confermato da numerose fonti locali. Tali aumenti stagionali sono destinati a protrarsi almeno fino a settembre 2021. Tuttavia, i produttori locali lamentano una drammatica carenza di manodopera straniera, per la chiusura delle frontiere a causa del Covid-19. Non mancano le pressioni sul governo, da parte delle associazioni di produttori sulla riapertura delle frontiere.

Analoghe fluttuazioni di prezzo si sono registrate anche nelle principali piazze europee, in particolare in quella di Rotterdam.

Segnali ribassisti anche dal mercato del petrolio (WTI), che dopo aver raggiunto il prezzo massimo dal 2018 (il 5 marzo), è calato di circa il 10% nelle settimane successive.

Speciale Indonesia:

La campagna indonesiana 2020/21 è stata interessata da condizioni climatiche favorevoli e, a differenza a quanto accaduto in Malesia (2° produttore mondiale), le precipitazioni sono state adeguate. Grazie ad un ambiente favorevole, associato a prezzi più alti che stimolano massicce fertilizzazioni (anche per i piccoli produttori), si preannuncia un record produttivo di 45,5 Mio t (+7,8% vs. 19/20 secondo i dati USDA). Inoltre, la chiusura delle frontiere malesi ai braccianti stranieri (principalmente indonesiani) ha creato un’abbondante disponibilità di manodopera in Indonesia, che è prevista concorrere al suddetto record di produzione. Tuttavia, considerato l’attuale regime fiscale che grava sull’export indonesiano, la maggiore offerta avrà limitati effetti ribassisti sui prezzi. Infatti per garantire continuità alla politica ambientalista del B30 (confermato per tutto il 2021), lo Stato ha imposto un prelievo alle esportazioni che, da gennaio 2021, è fissato a 255 $/t. A ciò si aggiunge una tassa alle esportazioni, che varia al variare del prezzo (da 0 a 200 $/t). Di recente, su ogni tonnellata di CPO esportato, il Governo ha incassato fino a 350 $/t.

Prezzi record, ma si conferma la previsione di una imminente ripresa della produttività

Lunedì, 15 Marzo 2021

Oil World ha aggiornato i bilanci di approvvigionamento mondiali:

  • Malesia: visto il mancato aumento produttivo stagionale nel mese di febbraio, la previsione di produzione di olio di palma per la campagna 2021/21 è stata rivista al ribasso, fino a prevedere un calo del 2,3 % rispetto alla precedente campagna. Anche le esportazioni ed i consumi sono previsti in calo, rispettivamente del 4,1% e del 6,6% rispetto alla campagna 2019/20. Il livello di approvvigionamento è previsto in aumento dall’8,29% al 9,08%, comunque al di sotto della media dell’ultimo decennio.
  • Indonesia: record produttivo di 45,5 Mio t nel 20/21 (+7,8% vs. 19/20). Aumentano anche le esportazioni (+7,7%). Tuttavia, considerato l’attuale regime fiscale che grava sull’export indonesiano, la maggiore disponibilità di olio di palma, non avrà effetti ribassisti sui prezzi.

Le ragioni del calo produttivo in Malesia sono da ricercare nella carenza di manodopera (vedi highlight precedente), principalmente straniera, nei palmeti, dopo che il governo malese ha chiuso le frontiere per contenere la pandemia. Non ultime, le condizioni atmosferiche avverse legate a La Niña, che però sembra aver ormai superato il picco massimo di intensità. Tuttavia nei prossimi mesi inevitabilmente ci sarà un aumento stagionale della produttività delle palme, ma la raccolta sarà fortemente vincolata alla disponibilità di forza lavoro.

Un ulteriore fattore rialzista è rappresentato dal prezzo del petrolio (WTI), che in agli inizi di marzo ha registrato il prezzo più alto dal 2018, con inevitabili tensioni sull’intero comparto degli oli vegetali.

Le quotazioni finanziarie (Bursa Malaysia) in marzo (dopo l’uscita dei dati ufficiali) hanno battuto un nuovo record, toccando i 4.200 MYR/t. Prezzi che non si registravano dal 2008.

MPOB: inaspettato calo delle produzioni di febbraio, i futures decollano

Giovedì, 11 Marzo 2021

In data 10/03 il MPOB (Malaysian Palm Oil Board) ha pubblicato le stime relative ai fondamentali mensili per la Malesia. Contrariamente alle aspettative degli operatori e all’andamento stagionale storico, la produzione mensile ha subìto un calo del 2% sul mese precedente e le scorte un calo dell’1% rispetto a gennaio. L’unico dato ribassista risulta essere il calo delle esportazioni del 5,5%, visto il livello elevato dei prezzi correnti ed il dazio all’export dell’8%.

Le ragioni del calo produttivo sono da ricercare nella carenza di manodopera, principalmente straniera, nei palmeti, dopo che il governo malese ha chiuso le frontiere per contenere la pandemia. Non ultime, le condizioni atmosferiche avverse legate a La Niña, che però sembra aver ormai superato il picco massimo di intensità.

Un ulteriore fattore rialzista è rappresentato dal prezzo del petrolio (WTI), che in agli inizi di marzo ha registrato il prezzo più alto dal 2018, con inevitabili tensioni sull’intero comparto degli oli vegetali (specialmente gli energetici).

Le quotazioni finanziarie (Bursa Malaysia), in marzo (dopo l’uscita dei dati ufficiali) hanno battuto un nuovo record, toccando i 4.100 MYR/t. Prezzi che non si registravano dal 2008.

Prezzi ancora ai massimi, ma probabile inizio delle rese crescenti in Malesia

Lunedì, 01 Marzo 2021

Le quotazioni finanziarie (Bursa Malaysia), in febbraio hanno superato del 5,7% il prezzo medio di gennaio, toccando in alcune sedute la soglia psicologica dei 4.000 MYR/t. Prezzi così elevati ed una curva futures invertita (backwardation) incentivano la vendita anziché lo stoccaggio. Infatti il livello di scorte in Malesia risulta inferiore del 25% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (gennaio 2020 vs. gennaio 2021). Inoltre, il prodotto malese, nell’ultimo mese, ha beneficiato del dazio e del prelievo all’export imposto dall’Indonesia, guadagnando competitività.

Un ulteriore fattore rialzista è stato rappresentato dal prezzo del petrolio (WTI), che in febbraio ha registrato un balzo del 13% rispetto a gennaio, tornando ai livelli pre-Covid, con inevitabili tensioni sull’intero comparto degli oli vegetali (specialmente gli energetici).

