Archivio - Latte e Derivati

Picchi produttivi primaverili e rallentamento congiunturale della domanda

Mercoledì, 27 Marzo 2024

Come previsto, in UE, l’inizio della fase dei picchi produttivi primaverili di latte, in un contesto di calo stagionale della domanda, trasmette ribassi ai prezzi delle principali trasformazioni del latte.

Sulla piazza di riferimento tedesca di Kempten, da fine febbraio, il prezzo del burro ha registrato un -5,7%; i prezzi della polvere di latte scremato e intero sono invece calati rispettivamente del 6,2% e dell’1,2%.

La maggior disponibilità di latte è testimoniata anche dagli andamenti delle quotazioni del latte spot. Il prezzo latte spot tedesco quotato a Milano, da metà gennaio, ha registrato un -6,4%; -9,6% il nazionale.

I dati degli operatori di mercato mostrano come, a metà marzo, le consegna settimanali di latte in Germania (primo produttore UE) abbiano superato per la prima volta i valori dello stesso periodo del 2023, mantenendosi a livelli ben più elevati rispetto alla deludente stagione 2022.

La maggior disponibilità di latte è soprattutto riconducibile ad un contesto climatico e macroeconomico più favorevole rispetto alle ultime stagioni. Non si segnalano infatti eventi meteo particolarmente impattanti sugli sviluppi dei pascoli e sulla disponibilità di mangimi, e, i costi dei principali input produttivi hanno attraversato, per diversi mesi, un marcato trend deflattivo. A titolo di esempio, rispetto a marzo 2023 i prezzi del gas naturale in UE sono calati di circa il 40%, -31% e -21% rispettivamente il mais e la soia.

Lato domanda, il mercato interno registra una minor attività di scambi dopo il periodo di preparazione alla pasqua, mentre le esportazioni sono rallentate da una domanda dei paesi arabi e africani (importatori chiave di polvere di latte) rallentata dal periodo di Ramadan.

Ad oggi il mercato attraversa quindi una fase di riequilibrio che favorirebbe un parziale consolidamento dei trend deflattivi. Tuttavia gli elementi di rischio sono molteplici, il mercato, dopo gli shock degli ultimi anni, ha livelli di scorte ancora bassi e risulta particolarmente soggetto a volatilità e a cambi repentini di scenario. I prezzi, si mantengono infatti su livelli ancora ben superiori rispetto al pre-2020.

La Commissione Europea, nell’ultimo “medium-term outlook”, mostra infatti come il trend di crescita della produzione latte in UE, negli ultimi quattro anni, abbia rallentato in maniera importante con addirittura un calo produttivo nel 2021. La produzione è infatti ostacolata dal calo del numero dei capi, sempre meno compensato dall’aumento delle rese. A pesare sono soprattutto le politiche di riduzione delle emissioni, a cui si sommano gli shock esogeni che impattano gli input produttivi e i sempre più probabili shock meteo.

Volatilità in attesa dei picchi produttivi primaverili UE

Mercoledì, 28 Febbraio 2024

In UE, in attesa dei picchi produttivi primaverili di latte, i mercati delle principali trasformazioni registrano volatilità rialzista riconducibile soprattutto al limitato livello di offerta. Sulla piazza di riferimento di Kempten, da inizio febbraio, +14% il burro, +2,4% l’SMP e +0,4% il WMP.

La domanda mostra un certo grado di rigidità e nel 2023 si è confermata in ripresa rispetto al 2022. L’export UE è aumentato del 13% per l’SMP, dell’11% per il WMP, del 15% per il burro e del 3% per i formaggi.

L’avvicinarsi della stagionalità produttiva sta invece trasmettendo i primi ribassi ai prezzi del latte spot. Da fine gennaio, sulla piazza di Milano, -4% l’intero estero, -11% lo scremato estero e -9% l’intero italiano. Il premio del latte italiano sul tedesco si è azzerato, per la prima volta da maggio 2022.

La flessione dei prezzi del latte, in parte, è anche riconducibile alla fase deflattiva dei principali input produttivi. A titolo di esempio, a febbraio 2024 rispetto a febbraio 2023, mais -32%, soia -18% e gas naturale -51%. Tuttavia, i costi si mantengono su livelli ancora superiori rispetto al pre-2020 (circa +20% soia e mais e +150% gas).

La Commissione Europea, nell’ultimo “medium-term outlook”, prevede una produzione latte UE nel 2024 a 155,1 Mio t, in crescita dello 0,5% rispetto al 2023, un tasso ancora ben inferiore rispetto al tasso di crescita medio 2010-2020 dell’1,2%. Il numero dei capi è previsto calare dello 0,7%, le rese sono invece previste aumentare dell’1,3%, rispetto ad un tasso di crescita medio annuale tra il 2010 e il 2020 di oltre il 2%.

La ancora limitata disponibilità di latte lascia poco margine per aumentare le trasformazioni e, in un contesto di domanda rigida, i mercati faticano a ricostruire scorte e a riequilibrarsi dopo gli shock degli scorsi anni. I rapporti stock utilizzi UE 2024 per SMP e burro sono previsti in linea o leggermente inferiori rispetto ai livelli del 2024.

Stagionalità della domanda e aspettative sull’offerta primaverile: prezzi in leggera flessione

Giovedì, 01 Febbraio 2024

La produzione di latte in Europa rimane ostacolata dal calo del numero dei capi, sempre meno compensato dall’aumento delle rese. A pesare, oltre alle politiche di riduzione delle emissioni, sono anche gli ancora elevati costi degli input produttivi (energia e mangimi in primis) e un meteo sfavorevole per lo sviluppo dei pascoli.

La Commissione Europea, nell’ultimo “medium-term outlook”, prevede una produzione latte UE nel 2024 a 152,6 Mio t, in crescita solo dello 0,5% rispetto al 2023, un tasso ancora ben inferiore rispetto al tasso di crescita medio 2010-2020 dell’1,4%. Il numero dei capi è previsto calare dello 0,7%, le rese sono invece previste aumentare dell’1,3%, rispetto ad un tasso di crescita medio annuale tra il 2010 e il 2020 di oltre il 2%. 

La bassa disponibilità di latte lascia poco margine per aumentare le trasformazioni e, in un contesto di ripartenza della domanda, i mercati faticano a ricostruire scorte e a riequilibrarsi dopo gli shock degli scorsi anni. I rapporti stock utilizzi UE 2024 per SMP e burro sono previsti in linea o leggermente inferiori rispetto ai livelli del 2024.

Le dinamiche della domanda rimangono il primo driver dei prezzi del comparto. La domanda dell’industria, dopo la deflazione che ha caratterizzato i mercati nella seconda metà del 2022, è in ripresa, così come gli acquisti dei Paesi asiatici e dei Paesi medio orientali.

Nei primi dieci mesi del 2023, rispetto allo stesso periodo del 2022, l’export UE è aumentato del 16% per l’SMP, dell’11% per il WMP, del 14% per il burro e del 3% per i formaggi.

La produzione mostra dei rallentamenti anche in Nuova Zelanda, -0,7% giu-nov 23 vs giu-nov 22, alimentando le aspettative di una maggior domanda verso il prodotto UE. La produzione fatica a tenere i tassi di crescita medi anche negli USA.

I prezzi dei trasformati, pur mantenendosi su livelli elevati e ben superiori rispetto al periodo “pre-crisi” (pre 2020), scontano il calo stagionale dei consumi e l’avvicinarsi dei picchi produttivi primaverili di latte.

