L'International Nut and Dried Fruit Council (INC), in occasione della conferenza di Londra di fine maggio, ha condiviso un aggiornamento dei fondamentali 22/23 e l’anticipazione della prima previsione per la prossima campagna 23/24.
TURCHIA
La produzione 22/23 è stata confermata a livelli record, 831.000 t, +5% rispetto alla scorsa campagna.
Gli utilizzi (export+ consumi), invece, sono stati rivisti a ribasso di 95.000 t, a 721.000 t, -7,6% rispetto alla scorsa campagna – andando nella direzione anticipata precedentemente da Areté (-5% vs. 21/22) -. Come mostrano anche i dati dell’Assemblea degli esportatori turchi (TİM), da inizio campagna ad aprile, l’export risulta inferiore del 18% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna.
L’aumento dell’offerta e la contrazione della domanda porterebbero gli stock finali a livelli record, circa 215.000 t, con un rapporto stock finali / utilizzi previsto balzare dal 13,5% della scorsa campagna al 29,8%.
Relativamente al prossimo crop 23/24, la prima previsione è di 810.000 t, -2% rispetto alla campagna corrente. Si tratterebbe di una produzione di “scarica” record, che, unitamente a scorte di riporto ai massimi storici, porterebbe l’offerta a 1,03 Mio t, +9% rispetto alla campagna corrente.
Tuttavia, all’abbondante livello di offerta è prevista affiancarsi una domanda in crescita: INC proietta, infatti, utilizzi record, in aumento del 12% rispetto alla campagna corrente.
L’aumento della domanda porterebbe ad un calo del rapporto stock finali / utilizzi dal 29,8% al 26,5%.
Il dato di produzione – e l’entità del calo - risulta inferiore rispetto alla prima previsione fornita da Turkstat nel "Crop Production 1st Estimation, 2023" di 730.000 t, -4,6% rispetto alla campagna corrente.
ITALIA
La produzione di “carica” 22/23 è stata confermata a 90.000 t, in aumento dell’80% rispetto alla scorsa campagna, ma inferiore rispetto alla media delle precedenti 8 campagne di “carica” (circa 125.000 t). Le rese, infatti, avrebbero subito l’impatto della siccità che lo scorso anno ha caratterizzato la maggior parte delle aree produttive.
Sulla prossima campagna 23/24, le prime previsioni INC sono di un nuovo aumento produttivo a 110.000 t, +22% rispetto alla campagna corrente. Si tratterebbe della seconda raccolta di “carica” consecutiva, fenomeno che non si registra dalla campagna 16/17.
L’aumento produttivo più che compensa l’atteso aumento anche degli utilizzi (+10% vs. 22/23), e il livello di approvvigionamento è previsto recuperare dal 5% di questa campagna al 9,5%.
Di fatto, l’arrivo delle piogge ha smorzato le preoccupazioni e, anzi, ha diffuso ottimismo sul potenziale della prossima campagna; tuttavia, secondo alcuni produttori, i maggiori benefici saranno visibili sulla qualità e meno sulla quantità. Le rese, infatti, soffrirebbero ancora dello stress procurato dalla siccità dello scorso anno.
CILE
La produzione è prevista raggiungere un record a 65.000 t, +20% rispetto alla scorsa campagna. L’aumento è in parte il risultato dell'espansione dell'area coltivata guidata da Ferrero (AgriChile), che, nel corso del 2021, con un investimento di 40 milioni di dollari, ha annunciato l'installazione di un nuovo impianto di lavorazione delle nocciole nella regione di Ñuble, al fine di raddoppiare la capacità di lavorazione e incrementare la produzione del Paese.
GEORGIA
Dopo il marcato calo produttivo 22/23 a 40.000 t (-27% vs. 21/22), INC prevede un recupero produttivo del 25% a 50.000 t. Aspettativa condivisa anche dagli operatori locali, secondo cui i noccioleti avrebbero sopportato bene l’inverno e avrebbero avuto una buona fioritura.
In conclusione, a livello globale la produzione è prevista in aumento del 3%; aumento più che compensato da consumi record a 1,25 Mio t (+10% vs. 22/23), che porterebbero a un calo del rapporto stock finali/utilizzi dal 20,35% al 19,22%.
BREAKING NEWS 26 MAGGIO:
Turkstat ha pubblicato il "Crop Production 1st Estimation, 2023" con le prime previsioni sulle produzioni turche 2023/24.
Nocciole: 730.000 t, -4,6% rispetto al 2022/23.
TURCHIA
Come previsto, i prezzi del prodotto turco all’export, dopo i rimbalzi registrati nella prima metà di aprile, sono tornati a scontare qualche ribasso. Il prezzo della Natural 11/13, consegnata in Europa, da metà aprile, ha registrato un calo dell’11%, tornando ai livelli di dicembre 2022.
Ad alimentare il trend ribassista concorrono diversi fattori:
I ribassi hanno caratterizzato soprattutto le nocciole di calibro basso; data la bassa disponibilità di calibri elevati.
Da monitorare l’impatto delle imminenti elezioni presidenziali sia sulla volatilità della valuta che sull’intervento del TMO – il quale non ha ancora annunciato vendite di raccolto 2022/23 -.
ITALIA
Il meteo sfavorevole, che ha limitato il potenziale di “carica” della campagna corrente, rimane una preoccupazione anche sul prossimo crop 2023/24 – atteso di “scarica” -.
In particolare, nel viterbese, fonti locali prevedono un raccolto di circa il 40-50% inferiore rispetto a un’annata nella norma (raccolto che per questa zona varia tra le 35-45.000 t). Secondo gli operatori, parte di queste perdite deriva anche dalle eccezionali potature effettuate, conseguenti al clima torrido della scorsa estate.
GEORGIA
Dopo il calo produttivo della campagna corrente (-27% vs. 2021/22) sono buone le aspettative sul raccolto 2023/24. Secondo la Georgian Hazelnut Growers Association (GHGA), nella maggior parte delle aree produttive c’è stata una buona fase di fioritura e le condizioni colturali continuano ad essere favorevoli.
TURCHIA
I prezzi del prodotto turco all’export si mantengono ancora in tensione. Il prezzo della Natural 11/13, consegnata in Europa, dopo i cali registrati tra febbraio e marzo, ha registrato nuovi rimbalzi (+8% da fine marzo).
Il potenziale ribassista di una domanda poco sostenuta, si scontra infatti con le preoccupazioni lato offerta – tra il mancato intervento del TMO e i rischi sul prossimo crop 23/24-.
I recenti dati della Borsa di Giresun mostrano un ritmo di spedizioni ancora contenuto. In particolare, a marzo l’export è calato del 2% rispetto a febbraio e dell’11% rispetto a marzo 2022. A livello cumulato (set-mar), -18% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna.
Intanto, ancora nessun annuncio di vendita da parte del TMO che, da inizio campagna a dicembre, avrebbe acquistato e stoccato circa il 21% della produzione totale 2022/23 confermata recentemente da INC a 831.000 t (+5% rispetto alla scorsa campagna). Tuttavia, con le elezioni presidenziali vicine (metà maggio), alcuni operatori si aspettano un intervento nel breve periodo.
Ad alimentare le tensioni sui prezzi contribuisce anche l’incertezza sul prossimo raccolto 2023 -atteso di scarica e in un contesto di inflazione record e carenza di fertilizzanti -. Le aspettative sull’entità della produzione variano, infatti, in un range ancora ampio, tra 650.000 t e 850.000 t.
Inoltre, sebbene le nevicate e le rigide temperature delle ultime settimane abbiano provocato danni minimi (circoscritti ai frutteti in alta quota) – secondo quanto riportato da fonti locali – il rischio gelate non è ancora terminato.
ITALIA
Anche in Italia, lo scenario sul prossimo raccolto 23/24 – previsto di scarica - non è promettente. Il fattore meteo, infatti, rappresenta ancora un notevole rischio in alcune delle principali aree produttive.
In particolare, nel cuneese, continua a preoccupare l’assenza di piogge; nel viterbese, invece, sono recenti le segnalazioni di grandinate che potrebbero aver provocato danni in alcune aree di coltivazione.
Tale incertezza, in un contesto di offerta già limitata, ha trasmesso ulteriori rialzi alle quotazioni della nocciola IGP di Cuneo: tra febbraio e marzo, +5,5%.
TURCHIA
I dati della Borsa di Giresun di febbraio mostrano una congiuntura di export ancora contenuto; sebbene in aumento del 7% rispetto a gennaio, i volumi esportati risultano infatti inferiori del 19% rispetto allo stesso mese della scorsa campagna.
Il rallentamento della domanda estera è in parte riconducibile alla stagionalità, ma anche agli elevati prezzi raggiunti, poco competitivi rispetto ad altre origini e superiori rispetto ai prezzi internazionali di mandorle e anacardi – che, su alcune referenze, hanno raggiunto dei minimi storici-.
In particolare, ad oggi, sul prodotto consegnato in Europa quotato in €, il prezzo delle nocciole turche risulta superiore del 32% rispetto a quello delle mandorle USA e del 10% rispetto a quello degli anacardi del Vietnam; nello stesso periodo della scorsa campagna, rispettivamente, -2% e -12%.
Sebbene in un primo momento, la prima finestra di vendita del TMO di inizio febbraio, abbia trasmesso ai prezzi una fase di stabilità, nuovi rimbalzi sono tornati a caratterizzare le quotazioni. Il prezzo della Natural 11/13, consegnata in Europa, da fine febbraio, è aumentata del 2,2%.
Ad alimentare le tensioni sui prezzi contribuisce anche l’incertezza sul prossimo raccolto 2023 -atteso di scarica e in un contesto di inflazione record e carenza di fertilizzanti-. Il clima nella regione del Mar Nero, questo inverno, è stato più caldo del solito, generando qualche preoccupazione per la fase di impollinazione. Tuttavia, maggiore chiarezza sarà fatta con primi conteggi dei fiori che avverranno nelle prossime settimane.
ITALIA
INC Nutfruit, in attesa del Magazine di marzo, ha pubblicato una revisione delle previsioni di produzione per la campagna corrente 22/23. Mentre il raccolto turco è stato confermato record, quello nazionale è stato rivisto a ribasso del 10% da 100.000 t a 90.000 t – in linea con le anticipazioni Areté-.
Sebbene il dato risulti ancora superiore dell’80% rispetto alla scorsa campagna, si allontana ancor di più dal record raggiunto nella precedente campagna di “carica” 20/21 (160.000 t).
Relativamente al prossimo raccolto 23/24, invece, ancora nessuna previsione ufficiale, ma ci sono elementi di incertezza nelle principali aree di produzione.
Il TMO ha aperto una finestra di vendita per la prima settimana di febbraio:
Le Levant del 2021 sono offerte a 58 TL/Kg (acquistate a 26 TL/kg). Offerte invece a 61 TL/Kg le produzioni 2022 rispetto ad un prezzo di acquisto di 53 TL/kg e 52 TL/kg rispettivamente per le Giresun e per le Levant.
I prezzi risultano superiori di circa il 56% rispetto ai prezzi di vendita annunciati la scorsa campagna (39 TL/kg), in un contesto locale di inflazione record. Inoltre, sebbene la lira turca risulti ancora debole, il prezzo annunciato quest’anno, anche in $, risulta superiore (circa 3,2 $/kg) a quello del 2021/22 (2,9 $/kg).
Come previsto, anche i prezzi all’export sono andati incontro a dei rialzi marcati: da novembre, la quotazione della Natural 11/13 consegnata Europa ha registrato un aumento del 25%.
A pesare è anche l’aumento del salario minimo turco del 55% che viene in parte scaricato sui prezzi di vendita. Da qui alle elezioni presidenziali di giugno, il contesto macroeconomico turco si conferma un fattore di alto rischio volatilità sui prezzi.