Analisti locali (Malesia) sostengono che il prezzo sarebbe ulteriormente salito, se non fossero intervenuti anche alcuni elementi ribassisti, come l’aumento stagionale della produzione ed il superamento del picco massimo dei fenomeni atmosferici legati a La Niña. I dati del MPOB (Malaysian Palm Oil Board) relativi al mese di febbraio, in uscita a metà marzo, faranno chiarezza sui livelli produttivi.

Segnaliamo che anche per il mese di marzo è confermato un dazio dell’8% alle esportazioni malesi.

Produttività debole in Malesia, compensata da un razionamento della domanda

Martedì, 16 Febbraio 2021

L’incremento dei prezzi finanziari dell’olio di palma malese (Bursa Malaysia) ha mostrato segnali di rallentamento in gennaio (+1,4%rispetto a dicembre). Basti pensare che, da inizio campagna (Ott. 2020-Gen. 2021), il prezzo medio mensile è aumentato del 23%. Si registrano invece aumenti di maggiore entità nelle quotazioni europee (Rotterdam, grezzo) a causa dei maggiori costi di trasporto per le tratte dal Sud-Est Asiatico ai nostri porti. Pesano anche i rialzi del prezzo del petrolio, che ha ormai raggiunto livelli pre-Covid.

Oil World ha aggiornato i bilanci di approvvigionamento per la campagna 2020/21:

  • Malesia (2° produttore): rispetto alla campagna 2019/20, è previsto un calo delle produzioni del -2,4%. Eccessive precipitazioni e carenza di forza lavoro, hanno provocato un calo della produzione di gennaio del 16%, rispetto al mese precedente (e -4% anche rispetto a gennaio 2020). Tuttavia, gli stock finali sono previsti in aumento (+4,5%) per un calo complessivo degli utilizzi totali (-3,7%), per il razionamento della domanda. Il livello di approvvigionamento è previsto in aumento dall’8,29% della scorsa campagna al 9,00%, previsto per il 2020/21.
  • Indonesia (1° produttore): produzione ed utilizzi totali (consumi + export) sono previsti su livelli record, dopo il calo della campagna 19/20. Il rapporto stock/utilizzi è previsto in leggero calo (-0,2 pp rispetto al 19/20).
  • Mondo: la produzione è prevista in aumento del +4,6% rispetto alla campagna precedente, a fronte di un aumento previsto dei consumi di solo +0,8%.

 

Prezzi elevati e dazi, portano ad un razionamento della domanda

Giovedì, 11 Febbraio 2021

Dopo il repentino calo in gennaio (il frutto di correzioni finanziarie) ed il successivo rimbalzo, le quotazioni sembrano essersi stabilizzate al di sotto della soglia psicologica dei 4.000 MYR/t (raggiunta in gennaio).

Permangono i fattori che limitano produzione, come la mancanza di manodopera straniera e le intense precipitazioni legate a La Niña. Quest’ultima ha portato allagamenti in tutto il Sud-Est Asiatico, rendendo difficoltose le operazioni di raccolta, tuttavia garantirà un buon approvvigionamento idrico alle palme nei prossimi mesi, quando le produzioni sono stagionalmente più elevate.

La produzione mensile di gennaio è calata del 16% rispetto al mese precedente. Tuttavia, ci sono aspettative di miglioramento nei prossimi mesi (anche nel gennaio 2020, fu raggiunto il record negativo dell’anno solare). Nonostante il calo produttivo, le scorte malesi risultano in crescita del 5% rispetto al mese precedente, a causa del crollo delle esportazioni: MPOB (Malaysian Palm Oil Board) stima che in gennaio 2021 l’export sia stato inferiore del 42% rispetto a dicembre 2020.

Tre sono i fattori che hanno penalizzato le esportazioni di CPO:

La scarsità stagionale di offerta mantiene i mercati in tensione

Martedì, 02 Febbraio 2021

Dopo il repentino calo delle quotazioni registrato tra il 6 ed il 20 gennaio, il mercato dell’olio di palma (FCPO Bursa Malaysia) ha registrato un rimbalzo (+13% tra il 20 ed il 30 gennaio), a testimonianza del fatto che i ribassi erano stati principalmente il frutto di correzioni finanziarie.

I fondamentali, del resto, restano in tensione: la produzione di olio di palma nel Sud Est asiatico si mantiene sui minimi stagionali e gli stock si stanno assottigliando.

I fattori stagionali che limitano la produzione sono aggravati in questo momento da una piovosità accentuata dal fenomeno de La Nina, che sarà di beneficio per le produzioni dei prossimi mesi ma che al momento sta rendendo più difficoltosa la raccolta. Inoltre, permane una situazione di scarsità di forza lavoro dovuta alle misure anti-COVID, a contrasto della quale l’industria del palma in Malesia si è attivata.

Nell’ultima settimana, l’Indonesia ha incrementato il dazio all’export ed il prelievo all’esportazione di olio di palma grezzo, rispettivamente fino a 93 $/t e 255 $/t, in virtù di un prezzo di riferimento più elevato. Attualmente, sull’export di olio di palma grezzo da parte dell’Indonesia grava una pressione fiscale di 348 $/t, contro i 243 $/t che gravano sull’export di olio di palma raffinato.

In questo contesto, l’India ha aumentato la tassazione complessiva sull’import di olio di palma grezzo, portandola da 30,25% al 35,75%. Tale misura di policy potrebbe portare ad un razionamento della domanda dell’olio di palma grezzo nel prossimo futuro, riducendo il gap di tassazione rispetto agli altri oli vegetali.

Mercato in fase di correzione dopo i picchi di inizio gennaio

Giovedì, 21 Gennaio 2021

Le quotazioni finanziarie (Bursa Malaysia) hanno registrato uno dei ribassi più repentini dallo scorso aprile, durante i primi mesi di pandemia. Tra il 6 ed il 20 gennaio, i futures sull’olio di palma sono calati del 14%, spuntando prezzi ai minimi da inizio dicembre.

Un segnale ribassista al prezzo è stato dato dalle stime sulla produzione malese di dicembre: nonostante il calo produttivo del 10,6% rispetto a novembre, il dato è stato sopra alle aspettative, eguagliando quello del dicembre 2019. Preoccupano ancora le scorte malesi, ai minimi dal luglio 2007, per un sensibile aumento delle esportazioni durante il mese di dicembre.