Tra dicembre 2023 e gennaio 2024: burro -0,3%, SMP -4,7%, WMP -0,5%.

I prezzi del latte intero spot, sulla piazza di Milano, hanno registrato un -5,8% per l’estero e un -8,8% per il nazionale, quest’ultimo a premio rispetto al tedesco di 2,25 €/100Kg.

Latte: la Commissione conferma un trend di crescita produttivo sottotono

Mercoledì, 03 Gennaio 2024

La produzione di latte in Europa rimane ostacolata dal calo del numero dei capi, sempre meno compensato dall’aumento delle rese. A pesare, oltre alle politiche di riduzione delle emissioni, sono anche gli ancora elevati costi degli input produttivi (energia e mangimi in primis) e un meteo sfavorevole per lo sviluppo dei pascoli.

La Commissione Europea, nell’ultimo “medium-term outlook”, prevede una produzione latte UE nel 2024 a 152,6 Mio t, in crescita solo dello 0,5% rispetto al 2023, un tasso ancora ben inferiore rispetto al tasso di crescita medio 2010-2020 dell’1,4%. Il numero dei capi è previsto calare dello 0,7%, le rese sono invece previste aumentare dell’1,3%, rispetto ad un tasso di crescita medio annuale tra il 2010 e il 2020 di oltre il 2%. Il dipartimento dell’agricoltura USA (USDA) prevede addirittura un calo produttivo UE dello 0,1% rispetto al 2023.

La bassa disponibilità di latte, in un periodo distante dai picchi produttivi primaverili, lascia poco margine per aumentare le trasformazioni e, in un contesto di ripartenza della domanda, i mercati faticano a ricostruire scorte e a riequilibrarsi dopo gli shock degli scorsi anni. I rapporti stock utilizzi UE 2024 per SMP e burro sono previsti in linea o inferiori rispetto ai livelli del 2024.

Le dinamiche della domanda rimangono il primo driver dei prezzi del comparto. La domanda dell’industria, dopo la deflazione che ha caratterizzato i mercati nella seconda metà del 2022, è in ripresa, così come gli acquisti dei Paesi asiatici e dei Paesi medio orientali.

Nei primi nove mesi del 2023, rispetto allo stesso periodo del 2022, l’export UE è aumentato del 19% per l’SMP, del 13% per il WMP, dell’11% per il burro e del 2% per i formaggi.

La produzione mostra dei rallentamenti anche in Nuova Zelanda, -0,7% giu-ott 23 vs giu-ott 22, alimentando le aspettative di una maggior domanda verso il prodotto UE. La produzione fatica a tenere i tassi di crescita medi anche negli USA.

I prezzi dei trasformati in UE, dopo gli aumenti registrati tra settembre e novembre (vedi precedente highlight), si sono mantenuti elevati anche a dicembre, con valori ancora ben superiori rispetto al periodo “pre-crisi” (pre 2020).

I prezzi del latte spot hanno invece registrato i primi cali stagionali, sulla piazza di Milano, da fine novembre a fine dicembre, -23% il latte scremato estero, -9% il latte intero tedesco e -10% il latte intero italiano, quest’ultimo a premio rispetto al tedesco di 3 €/100Kg.

UE: prezzi in aumento

Mercoledì, 29 Novembre 2023

Come previsto, i prezzi UE continuano ad essere animati da volatilità rialzista. A livello medio sulla piazza di riferimento di Kempten, tra settembre e novembre, +16% i prezzi del burro, +10% i prezzi del WMP, +20% i prezzi dell’SMP e +7% i prezzi dell’edamer.          

In aumento anche i prezzi del latte spot, sulla piazza di Milano +8% il latte scremato estero, +7% il latte intero tedesco e +7% il latte intero italiano, quest’ultimo a premio rispetto al tedesco di 3,8 €/100Kg.

La produzione di latte in Europa rimane ostacolata dal calo del numero dei capi, sempre meno compensato dall’aumento delle rese. A pesare, oltre alle politiche di riduzione delle emissioni, sono anche gli ancora elevati costi degli input produttivi (energia e mangimi in primis) e un meteo sfavorevole per lo sviluppo dei pascoli.

La Commissione Europea, nell’ultimo “short-term outlook”, prevede una produzione latte UE nel 2024 a 154,5 Mio t, in crescita solo dello 0,2% rispetto al 2023, un tasso ancora ben inferiore rispetto al tasso di crescita medio 2010-2020 dell’1,2%. Il numero dei capi è previsto calare dello 0,5%, le rese sono invece previste aumentare dello 0,8%, rispetto ad un tasso di crescita medio annuale tra il 2010 e il 2020 di oltre il 2%. Il dipartimento dell’agricoltura USA (USDA) prevede addirittura un calo produttivo UE dello 0,1% rispetto al 2023.

La bassa disponibilità di latte, in un periodo distante dai picchi produttivi primaverili, lascia poco margine per aumentare le trasformazioni e, in un contesto di ripartenza della domanda, i mercati faticano a ricostruire scorte e a riequilibrarsi dopo gli shock degli scorsi anni. I rapporti stock utilizzi UE 2024 per SMP e burro sono previsti in linea o inferiori rispetto ai livelli del 2024.

Le dinamiche della domanda rimangono il primo driver dei prezzi del comparto. La domanda dell’industria, dopo la deflazione che ha caratterizzato i mercati nella seconda metà del 2022, è in ripresa, così come gli acquisti dei Paesi asiatici e dei Paesi medio orientali.

Nei primi otto mesi del 2023, rispetto allo stesso periodo del 2022, l’export UE è aumentato del 22% per l’SMP, del 14% per il WMP, del 10% per il burro e del 2% per i formaggi.

La produzione mostra dei rallentamenti anche in Nuova Zelanda, -1% giu-set 23 vs giu-set 22, alimentando le aspettative di una maggior domanda verso il prodotto UE. La produzione fatica a tenere i tassi di crescita medi anche negli USA, dove nell’ultimo mese, la ripartenza della domanda di burro ha portato ad un aumento del prezzo finanziario di oltre il 20%, ai massimi storici.

 

Prezzi UE in aumento tra offerta limitata e domanda in recupero

Lunedì, 30 Ottobre 2023

Come previsto, i prezzi UE continuano ad essere animati da volatilità rialzista. A livello medio sulla piazza di riferimento di Kempten, tra settembre ed ottobre, +5% i prezzi del burro, +4% i prezzi del WMP, +13% i prezzi dell’SMP e +2% i prezzi dell’edamer.

In aumento anche i prezzi del latte spot, sulla piazza di Milano +7% il latte scremato estero, +2% il latte intero tedesco e +3% il latte intero italiano, quest’ultimo a premio rispetto al tedesco di 3,75 €/100Kg.

La produzione di latte in Europa rimane ostacolata dal calo del numero dei capi, sempre meno compensato dall’aumento delle rese. A pesare, oltre alle politiche di riduzione delle emissioni, sono anche gli ancora elevati costi degli input produttivi (energia e mangimi in primis) e un meteo sfavorevole per lo sviluppo dei pascoli.

La Commissione Europea, nell’ultimo short-term outlook”, prevede una produzione latte UE nel 2024 a 154,5 Mio t, in crescita solo dello 0,2% rispetto al 2023, un tasso ancora ben inferiore rispetto al tasso di crescita medio 2010-2020 dell’1,2%. Il numero dei capi è previsto calare dello 0,5%, le rese sono invece previste aumentare dello 0,8%, rispetto ad un tasso di crescita medio annuale tra il 2010 e il 2020 di oltre il 2%. Il dipartimento dell’agricoltura USA (USDA) prevede addirittura un calo dello 0,1% rispetto al 2023.