I rialzi di prezzo hanno in parte raffreddato la domanda di prodotto turco, spostandola verso origini più competitive (Azerbajan e Georgia). Infatti, come mostrano gli ultimi dati della borsa di Giresun, a dicembre, gli export turchi, sono calati dell’11% rispetto a novembre. Tuttavia, si tratta di volumi, per il mese, inferiori solo al record di dicembre 2021 (alto fabbisogno di import UE per la carenza produttiva italiana).
Intanto l’avvio del periodo di fioritura per la campagna 2023/24, sia in Turchia che in Italia -prevista scarica in entrambi i paesi-, si mostra delicato:
Il TMO ha annunciato una finestra di vendita delle nocciole precedentemente stoccate.
In particolare, i prezzi per varietà delle nocciole di raccolto 2022/23 saranno:
Il TMO, a fine dicembre, ha chiuso la campagna d’acquisto 2022/23. Secondo alcuni operatori, i volumi stoccati oscillerebbero tra 150.000 t e 200.000 t. Si tratta di circa il 21% della produzione totale 2022/23 prevista da INC a 831.000 t (+5% rispetto alla scorsa campagna).
L’intervento del TMO unitamente al buon ritmo della domanda locale ha portato a un ulteriore aumento dei prezzi interni in un contesto di già elevata inflazione. Tra novembre e dicembre, +27% il prezzo del prodotto in guscio, reso produttore (Giresun).
Tali aumenti si sono in parte trasferiti anche ai prezzi all’esportazione: su alcuni benchmark di riferimento, come la quotazione del Natural 11/13, consegnato N. Europa, si registrano aumenti del 25% da inizio novembre.
Sulla domanda estera, invece, ci sono elementi di incertezza. I dati della borsa di Giresun mostrano come, a dicembre, gli export turchi, complici la stagionalità e la competitività dei prodotti provenienti da altre origini (Azerbajan e Georgia) sono calati dell’11% rispetto a novembre. Tuttavia, si tratta di volumi, per il mese, inferiori solo al record di dicembre 2021 (alto fabbisogno di import UE per la carenza produttiva italiana).
Intanto l’avvio del periodo di fioritura per la campagna 2023/24, sia in Turchia che in Italia (scarica in entrambi i paesi), si mostra delicato:
ITALIA
Istat, a novembre, ha rivisto a ribasso le stime 2022/23 di produzione italiana, da circa 119.000 t a 99.000 t (+17% vs 2021/22). Un dato in linea con la recente revisione INC a 100.000 t, ma ancora superiore rispetto alle aspettative (80.000-87.000 t) della delegazione italiana condivise in occasione dell'incontro annuale sulle nocciole tra i Paesi produttori dell'UE e la Turchia (vedi precedente highlight).
A ridimensionare il potenziale di questa campagna di “carica” è stata soprattutto la prolungata siccità dei mesi estivi. Inoltre, in alcune aree produttive, le forti piogge durante il periodo della raccolta avrebbero compromesso anche la qualità delle nocciole.
Il prezzo punto resa I.G.P quotato a Cuneo, dopo i cali registrati da inizio campagna, a fine novembre è rimbalzato dell’8%.
TURCHIA
I prezzi all’export risultano ancora stabili, sulla scia della lira turca ancora debole e di una produzione ben al di sopra delle aspettative.
Secondo le previsioni INC, la raccolta turca avrebbe raggiunto un record di 830.000 t, +5% rispetto alla scorsa campagna. Il dato risulta superiore rispetto alle stime condivise da Turkstat e dalla Borsa di Giresun, che stimano un raccolto, rispettivamente, di 765.000 t e 760.000 t, in aumento del 12% rispetto alla scorsa campagna, ma inferiore rispetto al record 2019/20.
Tuttavia, sul livello di offerta continua ad essere determinante l’intervento del TMO e il recupero della domanda:
Secondo i dati dell’Istituto di statistica turco (Turkstat), l’inflazione, a novembre, è scesa all’84,4%. Si tratta della prima flessione da maggio 2021, ma le pressioni inflazionistiche rimangono ancora diffuse, soprattutto nel settore dei generi alimentari e dei trasporti.
TURCHIA
La lira turca debole e la buona offerta mantengono i prezzi all’export ancora stabili e a livelli relativamente bassi.
Tuttavia, diversi sono i fattori di rischio rialzisti nel breve-medio periodo:
ITALIA
In occasione dell'incontro annuale sulle nocciole tra i Paesi produttori dell'UE e la Turchia, tenutosi a Bruxelles il 17 ottobre, la delegazione italiana ha illustrato l’andamento del comparto nazionale e la previsione di produzione 2022/23.
Le aspettative sono di una produzione tra 80.000 e 87.000 t, in aumento di circa il 53% rispetto al deludente raccolto 2021/22 (55.000 t), con un aumento del 15% in Piemonte, 60% in Lazio e 30% in Campania. Un dato inferiore rispetto alle aspettative INC di 100.000 t (+100% vs. 2021/22) e dell’ISTAT di 119.000 t (+40% vs. 2021/22).
Ciò che accomuna gli scenari previsivi delle citate fonti è l’aspettativa di una produzione che rimane comunque inferiore rispetto alla media dei precedenti raccolti di “carica”. La produzione 2022/23, infatti, è stata fortemente limitata da diverse problematiche, in particolare le anomalie climatiche (siccità prolungata, temperature al di sopra della media, scarsa impollinazione e cascola precoce), ma anche l’aumento dei costi di produzione, gli attacchi parassitari e la continua riduzione dei principi attivi per la difesa fitosanitaria.
Nonostante le citate problematiche, i prezzi nazionali hanno registrato ulteriori cali in risposta alla maggior disponibilità di prodotto rispetto alla scorsa campagna. Il prezzo punto resa I.G.P quotato a Cuneo, da settembre ha registrato un calo del 9%, avvicinandosi ai livelli di settembre-ottobre 2020 (quando la produzione aveva raggiunto livelli record).
BREAKING NEWS 28 OTTOBRE:
Turkstat ha pubblicato il “Crop Production 2st Estimation, 2022” con un aggiornamento della previsione sulla produzione turca 2022/23: 765.000 t, +11,8% rispetto al 2021/22 e +8,5% rispetto alle aspettative precedenti (maggio).
In attesa del Nutfruit Magazine di novembre, INC ha pubblicato una revisione delle previsioni di produzione per la campagna 2022/23.
TURCHIA
Rispetto alla previsione di luglio, il raccolto di “scarica” turco è stato rivisto a rialzo di oltre 70.000 t, da 760.000 t a 830.628 t, in aumento del 5% rispetto alla scorsa campagna, grazie a condizioni meteo favorevoli durante il periodo di fioritura, che hanno compensato gli effetti di un minor utilizzo di fertilizzanti (di difficile reperibilità e particolarmente onerosi da importare vista la debolezza della valuta locale). Si tratterebbe di un record produttivo e di una seconda campagna di aumento consecutiva.
Il dato risulta tuttavia notevolmente superiore rispetto alle previsioni di produzione del Ministero dell’agricoltura di 765.287 t e della Borsa di Giresun di 759.274 t.
Intanto prosegue a buon ritmo la campagna di acquisto del TMO. Dopo aver vincolato circa 120.000 t di nocciole, solo tra il 22 agosto e il 13 settembre – rispetto alle 60.000 t durante l’intera stagione di acquisto 2021/22 – il TMO ha annunciato di aumentare, se necessario, il numero dei centri di acquisto (attualmente 44 in tutta la Turchia) per elaborare più rapidamente gli ordini e che gli acquisti continueranno fino al 31 dicembre. A favorire le vendite al TMO è il prezzo di acquisto di circa 54 TL/kg, più vantaggioso per i produttori rispetto a quello offerto dal mercato libero di 49 TL/kg.
Lato domanda, gli ultimi dati della Borsa di Giresun mostrano un inizio di campagna lento per le spedizioni: a settembre, -18% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna (+43% rispetto al mese precedente).
ITALIA
INC ha rivisto a ribasso la previsione per il raccolto di “carica” italiano, da 140.000 t (previsione di luglio) a 100.000 t, in aumento del 100% rispetto alla scorsa campagna, ma inferiore rispetto alla media delle precedenti tre campagne di “carica” (circa 138.000 t), complice la forte siccità che ha caratterizzato le principali aree chiave. Inoltre, da metà agosto, eccessive piogge hanno ostacolato la raccolta e impattato notevolmente anche sulla qualità del prodotto.
Il dato ora risulta inferiore alle precedenti previsioni ISTAT di circa 119.000 t.
Il 26 settembre è stato annunciato il primo prezzo per la nocciola piemontese IGP, con un ritardo di circa un mese, a causa delle anomalie climatiche e i rincari degli input produttivi che hanno reso difficile mettere d’accordo industria e produttori.
Il prezzo annunciato è stato di 7,40 €/p.resa, in calo del 30% rispetto all’ultima quotazione della scorsa campagna (aprile) e superiore del 9% rispetto al prezzo di apertura della precedente campagna di “carica” 2020/21.
TURCHIA
Mentre le principali banche centrali, a partire da FED e BCE, perseguono politiche monetarie restrittive con l’aumentano dei tassi di interesse per combattere l’inflazione, la banca centrale turca ha annunciato, inaspettatamente, un ulteriore taglio dei tassi di interesse dal 14% al 13%. L’inflazione in Turchia, ad agosto, ha raggiunto l’80% (il livello più alto degli ultimi 24 anni).
La lira turca continua così a perdere valore: a inizio settembre, complice anche il rafforzamento del dollaro, ha raggiunto un nuovo minimo storico contro il dollaro (scambiando ad oltre 18).
Ne risultano prezzi interni storicamente elevati, come visibile anche dal prezzo di acquisto delle nocciole 2022/23 annunciato dal TMO (vedi precedente highlight) -in aumento del 100% rispetto al prezzo di apertura della scorsa campagna- e dai prezzi all’export, in valuta estera, ancora bassi, -il prezzo della Levants sgusciata, in £, dopo l’aumento di inizio agosto, è rimasto stabile per il mese-.
Sulla quantità di prodotto che verrà ritirato dal mercato, il TMO ha dichiarato di aver già vincolato, tra il 22 agosto e il 13 settembre, 120.000 t di nocciole. Secondo gli operatori del mercato, i volumi potrebbero raggiungere anche le 200.000 t vista la competitività del prezzo di acquisto annunciato (52 TL/kg) rispetto a quello nel mercato libero (44 TL/kg) e date le aspettative di un raccolto di “scarica” sopra la media. Ferrero ha invece annunciato un prezzo di acquisto a 48 TL/Kg.
INC prevede una produzione 2022/23 di 760.000 t, -4% rispetto alla campagna 2021/22 (790.000 t), e in linea con la previsione condivisa dal Ministero dell’agricoltura di 765.287 t e da Areté. A raccolta ormai conclusa, operatori di mercato prevedono addirittura una produzione superiore alle 775.000 t.
Anche la qualità sembra promettente, tuttavia i calibri potrebbero risultare mediamente inferiore a causa del meteo instabile.
Lato domanda, nonostante i rallentamenti degli ultimi mesi (come mostrano gli ultimi dati della Borsa di Giresun), riconducibili all’elevato livello di stock nei Paesi consumatori oltre che a una componente stagionale, complessivamente i volumi esportati nel corso del 2021/22 sono stati inferiori solo al record del 2019/20. Per il 2022/23 la domanda è prevista da INC in leggera contrazione, ma determinante sarà anche l’evoluzione del contesto geopolitico e macroeconomico nelle principali aree di consumo.
ITALIA
La raccolta, nelle principali aree produttive, è in corso, e si iniziano a delineare i danni e le perdite causate dalla siccità e dalle temperature al di sopra della media.
Tuttavia, la produzione sarà comunque ampiamente superiore rispetto al deludente raccolto di “scarica” 2021/22: INC prevede un aumento del 180% a 140.000 t -130.000 t nello scenario Areté-.