Il dazio dell’8% alle esportazioni malesi (imposto per gennaio e confermato anche per febbraio) ha giocato un ruolo ribassista, portando ad un inevitabile razionamento della domanda.

Oil World ha aggiornato i bilanci di approvvigionamento per la campagna 2020/21:

  • Malesia: rispetto alla campagna 2019/20, sono previste maggiori produzioni ed importazioni (+0,4% e +50% rispettivamente), mentre caleranno le esportazioni ed i consumi interni (-4% e -1% rispettivamente). Il livello di approvvigionamento, sintetizzato dal rapporto stock finali/utilizzi è previsto aumentare dall’8,29% al 9,07%.
  • Indonesia: rispetto alla campagna 2019/20, sono previste maggiori produzioni ed utilizzi totali (consumi + export) (+8,2% e +5,8% rispettivamente). La previsione del livello di approvvigionamento è rimasta pressoché invariata (-0,06 pp.).
  • Mondo: la produzione è prevista in aumento del +6%, mentre i consumi aumentano solo dell’1% rispetto alla campagna 2019/20. La previsione del livello di approvvigionamento è rimasta sostanzialmente invariata rispetto a quello della scorsa campagna.

Offerta in difficoltà e dazi all'export animano il mercato malese

Lunedì, 04 Gennaio 2021

I prezzi dell'olio di palma malese hanno concluso l'anno con importanti rialzi, che hanno portato le quotazioni di Bursa Malaysia in prossimità dei 3.900 MYR/t al 31 dicembre (+12,8% rispetto al 30/11). Ad animare il mercato, oltre all'andamento stagionale della produzione e degli stock (che hanno toccato un record negativo da giugno 2017 nel mese di novembre), nel corso di dicembre sono arrivati importanti aggiornamenti di politica commerciale da parte dei due principali produttori ed esportatori di olio di palma.

Indonesia:

Malesia: 

  • Dazio all'export: fissato all'8% dall'1 gennaio 2021 al 31 gennaio 2021, sulla base di un reference price fissato a 3.475,44 MYR/t, che pone fine al regime di dazio zero in vigore tra giugno e dicembre 2020.

L'introduzione di dazi all'export si inserisce in un contesto di mercato di scarsa offerta, a causa dello scarso uso di fertilizzanti negli ultimi due anni e della sospensione delle attività in alcune importanti zone di piantagioni dovuta alla mancanza di lavoratori stagionali durante l'emergenza sanitaria.

Nuova spinta rialzista per ulteriore calo delle scorte malesi e nuove tasse all’export in Indonesia

Martedì, 15 Dicembre 2020

Oil World ha aggiornato i bilanci di approvvigionamento dell’olio di palma per la campagna 2020/21. Si prevede un aumento produttivo sia in Indonesia (+8,2%) che in Malesia (+1,4%) rispetto alla campagna 2019/20. Tuttavia, per l’effetto della siccità durante il 2019, delle mancate fertilizzazioni e della carenza di forza lavoro, tale aumento di produzione non arriverà sul mercato prima della fine del Q1 2021. Infatti, secondo i dati del MPOB (Malaysian Palm Oil Board) la produzione del mese scorso è calata a 1,5 Mio t (il dato per il mese di novembre più basso degli ultimi 10 anni). 
Il rapporto stock finali/utilizzi del mercato malese è stato rivisto ulteriormente al ribasso, fino al 9,62%, delineando un mercato scarsamente approvvigionato, ma non meno della precedente campagna. In questo quadro, il livello di scorte presenti in Malesia nel mese di novembre rappresenta un record in negativo, secondo solo al dato di giugno 2017.
Ad aggiungere tensioni ad una situazione di mercato già tesa, vi è l’aumento della pressione fiscale sul commercio di olio di olio di palma indonesiano, implementato per evitare il fallimento delle politiche green del B30 (Biodiesel con il 30% di derivati del palma):

Tali tensioni di mercato si sono scaricate sui prezzi, portando la quotazione finanziaria a guadagnare il 7% nella prima quindicina di dicembre, toccando il valore più alto dalla campagna 2010/11.

Indonesia: esportare è sempre più costoso e la curva dei prezzi si impenna

Lunedì, 07 Dicembre 2020

Dopo una breve tregua nei rialzi delle quotazioni finanziarie dell’olio di palma (Bursa Malaysia), i prezzi sono tornati a crescere. In media, il prezzo di dicembre è superiore del 2.4% rispetto al mese precedente.                                   
Il sensibile aumento della pressione fiscale sul commercio di olio di palma indonesiano è il principale elemento di volatilità, che ha caratterizzato l’ultima settimana:

Le ragioni che hanno spinto il governo indonesiano all’inasprimento del regime fiscale, sono legate al supporto delle politiche green del B30 (Biodiesel con il 30% di derivati del palma) e successivamente al B40 (nel 2021). 

In data 10 dicembre usciranno i dati di produzione, stock ed esportazioni della Malesia, per il mese di novembre.

Seguiranno aggiornamenti.

Malesia: l’indebolimento dei fondamentali fa impennare i prezzi

Mercoledì, 18 Novembre 2020

Continua il rally rialzista dei prezzi dell’olio di palma, che da sette mesi sta caratterizzando il mercato. Da inizio campagna (1° ottobre) ad oggi (18 novembre) le quotazioni finanziarie (Bursa Malaysia) hanno guadagnato il 19%, raggiungendo valori ben più alti rispetto al gennaio di quest’anno e mai visti dopo la campagna 2011/12. Tuttavia il prezzo di riferimento europeo (Rotterdam) si mantiene al di sotto del valore massimo raggiunto nel gennaio scorso, complice un ringgit molto più debole rispetto all’inizio del 2020.

Tali rialzi di prezzo sono giustificati in pieno dalla situazione dei fondamentali malesi:

Tuttavia, Oil world prevede, nella campagna 2020/21, un significativo aumento della produzione di olio di palma sia in Indonesia (+7,7%) che in Malesia (+2,3%), che interesserà soprattutto l’anno solare 2021. La situazione potrebbe migliorare già dal prossimo mese, vista la recente apertura del governo malese verso i braccianti stranieri, provenienti principalmente dalla vicina Indonesia.

A livello mondiale il rapporto stock finali/consumi, per la campagna 2020/21, è previsto aumentare dal 16,41% al 16,75%, delineando un mercato maggiormente approvvigionato.