La bassa disponibilità di latte, in un periodo distante dai picchi produttivi primaverili, lascia poco margine per aumentare le trasformazioni e, in un contesto di ripartenza della domanda, i mercati faticano a ricostruire scorte e a riequilibrarsi dopo gli shock degli scorsi anni. I rapporti stock utilizzi UE 2024 per SMP e burro sono previsti in linea o inferiori rispetto ai livelli del 2024.

Le dinamiche della domanda rimangono il primo driver dei prezzi del comparto. La domanda dell’industria, dopo la deflazione che ha caratterizzato i mercati nella seconda metà del 2022, è in ripresa, così come gli acquisti dei Paesi asiatici e dei Paesi medio orientali.

Nei primi sette mesi del 2023, rispetto allo stesso periodo del 2022, l’export UE è aumentato del 23% per l’SMP, del 15% per il WMP, dell’8% per il burro e del 2% per i formaggi. L’export UE è anche favorito dalla recente fase di svalutazione dell’euro sul dollaro e da prezzi in molti casi più competitivi rispetto alle altre aree di esportazione.

La produzione mostra dei rallentamenti anche in Nuova Zelanda, -1,8% giu-ago 23 vs giu-ago 22, alimentando le aspettative di una maggior domanda verso il prodotto USA e UE. Nella seduta del 17 ottobre l’indice GDT ha segnato un +4,3% raggiungendo i massimi da giugno. Per il 2024 USDA prevede un calo produttivo dello 0,5%. La produzione fatica a tenere i tassi di crescita medi anche negli USA, dove nell’ultimo mese, la ripartenza della domanda di burro ha portato ad un aumento del prezzo finanziario di oltre il 20%, ai massimi storici.

La ripartenza della domanda trasmette i primi rialzi alle quotazioni

Giovedì, 28 Settembre 2023

Tra agosto e settembre i prezzi UE hanno registrato i primi rimbalzi. Sulla piazza di riferimento di Kempten +9% i prezzi del burro, +1% i prezzi del WMP e +3% i prezzi dell’SMP. In aumento anche i prezzi del latte spot, sulla piazza di Milano +33% il latte scremato estero, +7% il latte intero tedesco e +2% il latte intero italiano, quest’ultimo a premio rispetto al tedesco di circa 3 €/100Kg.

La produzione di latte in Europa, è oramai distante dai picchi primaverili, e rimane ostacolata dal calo del numero dei capi, sempre meno compensato dall’aumento delle rese. La Commissione Europea conferma infatti la previsione di una contrazione produttiva di latte in UE nel 2023; -0,2% rispetto al 2022 e terzo anno consecutivo di non crescita. Nonostante tra gennaio e luglio le consegne latte stiano risultando dello 0,8% superiori rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, nelle ultime settimane si stanno infatti registrando rallentamenti in aree produttive chiave. In Germania, per esempio, l’ultima settimana di agosto la produzione è stata dello 0,1% inferiore rispetto al 2022.

La minor disponibilità di latte lascia poco margine per aumentare le trasformazioni e le dinamiche della domanda rimangono il primo driver dei prezzi del comparto. La domanda dell’industria, in vista della campagna del natale, è in ripresa, così come gli acquisti dei Paesi asiatici e dei Paesi medio orientali. Il primo semestre del 2023, rispetto al primo semestre del 2022, l’export UE è aumentato del 25% per l’SMP, del 12% per il WMP, del 9% per il burro e del 2% per i formaggi.

L’aumento delle rese non compensa la riduzione del numero dei capi: produzione latte UE in calo

Venerdì, 18 Agosto 2023

Nello “short term outlook” pubblicato a luglio, la Commissione Europea conferma la previsione di una contrazione produttiva di latte in UE nel 2023-0,2% rispetto al 2022 e terzo anno consecutivo di non crescita.

L’aumento delle rese non risulta infatti sufficiente a compensare il calo del numero dei capi. Le macellazioni sono incentivate da costi degli input produttivi che, nonostante la deflazione degli ultimi mesi su mangimi ed energia, rimangono a livelli medi elevati. Il calo delle quotazioni del latte (-27% luglio 23 vs luglio 22 il latte spot tedesco quotato a Milano) contribuisce ad incentivare le macellazioni.

L’aumento delle trasformazioni sarà così ostacolato dalla minore disponibilità di latteLa produzione UE di burro ed SMP è prevista in linea con il 2022; -5% la polvere di latte intero e +1% il formaggio (rispetto a una crescita media degli ultimi 10 anni del 2%).

Lato domandagli utilizzi (consumi+export), sono invece previsti aumentare del 7% per l’SMP e dello 0,5% per il burro, -4,8% per il WMP, ma calo meno che proporzionale rispetto alla produzioneIl livello di approvvigionamento del mercato andrebbe dunque nella direzione di una contrazione con una nuova fase di contrazione degli stock.

La congiuntura appena passata è tuttavia ancora caratterizzata dai picchi di offerta primaverile (tra gennaio e maggio le consegne di latte sono risultate dello 0,8% superiori rispetto allo stesso periodo del 2022, in aumento anche le trasformazioni di burro ed SMP) e da una domanda che ancora fatica a ripartireI consumi interni risentono dell’inflazione generale e delle politiche monetarie restrittive, l’export è invece rallentato da un’economia cinese che tarda a ripartire.

I prezzi dei trasformati si mantengono quindi in una fase di stabilità/debolezza. Tra giugno e luglio, sulla piazza di riferimento di Kempten -3,3% il prezzo del burro, -3,5% il prezzo dell’SMP, -0,3% il prezzo del WMP e +1,3% il prezzo dell’Edamer.

Con l’allontanarsi dai picchi produttivi primaverili, i prezzi del latte spot sono invece aumentati; sulla piazza di Milano +4,2% e +3,6% rispettivamente per l’intero tedesco e lo scremato estero; +2,2% il nazionale intero (a premio rispetto al tedesco di 5€/100Kg).

La ripartenza della domanda, in un contesto di offerta limitata (anche nelle altre aree di esportazione), si conferma il principale fattore di rischio rialzista sui prezzi UE. 

 

UE: Domanda congiunturalmente debole, ma l’offerta rimane limitata

Lunedì, 24 Luglio 2023

Nello “short term outlook” pubblicato a luglio, la Commissione Europea conferma la previsione di una contrazione produttiva di latte in UE nel 2023; -0,2% rispetto al 2022 e terzo anno consecutivo di non crescita.

L’aumento delle rese non risulta infatti sufficiente a compensare il calo del numero dei capi. Le macellazioni sono incentivate da costi degli input produttivi che, nonostante la deflazione degli ultimi mesi su mangimi ed energia, rimangono a livelli medi elevati. Il calo delle quotazioni del latte (-27% luglio 23 vs luglio 22 il latte spot tedesco quotato a Milano) contribuisce ad incentivare le macellazioni.

L’aumento delle trasformazioni sarà così ostacolato dalla minore disponibilità di latte. La produzione UE di burro ed SMP è prevista in linea con il 2022; -5% la polvere di latte intero e +1% il formaggio (rispetto a una crescita media degli ultimi 10 anni del 2%).