Da segnalare come ancora non sia stato annunciato il primo prezzo per la nocciola IGP di Cuneo, che il mercato attendeva a fine agosto. Secondo il Presidente della regione Piemonte, la Commissione dei coricoltori avrebbe riscontrato notevoli difficoltà nel trovare un accordo in questa campagna caratterizzata da forti anomalie climatiche e rincari degli input produttivi.
Da monitorare il meteo nell’ultima fase di raccolta, determinante anche per la qualità del nuovo prodotto. I timori sono per una resa sotto la media.
TURCHIA
Il 30 luglio, il presidente della Turchia, Erdogan, ha annunciato il prezzo medio di acquisto delle nocciole per la campagna 2022/23 appena cominciata, i cui dettagli sono poi stati chiariti direttamente dal TMO con la pubblicazione del comunicato il primo agosto.
In particolare i prezzi per varietà saranno:
Aggiungendo i sostegni statali per carburante e fertilizzanti, il prezzo medio raggiungerà 54 TL/kg.
Il prezzo si è rivelato in linea con le aspettative del mercato, ma non con quelle degli agricoltori turchi, i quali attendevano un prezzo superiore, commisurato agli aumenti del costo della vita e degli input produttivi; 78% l’inflazione a luglio. Con la lira turca che da inizio 2021 si è svalutata di oltre il 100% rispetto al dollaro, il prezzo medio annunciato quest’anno, in $, risulta inferiore (circa 3 $/kg) a quello del 2021 (3,5 $/kg).
La commercializzazione del prodotto inizierà il 22 agosto. La quantità e la qualità grazie a condizioni meteo favorevoli durante lo sviluppo delle noci, risultano promettenti. INC prevede una produzione 2022/23 di 760.000 t, -4% rispetto alla campagna 2021/22 (790.000 t), superiore rispetto alle anticipazioni Areté (671.000 t) e in linea con la recente previsione condivisa dal Ministero dell’agricoltura di 765.287 t. Ancora più ottimiste le aspettative degli esportatori, secondo cui il raccolto supererà le 800.000 t.
Elementi di debolezza, invece, stanno caratterizzando la domanda. Come mostrano i dati della borsa di Giresun, l’export, complice anche la stagionalità, a luglio, ha registrato un calo del 23% rispetto a luglio 2021 (-21% rispetto a giugno) il livello più basso, per il mese delle ultime cinque campagne.
ITALIA
Nonostante le previsioni di un raccolto di “carica” 2022/23 in forte ripresa (140.000 t la previsione INC) rispetto alla deludente campagna di “scarica” 2021/22 (50.000 t), con l’inizio della raccolta preoccupa l’impatto della siccità sulla quantità e la qualità del prodotto.
L’andamento stagionale estremamente siccitoso e accompagnato da temperature costantemente ben al di sopra della media in tutte le principali aree corilicole italiane, sta infatti determinando, anche se in modo diversificato da zona a zona a seconda di vari fattori, una significativa perdita di produzione, sia quantitativa che qualitativa.
In alcune aree del viterbese, secondo fonti locali, le alte temperature avrebbero provocato una forte cascola, che potrebbe tradursi in una riduzione dei volumi raccolti. Sul prodotto IGP di Cuneo, invece i calibri potrebbero risultare mediamente inferiori a causa della siccità.
Il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdoğan, ha annunciato i prezzi di acquisto delle nocciole da parte del TMO per la campagna 2022/23 appena cominciata:
TURCHIA
La crisi valutaria e la crescente inflazione si confermano i principali fattori che animano il mercato.
Secondo i dati dell’Istituto di Statistica turco (Turkstat), l’inflazione, a giugno, è balzata al 78%, il livello più alto da settembre 1998, con aumenti marcati per il settore dei trasporti (+123,4%) e dei generi alimentari (+93,9%).
Inflazione che secondo gli economisti dell'Inflation Research Group (ENA), istituto indipendente di economisti, avrebbe addirittura toccato il 175,55%
La lira turca continua a svalutarsi, il tasso di cambio rispetto al dollaro tra giugno e luglio è aumentato del 7% e si mantiene a valori storici record.
Così, mentre i prezzi interni delle nocciole continuano nella loro fase di aumento - a maggio il prezzo medio nel mercato libero ha raggiunto circa 42 TL/kg, +75% rispetto a maggio 2021- , i prezzi all’esportazione, in valuta estera, si mantengono bassi. Tra aprile e maggio, i prezzi della Levants sgusciata in £ sono calati, a livello medio, del 4,7%.
A pesare è stato anche il calo stagionale della domanda dopo i picchi record di novembre. Come mostrano i dati della borsa di Giresun, da dicembre a maggio, si è susseguito un progressivo calo dei volumi esportati; solo a giugno, i volumi sono rimbalzati del 15% rispetto al mese precedente (-12% rispetto a giugno 2021), ma la stagionalità di fine campagna lascia poco spazio a ulteriori rimbalzi con gli operatori che sono in attesa della valutazione del nuovo raccolto.
L’International Nut and Fried Fruit Council (INC), nel Magazine luglio, ha confermato una previsione produttiva 22/23 di 760.000 t, -4% rispetto alla campagna corrente (790.000 t), ma superiore rispetto alla media delle ultime quattro campagne di “scarica” (554.000 t).
Il dato risulta in linea con la recente previsione condivisa dal Ministero dell’agricoltura di 765.287 t. Quest’ultima, basata su misurazioni sul campo condotte da operatori del settore, ridimensionerebbe il temuto impatto negativo del meteo e del basso livello di fertilizzazione sulle rese.
Determinante per la prossima campagna sarà il prezzo di acquisto del TMO, che gli operatori prevedono, tra 50 e 52 TL/kg (26-27 TL/kg il prezzo di apertura della campagna corrente). Ulteriore incertezza si avrà con le elezioni presidenziali previste per giugno 23.
ITALIA
INC, nel magazine di luglio, conferma le aspettative di una campagna di carica a 140.000 t, +180% rispetto alla deludente campagna corrente, ma leggermente inferiore rispetto al record 20/21 di 160.000 t. Aumento produttivo anticipato dai precedenti dati ISTAT.
Tuttavia in fase di cascola pre-raccolta sarà fondamentale valutare, soprattutto al nord, gli effetti della siccità su quantità e qualità.
Italia:
L'Istituto Italiano di Statistica (Istat) ha pubblicato la prima previsione di produzione italiana di nocciole per la campagna 22/23. Le aspettative sono di un aumento produttivo del 40% rispetto alla campagna corrente (-15% rispetto alla campagna di “carica” 20/21).
Il dato risulta leggermente inferiore rispetto alla previsione precedentemente pubblicata da INC (140.000 t).
L’aspettativa di una maggior offerta nazionale aveva già trasmesso ribassi alle quotazioni, soprattutto sul prodotto convenzionale (che risente anche della competitività del prodotto turco). Su Avellino, da gennaio, -23% la primitiva in guscio. Meno marcati, in attesa dell’arrivo dei raccolti, i cali per i prezzi della nocciola I.G.P quotata a Cuneo (-1,9% tra marzo e aprile).
Anche se per ora non si segnalano grandi problematiche resta da monitorare il meteo; se la siccità delle ultime settimane dovesse persistere, la produzione, soprattutto in Piemonte, potrebbe infatti subire danni, sulla quantità, ma soprattutto sulla qualità delle nocciole raccolte.
Turchia:
I prezzi all’export del prodotto turco risultano ancora stabili e a livelli relativamente bassi, complice la debolezza della lira turca e, nell’ultimo periodo, il rallentamento congiunturale della domanda.
Le esportazioni turche infatti, come mostrano gli ultimi dati di Giresun, hanno registrato dei progressivi cali riconducibili alla stagionalità e agli acquisti sostenuti di inizio campagna. Tuttavia, a livello cumulato, le esportazioni risultano ancora superiori del 24% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna.
Determinante per la prossima campagna sarà il prezzo di acquisto del TMO, che gli operatori prevedono, tra 50 e 52 TL/kg (26-27 TL/kg il prezzo di apertura della campagna corrente).
La previsione del raccolto è ancora incerta: INC prevede una produzione di “scarica” di 760.000 t, -4% rispetto alla campagna corrente (790.000 t), ma, secondo fonti locali, le rese potrebbero aver subito l’impatto delle gelate primaverili oltre che dell’insufficiente livello di fertilizzazione (a causa degli elevati costi degli input produttivi).
In Turchia, l’inflazione a maggio è balzata al 73,5%, il livello più alto degli ultimi 23 anni con un aumento vertiginoso dei prezzi al consumo esacerbato dalla debolezza della lira, che, dopo la stabilità del primo trimestre del 2022, è tornata a indebolirsi. Da inizio maggio il tasso di cambio EUR/TRY è aumentato del 14%, +15% per il cambio USD/TRY.
Ne risultano prezzi interni storicamente elevati: ad aprile il prezzo medio nel mercato libero ha raggiunto circa 41 TL/kg, +68% rispetto ad aprile 2021.
Aumenti riflessi anche nel prezzo annunciato dal TMO per la terza finestra di vendita (fino al 24 giugno) di 18.000 t di nocciole precedentemente stoccate (17.000 t di Levant, 1.000 t di Giresun); il prezzo di 44 TL/kg risulta, infatti, superiore a quelli annunciati durante il primo e il secondo round di vendite, rispettivamente di 39 TRY/kg e 41 TRY/kg.
Di contro, i prezzi all’esportazione, in $, si mantengono relativamente bassi ed hanno stimolato la domanda estera.
Come mostrano i dati della borsa di Giresun, infatti, le esportazioni a livello cumulato (agosto-maggio), nonostante un rallentamento a maggio, risultano ancora superiori del 24% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna, al livello più alto dopo la campagna 19/20 (campagna di “carica” in Turchia con produzione record).
Ancora poca chiarezza sull’entità del prossimo raccolto 2022/23.
L'International Nut and Dried Fruit Council (INC), prevede una produzione di “scarica” di 760.000 t, in calo del 4% rispetto alla campagna corrente (790.000 t), ma nettamente superiore rispetto alla media delle ultime quattro campagne di “scarica” (554.000 t).
Anche gli utilizzi sono previsti calare del 5%, complice soprattutto il ritorno del prodotto italiano sul mercato; questo porterà a un maggior livello di approvvigionamento, con il rapporto stock/utilizzi al 16,11%, in aumento rispetto al 13,46% della campagna in corso.
Tuttavia, secondo fonti locali, le temperature particolarmente rigide quest’anno e l’insufficiente livello di fertilizzazione delle piantagioni (a causa degli elevati costi degli input produttivi) potrebbero impattare negativamente rese e produzione.
Scenario più chiaro per l’Italia, dove, dopo un buon periodo di fioritura, INC prevede una produzione di “carica” 2022/23 di 140.000 t, in aumento del 180% rispetto alla deludente campagna corrente (50.000 t).
Sulle aspettative di una maggiore offerta italiana, anche i prezzi della nocciola I.G.P quotata a Cuneo hanno registrato i primi ribassi (-1,9% tra marzo e aprile). Più marcati i cali sul prodotto avellinese, più legato al mercato turco, da gennaio -17% (prodotto in guscio primitiva).
BREAKING NEWS 27 MAGGIO:
Turkstat ha pubblicato il “Crop Production 1st Estimation, 2022” con le prime previsioni sulle produzioni turche 2022/23.
Nocciole: 705,000 t, +3% rispetto al 2021/22.
I prezzi del prodotto turco all’export, dopo gli aumenti di inizio marzo, si sono mantenuti stabili a livelli inferiori rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: ad aprile 2022, il prezzo medio è stato inferiore dell’8% rispetto ad aprile 2021.
A pesare sui prezzi, oltre la debolezza della lira turca, anche un rallentamento congiunturale della domanda: l’industria, infatti, sufficientemente coperta attende informazioni più chiare sul prossimo raccolto.