 

OILWORLD: Mercato malese sempre meno abbondante. Prezzi ai massimi da 4 campagne

Martedì, 27 Ottobre 2020

La campagna 2020/21 si è aperta con il prezzo futures a 2.920 MYR/t, valore che supera del 13% la media della precedente campagna (2.568 MYR/t). Inoltre, da inizio campagna (1° ottobre) ad oggi (27 ottobre) il prezzo finanziario ha registrato un ulteriore aumento del 10%, toccando i 3.231 MYR/t: il valore più alto dalla campagna 2016/17.

Le tensioni rialziste non provengono dal mercato del petrolio, ancora stabile intorno ai 38 $/bbl (WTI), ma dai fondamentali di mercato (vedi commento al mercato precedente).

Lato offerta, nuove restrizioni in Malesia, per l’aumento dei contagi, alimentano i timori di un calo produttivo nelle prossime settimane. Inoltre, i fenomeni atmosferici legati a La Niña, quali nubifragi ed allagamenti, stanno rallentando ulteriormente le operazioni di raccolta.

Lato domanda, segnaliamo un ulteriore aumento delle esportazioni malesi in settembre (+2% rispetto ad agosto 2020 e +14% rispetto a settembre 2019). A guidare la domanda è ancora il ritorno sul mercato dei grandi paesi importatori: India e Cina.

Prezzi sostenuti anche dal peggioramento delle aspettative sulle produzioni mondiali 2020/21 dei principali semi oleosi (girasole, soia e colza) che mantengono in tensione i prezzi di tutto il comparto oli vegetali (i prezzi dell’olio di girasole sono ai massimi degli ultimi 5 anni) spostando parte della domanda sull’olio di palma.

Nel report di ottobre, Oil World, ha rivisto a ribasso il livello di approvvigionamento del 2020/21, sia per il mercato malese (stock finali/utilizzi totali dal 10,36% al 9,79%), che per quello mondiale (stock finali/consumi dal 17,45% al 17,18%).

Domanda ancora sostenuta e stock bassi alimentano i prezzi

Mercoledì, 21 Ottobre 2020

Nel mese di settembre, le quotazioni finanziarie malesi (Bursa Malaysia) hanno guadagnato, su base media mensile, il 4,3% rispetto ad agosto. Allo stesso modo, dagli inizi di ottobre ad oggi i prezzi futures sono saliti del 2,1%. Tali rialzi sono stati registrati anche dai mercati europei.

Tra i principali fattori rialzisti che hanno caratterizzato il mese di settembre, segnaliamo un aumento del 2% delle esportazioni malesi rispetto ad agosto. Inoltre, nonostante il leggero aumento produttivo (+0,4% vs. ad agosto 2020 e +1,5% vs. settembre 2019), il livello degli stock resta estremamente basso (-30% vs. settembre 2019).

Lato bilanci, nel 2020/21 si prevede un aumento produttivo in Malesia dell’1,6% rispetto alla campagna appena conclusa (2019/20). Tuttavia, la ripresa produttiva caratterizzerà il mercato soltanto nella seconda metà della campagna e sarà fortemente influenzata dall’evoluzione della pandemia e delle politiche immigratorie del governo malese.

Prezzi sostenuti anche dal peggioramento delle aspettative sulle produzioni mondiali 2020/21 dei principali semi oleosi (girasole, soia e colza) che mantengono in tensione i prezzi di tutto il comparto oli vegetali (i prezzi dell’olio di girasole sono ai massimi degli ultimi 5 anni) spostando parte della domanda sull’olio di palma.

Stock bassi e rialzi sugli altri oli animano il mercato. Aggiornati i fondamentali Oil World

Mercoledì, 16 Settembre 2020

La ripresa della domanda indiana e le difficoltà produttive, mantengono basso livello degli stock malesi costituendo un fattore rialzista per i prezzi.

Prezzi sostenuti anche dal peggioramento delle aspettative sulle produzioni mondiali 2020/21 dei principali semi oleosi (girasole, soia e colza) che mantengono in tensione i prezzi di tutto il comparto oli vegetali (i prezzi dell’olio di girasole sono ai massimi degli ultimi 5 anni) spostando parte della domanda sull’olio di palma.

Le quotazioni finanziarie malesi (Bursa Malaysia) hanno ormai raggiunto i livelli di gennaio 2020, ed a settembre, registrano un +3,5% rispetto ad agosto.

In particolare, pesa il mancato picco stagionale  di produzione malese in agosto per la carenza di manodopera straniera in risposta alle misure di contenimento dell’emergenza Covid-19.

Oil World ha pubblicato i primi bilanci di approvvigionamento del mercato dell’olio di palma per la campagna 2020/21 in partenza ad ottobre.

  • Malesia: rispetto alla scorsa campagna è previsto un leggero aumento produttivo (+1,6%) ed un calo degli utilizzi totali (-1,6%). Il livello di approvvigionamento è previsto in leggero aumento, rispetto alla campagna 2019/20, dall’8,97% al 10,36%, ma si mantiene a livelli inferiori alla media. L’aumento della produzione caratterizzerà soprattutto la seconda metà della campagna e dipenderà dalle future decisioni del Governo in politica immigratoria, mantenendo il livello degli stock estremamente basso fino all’estate.
  • Mondo: nonostante la previsione di un recupero produttivo di 3,7 Mio t rispetto alla scorsa campagna, con scarsi stock iniziali e con il recupero della domanda, il livello di approvvigionamento del mercato si conferma basso; il rapporto stock finali / utilizzi è previsto al 17,45%, il livello più basso dalla campagna 2015/16.

 

Riparte la domanda indiana e cinese, calo degli stock malesi

Lunedì, 24 Agosto 2020

La quotazione finanziaria malese media, ad agosto, è aumentata dell’8,3% rispetto a luglio.

Tra i principali fattori rialzisti si segnala il calo delle scorte malesi (-10% tra giugno 20 e luglio, -29% a luglio 20 rispetto a luglio 19).

Il calo degli stock è stato favorito soprattutto dalla ripartenza della domanda indiana e cinese che sta animando l’export malese.

Si segnala anche un leggero calo della produzione mensile di luglio. Le misure cautelari anti-COVID, adottate dal Governo malese, hanno infatti limitato l’ingresso nel Paese della manodopera straniera e ciò ha rallentato le attività di raccolta nel periodo di picco stagionale produttivo.

La revisione dei dati di bilancio di Oil World di agosto ha confermato il citato trend di mercato con un calo del rapporto stock finali / utilizzi totali malese 2019/20 dall’ 11,25% al 10,03% principalmente dovuto a una revisione rialzista sugli export di circa 170.000 t.