Lato domanda, gli utilizzi (consumi+export), sono invece previsti aumentare del 7% per l’SMP e dello 0,5% per il burro, -4,8% per il WMP, ma calo meno che proporzionale rispetto alla produzione. Il livello di approvvigionamento del mercato andrebbe dunque nella direzione di una contrazione con una nuova fase di contrazione degli stock.

L’attuale congiuntura è tuttavia ancora caratterizzata dai picchi di offerta primaverile (tra gennaio e maggio le consegne di latte sono risultate dello 0,8% superiori rispetto allo stesso periodo del 2022, in aumento anche le trasformazioni di burro ed SMP) e da una domanda che ancora fatica a ripartire. I consumi interni risentono dell’inflazione generale e delle politiche monetarie restrittive, l’export è invece rallentato dal rafforzamento dell’euro e da un’economia cinese che tarda a ripartire.

I prezzi dei trasformati si mantengono quindi in una fase di stabilità/debolezza. Tra giugno e luglio, sulla piazza di riferimento di Kempten -3,3% il prezzo del burro, -3,5% il prezzo dell’SMP, -0,3% il prezzo del WMP e +1,3% il prezzo dell’Edamer.

Con l’allontanarsi dai picchi produttivi primaverili, i prezzi del latte spot sono invece aumentati; sulla piazza di Milano +4,2% e +3,6% rispettivamente per l’intero tedesco e lo scremato estero; +2,2% il nazionale intero (a premio rispetto al tedesco di 5€/100Kg).

Picco produttivo primaverile deludente, rimbalzano le quotazioni del latte spot

Mercoledì, 28 Giugno 2023

I prezzi, in UE, continuano ad essere animati da volatilità rialzista. Tra maggio e giugno il prezzo del latte spot intero nazionale quotato a Milano è aumentato del 13%, +19% il tedesco, +34% lo scremato estero.

Aumenti di prezzo hanno anche caratterizzato i trasformati. Nello stesso periodo, sulla piazza di riferimento tedesca di Kempten: +2,3% il burro, +3,3% l’SMP e +1% il WMP e +2,3% l’edamer.

Il picco produttivo primaverile di latte è ormai passato con consegne latte tra gennaio e aprile solo dello 0,8% superiori rispetto allo stesso periodo del deludente 2022.

Tra i fattori rialzisti si segnala anche la ripartenza della domanda. I dati della Commissione Europea, evidenziano una crescita dell’export UE di SMP (+33%) e Burro (+11%) nei primi tre mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In particolare, spicca una domanda Cinese di SMP in aumento del 69%; +194% la domanda algerina.

La domanda è anche incentivata dalla competitività del prodotto UE su molte referenze rispetto ad altre aree di esportazione come USA e Nuova Zelanda, dove la produzione di latte è in calo rispetto alla scorsa stagione.

Da segnalare anche come, dopo una fase deflattiva, i costi degli input produttivi sono tornati ad aumentare. A titolo di esempio, a livello medio tra maggio e giugno i prezzi del gas naturale (TTF) sono aumentati del 3%; aumenti dello 0,5% sul seme di soia quotato a Bologna, +2,8% sul riferimento internazionale del CME.

Export UE di SMP verso la Cina in aumento del 52%

Lunedì, 29 Maggio 2023

Come previsto, i prezzi in UE attraversano una fase di rialzo. Da inizio maggio il prezzo del latte spot intero nazionale quotato a Milano è aumentato del 7,7%, +5% il tedesco, +18,5% lo scremato estero.

Aumenti di prezzo hanno anche caratterizzato i trasformati. Nello stesso periodo, sulla piazza di riferimento tedesca di Kempten: +1,6% il burro, +4% l’SMP e +1,7% il WMP. Stabile l’edamer.

L’imminente inversione del trend produttivo stagionale crescente e il recupero della domanda, dopo una fase di deflazione, si confermano i principali driver rialzisti.

  • Se nel periodo gennaio-febbraio 2023 le consegne di latte UE risultavano dello 0,8% superiori rispetto allo stesso periodo 2022, considerando anche marzo il gap si riduce allo 0,5%.
  • I dati della Commissione Europea, evidenziano una crescita dell’export UE di SMP (+28%) e Burro (+12%) nei primi due mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In particolare, spicca una domanda Cinese di SMP in aumento del 52%; +142% la domanda algerina.

La domanda è anche incentivata dalla competitività del prodotto UE su molte referenze rispetto ad altre aree di esportazione come USA e Nuova Zelanda, dove la produzione di latte è in calo rispetto alla scorsa stagione.

Inoltre, la congiuntura ribassista sui costi degli input produttivi, soprattutto mangimi ed energia, contribuisce alla debolezza dei prezzi di latte e derivati. A livello medio tra aprile e maggio i prezzi del gas naturale (TTF) sono calati del 23,8% e risultano inferiori del 65,5% rispetto a maggio 2022. Cali dell’8,5% sul mais quotato a Bologna; -32% rispetto a maggio 2022.

Ancora deflazione su polveri, burro e latte spot

Venerdì, 28 Aprile 2023

I prezzi in UE, dopo qualche rimbalzo a cavallo tra febbraio e marzo, riconducibile al ritorno di molti operatori sul mercato, sono rientrati, nella maggior parte dei casi, in una fase di stabilità/debolezza.

Sulla piazza di riferimento UE di Kempten, a livello medio tra marzo e aprile, -2,6% il prezzo del burro, -7,8% il prezzo dell’SMP e -2,4% il prezzo del WMP. Aumenti del 3,9% per il formaggio Edamer, che non aveva tuttavia subito i rimbalzi di febbraio. Cala anche il prezzo del latte spot tedesco, a Milano -6,5% l’intero e -17% lo scremato. Il latte spot Italiano cala invece del 7,7% con un premio di circa 6 €/100Kg sul tedesco.

Ancora rigidità sulle quotazioni dei formaggi italiani, che risentono del prezzo del latte alla stalla concordato fino a giugno a 575 €/100lt.

La domanda, in un contesto macroeconomico incerto e ancora caratterizzato da inflazione e politiche monetarie restrittivenon ha ancora innescato un chiaro trend di ripresa.

  • La domanda cinese è ancora relativamente bassa;
  • Il mese di Ramadan (23 marzo – 21 aprile) ha rallentato ulteriormente la domanda;
  • Gli operatori UE mantengono strategie di copertura corte, vista a anche la difficoltà nel pianificare le prossime ricorrenze;
  • L’export UE è ulteriormente rallentato dalla fase di rafforzamento dell’€.

Contestualmente si segnala anche un miglioramento dell’offerta nei principali paesi produttori. Le consegne di latte, tra gennaio e febbraio 23, sono risultati superiori rispetto a gennaio 22 in UE (+0,8%) e in USA (+1%). In Germania, a marzo, le consegne latte risultano del 3,3% superiori rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Inoltre, la congiuntura ribassista sui costi degli input produttivi, soprattutto mangimi ed energia, contribuisce alla debolezza dei prezzi di latte e derivati.

Ramadan e contesto macroeconomico tornano a rallentare la domanda

Giovedì, 23 Marzo 2023

I prezzi in UE, dopo qualche rimbalzo a cavallo tra febbraio e marzo, riconducibile al ritorno di molti operatori sul mercato, sono rientrati, nella maggior parte dei casi, in una fase di stabilità/debolezza.