Nonostante questo rallentamento, le esportazioni di prodotto turco da inizio campagna ad aprile, incentivate da un tasso di cambio favorevole oltre che dal maggior fabbisogno europeo, hanno registrato un aumento del 28% rispetto allo stesso periodo del 2020/21. Secondo operatori locali, i volumi totali per la campagna potrebbero attestarsi intorno alle 340.000 t, in linea alla stagione record 2019/20.
Il TMO, che ad aprile aveva aperto una seconda finestra di vendita (vedi precedente highlight), ha esaurito i volumi della varietà Giresun, la cui domanda, anche nel mercato interno, è stata elevata a causa della “festa del sacrificio” (a inizio maggio). Meno richiesta la varietà Levant per la quale il TMO ha messo in vendita altri volumi a inizio maggio.
Sul prossimo raccolto turco 2022/23, ancora da stimare l’entità dei danni delle gelate di marzo-aprile.
Secondo la Camera dell'agricoltura turca, le aree d'alta quota intorno a Ordu e Unye potrebbero aver subito danni significativi. Tuttavia, altri operatori ipotizzano che i danni, limitati a poche aree, avranno un impatto modesto sulla produzione complessiva di nocciole.
Tale incertezza si riflette anche nelle prime aspettative produttive condivise da alcune fonti locali. L’Unione degli esportatori turchi prevede un raccolto di 790.000 t, in linea con la stima Nutfruit per la campagna corrente e sopra le aspettative per un anno di “scarica”; altre fonti, invece, prevedono una produzione tra le 650.000 e le 680.000 t, in calo del 17-13% rispetto alla stima Nutfruit per la campagna corrente, ma comunque superiore rispetto all’ultimo anno di “scarica” 2020/21 (640.000 t).
La prima previsione Turkstat sarà pubblicata nel report “Crop Production 1st Estimation, 2022” atteso per il 27 maggio 2022.
Anche in Italia ci sono state delle gelate in alcune aree produttive, ma per ora non si segnalano danni rilevanti e lo sviluppo del raccolto 2022/23 si conferma promettente.
Sulle aspettative di una maggiore offerta italiana, anche i prezzi della nocciola I.G.P quotata a Cuneo hanno registrato i primi ribassi (-1,9% tra marzo e aprile). Più marcati i cali sul prodotto avellinese, da gennaio -17% (prodotto in guscio primitiva).
TURCHIA
Il TMO ha ufficialmente aperto una seconda finestra di vendita per 20.000 t di nocciole precedentemente stoccate, al prezzo di 41 TRY/kg sia per le Levant che per le Giresun.
Il prezzo risulta superiore non solo ai prezzi di acquisto -rispettivamente di 26.5 TRY/kg e 27 TRY/kg-, ma anche ai prezzi annunciati a febbraio durante il primo round di vendite -39 TRY/kg-. Gli aumenti seguono la crescente inflazione nel paese, +61,14% a marzo.
Con prezzi all’export che, data la debolezza della lira turca, si mantengono relativamente bassi, la domanda di prodotto turco si mantiene elevata. I dati della borsa di Giresun mostrano infatti come, a marzo, gli export turchi siano stati superiori del 4% rispetto a marzo 2021. A livello cumulato, da inizio campagna, l’export segna un +33% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna e il livello più alto dopo la campagna 19/20 (campagna di “carica” in Turchia con produzione record).
L’attenzione degli operatori è tutta sulla prossima campagna 22/23; secondo l’Unione degli esportatori turchi, la produzione è prevista raggiungere circa 790.000 t, in linea con la stima Nutfruit per la campagna corrente (recentemente confermata) e sopra le aspettative per un anno di “scarica”.
Tuttavia, la previsione si basa sul conteggio dei fiori e presuppone condizioni meteo ideali da qui a inizio raccolto, ma il periodo a rischio gelate (marzo-aprile) non è ancora terminato. Le camere di Agricoltura hanno già segnalato danni rilevanti in diversi distretti, in particolare a quote superiori ai 250-300 metri sul livello del mare nelle province di Unye e Ordu.
ITALIA
Nutfruit ha confermato la deludente campagna di “scarica” 2021/22 a 50.000 t, in calo del 69% rispetto al record 20/21. Tuttavia lo sviluppo del raccolto 22/23 sembra promettente; restano da valutare siccità e gelate.
Come previsto, la domanda sostenuta e l’incertezza sull’evoluzione del prossimo raccolto hanno trasmesso i primi rialzi alle quotazioni del prodotto turco: +7% da metà marzo.
Sul prodotto nazionale, se la ridotta offerta 21/22 mantiene ancora in tensione il prezzo della nocciola Cuneo IGP (+3% tra febbraio e marzo), le aspettative positive sul prossimo raccolto 22/23 iniziano già a trasmettere ribassi al prodotto avellinese (in guscio primitiva, -13.3% tra gennaio e febbraio).
In Turchia, l’inflazione a febbraio è balzata al 54,4%, il livello più alto da 20 anni con un aumento vertiginoso dei prezzi al consumo esacerbato dalla debolezza della lira, che, dopo la stabilità dei primi due mesi del 2022, è tornata a deprezzarsi. Da fine febbraio il tasso di cambio EUR/TRY è aumentato del 3%, +6% per il cambio USD/TRY.
Ne risultano prezzi interni storicamente elevati: a gennaio il prezzo medio nel mercato libero ha raggiunto circa 35 TL/kg, +45% rispetto a gennaio 2021.
Aumenti riflessi anche nei prezzi annunciati dal TMO (per la finestra di vendita che aveva aperto a fine febbraio) superiori di circa il 45% rispetto a quelli di acquisto (vedi precedente highlight). Prezzi poco competitivi rispetto a quelli del mercato libero, che, secondo alcune fonti, avrebbero suscitato poco interesse negli acquirenti locali ad approvvigionarsi tramite il TMO.
Di contro, i prezzi all’esportazione, in $, da gennaio, hanno registrato un calo del 12% continuando a incentivare l’offerta: i dati della borsa di Giresun mostrano infatti come, a febbraio, gli export turchi siano stati superiori del 12% rispetto a febbraio 2021, registrando il dato storico più alto per il mese. A livello cumulato, +38% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna e il livello più alto dopo la campagna 19/20 (campagna di “carica” in Turchia con produzione record).
Domanda di prodotto turco favorita anche dal fabbisogno di import dell’UE dopo la deludente campagna di “scarica” 2021/22 in Italia (-69% rispetto al 2020/21 secondo i dati Nutfruit, la produzione più bassa almeno dalla campagna 2009/10).
Per il raccolto turco 22/23 durante il periodo di fioritura non si segnalano eventi meteo sfavorevoli, tuttavia, gli elevati costi produttivi, fertilizzanti (anche di difficile reperimento) e energia in primis, esacerbati dal conflitto Russia Ucraina, potrebbero andare a peggiorare l’output dell’attesa annata di “scarica”.
Costi e disponibilità dei fattori produttivi che potrebbero ridimensionare anche l’atteso ritorno della produzione italiana, dove tuttavia il periodo di fioritura è iniziato in condizioni favorevoli.
Marzo-aprile sarà un periodo fondamentale per gli sviluppi colturali in entrambi i paesi.
Il TMO turco ha ufficialmente annunciato una finestra di vendita (fino al 21 febbraio) delle nocciole precedentemente stoccate
L’aumento riflette la galoppante inflazione che sta caratterizzando il paese; secondo gli ultimi dati Turkstat, nel mese di gennaio 2022, l’inflazione è salita al 48,69%, il dato più alto degli ultimi 20 anni.
Da segnalare anche lo stato di salute della domanda:
I dati della borsa di Giresun mostrano come, a gennaio, gli export turchi siano stati superiori del 23% rispetto a gennaio 2021, registrando il dato storico più alto per il mese (Germania, Italia, Francia e UK le principali destinazioni). A livello cumulato, +43% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna e il livello più alto dopo la campagna 19/20 (campagna di “carica” in Turchia con produzione record).
I prezzi turchi all’export, in $, rispetto ai prezzi interni, beneficiano della debolezza della lira turca e, nell’ultimo mese, hanno registrato ribassi nell’ordine del 10% (raggiungendo i livelli del 2018), trasmettendo i primi lievi cali anche alle quotazioni italiane (-1% Cuneo).
In Italia, la deludente produzione 21/22 (rispetto al 20/21, -69% secondo Nutfruit, -40% secondo Istat) ha portato ad un aumento notevole delle importazioni, non solo dalla Turchia ma anche dalla Georgia (seppur in quantità inferiori per questioni qualitative). Il ministero dell’agricoltura georgiano ha segnalato come, da inizio campagna a fine gennaio, del totale esportato, circa il 41% sia stato destinato all’Italia.
Per il raccolto 22/23, in Turchia, il meteo non sta destando preoccupazioni, ma è ancora presto per valutare il periodo di fioritura e gli elevati costi produttivi (fertilizzanti e energia) potrebbero andare a peggiorare l’output dell’attesa annata di scarica.
Costi produttivi che potrebbero ridimensionare anche il ritorno della produzione italiana, dove tuttavia il periodo di fioritura sembra essere iniziato in condizioni favorevoli.
Nelle prime settimane di gennaio, dopo la grande volatilità di fine 2021 (vedi precedente highlight), la lira turca è risultata più stabile, con variazioni contenute tra 13 e 13,5 contro il dollaro e tra 15 e 15,5 contro l’euro.
Tuttavia, la valuta turca rimane estremamente debole con un’inflazione nel paese su base annua che, secondo i dati ufficiali dell’Istituto di statistica turco (Turkstat), nel mese di dicembre 2021, è salita al 36,08%, rispetto al 21,31% del mese di novembre, segnando il valore più alto da settembre 2002.
Gli aumenti dei prezzi delle nocciole in valuta locale, si scontrano con costi produttivi alle stelle, guidati dalla crisi energetica e logistica.
A titolo d’esempio il costo dei fertilizzanti è aumentato del 150% da un anno all’altro, mettendo in grossa difficoltà gli agricoltori. Secondo il presidente della borsa di Giresun, in queste condizioni i corilicoltori non sono in grado di effettuare le concimazioni né di eseguire i normali trattamenti fitosanitari.
Intanto la domanda di prodotto turco continua ad essere sostenuta, incentivata sia dai bassi prezzi all’esportazione (per effetto valutario), che dal maggior fabbisogno di importazione in UE, che non può contare sul raccolto italiano (particolarmente deludente in questa campagna) e georgiano (bassa qualità).
Come ulteriore incentivo all’export turco si segnala anche l’abolizione dei controlli rinforzati sulla presenza di aflatossine nelle nocciole turche in importazione da parte dell’UE.
I dati della borsa di Giresun mostrano infatti come, a dicembre, gli export turchi siano stati superiori del 73% rispetto a dicembre 2020; 43.686 t, il dato storico più alto per il mese.
A livello cumulato, +49% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna.
In Turchia regna incertezza sulla politica economica e monetaria. I ribassi in serie dei tassi di interesse (nonostante l’inflazione galoppante), la scorsa settimana hanno portato a un nuovo crollo della lira turca, sempre più ai minimi rispetto a euro e dollaro (sfondata quota 20 contro l’euro e quota 18 contro il dollaro). La lira ha poi recuperato terreno quando Erdogan ha annunciato una serie di misure eccezionali per tutelare i depositi in valuta locale nel tentativo di fermare la corsa sempre più frenetica dei risparmiatori locali verso dollaro, euro e oro. Martedì 21 dicembre, in apertura di contrattazioni, la moneta si è spinta addirittura brevemente fino a quota 11 contro il dollaro e 12,7 contro l’euro per poi assestarsi rispettivamente intorno a 13 sul dollaro e a 14,5 sull’euro.
Nonostante il rimbalzo, la valuta rimane debole con un’inflazione di oltre il 20% e prezzi interni che continuano ad aumentare.