Ripartenza della domanda e timori sull’offerta malese

Mercoledì, 22 Luglio 2020

Continua la fase rialzista che sta animando le quotazioni dell’olio di palma. Le quotazioni finanziarie malesi hanno superato 2.700 ringgit/t (+15,8% nei primi 20 giorni di luglio), tornando ai livelli di febbraio.

Tra i principali fattori rialzisti segnaliamo:

A livello mondo, Oil World prevede una campagna 2020/21, con un livello di approvvigionamento in linea a quello della campagna corrente e con un aumento pressoché simmetrico delle produzioni e dei consumi.

Petrolio e ripresa della domanda: prezzi in aumento

Mercoledì, 24 Giugno 2020

I prezzi continuano nella loro fase di recupero. Il prezzo finanziario malese dopo aver toccato, a maggio, i minimi di campagna a 2.000 MYR/t, è tornato a valori superiori ai 2.500 MYR/t.

A pesare è soprattutto il recupero delle quotazioni del greggio. Il WTI, complici i tagli produttivi OPEC+ e la ripartenza della domanda è tornato a prezzare circa 40 USD/bbl (20 USD/bbl a inizio maggio).

Con il graduale rallentamento delle misure di contenimento del Covid-19, si segnala anche la ripresa della domanda di olio di palma da parte di Cina e India, principali paesi importatori. A maggio gli export malesi hanno totalizzato il valore mensile più alto del 2020. Ripresa della domanda favorita anche dall’azzeramento del dazio all’export malese.

Gli stock malesi a maggio sono così tornati a calare e si confermano inferiori del 17% rispetto a quelli di maggio 2019.

Oil World: Effetto Covid su consumi e trade, stock in aumento

Lunedì, 25 Maggio 2020

Oil World, con il report di maggio, ha aggiornato i bilanci di approvvigionamento mondiali.

Per la campagna corrente, i consumi e il trade di olio di palma sono stati rivisti a ribasso rispetto alle aspettative dello scorso mese. A pesare è ancora la minor domanda di biodiesel e il minor consumo di olio, per gli effetti delle misure di contenimento relative all’emergenza Covid-19.

A livello mondo, il deficit 2019/20 è stato rivisto a ribasso da 1,53 milioni di ton a 0,7 milioni di ton.

In Malesia, l'export ed i consumi 2019/20 sono stati rivisti a ribasso rispettivamente di 0,15 e di 0,12 milioni di ton, con un aumento del rapporto stock finali / utilizzi (rispetto alla scorsa revisione) dal 9,64% all’ 11,13%. Gli stock finali previsti tornano superiori a 2 milioni di ton; pre-Covid le aspettative erano invece di 1,7 milioni di ton.

Nonostante il recente aumento degli stock, il mercato rimane meno approvvigionato rispetto alla scorsa campagna. Con il recente rimbalzo delle quotazioni del petrolio (con il WTI tornato al di sopra dei 32 $ al barile) i prezzi dell’olio di palma son tornati infatti ad aumentare. Il prezzo malese ha raggiunto il valore massimo da un mese (+14% rispetto ai primi di maggio).

Altri fattori rialzisti da segnalare:

  • La ripresa della domanda cinese (con il graduale ripristino della domanda post-covid) e della domanda indiana (con la risoluzione dei contenziosi diplomatici);
  • L’azzeramento del dazio all’export malese di olio di palma, per il mese di giugno (al 4,5% nel mese di maggio);
  • L’intento del governo indonesiano di arrivare a utilizzare olio di palma per il 30% nel mix di carburante locale.

Domanda bloccata, ma l’emergenza rallenta anche le produzioni

Mercoledì, 29 Aprile 2020

Durante il mese di aprile, in soli 30 giorni, il prezzo finanziario dell’olio di palma ha subito un calo del 21%.

I ribassi sono ancora da attribuirsi agli effetti dell’emergenza Covid-19 con un rallentamento della domanda e prezzi del petrolio ai minimi nonostante i tagli alle produzioni dei paesi OPEC+.

Oil world, per il secondo mese consecutivo, ha rivisto a ribasso le stime sui consumi e sul trade mondiale, rispettivamente di 1,12 e 0,71 milioni di ton. I consumi mondiale di olio di palma sono previsti calare nella campagna 2019/20, la prima volta in 30 anni.

Oltre ad un calo nella domanda europea, dove il blocco di parte dell’industria ha ridotto drasticamente gli utilizzi di biodiesel, pesa il ridimensionamento della domanda indiana (primo importatore). Nel primo trimestre del 2020, le importazioni di olio di palma malese, da parte dell’India (già in difficoltà per un caso diplomatico tra i due paesi), sono crollate del 92%, rispetto al primo trimestre 2019.

Si segnalano tuttavia anche problematiche lato offerta, con le misure di contenimento Covid-19 che hanno portato a problematiche logistiche ai porti, sia dei paesi importatori sia di quelli esportatori e a un blocco delle produzioni in alcune aree produttive malesi.

Nonostante l’ultima revisione dei bilanci di Oil World abbia ridimensionato il deficit mondiale di 0,4 milioni di ton, il rallentamento della domanda non è stato sufficiente a riequilibrare il mercato che si conferma deficitario di 1,5 milioni di ton con stock finali malesi invariati e ai minimi dalla campagna 2015/16.

All’attuale congiuntura ribassista si contrappongono quindi fondamentali di mercato rialzisti.

Covid-19: domanda globale in calo, ma la produzione Malese rallenta ancora

Lunedì, 30 Marzo 2020

Tra gennaio e marzo i prezzi dell’olio di palma malese hanno subito un calo di oltre il 16%.

I ribassi sono da attribuirsi al forte calo dei prezzi del petrolio (vedi highlilght precedente) e al rallentamento della domanda globale per le misure di contenimento e gestione dell’emergenza Covid-19 attuate nella maggior parte dei paesi importatori.

Oil World ha infatti rivisto le proprie stime sugli utilizzi di olio di palma con importanti ridimensionamenti rispetto alle previsioni dello scorso mese. 

A livello mondiale, i consumi e il trade sono stati rivisti a ribasso rispettivamente di 1,7 milioni di ton e di 1,6 milioni di ton.

Oltre a un ridimensionamento dell’import indiano, pesa il calo della domanda europea dove il blocco di parte dell’industria ha ridotto drasticamente gli utilizzi di biodiesel.