Sulla piazza di riferimento UE di Kempten, da inizio marzo, -2,4% il prezzo del burro, -2,6% il prezzo dell’SMP e -0,8% il prezzo del WMP. Aumenti del 3% per il formaggio Edamer, che non aveva tuttavia subito i rimbalzi di febbraio. Cala anche il prezzo del latte spot tedesco, a Milano -5,6% l’intero e -13,2% lo scremato. Il latte spot Italiano cala invece del 4,1% con un premio di 8 €/100Kg sul tedesco.

Volatilità ribassista che caratterizza anche i mercati internazionali; l’ultima asta GDT ha visto infatti un calo del 2,6%: -3% il burro, -10% il cheddar, -3,5% l’SMP e -1,5% il WMP.

La domanda, in un contesto macroeconomico incerto e ancora caratterizzato da inflazione e politiche monetarie restrittive, non ha ancora innescato un chiaro trend di ripresa.

  • La domanda cinese è ancora relativamente bassa;
  • L’inizio del mese di Ramadan (23 marzo – 21 aprile) rallenta ulteriormente la domanda;
  • Gli operatori UE mantengono strategie di copertura corte, vista a anche la difficoltà nel pianificare le prossime ricorrenze;
  • L’export UE è ulteriormente rallentato dalla fase di rafforzamento dell’€.

Contestualmente si segnala anche un miglioramento dell’offerta nei principali paesi produttori. Le consegne di latte, a gennaio 23, sono risultati superiori rispetto a gennaio 22 in UE, Nuova Zelanda e USA. In Germania, a marzo, le consegne latte risultano del 3,3% superiori rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Inoltre, la congiuntura ribassista sui costi degli input produttivi, soprattutto mangimi ed energia, contribuisce alla debolezza dei prezzi di latte e derivati.

La ripartenza della domanda inverte il trend di calo dei prezzi

Venerdì, 17 Febbraio 2023

Come previsto, dopo una fase marcatamente ribassista, le quotazioni del latte e dei principali trasformati hanno interrotto (e in alcuni casi invertito) il trend.

I prezzi, tornati ai livelli del 2021, e le recenti revisioni a rialzo sulle prospettive di crescita economiche globali, hanno infatti stimolato la domanda che attraversava una fase di estrema debolezza (vedi precedente highlight). Gli operatori europei, dopo una fase attendista, sono tornati sul mercato per la pianificazione delle prossime ricorrenze, mentre la Cina, dopo restrizioni e capodanno, sta riprendendo le importazioni di polveri.

Sulla piazza di riferimento europea di Kempten, da inizio febbraio +9% il prezzo del burro e +2% il prezzo della polvere di latte scremato. Rimbalza anche il latte spot tedesco, a Milano +1% l’intero e +13% lo scremato. In aumento anche i prezzi internazionali del Global Dairy Trade, con l’ultima asta che ha segnato un +7% per il burro, un +4% per la polvere di latte intero e un +2,3% per il cheddar.

La ripartenza della domanda in un contesto di scorte particolarmente limitate ha immediatamente impattato sui prezzi, nonostante si segnala anche un contestuale aumento dell’offerta. In Germania (principale produttore UE) l’ultima settimana di gennaio le consegne di latte risultavano superiori del 4% rispetto alla stessa settimana dello scorso anno. Nell'ultima revisione di dicembre, la Commissione, prevedeva una produzione di latte UE 2023 sostanzialmente piatta per gli elevati costi produttivi e il minor numero dei capi.

Cala anche il prezzo del latte spot, la contrazione della domanda guida il mercato

Giovedì, 12 Gennaio 2023

Dopo i cali di prezzo registrati dai trasformati, anche le quotazioni del latte spot, che avevano toccato massimi storici, hanno registrato ribassi percentuali a doppia cifra.

Sulla piazza di Milano, da fine novembre, -24% e -39% per lo spot tedesco intero e scremato. Meno marcati i cali per il prodotto nazionale, -16%, con un premio sull’estero di 7€/100Kg.

Prosegue il trend di ribasso sulle principali trasformazioni, nello stesso periodo, sulla piazza di riferimento UE di Kempten, -17% il burro, -19% l’edamer, -7% la polvere di latte scremato e -12% la polvere di latte intero.

La debolezza dei prezzi è principalmente riconducibile ai seguenti fattori:

  • Contrazione della domanda estera (soprattutto cinese per le politiche di contenimento della pandemia) ed interna per gli alti livelli di inflazione, per il rallentamento dell’economia e per le conseguenti politiche monetarie restrittive delle banche centrali nelle principali economie avanzate. In uno scenario così incerto, gli operatori sono cauti nel pianificare le coperture per le prossime ricorrenze.
  • Miglioramento delle consegne latte nelle principali aree produttive UE riconducibile ad un meteo favorevole. In Germania, a fine 2022, le consegne latte settimanali sono tornate superiori rispetto ai livelli del 2021 e del 2020. L’aumento delle consegne ha dato respiro alle trasformazioni, le produzioni di SMP, nel periodo gennaio-ottobre 2022 sono tornate a livelli superiori rispetto allo stesso periodo del 2021.
  • La bassa competitività del prodotto UE rispetto alle altre origini internazionali.
  • La flessione del costo degli input produttivi. A titolo di esempio, il prezzo del mais sul mercato UE da ottobre è calato di circa il 15%; -50% i prezzi del gas naturale (TTF).

Prezzi dei trasformati in flessione, cala anche il latte spot

Mercoledì, 21 Dicembre 2022

Prosegue il trend di calo che sta caratterizzando i prezzi dei principali trasformatiSu Kempten, riferimento per il mercato UE, a livello medio, i prezzi tra novembre e dicembre sono calati del 6,3% per la polvere di latte scremato, del 9,5% per la polvere di latte intero, del 12,9% per il burro e del 9% per l’edamer.

Come previstoil trend ha iniziato a caratterizzare anche le quotazioni del latte spot, che, dopo aver toccato record storici, tra novembre e dicembre, sulla piazza di Milanosono calate del 3% per l’intero nazionale, del 6,5% per l’intero estero e del 15,5% per lo scremato estero.

In una fase di offerta latte ancora rallentata da stagionalità ed elevati costi degli input produttivi (nonostante il recente miglioramento delle consegne latte in Germania e Francia), la debolezza dei prezzi è principalmente legata dalla contrazione della domanda estera e, più recentemente, della domanda interna. Il calo della domanda è riconducibile all’inflazione galoppante, al rallentamento dell’economia e alle conseguenti politiche monetarie restrittive delle banche centrali nelle principali economie avanzate. In uno scenario così incerto, gli operatori sono cauti nel pianificare le coperture per le prossime ricorrenze.

Da segnalare come, la debolezza delle quotazioni del burro, sia anche riconducibile all’effetto sostituzione derivante dai cali che hanno caratterizzato, dal secondo semestre 2022, il comparto grassi vegetali, a partire dalle quotazioni dell’olio di palma.

Tra i fattori di rischio rialzisti, soprattutto per il mercato delle polveri, segnaliamo l’eventuale ripartenza della domanda cinese e algerina. In Algeria, l'Office National Interprofessional du Lait et de Produtis Laitiers (ONIL), ha pubblicato una nuova asta per il latte scremato in polvere e il latte intero in polvere, con consegna a gennaio, febbraio, marzo e aprile.

La contrazione della domanda trasmette ribassi alle quotazioni

Giovedì, 17 Novembre 2022

Sui mercati europei i prezzi dei trasformati e del latte stanno attraversando una fase ribassista.