Dall’apertura della campagna di acquisto del TMO, il prezzo nel mercato libero, da circa 23-24 TL/kg è aumentato a 29-30 TL/kg. Tuttavia gli aumenti non compenserebbero i crescenti costi produttivi, a titolo d’esempio il costo dei fertilizzanti è aumentato del 150% da un anno all’altro, mettendo in grossa difficoltà gli agricoltori. Secondo il presidente della borsa di Giresun, in queste condizioni i corilicoltori non sono in grado di effettuare le concimazioni né di eseguire i normali trattamenti fitosanitari.
L’effetto valutario mantiene tuttavia bassi i prezzi all’export e incentivano l’offerta: i dati della borsa di Giresun mostrano infatti come, a novembre, gli export turchi siano stati superiori del 18% rispetto allo scorso mese e del 100% rispetto a novembre 2020. A livello cumulato, +41% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna.
La domanda di prodotto turco è inoltre alimentata dall’aumento del fabbisogno di importazione in UE, complice il drastico calo produttivo in Italia e i prezzi più competitivi rispetto al prodotto nazionale.
Istat, a novembre, ha rivisto a ribasso la produzione italiana di circa 26.000 t rispetto alla previsione di giugno, che risulta ora in calo del 40% rispetto alla scorsa campagna. Nonostante la revisione, il dato risulta ancora superiore rispetto all’ultima previsione Nutfruit di circa 50.000 t, -69% rispetto alla campagna 20/21.
L’offerta ridotta, come previsto, trasmette rialzi ai prezzi nazionali: il punto resa I.G.P quotato a Cuneo, da inizio campagna, è aumentato del 12%, avvicinandosi ai massimi di inizio 2020.
La debolezza della lira turca mantiene calmierati i prezzi all’esportazione; tuttavia diversi sono i fattori rialzisti che animano il mercato e che stanno già trasmettendo rialzi alle quotazioni interne:
ITALIA:
Prezzi che registrano ancora aumenti in risposta alla bassa offerta.
BREAKING NEWS 25 OTTOBRE: Turkstat ha pubblicato l’aggiornamento della previsione sulla produzione turca 21/22, 684.000 t, +2,9% rispetto al 20/21, ma -2,3% rispetto alle aspettative precedenti. Il dato risulta ben inferiore rispetto alle previsioni Nutfruit (790.000 t).
Intanto la svalutazione della lira turca mantiene stabili i prezzi all’export, ma si registrano rialzi sui prezzi interni anche per l’intensa attività del TMO.
La lira turca ha toccato nuovi minimi storici dopo che il presidente del Paese, Tayyip Erdogan, ha rimosso tre membri del comitato che si occupa della politica monetaria della banca centrale. L’indebolimento della lira turca incentiva l’offerta e rappresenta quindi un fattore ribassista per i prezzi all’esportazione.
A settembre la domanda ha segnato un leggero rallentamento rispetto allo scorso anno. I dati della borsa di Giresun mostrano export turchi, che seppure superiori rispetto ad agosto, risultano del 9% inferiori rispetto a settembre 2020. A pesare sono anche i rallentamenti sul trasporto causati dalla pandemia.
La domanda globale per la prossima campagna è tuttavia prevista in aumento, e ad un livello record di 1,2 Mio t.
In attesa dei dati di Turkstat sulla produzione 21/22 (in uscita il 25 ottobre), INC conferma una previsione di 790.000 t: +23% rispetto alla campagna di “scarica” 20/21, ma inferiore al record del 2019 (820.000 t).
Il TMO prosegue con la campagna d’acquisto e, secondo alcuni operatori, avrebbe già vincolato 45.000 t di prodotto.
La domanda di prodotto turco sarà favorita dall’aumento del fabbisogno di importazione in UE, complice il drastico calo produttivo in Italia. Secondo le nuove previsioni INC il raccolto è di 50.000 t, -69% rispetto alla campagna 20/21.
Mercato nazionale che registra ancora importanti rialzi; +53% su Avellino da luglio 2020. Recentemente è stato anche annunciato il primo prezzo per la nocciola piemontese IGP tra 3,6-4 €/ Kg; circa +26% rispetto al prezzo medio della scorsa campagna (3 €/ Kg).
Con l’inizio della campagna di acquisto del TMO e l’incertezza sull’entità del raccolto 21/22 (vedi precedente highlight) i prezzi del prodotto turco mantengono un trend rialzista. Come da previsione, +12% da fine luglio.
Anche la domanda è in aumento, i dati della borsa di Giresun mostrano infatti come gli export turchi, ad agosto, siano stati superiori del 39% rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
Da segnalare come le piogge di fine agosto potrebbero rallentare la fase di essiccazione delle nocciole, fornendo ulteriore supporto ai prezzi.
In esportazione pesa anche la fase di rafforzamento della lira turca, il cambio €/TRY da inizio giugno è calato di circa il 6%.
La domanda di prodotto turco è alimentata dall’aumento del fabbisogno di importazione in UE, complice il drastico calo produttivo in Italia. Secondo le previsioni Nutfruit il raccolto raggiungerà le 70.000 t, -56% rispetto alla campagna 20/21. Meno pessimistico lo scenario 21/22 fornito da ISTAT che prevede comunque un calo del 21%.
Mercato nazionale che registra importanti rialzi; +42% su Avellino da luglio. Recentemente è stato anche annunciato il primo prezzo per la nocciola piemontese IGP tra 3,6-4 €/ Kg; circa +26% rispetto al prezzo medio della scorsa campagna (3 €/ Kg).
Il mercato si conferma in una fase rialzista.
Il TMO ha annunciato i nuovi prezzi di acquisto delle nocciole in Turchia:
I prezzi sono risultati leggermente inferiori rispetto alle aspettative di alcuni produttori, ma ai produttori sono state assegnate anche 2 TYR/Kg come contributo diesel e fertilizzanti.
La quantità del raccolto in corso si conferma incerta e la domanda continua a mostrare segni di recupero.
Anche se a livello cumulato l’export è indietro rispetto alla scorsa campagna, a luglio gli export turchi hanno registrato un aumento del 6% rispetto a luglio 2020.
Ulteriore fattore rialzista sono le previsioni di una annata di carica 21/22 deludente. Secondo Nutfruit, il raccolto raggiungerà le 790.000 t, +23% rispetto alla campagna di scarica corrente (640.000 t) ma inferiore rispetto all’ultima annata di carica (820.000 t).
Il dato risulta superiore rispetto alle anticipazioni di maggio di Turkstat di 700.000 t e alle previsioni del Ministero dell’agricoltura, secondo cui il raccolto raggiungerà solo 650.000 t.
Più chiara la situazione in Italia dove si prevede un raccolto estremamente deludente; secondo le previsioni Nutfruit 70.000 t, -56% rispetto alla campagna corrente. Il dato risulta in linea con le aspettative dei produttori locali, che prevedono produzioni minime almeno dell’ultimo decennio. Meno pessimistico 21/22 fornito da ISTAT che prevede un calo produttivo del 21%.L’attesa riduzione dell’offerta continua a trasmettere rialzi ai prezzi nazionali.
I prezzi del prodotto turco, dopo la debolezza degli ultimi mesi, come da previsione, hanno registrato i primi rialzi (+2%) complice l’incertezza sul raccolto e la ripartenza della domanda.
I dati della borsa di Giresun infatti mostrano come gli export turchi, anche se a livello cumulato ancora inferiori rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna, inizino a registrare segnali di ripresa.
A giugno gli export hanno registrato un aumento del 4% rispetto a maggio (+32% rispetto a giugno 2020).
Ulteriore fattore rialzista sono le previsioni di una annata di carica 21/22 deludente. Secondo Nutfruit, il raccolto raggiungerà le 790.000 t, +23% rispetto alla campagna di scarica corrente (640.000 t) ma inferiore rispetto all’ultima annata di carica (820.000 t).
Il dato risulta superiore rispetto alle anticipazioni di maggio di Turkstat di 700.000 t e alle previsioni del Ministero dell’agricoltura, secondo cui il raccolto raggiungerà solo 650.000 t.
Nei prossimi giorni il TMO annuncerà il prezzo di acquisto e le aspettative sono di un aumento a 25-26TRY/kg (21-22,50TRY/Kg il prezzo nella campagna corrente).
Più chiara la situazione in Italia dove si prevede un raccolto estremamente deludente; secondo le previsioni Nutfruit 70.000 t, -56% rispetto alla campagna corrente. Il dato risulta in linea con le aspettative dei produttori locali, che prevedono produzioni minime almeno dell’ultimo decennio. Meno pessimistico 21/22 fornito da ISTAT che prevede un calo produttivo del 21%.
L’attesa riduzione dell’offerta continua a trasmettere rialzi ai prezzi nazionali, tra maggio e giugno:
L'Istituto Italiano di Statistica (Istat) ha pubblicato la prima previsione di produzione italiana di nocciole per la campagna 2021/22 prevedendo un calo produttivo del 21% rispetto alla scorsa campagna.
Il dato risulta superiore rispetto alle previsioni Nutfruit, -56%, e alle aspettative dei produttori, che prevedono produzioni minime almeno dell’ultimo decennio.
Le citate aspettative di un calo dell’offerta nazionale continuano a trasmettere rialzi ai prezzi interni: tra maggio e giugno, il punto resa I.G.P. quotato a Cuneo è ulteriormente aumentato di circa il 4%.
I prezzi del prodotto turco risultano invece ancora stabili, complice la debolezza della lira turca e una domanda che fatica a riprendere come mostrato dagli ultimi dati della borsa di Giresun.
Da segnalare però che in Turchia si attende l’annuncio del TMO di un aumento del prezzo di acquisto e si prevede una campagna di carica deludente. Raccolto 21/22, che secondo le anticipazioni Nutfruit, raggiungerà le 790.000 t, +23% rispetto alla campagna corrente (640.000 t) ma nettamente inferiore rispetto all’ultima annata di carica (820.000 t).
Da monitorare anche i possibili danni sulle rese provocati dall’oidio, malattia causata da un fungo responsabile di significative perdite di raccolto.
L'International Nut and Dried Fruit Council (INC), in occasione della “INC 3D Online Conference” ha pubblicato le prime previsioni dei fondamentali per la prossima campagna 2021/22.
TURCHIA: Prevista una produzione di “carica” di 790.000 t, +23% rispetto alla campagna corrente (640.000 t), ma inferiore rispetto all’ultima annata di carica (820.000 t).
Il dato risulta superiore rispetto alle anticipazioni di Turkstat che prevede un anno di “carica” sotto la media a 700.000 t (+5,3% rispetto alla produzione 20/21 stimata da Turkstat a 665.000 t).
ITALIA: Raccolto di “scarica” previsto a 70.000 t, -56% rispetto al record produttivo della campagna corrente (160.000 t).
USA: Prevista una produzione a 54.500 t, in calo del 4% rispetto alla campagna corrente. Il calo farebbe perdere agli Stati Uniti il terzo posto di produttore mondiale a favore della Georgia.
Buone le aspettative 21/22 in Georgia (55.000 t), Chile (53.000 t) e Azerbaijan (50.000 t); in aumento rispettivamente del 10%, 15% e 25% rispetto alla campagna corrente.
A livello mondo Nutfruit prevede una produzione record a 1,18 Mio t, +9% rispetto alla campagna corrente. Tuttavia, la previsione di un record anche lato consumi, previsti a 1,19 Mio t (+13% rispetto alla campagna corrente), porterà a un deficit mondiale di circa 12.300 t ed a un calo del rapporto stock finali / utilizzi.
La domanda ancora debole e la debolezza della lira turca mantengono i prezzi del prodotto turco in una congiuntura ribassista.
I dati della borsa di Giresun, infatti, mostrano come gli export turchi, a maggio siano stati inferiori dell’11% rispetto allo scorso mese. A livello cumulato, l’export è di 231.590 t, -21% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna.
Da segnalare però che in Turchia c’è aspettativa sull’annuncio di un aumento del prezzo di acquisto del TMO che rappresenta un fattore rialzista.