Gli export malesi sono stati rivisti a ribasso di circa 400 mila ton con un aumento degli stock finali da 1,7 a 1,9 milioni di ton.

Il rallentamento della domanda non è però sufficiente a equilibrare il mercato che si conferma in deficit di 1,9 milioni di ton con stock malesi ai minimi dalla campagna 2015/16.

Il lockdown per il contenimento dell’emergenza Covid-19 ha infatti creato problematiche anche lato offerta.

In Malesia la raccolta e il crushing sono stati interrotti in diverse aree produttive e si registrano problematiche logistiche ai porti.

Problematiche logistiche che caratterizzano anche i porti dei paesi importatori.

Alla attuale congiuntura ribassista si contrappongono quindi fondamentali di mercato rialzisti.

NEWS 16 APRILE: l’accordo tra paesi OPEC+ del 12 aprile, per un taglio della produzione di petrolio di 9,7 milioni di barili al giorno (il 10% della produzione mondiale), con un impegno a ridurre le produzioni anche di Stati Uniti, Brasile e Canada, non è stato sufficiente a rianimare le quotazioni del greggio, che si mantengono ai livelli minimi degli ultimi 18 anni.

Il calo dei prezzi del petrolio influenza il comparto oli vegetali, ma i fondamentali sono rialzisti

Martedì, 10 Marzo 2020

Il pezzo dell’olio di palma ha subito i ribassi legati al rallentamento dell’economia (coronavirus) che ha comportato un forte calo della domanda di petrolio e di oli vegetali.

Il mancato accordo tra paesi OPEC e non-OPEC sul taglio delle produzioni di petrolio, lunedì ha comportato un calo di oltre il 24% sui prezzi del greggio con conseguenti cali sul mercato degli oli vegetali e delle principali commodity agro-industriali.

I fondamentali di mercato si confermano però rialzisti:

  • A livello mondiale si prevede un deficit di 3,04 milioni di tonnellate.
  • Il mercato malese presenta un livello di scorte ai minimi dalla campagna 2015/16.

Il Malaysian Palm Oil Board ha recentemente stimato una produzione malese a febbraio 2020 pari a 1,28 milioni di tonnellate (-16,6% rispetto a febbraio 2019) e stock pari a 1,7 milioni di tonnellate (-45% rispetto a febbraio 2019).

L’offerta farebbe quindi fatica ad assorbire un eventuale ripresa della domanda cinese. Anche la domanda indiana potrebbe ripartire con il ritiro dalla scena politica del primo ministro malese Mahathir Mohamad che ha acceso la speranza di un possibile ripristino dei flussi commerciali tra India e Malesia.

 

Prezzi sempre più bassi nonostante i fondamentali siano rialzisti

Martedì, 25 Febbraio 2020

Oil World, con l’uscita del report del 21 febbraio, ha aggiornato i bilanci di approvvigionamento dell’olio di palma, relativi alla campagna 2019/20:

Malesia: la produzione è stata rivista in ulteriore calo (-0,04 milioni di ton rispetto alla stima dello scorso mese). Tuttavia, il rapporto stock finali/utilizzi totali aumenta da 8,02% a 8,14% in seguito a una revisione a ribasso di 0,3 milioni di ton sull’export.

Il mercato malese si conferma però fragile con un livello di scorte ai minimi dalla campagna 2015/16. A livello mondiale si prevede un deficit di 3,04 milioni di tonnellate.

Il pezzo dell’olio di palma subisce ancora i ribassi legati al rallentamento dell’economia cinese (coronavirus) con un forte calo della domanda di oli vegetali e di petrolio.

Un altro fattore ribassista è il rallentamento delle importazioni di olio di palma malese da parte dell’India per questioni diplomatiche.

 

Coronavirus e calo degli import indiani frenano i prezzi

Giovedì, 20 Febbraio 2020

Il pezzo dell’olio di palma subisce i ribassi legati al rallentamento dell’economia cinese (coronavirus) con un forte calo della domanda di oli vegetali e di petrolio.

Un altro fattore ribassista è il rallentamento delle importazioni di olio di palma malese da parte dell’India (vedi highlight del 27 gennaio).

Nel mese di gennaio l’India ha importato 47.000 ton dalla Malesia rispetto alle 318.000 ton di gennaio 2019. Parte della domanda indiana si è spostata sull’olio di girasole russo e ucraino.

Tuttavia il mercato malese si conferma fragile con un livello di scorte ai minimi dalla campagna 2015/16:

  • Alla fine di gennaio gli stock ammontavano a 1,76 milioni di ton, contro i 3 milioni di gennaio 2019.
  • La produzione mensile di gennaio 2020 (-13% rispetto a dicembre) ha rappresentato un minimo dal 2016.
  • Gli incentivi per l’utilizzo intero di olio di palma (mix carburanti) mantengono i consumi in tensione.

 

Una produzione malese in ulteriore rallentamento è compensata dal calo temporaneo degli import indiani

Lunedì, 27 Gennaio 2020

Il calo produttivo della Malesia si sta rivelando anche più importante di quanto finora stimato. L'ultima release di Oil World ha rivisto al ribasso la previsione di produzione 2019/20 per il secondo produttore di olio di palma, da 19,5 a 19,3 milioni di tonnellate, mentre è stata rivista al rialzo la previsione di consumi interni, sostenuti dal Governo attraverso politiche energetiche che ultimamente hanno fatto riferimento al programma B40, che potrebbe seguire il B20 in corso di implementazione. Il rapporto stock finali/utilizzi è previsto pari a 8,02%, un valore in linea con il dato del 2015/16, anno di El Nino

La produzione dell'Indonesia, primo produttore, è stata prevista pari a 44,3 milioni di t per la campagna corrente (+100.000 t rispetto alla previsione di dicembre). Anche in questo Paese i consumi interni sono incentivati dalle politiche energetiche del Governo locale.

Il rallentamento delle importazioni di olio di palma da parte dell'India è stato un elemento ribassista che ha pesato sulle quotazioni FOB dell'olio di palma a partire da metà gennaio. I ribassi potrebbero però potrebbero avere vita breve. Gli stock indiani di stanno assottigliando e presto sarà necessario riprendere le importazioni, magari dall'Indonesia. Questo potrà contribuire ad un cambiamento nei flussi di export.