A guidare i cali sono la contrazione della domanda estera e, più recentemente, della domanda interna. Il calo della domanda è riconducibile all’inflazione galoppante al rallentamento dell’economia e alle conseguenti politiche monetarie restrittive delle banche centrali nelle principali economie avanzate.

Sulla piazza di Kempten, a livello medio, tra ottobre e novembre i prezzi di SMP e WMP (trasformati per i quali il trade gioca un ruolo determinante) stanno calando rispettivamente dell’8,5% e del 14%. Fase distensiva anche per Burro, -5,3% ed Edamer, -0,5%.

Per quanto riguarda il latte spot, sulla piazza di Milano, -5% lo scremato estero e -1,1% l’intero tedesco.

Benché l’offerta si mantenga ancora limitata si segnala il recente miglioramento delle consegne latte in Germania, che, a livello settimanale, sono tornate a livelli superiori rispetto al 2021.

Nel breve periodo, fino al Q2 2023, ribassi di prezzo sono principalmente riconducibili ad elementi di contrazione della domanda. La bassa competitività del prodotto europeo contribuisce al rallentamento della domanda, anche interna.

Dal Q2 2023 il nuovo picco produttivo primaverile sarà determinante per consolidare i ribassi, anche se gli elevati costi degli input produttivi e il meteo incerto rappresentano ancora fattori di rischio rilevanti.

Commissione UE: produzione latte in calo anche nel 2023

Lunedì, 17 Ottobre 2022

 La Commissione Europea nello “Short-term Outlook” ha pubblicato le prime proiezioni sui fondamentali 2023.

Gli ancora elevati costi degli input produttivi, a partire da energia e mangimi, sono previsti continuare a frenare la produzione di latte. Assumendo condizioni meteo nella media, le rese sono previste aumentare dello 0,6% (+0,4% ne 2022 e +2% media ultimi 15anni) tasso troppo basso per far fronte al calo del numero dei capi -0,9%. La produzione di latte è così prevista in flessione dello 0,23%, terzo anno consecutivo di calo.

La limitata disponibilità di latte darà poco respiro alle trasformazioni. A fronte del rallentamento della domanda asiatica la produzione di WMP è prevista calare del 4% a favore di mercati che mantengono una domanda più solida come Burro (+0,5%), Formaggi (+0,6%) e SMP (+0,4%).

I livelli di stock si manterranno quindi bassi e continueranno a rappresentare un elemento di supporto e fonte di volatilità per le quotazioni.

Intanto le consegne latte procedono a rilento anche nelle altre aree di produzione ed esportazione. Da inizio stagione -6,1% Australia, -4,4% Nuova Zelanda e -0,3% USA. Denotando la fragilità del mercato a livello globale.

Sulla piazza di riferimento europea di Kempten, nonostante l’offerta sia limitata, elementi di contrazione della domanda estera hanno trasmettono da aprile qualche ribasso alle quotazioni di SMP (-13%) e WMP (-7%). Più stabili o in aumento i prezzi dei grassi, meno dipendenti dal mercato dell’export e che mostrano una domanda interna in salute; Burro (-2,5%) Edamer (+8,6%).

Le quotazioni della materia prima, nonostante la leggera flessione di questa settimana, mostrano ancora prezzi record; il latte spot tedesco quotato a Milano a ottobre registra un prezzo medio di 66,5 €/100Kg rispetto ad un prezzo di 45,5 €/100 Kg di ottobre 2021.

 

La crisi energetica si conferma il principale driver del mercato

Giovedì, 08 Settembre 2022

La crisi energetica si conferma il principale driver del mercato del latte. Il prezzo del gas naturale sul riferimento di Amsterdam (TTF) è aumentato del 37,5% in media tra luglio ed agosto portando a ulteriori rincari sui fattori produttivi.

L’incertezza del panorama geopolitico, unitamente a fondamentali di mercato deboli, fornisce supporto anche al comparto mangimistico. Le quotazioni del mais, nonostante la potenziale pressione dei nuovi raccolti, sul mercato europeo si mantengono elevate (ad agosto +1,2% rispetto a luglio). A pesare è anche l’indebolimento dell’euro, sotto la parità rispetto al dollaro per la prima volta negli ultimi 20 anni.

A risentirne sono così le consegne di latte con un aumento delle macellazioni e un impatto negativo sulle rese. La produzione di latte in UE è prevista calare dello 0,6% rispetto al 2021, si tratterebbe del secondo anno consecutivo di calo; fenomeno che non si verificava dal 2007. Calo produttivo che potrebbe essere ancora più marcato rispetto alle previsioni della commissione (come anticipato nello scenario Areté -0,8%).

Le minori disponibilità di latte impattano negativamente le trasformazioni che hanno anche risentito degli ulteriori costi produttivi e della carenza di forza lavoro per gli effetti della pandemia.

I dati del Milk Market Observatory di fine agosto mostrano infatti come, tra gennaio e giugno, a livello cumulato, la produzione di burro sia calata del 2,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; -3,8% la produzione di SMP e -3,2% di WMP. In calo anche la produzione di formaggio (-1%), che nel 2021 era invece aumenta a fronte di una domanda record.

Consegne latte deludenti anche nelle altre aree esportatrici: da inizio stagione a giugno la produzione di latte ha fatto registrare un -3,9% in Australia e -0,7% negli USA. In Nuova Zelanda a giugno la produzione risulta uguale a quella deludente di giugno 2021.

Da luglio i prezzi del latte sono aumentati ulteriormente verso nuovi record. Il latte spot tedesco quotato a Milano è aumentato di oltre il 3% raggiungendo i 65 €/100Kg; +60% rispetto ai prezzi di 12 mesi fa.

Qualche elemento di distruzione della domanda – che a questi prezzi tende a contrarsi soprattutto nei paesi importatori africani e asiatici – continua invece a trasmettere qualche ribasso al mercato delle polveri; sul riferimento di Kempten; da giugno -6,5% sul WMP e -7,8% sull’ SMP.

Come previsto, la stagionalità della domanda, con le campagne del Natale, ha invece portato a nuove fiammate sul burro, +4% da inizio agosto e prezzi dell’82% di nuovo sopra i 7.000 €/t.

Nel breve periodo la volatilità dei mercati europei, in una fase di rallentamento stagionale produttivo, rimane strettamente legata all’evoluzione del contesto macroeconomico e geopolitico.

Primi timidi ribassi per polveri e burro, ma gli stock rimangono bassi

Martedì, 30 Agosto 2022

Nello “Short Term Outlook” pubblicato a luglio, la Commissione ha rivisto a ribasso le produzioni di latte e derivati previste per il 2022. La revisione è andata nella direzione delle anticipazioni Areté di inizio anno.

La produzione UE di latte è ora prevista calare dello 0,6% rispetto al 2021, si tratterebbe del secondo anno consecutivo di calo; fenomeno che non si verifica dal 2007. Il meteo sfavorevole e particolarmente siccitoso continua infatti a impattare negativamente sui pascoli in aree chiave produttive come Germania e Francia, ma a pesare sono anche crisi energetica ed elevati costi di mangimi, che favoriscono le macellazioni e impattano negativamente sulle rese.

Le minori disponibilità di latte impattano negativamente le trasformazioni che hanno anche risentito degli ulteriori costi produttivi e della carenza di forza lavoro per gli effetti della pandemia. La Commissione prevede nel 2022 un calo produttivo Burro -1%, SMP -1,5%, WMP -5%. In leggero aumento solo la produzione di formaggio, +0,5%, ma ad un tasso nettamente inferiore alla media degli ultimi 5 anni, +1,6%.