In aumento i prezzi del prodotto italiano, tra aprile e maggio:
BREAKING NEWS:
Turkstat ha pubblicato il “Crop Production 1st Estimation, 2021” con le prime previsioni sulle produzioni Turche 2021/22.
Nocciole: 700.000 t, +5% rispetto al 20/21 ed esattamente in linea con le anticipazioni Areté di inizio marzo.
Segnaliamo anche l’aumento di prezzo Cuneo Punto resa I.G.P del 7,4%.
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I prezzi del prodotto turco da metà aprile stanno attraversando una congiuntura ribassista (-12%) complice la svalutazione della lira turca (vedi highlight precedente) e il rallentamento degli export.
I dati della borsa di Giresun mostrano, infatti, come gli export turchi, ad aprile siano stati inferiori del 7% rispetto ad aprile 2020 e del 4% rispetto allo scorso mese. A livello cumulato, l’export è di 209.717 t, -24% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna.
Export turchi che risentono dei grandi volumi fatti e stoccati dall’industria nella campagna record 19/20 e delle alte produzioni 20/21 in Italia. Ad Aprile i rallentamenti sono anche riconducibili al Ramadam.
Ancora nessuna previsione ufficiale sul raccolto turco 2021 sul quale ancora non è ben chiara l’entità dei danni delle gelate di febbraio-marzo.
Secondo alcuni trasformatori, il gelo ha colpito in una fase molto precoce pertanto le perdite potrebbero essere inferiori rispetto a quanto inizialmente stimato dagli operatori locali.
Le prossime settimane le stime dei danni saranno più precise ma difficilmente la produzione di carica 2021 turca raggiungerà il record di 800.000 t che alcune associazioni di esportatori prevedevano a inizio anno.
Si segnala che il 29 aprile il governo turco ha annunciato il lockdown a causa dell’aumento dei casi di Covid-19. Le attività agricole sono garantite, tuttavia se i casi dovessero aumentare o se la domanda di prodotto turco dovesse diventare più sostenuta, potrebbero sorgere problemi lato produzione e logistica.
A luglio è previsto l’annuncio del prezzo di acquisto del TMO, che sarà fondamentale per definire i livelli di offerta sul mercato libero.
Le gelate hanno caratterizzato anche il centro nord Italia danneggiando gravemente diversi frutteti e ortaggi; soprattutto nelle zone produttive del Piemonte e del Lazio. Problematiche anche al sud, dove le eccessive piogge potrebbero negativamente impattare sulla produzione.
Italia dove, dopo la produzione record 2020, le aspettative sono di un’annata di scarica (75.000 t nello scenario Areté rispetto alle 160.000 t del 2020).
In attesa delle prime previsioni ufficiali sul raccolto turco permangono le preoccupazioni sui danni delle diverse gelate che hanno caratterizzato le principali aree produttive da fine febbraio. Il presidente del comitato di coordinamento delle Camere dell’Agricoltura di Ordu stima perdite di circa il 25% nella regione di Ordu (da dove proviene circa il 30% della produzione turca) e indica perdite anche nella regione di Giresun.
Le prossime settimane le stime dei danni saranno più precise; ma difficilmente la produzione di carica 2021 turca raggiungerà un record.
Gelate che hanno caratterizzato anche il centro nord Italia danneggiando gravemente diversi frutteti e ortaggi; da valutare l’impatto sulle nocciole soprattutto nelle zone produttive del Piemonte e del Lazio. Italia dove, dopo la produzione record 2020, le aspettative sono di un’annata di scarica.
L’effetto rialzista sui prezzi all’export turchi delle citate preoccupazioni è mitigato dalla debolezza della lira turca, soprattutto dopo il licenziamento del capo della banca centrale (vedi highlight precedente), e dal leggero rallentamento degli export turchi a marzo, dopo tre mesi consecutivi di aumenti.
I dati della borsa di Giresun mostrano come gli export a marzo siano stati inferiori del 14% rispetto a marzo 2020 e del 4% rispetto allo scorso mese. A livello cumulato, l’export è di 185.143 t, -26% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna.
Il rallentamento è in parte riconducibile alla stagionalità della domanda, ma anche alle problematiche logistiche che animano il trade.
BREAKING NEWS 22 MARZO: La lira turca ha perso circa il 14% del suo valore dopo che sabato il presidente Recep Tayyip Erdoğan ha licenziato il capo della banca centrale turca, Naci Ağbal. Il tasso di cambio USD/TRY ha toccato dei picchi a 8.4 rispetto a valori inferiori a 7.2 della scorsa settimana. Indebolimento anche rispetto all’euro con il tasso EUR/TRY tornato ai livelli di fine 2020.
L’indebolimento della lira turca rappresenta un fattore fortemente ribassista per i prezzi all’esportazione turchi.
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A fine febbraio, diverse gelate hanno caratterizzato importanti aree produttive in Turchia, dove la fioritura risultava in anticipo rispetto alla media per l’inverno asciutto e caldo.
È ancora presto per valutare l’entità dei danni, ma diversi operatori parlano di perdite produttive superiori al 50% nella regione di Ordu (dove si produce circa il 30% delle nocciole turche) e nelle zone alte della regione di Giresun.
L’impatto sul futuro raccolto di carica 2021, sarà più chiaro nelle prossime settimane e quando usciranno le prime aspettative del governo turco.
Intanto i dati della borsa di Giresun confermano la ripartenza della domanda: gli export, nonostante a livello cumulato siano ancora inferiori rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna, a febbraio, hanno registrato il terzo mese consecutivo di aumenti (+2% rispetto a gennaio 21, +10% rispetto a febbraio 20).
L’effetto dei citati fattori rialzasti sui prezzi turchi all’export è in parte compensato dalla nuova fase di deprezzamento della lira turca (da fine febbraio il tasso di cambio EUR/TRY è aumentato di circa il 6% tornando vicino ai livelli di inizio anno). A livello medio, da febbraio i prezzi all’ export hanno registrato un aumento di circa il 5%.
INC Nutfruit ha pubblicato gli aggiornamenti dei fondamentali fino alla campagna corrente 20/21 confermando una produzione turca di scarica sopra le aspettative e una produzione italiana record.
I dati della borsa di Giresun mostrano come gli export turchi, a livello cumulato ancora inferiori rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna, continuino a mostrare segni di ripresa.
A gennaio gli export hanno infatti registrato un aumento del 3% rispetto a dicembre, segnando il secondo mese consecutivo di aumenti.
Oltre alla ripresa della domanda, altri fattori rialzisti stanno caratterizzando il mercato:
A marzo NUTFRUIT pubblicherà un aggiornamento dei fondamentali di mercato.
Gli export turchi, dopo la debolezza degli scorsi mesi (vedi highlight precedente), iniziano a registrare i primi segnali di ripresa, anche se si mantengono inferiori rispetto alla scorsa campagna.
I dati della borsa di Giresun mostrano come gli export abbiano registrato, a dicembre, un aumento dell’11% rispetto a novembre.
Tuttavia, a livello cumulato, da inizio campagna l’export ha totalizzato 106.703 t, -37% rispetto allo stesso periodo della campagna 2019/20.
Oltre alla ripresa della domanda, tra i fattori rialzisti segnaliamo:
I prezzi del prodotto turco, dopo la debolezza degli ultimi mesi, hanno reagito mostrando i primi rialzi.
Ancora deboli i prezzi del prodotto italiano, con una produzione 2020 a livelli record; Cuneo quota l’IGP circa il 42% in meno rispetto al prezzo medio della scorsa campagna.
La domanda estera di nocciole turche continua a mostrarsi debole, secondo i dati della borsa di Giresun gli export di novembre hanno registrato un totale di 22.798 t, -44% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e -9% rispetto ad ottobre. A livello cumulato, da inizio campagna, l'export è di 81.419 t, -42% rispetto allo stesso periodo della campagna 2019/20.
Il rallentamento è riconducibile alle nuove misure di contenimento dell'emergenza Covid-19 nei principali paesi importatori e alla produzione Italiana record che ha ridotto il fabbisogno all’import del paese.
Il TMO non sta acquistando; il prezzo annunciato è attualmente inferiore al prezzo di mercato (vedi precedente highlight).
NEWS 16 Dicembre: Dopo averne annunciato la sospensione a fine 2020 il TMO turco ha annunciato che il programma di acquisto di nocciole sarà prorogato fino al 30 Aprile 2021.
I prezzi del prodotto turco, si mantengono stabili ai valori di inizio novembre. Cali significativi sul prodotto italiano rispetto alla scorsa campagna: Cuneo quota l’IGP circa il 42% in meno rispetto al prezzo medio della scorsa campagna.
I prezzi di acquisto annunciati dal TMO turco ad agosto, sono risultati poco competitivi rispetto ai prezzi del libero mercato. TMO che ha dichiarato l’intenzione di terminare la campagna di acquisto del 2020 entro il 31 dicembre.
Il TMO aveva annunciato un prezzo di 22.5 TRY/kg per le Giresun superiore rispetto al prezzo 2019/20 (17 TRY/Kg). Il prezzo nel mercato libero è attualmente di circa 25 TYR/Kg.
La previsione risulta superiore del 7% rispetto al dato pubblicato da Nutfruit nel Magazine di luglio (620.000 t) e superiore del 20% rispetto alle 550.000 t previste da USDA nel report annuale relativo alla produzione di frutta secca in Turchia.
Permane quindi una grande incertezza su quella che sarà l’offerta turca. USDA sostiene irraggiungibili le rese previste nei dati ufficiali turchi, soprattutto per il persistere del problema cimice asiatica e per il meteo sfavorevole che ha caratterizzato le prime fasi della raccolta.
L’11 novembre Nutfruit ha aggiornato il dato di produzione turca a 640.000 t, confermando il dato precedentemente previsto da Areté.
Si segnala però la debolezza della domanda, complici anche le nuove misure di contenimento dell’emergenza Covid-19 nei principali paesi importatori e le buone produzioni italiane:
I prezzi del prodotto turco, con l'arrivo del raccolto, il rallentamento della domanda, il mancato intervento del TMO e il deprezzamento della lira turca, continuano a registrare fenomeni di volatilità ribassista. Cali più evidenti si registrano sul prodotto italiano con un’abbondanza decisamente superiore rispetto alla scorsa campagna. Cuneo quota l’IGP circa il 40% in meno rispetto al prezzo medio della scorsa campagna.
La previsione risulta superiore del 7% rispetto al dato pubblicato da Nutfruit nel Magazine di luglio (620.000 t) e superiore del 20% rispetto alle 550.000 t previste da USDA nel report annuale relativo alla produzione di frutta secca in Turchia.
Permane quindi una grande incertezza su quella che sarà l’offerta turca. USDA sostiene irraggiungibili le rese previste nei dati ufficiali turchi, soprattutto per il persistere del problema cimice asiatica e per il meteo sfavorevole che ha caratterizzato le prime fasi della raccolta.
Gli export di settembre in Turchia hanno raggiunto un totale di 33.471 t, il 27% in meno rispetto a settembre dell'anno scorso, ma comunque il secondo valore più alto dalla campagna 2012/13.
Il TMO, in una conferenza a luglio, ha annunciato il prezzo della nocciola per il 2020 (vedi highlight 3 agosto), ma ancora non c'è comunicazione ufficiale sulla quantità di prodotto che ritirerà dal mercato.
Buone le produzioni in Italia; ISTAT prevede una produzione di 136.278 t, +38% rispetto alla campagna 2019/20. Il dato risulta in linea con la stima pubblicata da INC nel Nutfruit Magazine di luglio (135.000 t).
I prezzi del prodotto turco, da giugno hanno registrato fenomeni di volatilità ribassista. Cali più evidenti sul prodotto italiano con un’abbondanza decisamente superiore rispetto alla scorsa campagna. Cuneo quota l’IGP circa il 40% in meno rispetto al prezzo medio della scorsa campagna.
In Turchia, la raccolta 2020/21 è in corso nei principali stati produttori; i primi dati confermano un’aspettativa di produzione in calo rispetto alla scorsa campagna, ma ben superiore rispetto alla media degli anni di scarica (539.000 t).