L’Indonesia apre una procedura contro l’UE davanti al WTO, mentre la produzione e gli stock malesi crollano

Giovedì, 16 Gennaio 2020

Il governo indonesiano ha annunciato una procedura presso il WTO entro la fine di gennaio, accusando l’UE di politiche discriminatorie nei confronti dell’olio di palma nell’ambito della direttiva RED II. La nuova legislazione europea prevede che l’utilizzo di materie prime che incentivano un cambiamento indiretto della destinazione dei terreni venga limitato ai livelli del 2019 fino al 2023 e poi progressivamente eliminato.

La previsione di un deficit produttivo mondiale di olio di palma alimenta le tensioni nei prezzi del palma e degli altri oli vegetali. Oil World prevede un deficit di 3,3 milioni di tonnellate, molto vicino a quello registrato nella disastrosa campagna 2015/16, che subì gli effetti di El Nino. Il MPOB ha stimato la produzione malese di dicembre pari a 1,33 milioni di tonnellate (-26% rispetto a dicembre 2018 e -13% rispetto a novembre 2019). Si tratta della produzione minore degli ultimi nove anni per il mese di dicembre. Nello stesso mese, gli stock si sono ridotti del 38% rispetto ad un anno prima e dell’11% rispetto al mese precedente.

Nel frattempo, il Governo indonesiano sta procedendo con l’implementazione della normativa B30 sui carburanti, che sosterrà la domanda interna di olio di palma.

Dopo appena una settimana dalla riduzione dei dazi all’import di olio di palma, il governo indiano ha imposto lo stop all’import di olio di palma malese, sulla scorta di alcuni incidenti diplomatici tra i due Paesi.

 

Al deficit mondiale si somma un taglio dell’India ai dazi sull'import di olio di palma

Venerdì, 03 Gennaio 2020

Il deficit produttivo per la campagna 2019/20 sta continuando ad alimentare i rialzi nelle quotazioni dell'olio di palma. Il deficit mondiale per la campagna 2019/20 si aggira intorno ai 3,3 milioni di t (vicino al dato del 2015/16, anno di El Nino quando il deficit fu di 3,9 milioni di t).

La produzione malese del mese di novembre 2019 è stata stimata pari a 1.538.054 t, contro le 1.845.222 t di novembre 2018 (-16,7% su base annua). Il dato è inferiore anche a quello relativo alla produzione del novembre 2016 (1.574.938 t), che subiva gli effetti disastrosi di El Nino. Gli stock malesi di olio di palma relativi al mese di novembre 2019 sono diminuiti del -24,9% su base annua e del -4,1% rispetto al mese precedente.

L'aumento dei dazi all'export di olio di palma grezzo da parte della Malesia a partire dal mese di gennaio è coerente con l'aspettativa che il Paese voglia passare ad una politica B20 sul biodiesel nel corso del 2020, a partire dall'attuale B10, che porterà all'assorbimento di ulteriori 600,000 t di olio da parte del settore dei carburanti. Similmente, l’Indonesia ha adottato da gennaio 2020 la policy B30, impegnandosi a portare il quantitativo di olio di palma al 30% nel biodiesel.

Su decisione del governo, dal 1° di gennaio i dazi all'import dell'India sono stati ridotti dal 50% al 45% per l'olio di palma raffinato e dal 40% al 37,5% per l'olio di palma grezzo, accentuando l'impennata dei prezzi del palma a livello globale. In seguito al taglio del dazio indiano all'import, il futures malese ha registrato un aumento del 2% nella prima sessione di borsa del 2020 ed analogamente anche i prezzi di Rotterdam hanno subito rialzi fino al 2%.

Il forte rallentamento della produzione, unito alle policy energetiche di Malesia ed Indonesia ed al taglio dei dazi indiani all'import stanno determinando le tensioni sui prezzi dell'olio di palma, che hanno superato i 3.000 MYR/t.

Il deficit mondiale sul mercato dell'olio di palma si aggrava

Martedì, 17 Dicembre 2019

Il deficit produttivo di olio di palma si sta mostrando in tutta la sua portata. Oil World, nel suo report di dicembre, ha previsto una produzione malese pari a 19,5 milioni di tonnellate per la campagna 2019/20 (-370.000 tonnellate rispetto alla previsione precedente) ed una produzione indonesiana pari a 44,2 milioni di t (-1,1 milioni di t rispetto alla previsione precedente). Nel complesso, a livello mondiale il deficit previsto sul mercato dell'olio di palma di aggrava fino a 3,3 milioni di t (nel 2015/16, anno di El Nino, il defict fu pari a 3,9 milioni di t).

Nel mese di novembre 2019, gli stock di olio di palma in Malesia hanno registrato un calo pari a -4,1% rispetto al mese di ottobre e del 25% rispetto a novembre 2018. Inoltre, a partire da gennaio, verrà alzato il dazio sulle esportazioni di olio di palma grezzo dalla Malesia, portato al 5% in corrispondenza di un target price di 2.571 MYR/t. L'aspettativa è che presto anche l'Indonesia segua questa strada, per garantire una maggiore disponibilità di prodotto, a prezzi più accessibili, sul mercato nazionale, anche in vista dell'implementazione della policy B30.

I prezzi stanno continuando a rispondere al progressivo ma rapido assottigliarsi degli stock e alle aspettative di maggiori consumi interni da parte dei due principali Paesi produttori, con rialzi importanti che ormai perdurano dal mese di ottobre. I prezzi, che hanno ormai superato i 2.800 MYR/t sul mercato futures della Bursa Malaysia ed i 750$/t CIF su Rotterdam, sono attualmente abbastanza alti da cominciare a razionare la domanda: in UE gli utilizzi a fini energetici hanno già cominciato a contrarsi. 

Alla vigilia dell'entrata in vigore del B30 in Indonesia, mercato del palma molto nervoso

Venerdì, 06 Dicembre 2019

Il declino produttivo dell'olio di palma nel Sud Est asiatico si sta mostrando in tutta la sua portata, causando un parallelo calo degli stock, che in Malesia, a fine ottobre 2019, sono risultati in calo del -18% rispetto ad ottobre 2018. Un ulteriore calo degli stock è previsto per il mese di novembre, a causa di un calo registrato nella produzione rispetto al mese precedente. 

Il deficit sul mercato dell'olio di palma era stato previsto ormai da lungo tempo, ma ciononostante i prezzi hanno ritardato a rispondere, per poi far registrare un'impennata di quasi il +25% tra l'inizio della campagna e metà novembre, sul mercato malese. Gli aumenti delle quotazioni sono necessari per razionare la domanda, che non potrebbe essere altrimenti soddisfatta. I rialzi sui mercati europei sono stati anche maggiori rispetto a quanto avvenuto nel sud-est asiatico, a causa della scarsa produzione di olio di colza nel continente. 