La domanda, più rigida dell'offerta, fa si che il livello degli stock previsto cali; per burro ed SMP ai minimi dal 2013.

Gli scenari Areté mantengono produzioni leggermente inferiori rispetto ai dati pubblicati dalla Commissione, a partire dalla produzione latte prevista calare in maniera più marcata, -0.81%.

I dati del Milk Market Observatory di fine luglio mostrano infatti come, tra gennaio e maggio, a livello cumulato, le produzioni di latte siano calate dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; -4,7% le produzioni di polveri e -3,3% di burro. In calo anche le produzioni di formaggio (-1,3%), che nel 2021 erano invece aumentate a fronte di una domanda record.

Consegne latte deludenti anche nelle altre aree esportatrici: da inizio stagione a maggio la produzione di latte ha fatto registrare un -4,2% in Nuova Zelanda, -3,5% in Australia e -0,9% negli USA.

A livello medio, tra giugno e luglio i prezzi del latte sono aumentati ulteriormente verso nuovi record, per poi assestarsi in agosto. Il latte spot tedesco quotato a Milano è aumentato di oltre il 7% superando i 60 €/100Kg (nel 2021 il prezzo medio è stato di 39,81 €/100Kg).

Come previsto, qualche elemento di distruzione della domanda – che a questi prezzi tende a contrarsi soprattutto nei paesi importatori africani e asiatici – ha invece trasmesso, pur con qualche recente battuta di arresto, i primi ribassi ai trasformati, complice anche il periodo di feste, che rallenta l’attività dell’industria, e la maggior competitività del prodotto estero

Primi ribassi per polveri e burro, ma gli stock rimangono bassi

Martedì, 26 Luglio 2022

Nello “Short Term Outlook” pubblicato a luglio, la Commissione ha rivisto a ribasso le produzioni di latte e derivati previste per il 2022. La revisione è andata nella direzione delle anticipazioni Areté di inizio anno.

La produzione UE di latte è ora prevista calare dello 0,6% rispetto al 2021, si tratterebbe del secondo anno consecutivo di calo; fenomeno che non si verifica dal 2007. Il meteo sfavorevole e particolarmente siccitoso continua infatti a impattare negativamente sui pascoli in aree chiave produttive come Germania e Francia, ma a pesare sono anche crisi energetica ed elevati costi di mangimi, che favoriscono le macellazioni e impattano negativamente sulle rese.

Le minori disponibilità di latte impattano negativamente le trasformazioni che hanno anche risentito degli ulteriori costi produttivi e della carenza di forza lavoro per gli effetti della pandemia. La Commissione prevede nel 2022 un calo produttivo Burro -1%, SMP -1,5%, WMP -5%. In leggero aumento solo la produzione di formaggio, +0,5%, ma ad un tasso nettamente inferiore alla media degli ultimi 5 anni, +1,6%.

La domanda, più rigida dell'offerta, fa si che il livello degli stock previsto cali; per burro ed SMP ai minimi dal 2013.

Gli scenari Areté mantengono produzioni leggermente inferiori rispetto ai dati pubblicati dalla Commissione, a partire dalla produzione latte prevista calare in maniera più marcata, -0.81%.

I dati del Milk Market Observatory di fine luglio mostrano infatti come, tra gennaio e maggio, a livello cumulato, le produzioni di latte siano calate dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; -4,7% le produzioni di polveri e -3,3% di burro. In calo anche le produzioni di formaggio (-1,3%), che nel 2021 erano invece aumentate a fronte di una domanda record.

Consegne latte deludenti anche nelle altre aree esportatrici: da inizio stagione a maggio la produzione di latte ha fatto registrare un -4,2% in Nuova Zelanda, -3,5% in Australia e -0,9% negli USA.

A livello medio, tra giugno e luglio i prezzi del latte sono aumentati ulteriormente verso nuovi record. Il latte spot tedesco quotato a Milano è aumentato di oltre il 7% superando i 60 €/100Kg (nel 2021 il prezzo medio è stato di 39,81 €/100Kg).

Come previsto, qualche elemento di distruzione della domanda – che a questi prezzi tende a contrarsi soprattutto nei paesi importatori africani e asiatici – ha invece trasmesso i primi ribassi ai trasformati, complice anche il periodo di feste, che rallenta l’attività dell’industria, e la maggior competitività del prodotto estero.

L’offerta non riparte, il calo della domanda non è sufficiente a calmierare le quotazioni

Lunedì, 04 Luglio 2022

Per il 2022 la Commissione prevede una produzione latte sostanzialmente in linea al 2021 (+0,01%) con un modesto recupero delle trasformazioni, ma con stock che si mantengono a livelli bassi.

Tuttavia, i prezzi record degli input produttivi (energia e mangimi) e un meteo ancora sfavorevole hanno impattato negativamente sul numero dei capi e sulle rese con produzioni latte nella prima parte dell’anno in calo rispetto al 2021 e una conseguente contrazione delle produzioni di trasformati che soffrono oltre i rincari energetici anche la carenza di forza lavoro legata alla pandemia.

I dati della Commissione mostrano come, tra gennaio e aprile, le produzioni di latte siano calate dello 0,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; -4,7% le produzioni di SMP, -4,9% di WMP e -3.9% di burro. In calo anche le produzioni di formaggio (-1,2%), che nel 2021 erano invece aumentate a fronte di una domanda record.

In Germania e Francia, aree produttive chiave, pesa anche la siccità: la settimana 24 dell’anno si è prodotto rispettivamente l’1% e l’1,1% in meno rispetto alla stessa settimana del 2021.

Se il trend dovesse essere confermato nei prossimi mesi, si andrà incontro a un secondo anno consecutivo di calo produttivo, fenomeno che non si registra in UE dal 2007.

Produzioni latte deludenti anche nelle altre aree esportatrici: da inizio stagione ad aprile la produzione di latte ha fatto registrare un -4,1% in Nuova Zelanda, -3,4% in Australia e -1% negli USA.

Qualche elemento di distruzione della domanda – che a questi prezzi tende a contrarsi soprattutto nei paesi importatori africani e asiatici (in Cina determinanti sono stati i recenti lockdown) – hanno trasmesso qualche ulteriore ribasso congiunturale alle polveri di latte e al burro.

Tuttavia, l’offerta ancora limitata, mantiene alta la volatilità, come testimoniato dai prezzi del comparto ancora a livelli record e dalle quotazioni del latte spot che hanno continuato ad aumentare superando abbondantemente i 60 €/100Kg.

Gli stock bassi mantengono alta la volatilità, nuovi rialzi per burro e latte

Lunedì, 06 Giugno 2022

Per il 2022 la Commissione prevede una produzione latte sostanzialmente in linea al 2021 (+0,01%) con un modesto recupero delle trasformazioni, ma con stock che si mantengono a livelli bassi.

Tuttavia, i prezzi record degli input produttivi (che risentono anche della guerra in Ucraina) e un meteo ancora sfavorevole stanno rallentando  le produzioni,  ritardando  e ridimensionando il picco produttivo primaverile (soprattutto in Germania e Francia) e impattando negativamente sulle trasformazioni.

I dati della Commissione mostrano come, tra gennaio e aprile, le produzioni di latte siano calate dell0 0,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; -5,7% le produzioni di SMP, -2.2% di WMP e -3.3% di Burro. In calo anche le produzioni di formaggio (-0,9%), che nel 2021 erano invece aumentate a fronte di una domanda record.