In particolare, la previsione di Giresun Commodity Exchange è di 665.000 t, inferiore del 14% rispetto alla campagna 2019/20, ma superiore del 19% rispetto alla campagna 2018/19 (l'ultimo anno di scarica).
Il dato è superiore alle aspettative di 620.000 t pubblicate da Nutfruit a luglio.
Bene in Italia dove ISTAT prevede una produzione di 136.278 t, +38% rispetto alla campagna 2019/20. Il dato risulta in linea con la stima pubblicata da INC nel Nutfruit Magazine di luglio (135.000 t).
I prezzi hanno reagito con cali al miglioramento delle aspettative sul raccolto turco e ai buoni dati sul raccolto italiano. I ribassi hanno caratterizzato soprattutto il prodotto nazionale; ad agosto, è stato annunciato il primo prezzo per la nocciola piemontese IGP a 6,80 €/ p.resa; -40% rispetto al prezzo medio della scorsa campagna (11,40 €/ p.resa).
L'Istituto Italiano di Statistica (Istat) ha pubblicato la previsione di produzione italiana di nocciole per la campagna 2020/21.
In particolare, con 80.488 ettari produttivi, la produzione totale è prevista a 136.278 t, +38% rispetto alla campagna 2019/20. Il dato risulta in linea con la stima pubblicata da INC nel Nutfruit Magazine di luglio (135.000 t).
Cruciali saranno le prossime settimane di raccolta in quasi tutte le regioni più produttive, ma le aspettative si confermano positive sia in termini di qualità sia in termini di quantità.
In Turchia, la raccolta è cominciata nei principali stati produttori, ma c'è ancora incertezza riguardo la produzione per la campagna 2020/21. Si segnalano forti precipitazioni a Ordu con qualche perdita attesa sul raccolto. Da monitorare anche l'evoluzione dell'emergenza Covid e l'impatto che potrebbe avere sulla domanda.
La raccolta è cominciata anche in Georgia e in alcune zone dell'Azerbaijan, dove per entrambi i paesi l'aspettativa è di una produzione intorno alle 50.000 t.
INC Nutfruit ha pubblicato un aggiornamento dei fondamentali, con le prime stime ufficiali sulla campagna 2020/21.
Campagna 2020/21:
TURCHIA: produzione prevista a 620.000 t, un calo del 21,5% rispetto alla scorsa campagna, ma superiore rispetto alla media degli anni di scarica (539.000 t).
Il dato è leggermente superiore rispetto alla previsione Areté (600.000 t), ma inferiore rispetto alle aspettative di alcuni operatori. Buona la qualità attesa del raccolto (in partenza ad agosto).
Gli utilizzi sono previsti calare del 15%, complice soprattutto il ritorno sul mercato del prodotto italiano. Il livello di abbondanza del mercato è previsto al 6,15%, il più basso dalla campagna 14/15.
ITALIA: produzione prevista a un livello record di 135.000 t, con la deludente raccolta 2019 che ha creato condizioni favorevoli per il nuovo raccolto. Il dato è superiore rispetto alle 120.000 t previste da Areté che considera i danni da grandine di inizio anno e la presenza sul territorio della cimice asiatica.
USA: bene gli Stati Uniti dove in Oregon le attese sono per un raccolto record che riporterebbe gli USA ad essere il terzo paese produttore a scapito dell’Azerbaijan.
A livello mondiale, il calo produttivo turco e una domanda che si mantiene in salute portano al livello di stock più basso dalla campagna 14/15.
Aumenta l'incertezza riguardo le previsioni sul raccolto turco 2020/21:
A maggio TURKSTAT ha riferito che la produzione di nocciole nel 2020 diminuirà del 22,7% rispetto alla scorsa campagna, passando da 776.046 to a 600.000 ton. Si tratterebbe quindi di un anno di scarica, ma con produzioni superiori alle aspettative.
Il dato è in linea con le prime anticipazione a 620.000 ton di Nut and Dried Fruit Council (INC), proiettate durante la teleconferenza del 10 giugno e che saranno eventualmente confermate con il report di luglio.
Il ministero dell’agricoltura turco ha però smentito il dato TURKSTAT; il direttore della sede di Trebisonda, Hakan Göregen, e altri nove dirigenti dell'istituto sono stati licenziati per aver divulgato stime produttive senza averne la titolarità.
Analisti locali, prevedono una produzione di 550.000 ton, sottolineando il clima sfavorevole durante il periodo di fioritura e il problema cimice asiatica. Areté conferma una previsione a 589.000 ton.
Con il recente rallentamento dell’export turco, la messa in vendita di prodotto precedentemente stoccato da parte del TMO e il dato TURKSTAT sulle produzioni i prezzi del prodotto turco, dopo aver raggiunto i valori più alti dal 2016, sono calati tornando ai livelli di metà campagna.
In Italia, nonostante le gelate di aprile e il problema cimice asiatica, le aspettative sono di una ripresa produttiva rispetto alla deludente scorsa campagna, ma sulla quantità c’è grande incertezza. INC ha anticipato una produzione a 135.000 ton, 126.000 ton secondo Areté (75.000 ton la scorsa campagna).
L’Istituto Statistico Turco (TURKSTAT) ha annunciato le prime previsioni sul raccolto di nocciole 2020. In particolare TURKSTAT ha riferito che la produzione di nocciole nel 2020 diminuirà del 22,7% rispetto alla campagna precedente, passando da 776.046 tonnellate a 600.000 tonnellate. Il dato è in linea con le anticipazioni Areté che avevano precedentemente previsto un calo produttivo turco del 25%. A pesare la produzione ciclica biennale “off” e i danni da gelate e da cimice asiatica.
La domanda estera di nocciole turche ha subito un rallentamento a maggio. I dati della borsa di Giresun mostrano infatti come gli export siano diminuiti del 22% tra aprile e maggio, quando gli effetti del lockdown in seguito al diffondersi del Covid-19 sono diventati visibili nell’economia. Infatti, misure preventive erano state adottate in Turchia all'inizio della seconda metà di marzo, in linea con le restrizioni globali per impedire la diffusione del virus, bloccando un certo numero di attività. Questo periodo di restrizioni si è concluso il 1 ° giugno quando molte delle misure sono state revocate.
Nonostante questo recente calo, le esportazioni di prodotto turco nella campagna 2019/2020 a fine maggio hanno raggiunto un valore di 294.300 tonnellate, in aumento del 26% rispetto all’anno precedente (la scorsa campagna, nello stesso periodo, si registrava un totale di 232.808 tonnellate).
L’aumento delle esportazioni turche nella campagna 2019/20 è riconducibile al forte calo della produzione, e conseguentemente del fabbisogno di prodotto non nazionale in Italia (confermato dai dati ISTAT che riportano un aumento di import e una riduzione degli export di frutta secca in Italia nei primi mesi del 2020) e in Georgia, e all'aumento della domanda da parte della Cina come conseguenza della guerra commerciale con gli Stati Uniti.
I prezzi turchi, nonostante qualche ridimensionamento, si mantengono però ai valori più alti dal 2016. Prezzi Italiani ancora in tensione.
Il TMO ha immesso sul mercato 31.000 tonnellate a marzo, 20.000 ad aprile e altre 25.000 a maggio.
La domanda estera di nocciole turche, ripartita nel mese di marzo dopo un rallentamento a febbraio, ha subito un aumento anche ad aprile. I dati della borsa di Giresun mostrano infatti come gli export, tra marzo e aprile, siano aumentati del 23%.
Secondo alcuni analisti locali, gli export nella campagna 2019/2020 andranno a superare le 300.000 tonnellate. Questo risulta plausibile, dato che a fine aprile si registrava un valore delle esportazioni intorno alle 277.000 tonnellate (la scorsa campagna, nello stesso periodo, se ne registrava un totale di 210.922 tonnellate).
L’aumento delle esportazioni turche è riconducibile al forte calo della produzione, e conseguentemente del fabbisogno di prodotto non nazionale in Italia (confermato dai dati ISTAT che riportano un aumento di import e una riduzione degli export di frutta secca in Italia nei primi mesi del 2020) e in Georgia, e all'aumento della domanda da parte della Cina come conseguenza della guerra commerciale con gli Stati Uniti.
A incidere sulle esportazioni è anche il recente aumento dell’offerta di prodotto turco, conseguenza della decisione del TMO di immettere sul mercato parte del raccolto precedentemente stoccato. Il TMO ha infatti immesso 31.000 tonnellate a marzo, 20.000 ad aprile e ne immetterà altre 20.000 entro fine maggio.
Diversamente dalle aspettative, ad oggi non si segnalano particolari variazioni della domanda per gli effetti del Covid-19. Infatti, l’aumento dei consumi “in-home” è stato compensato dal calo della domanda da parte del settore HO.RE.CA.
I prezzi turchi, dopo qualche ridimensionamento, hanno registrato rialzi e hanno raggiunto i valori più alti dal 2016. Prezzi Italiani ancora in tensione.
I fondamentali di medio e lungo periodo sono infatti rialzisti. Il mercato è in deficit per la seconda campagna consecutiva, con produzioni turche deludenti rispetto alle aspettative iniziali e produzioni italiane quasi dimezzate.
Si segnalano anche preoccupazioni sui futuri raccolti turchi e italiani 2020, minacciati dalle recenti gelate, che hanno causato danni da freddo nelle aree di Giresun e nell’Italia centrale.
Anche la cimice asiatica continua a minacciare il raccolto 2020 di Italia e Turchia (dove gli operatori stimano che il 30% della produzione possa essere compromesso).
In Turchia è prevista una campagna 2020/21 di scarica con un ulteriore calo del livello di approvvigionamento del mercato. Alcuni operatori locali prevedono una produzione turca per la campagna 2020/21 compresa tra 600.000 e 650.000 tonnellate, in linea con la precedente previsione Areté di 589.000 tonnellate.
La domanda estera di nocciole turche, che aveva subito un rallentamento nel mese di febbraio, è tornata ad aumentare. I dati della borsa di Giresun mostrano infatti come gli export, tra febbraio e marzo, siano aumentati del 39%.
Secondo alcuni analisti locali, gli export nella campagna 2019/2020 andranno a superare le 300,000 tonnellate. Questo risulta plausibile, dato che a fine marzo si registrava un valore delle esportazioni intorno alle 250,000 tonnellate (la scorsa campagna, nello stesso periodo, se ne registrava un totale di 189,000 tonnellate).
L’aumento delle esportazioni turche è riconducibile al forte calo della produzione Italiana, ma anche al recente aumento dell’offerta di prodotto turco, conseguenza della decisione del TMO di immettere sul mercato parte del raccolto precedentemente stoccato. Il TMO ha infatti immesso 31,000 tonnellate a marzo, e altre 20,000 ad aprile.
Diversamente dalle aspettative, ad oggi non si segnalano particolari variazioni della domanda per gli effetti del Covid-19. Infatti, l’aumento dei consumi “in-home” è stato compensato dal calo della domanda da parte del settore HO.RE.CA.
I prezzi turchi, dopo qualche ridimensionamento, hanno registrato rialzi e hanno raggiunto i valori più alti dal 2016. Prezzi Italiani ancora in tensione.
I fondamentali di medio e lungo periodo sono infatti rialzisti. Il mercato è in deficit per la seconda campagna consecutiva, con produzioni turche deludenti rispetto alle aspettative inziali e produzioni italiane quasi dimezzate.
Si segnalano anche preoccupazioni sui futuri raccolti turchi e italiani 2020, minacciati dalle recenti gelate, che hanno causato danni da freddo nelle aree di Giresun e nell’Italia centrale. Anche la cimice asiatica continua a minacciare il raccolto 2020 di Italia e Turchia (dove gli operatori stimano che il 30% della produzione possa essere compromesso).