Il clima di tensione che si registra sul mercato del Sud-est asiatico è legato anche all'imminente entrata in vigore del cosiddetto B30 in Indonesia, prevista a partire dal primo gennaio 2020, che porterà il primo produttore mondiale ad incrementare la quota di olio di palma contenuta nel biodiesel prodotto nel Paese. Il mercato sta dunque scontando l'aspettativa di un aumento dei consumi interni indonesiani.

Le tensioni nei prezzi dell'olio di palma potrebbero quindi non essere terminate. Molto dipenderà da quanto la nuova policy indonesiana riuscirà effettivamente a portare ad un incremento dei consumi interni di palma, in condizioni di prezzi crescenti. Non si possono comunque escludere episodi di momentanea ritirata dei prezzi, legati all'aggiustamento della domanda.

Il forte deficit produttivo ed il calo degli stock alla base dell'impennata dei prezzi

Lunedì, 25 Novembre 2019

Il declino produttivo dell'olio di palma nel Sud Est asiatico si sta mostrando in tutta la sua portata, causando un parallelo calo degli stock, che in Malesia, a fine ottobre 2019, sono risultati in calo del -18% rispetto ad ottobre 2018. 

Il deficit sul mercato dell'olio di palma era stato previsto ormai da lungo tempo, ma ciononostante i prezzi hanno ritardato a rispondere, per poi far registrare un'impennata di quasi il +25% tra l'inizio della campagna e metà novembre, sul mercato malese. Gli aumenti delle quotazioni sono necessari per razionare la domanda, che non potrebbe essere altrimenti soddisfatta. I rialzi sui mercati europei sono stati anche maggiori rispetto a quanto avvenuto nel sud-est asiatico, a causa della scarsa produzione di olio di colza nel continente. 

In concomitanza con il rallentamento delle attività produttive, nel corso del mese di dicembre potrebbe verificarsi un momentaneo calo delle quotazioni.

Stock in calo e domanda in aumento, i prezzi rispondono

Martedì, 29 Ottobre 2019

Il mercato globale dell'olio di palma si conferma avviato verso un deficit nella campagna 2019/20 e l'accelerazione dei consumi sta concretizzando questa prospettiva. Gli stock malesi di settembre 2019 sono al di sotto del livello dell'anno precedente.

A fronte di un'offerta in calo ed una domanda che rimarrà invece sostenuta, i pezzi hanno già iniziato a rispondere con una ripresa delle quotazioni sul mercato malese a partire dalla fine di giugno 2019 e su quello europeo a partire da metà luglio, interrotto solo temporaneamente nella seconda metà di settembre. I prezzi attuali non si vedevano sul mercato malese dal giugno 2018 e su quello UE da ottobre 2018.

Recentemente, le tensioni diplomatiche tra India e Malesia, che hanno portato alla minaccia da parte dell'India di sospendere le importazioni di olio di palma dalla Malesia, hanno impresso incertezza ai mercati senza tuttavia esercitare pressioni al ribasso sui mercati. Prevale, in questo momento, la consapevolezza che la produzione di olio di palma potrebbe non tenere il passo con la domanda

 

Stock in calo e domanda in aumento. Previsto calo della produzione in Malesia.

Martedì, 08 Ottobre 2019

L'atteso rallentamento della produzione di olio di palma nel Sud-Est asiatico si è verificato a partire dall'inizio del 2019, accanto ad una accelerazione dei consumi, che ha portato l'export mensile malese nel 2019 a superare le esportazioni 2018 a parità di mese, portando gli stock malesi di agosto a toccare il livello minimo da luglio 2018.

Questi elementi hanno favorito la ripresa delle quotazioni sul mercato malese a partire dalla fine di giugno 2019 e su quello europeo a partire da metà luglio. Il declino delle quotazioni registrato nella seconda metà di settembre appare soltanto temporaneo ed è stato dovuto ad un rallentamento degli acquisti da parte dei principali Paesi importatori.  

Gli stock restano comunque su livelli storicamente alti nel Sud Est asiatico ed hanno finora limitato il potenziale rialzista dei prezzi. L'annunciato calo della produttività delle palme in Malesia, che secondo Oil World potrebbe portare ad un calo della produzione nel 2019/20 nel secondo produttore mondiale, unito ad un aumento delle importazioni da parte della Cina, porta a prevedere tensioni sui prezzi nel corso della campagna 2019/20. 

Stock in calo e domanda in aumento. Potenziale deficit all'orizzonte.

Mercoledì, 11 Settembre 2019

L'atteso rallentamento della produzione di olio di palma nel Sud-Est asiatico si è verificato a partire dall'inizio del 2019.

L'accelerazione dei consumi, che ha portato l'export mensile malese nel 2019 a superare le esportazioni 2018 a parità di mese, ha portando gli stock malesi di agosto a toccare il livello minimo da luglio 2018 ed ha favorito la ripresa delle quotazioni registrata sul mercato malese a partire dalla fine di giugno 2019 e su quello europeo a partire da metà luglio. 

Gli stock restano comunque su livelli storicamente alti nel Sud Est asiatico ed hanno finora limitato il potenziale rialzista dei prezzi. L'annunciato calo della produttività delle palme in Malesia, che potrebbe portare secondo alcune fonti anche ad un calo della produzione nel 2019/20 nel secondo produttore mondiale, unito ad un aumento delle importazioni da parte della Cina, porta a prevedere tensioni sui prezzi nel corso della prossima campagna. 

 

Stock in calo e deficit all'orizzonte, prezzi ancora deboli

Martedì, 25 Giugno 2019

La tendenza in leggero calo registrata nei prezzi all'import dell’olio di palma da febbraio in avanti, in Europa, è stata in parte giustificata da un indebolimento del ringgit malese, che ha impresso un trend ribassista ai prezzi europei. Tuttavia, gli stock malesi di olio di palma stanno cominciando a calare, a causa dell’incremento delle importazioni indiane. Negli ultimi mesi della campagna 2018/19 si prevede quindi che a livello mondiale di possa registrare un deficit di olio di palma, con consumi superiori alle produzioni, che porterà ad una progressiva riduzione degli stock. Per il 2019/20, USDA prevede un leggero surplus sul mercato globale di olio di palma, pari a 416.000 t.

 

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