La domanda estera di nocciole turche, a livelli sostenuti per i primi cinque mesi della campagna (+36% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna), continua nella sua fase di rallentamento. I dati della borsa di Giresund mostrano infatti come gli export, tra gennaio e febbraio, siano risultati in calo del 12,5%.
Il rallentamento è in parte riconducibile alla stagionalità della domanda, ma si segnalano anche problematiche all’export dovute a rallentamenti logistici nei porti dei paesi che hanno attuato il lockdown per prevenire il diffondersi del Covid-19 e un prezzo internazionale della mandorla ancora molto competitivo (effetto sostituzione).
Anche la domanda interna, complice il rallentamento dell’economia turca, potrebbe subire dei rallentamenti.
L’offerta è invece alimentata dalle recenti vendite del TMO (vedi highlight precedente).
Il mercato attraversa quindi una congiuntura ribassista, con i prezzi del prodotto turco che, a fine febbraio, hanno registrato i primi ribassi dell’anno. I prezzi italiani, con un’offerta locale ormai azzerata, rimangono invece in tensione.
I fondamentali di medio e lungo periodo sono tuttavia rialzisti. Il mercato è infatti in deficit per la seconda campagna consecutiva, con produzioni turche deludenti rispetto alle aspettative inziali e produzioni italiane quasi dimezzate. Inoltre il diffondersi del Covid-19, nel medio termine, potrebbe impattare positivamente sui consumi di frutta secca “in-home”.
Si segnalano anche preoccupazioni per le recenti gelate che stanno caratterizzando Turchia (dove la neve è caduta su diversi noccioleti) e Italia (in Irpinia c’è grande preoccupazione per un brusco calo delle temperature) e che potrebbero avere un impatto negativo sui prossimi raccolti.
La domanda estera di nocciole turche, a livelli sostenuti per i primi cinque mesi della campagna (+36% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna), sta andando incontro a un rallentamento. I dati della borsa di Giresund mostrano infatti come gli export, tra dicembre e gennaio, siano risultati in calo dell’1,6%.
Il rallentamento è in parte riconducibile alla stagionalità della domanda, ma si segnalano inoltre la debolezza della domanda asiatica (coronavirus) e un prezzo internazionale della mandorla molto competitivo (effetto sostituzione).
Anche la domanda interna, complice il rallentamento dell’economia turca, potrebbe subire dei rallentamenti.
L’offerta è stata invece alimentata dalla decisione del TMO di mettere in vendita 20.000 tonnellate di prodotto precedentemente stoccato. I prezzi non sono particolarmente competitivi rispetto a quelli del mercato libero, ma l’immissione di prodotto sul mercato rappresenta un fattore ribassista.
Il mercato è quindi entrato in una congiuntura ribassista, con i prezzi del prodotto turco che, a fine febbraio, hanno registrato i primi ribassi dell’anno. I prezzi italiani, con un’offerta locale ormai azzerata, rimangono invece in tensione.
I fondamentali di medio e lungo periodo sono tuttavia rialzisti. Il mercato è infatti in deficit per la seconda campagna consecutiva, con produzioni turche deludenti rispetto alle aspettative inziali e produzioni italiane quasi dimezzate (vedi highlight precedenti).
La domanda mondiale di nocciole è entrata nel periodo di rallentamento stagionale. Secondo le statistiche pubblicate dalla Camera di Commercio di Giresun, nel mese di gennaio le esportazioni di nocciola dalla Turchia sono state dell’1,6% inferiori rispetto a quelle di dicembre, e solo del 9% superiori rispetto a gennaio 2019. Il calo è notevole se confrontato con l’aumento del 42% dei primi quattro mesi della campagna (2019/20 rispetto a 2018/19).
Il TMO sta inoltre valutando il miglior momento per entrare sul mercato e vendere la grande quantità di stock in suo possesso.
I prezzi delle nocciole turche sono ora ai livelli più alti dal 2017. Al rallentamento stagionale della domanda si aggiunge un calo nella domanda cinese (effetto Coronavirus) che rappresenta un ulteriore fattore ribassista nel breve termine.
Pertanto, visto il sommarsi di questi fattori ribassisti, nel breve periodo ci si attende un lieve calo dei prezzi.
In Italia, complice l’offerta limitata, i prezzi sono aumentati in modo significativo fin dai primi mesi della campagna e sono a livelli ampiamente superiori rispetto al 2018/19. Permangono le paure sugli effetti della cimice asiatica anche per la prossima campagna. Non è ancora stata presa una decisione sull’applicazione di misure di controllo contro questa specie invasiva.
Il mercato ha assimilato la notizia di un raccolto 2019/20 inferiore alle aspettative in Turchia. I primi mesi della campagna sono stati caratterizzati da una domanda in tensione; secondo la Camera di Commercio di Giresun, tra settembre e dicembre 2019 le esportazioni dalla Turchia sono aumentate del 42% rispetto allo stesso periodo del 2018. Il trend di esportazioni verso la Cina è in crescita: negli ultimi cinque anni sono più che raddoppiate in termini monetari. Tuttavia, l’Europa rimane il primo mercato per le nocciole turche. Il raccolto ai minimi storici in Italia è una delle cause principali per l’aumento degli export turchi in questa campagna 2019/20.
Pertanto, i prezzi del prodotto turco sono aumentati significativamente, raggiungendo la finestra di previsione per i mesi residui.
In Italia l’offerta limitata ha fatto aumentare i prezzi in modo significativo fin dai primi mesi della campagna e si trovano adesso a livelli superiori a quelli del 2018/19.
Il mercato sta assimilando l’informazione di un raccolto inferiore alle aspettative in Turchia.
Nel periodo settembre-dicembre 2019 le esportazioni dalla Turchia sono aumentate di oltre il 40% rispetto allo stesso periodo del 2018. In aumento le importazioni di nocciole da parte dell’Italia durante tutto il 2019. La domanda è elevata e il calo produttivo in Italia ha spostato la domanda europea sull’offerta Turca.
Il TMO non ha ancora pubblicato i volumi ufficiali acquistati, ma secondo le statistiche della Camera di Commercio di Trabzone ha acquistato 60.700 t tra agosto e ottobre 2019, e ha smesso di acquistare in novembre.
Come previsto, il trend rialzista sui prezzi turchi continua. Le esportazioni record durante i primi mesi della campagna, le notizie riguardanti una produzione inferiore alle aspettative e un dollaro relativamente forte rappresentano i principali fattori rialzisti.
In Italia l’offerta limitata ha fatto aumentare i prezzi in modo significativo fin dai primi mesi della campagna e si trovano adesso a livelli superiori a quelli del 2018/19.
L’importante calo produttivo di nocciole in Italia ha spinto la Germania a richiedere l’autorizzazione all’importazione di nocciole in esenzione di dazio da Paesi terzi (attualmente al 3%) con l’obiettivo di compensare la domanda europea con il prodotto di Turchia e Azerbaijan. Il Comitato doganale della Commissione Europea ha respinto la richiesta e ha stabilito che non verrà autorizzato nessun contingente di importazione di nocciole a dazio zero.
Nel periodo settembre-dicembre 2019 le esportazioni dalla Turchia sono aumentate di oltre il 40% rispetto allo stesso periodo del 2018. In aumento le importazioni di nocciole da parte dell’Italia durante tutto il 2019.
I prezzi si confermano superiori a quello della scorsa campagna, soprattutto in Italia dove rimangono storicamente inferiori solo a quelli della campagna 2014/15.
Si conferma un anno “on” per la Turchia, Nutfruit stima una produzione turca del 37% superiore rispetto a quella della campagna deludente 2018/19. Confermato il calo produttivo in Italia dove il raccolto ha avuto due settimane di ritardo ed è risultato inferiore rispetto alle aspettative iniziali.
Dopo un ottobre caratterizzato da esportazioni record dalla Turchia e domanda in tensione, durante il mese di novembre la domanda ha rallentato e i prezzi turchi hanno risentito di lievi contrazioni. Rallenta anche l’aumento dei prezzi italiani che si confermano a livelli medi elevati, storicamente inferiori solo a quelli della campagna 2014/15.
Nutfruit ha aggiornato le stime per la campagna 2019/20 aumentando il dato di produzione della Turchia a 790.000 t (rispetto ai 770.000 t previsti a luglio),+37% rispetto alla campagna deludente 2018/19.
Confermato il calo produttivo in Italia dove il raccolto ha avuto due settimane di ritardo ed è risultato inferiore rispetto alle aspettative iniziali. Alcuni operatori parlano di produzioni dimezzate nella zona di Avellino e di importanti cali in Piemonte.
Condizioni climatiche sfavorevoli hanno colpito anche la Georgia: le nocciole del raccolto 2019/20 risultano essere in media di dimensioni inferiori rispetto a quelle della scorsa campagna, anche se di buona qualità.
Dopo un ottobre caratterizzato da esportazioni record dalla Turchia e domanda in tensione, durante il mese di novembre i prezzi turchi hanno risentito di lievi contrazioni. Prezzi in aumento invece sulle piazze italiane (Avellino e Cuneo) che riflettono le difficoltà del raccolto 2019/20 in Campania e in Piemonte.
Nutfruit ha aggiornato le stime per la campagna 2019/20 aumentando il dato di produzione della Turchia a 790.000 t (rispetto ai 770.000 t previsti a luglio), +37% rispetto alla campagna deludente 2018/19.
Confermato il calo produttivo in Italia dove il raccolto ha avuto due settimane di ritardo ed è risultato inferiore rispetto alle aspettative iniziali. Alcuni operatori parlano di produzioni dimezzate nella zona di Avellino e di importanti cali in Piemonte. Nutfruit stima produzioni pari a 75.000 t, un record negativo, inferiore del 30% rispetto alla media dei cinque anni precedenti.
Durante il mese di ottobre, con carenza di prodotto italiano e domanda cinese a livelli record (complice la guerra commerciale con gli USA), le esportazioni di nocciola dalla Turchia hanno raggiunto livelli record. La domanda in tensione, unita alle politiche di acquisto del TMO turco, hanno fatto registrare tensioni rialziste sui prezzi, confermate dalla previsione di un deficit a livello globale.
La raccolta turca è terminata. TurkStat (istituto di statistica turco) stima una produzione a 776.000 t, superiore rispetto al dato di 770.000 t previsto da Nutfruit e soprattuto rispetto alle aspettative di molti operatori preoccupati per i danni arrecati al raccolto dalle cimici. Si tratterebbe di un aumento produttivo del 35% rispetto alla campagna deludente 2018/2019.
Continuano le preoccupazioni sulla produzione italiana attesa in calo rispetto alla scorsa campagna da 120.000 t a 100.000 t. Alcuni operatori parlano di produzioni dimezzate nella zona di Avellino e di importanti cali in Piemonte.
Il prezzo del prodotto turco, dopo aver registrato tensioni rialziste in risposta al clima di incertezza sui nuovi raccolti, sta ora andando incontro a una fase di ridimensionamento. Il TMO sta acquistando a prezzi leggermente superiori rispetto a quelli della scorsa campagna. I prezzi Italiani registrano tensioni rialziste.
La raccolta turca sta progredendo, ma potrebbe essere inferiore rispetto al dato di 770.000 t previsto da Nutfruit. Il TMO ha infatti rivisto le sue stime a 700.000 t. Una parte del raccolto sembra essere stata danneggiata dalle cimici e alcuni gusci risultano essere vuoti. Si tratterebbe comunque di un aumento produttivo rispetto alla campagna deludente 2018/2019.
Si conferma invece una produzione italiana attesa in calo rispetto alla scorsa campagna da 120.000 t a 100.000 t con la raccolta che è iniziata con diversi giorni di ritardo. Alcuni operatori parlano di produzioni dimezzate nella zona di Avellino.
Il prezzo del prodotto turco, dopo aver registrato tensioni rialziste in risposta al clima di incertezza sui nuovi raccolti, sta ora andando incontro a una fase di ridimensionamento. Il TMO sta acquistando a prezzi leggermente superiori rispetto a quelli della scorsa campagna.