Se il trend dovesse essere confermato nei prossimi mesi, si andrà incontro a un secondo anno consecutivo di calo produttivo, fenomeno che non si registra in UE dal 2007.

Produzioni latte deludenti anche nelle altre aree esportatrici: da inizio stagione ad aprile la produzione di latte ha fatto registrare un -4,1% in Nuova Zelanda, -3,4% in Australia e -1% negli USA.

I prezzi si mantengono a livelli record su tutto il comparto.

Nell’ultimo mese, come previsto, elementi di distruzione della domanda – che a questi prezzi tende a contrarsi soprattutto nei paesi importatori africani e asiatici (in Cina determinanti sono stati i recenti lockdown) – hanno trasmesso qualche ribasso congiunturale alle polveri di latte e al burro. Tuttavia, l’offerta ancora limitata, mantiene alta la volatilità, con le quotazioni del burro che, nell’ultima settimana, sono nuovamente rimbalzate del 3%.

Ancora aumenti per il latte spot intero e rimbalzi per lo scremato, il latte Italiano intero è nuovamente a premio su quello tedesco ed oltre i 57 €/100Kg.

 

Consegne latte UE ancora in ritardo

Venerdì, 22 Aprile 2022

La Commissione, nello Short Term Outlook di Aprile, ha rivisto a ribasso l’offerta di latte e derivati del 2021.

Nel 2021 la produzione di latte è calata dello 0,3% (primo calo dal 2009) ostacolata dai rincari dei fattori produttivi (energia e mangimi in primis) e da un meteo sfavorevole in aree chiave produttive come Francia e Germana.

Le deludenti consegne di latte non hanno dato respiro alle trasformazioni in burro e polvere, ancora più dipendenti dagli energetici e in difficoltà anche per i rallentamenti sulla forza lavoro legati alla pandemia: -2,7 burro; -6,2% SMP; -12,1% WMP. In aumento dell’1,9% la produzione di formaggio che ha però convogliato verso sé la maggior parte del latte destinato alla trasformazione, a fronte di una domanda in salute, e contribuito a generare tensioni nei prezzi.

Gli stock di polvere nel 2021 hanno raggiunto i minimi degli ultimi 10 anni, anche a fronte di una domanda che, per tutto il comparto, si è mostrata piuttosto rigida in termini di consumi ed export.

Per il 2022 la Commissione prevede una produzione latte solo in leggero recupero rispetto al 2021 (+0,01%) con un modesto recupero delle trasformazioni, ma con stock che si mantengono a livelli bassi.

Tuttavia gli ancori alti prezzi degli input produttivi (che risentono anche dell’intervento militare russo in Ucraina) e un meteo ancora sfavorevole hanno rallentato le produzioni nella prima parte dell’anno tardando e ridimensionando il picco produttivo primaverile (soprattutto in Germania e Francia) e impattando negativamente le trasformazioni.

L’offerta non tiene dunque il passo della domanda stimolata anche da produzioni latte deludenti nelle altre aree esportatrici: da inizio stagione la produzione di latte ha fatto registrare un -4,2% in Nuova Zelanda, -3% in Australia e -1,4% negli USA.

I prezzi del latte spot tedesco quotato a Milano hanno superato i 53 €/100 Kg, +8% dallo scoppio della guerra e +50% rispetto a 12 mesi fa, e sono addirittura a premio rispetto ai prezzi del latte italiano che faticano a remunerare gli allevatori. Il deficit di materia prima in Germania ha infatti portato il paese ad importare latte da altri stati europei tra cui l’Italia.

Sulla piazza tedesca di Kempten, i prezzi di polveri, formaggio e burro hanno superato i record storici con aumenti nell’ultimo anno di oltre il 70%.

Nei prossimi mesi, elementi di distruzione della domanda – che a questi prezzi tende a contrarsi soprattutto nei paesi africani e asiatici (in Cina preoccupano i nuovi lockdown) - e un miglioramento delle consegne di latte (per tornare ai livelli previsti dall’UE), rappresentano fattori ribassisti per le quotazioni.

Tra i fattori di rischio rialzisti da monitorare segnaliamo il meteo (che potrebbe compromettere la ripartenza produttiva) e l'incertezza legata al contesto geopolitico (mangimi ed energia).

Da segnalare come l’indice GDT, sia risultato in calo nelle ultime 3 sedute; -3,6% il 19 Aprile.

La crisi energetica e dei mangimi trasmette rialzi al comparto

Mercoledì, 30 Marzo 2022

La crisi energetica e i rincari dei mangimi, aggravati dal conflitto in Ucrainasi confermano i principali driver del mercato.

  • Secondo i dati EUROSTATl’indice dei prezzi al consumo in UE, a febbraio, ha registrato un +5,8% su base annua, +31,7% sull’ energia. A livello medio da febbraio a marzo le quotazioni del gas in UE (TTF) sono aumentate di circa il 60%; +20% sul petrolio (BRENT).
  • Sui mangimi pesano soprattutto i rincari del mais: a marzo, a livello medio, sul mercato europeo +32% rispetto a febbraio 2022 e +60% rispetto a marzo 2021L’Ucraina è il quarto esportatore di mais a livello mondiale (circa il 13% del totale) ed è un bacino di approvvigionamento cruciale per l’UE; il blocco dei porti e l’incertezza sulle semine, oltre all’aumento dei prezzi hanno anche portato a una congiuntura di limitata disponibilità sul mercato spot e di scarse offerte sul mercato forward.

Pesanti sono le ripercussioni sul mercato europeo di latte e derivati, con un ulteriore aumento dei costi dei fattori produttivi, che potrebbe favorire le macellazioni ed avere un impatto in termini di rese del latte.

L’ offerta è anche limitata da consegne di latte ancora rallentate rispetto allo scorso anno e dalla carenza di personale negli impianti di trasformazione tedeschi per problematiche legate alla pandemia.

Sulle principali piazze europee i prezzi delle polveri e dei grassi continuano ad aumentare, ed hanno raggiunto livelli record.

Nuovi rialzi anche sulle quotazioni del latte spot, il tedesco intero registra un prezzo medio a marzo del 40% superiore rispetto a marzo 2021.

Sostenuti anche i prezzi internazionali, con un’offerta di latte inadeguata rispetto alla domanda anche in Nuova Zelanda, USA e AustraliaL’ indice GDT è ai massimi dal 2012. L’offerta internazionale debole mantiene sostenuta e rigida la domanda di prodotto UE.

 

La crisi energetica rallenta ulteriormente l’offerta

Mercoledì, 23 Febbraio 2022

La crisi energetica, aggravata dalla recente evoluzione del contesto geopolitico, fa da traino all’inflazione.

Secondo i dati EUROSTAT, l’indice dei prezzi al consumo in UE, a gennaio, ha registrato un +5,1% su base annua, +28,6% sull’ energia.

Pesanti sono le ripercussioni sul mercato europea di latte e derivati, con un ulteriore aumento dei costi dei fattori produttivi, già elevati per i rincari dei prezzi dei mangimi.

L’ offerta è anche limitata da consegne di latte ancora rallentate rispetto allo scorso anno e dalla carenza di personale negli impianti di trasformazione tedeschi per problematiche legate alla pandemia.

Sulle principali piazze europee i prezzi delle polveri e dei grassi continuano ad aumentare, e, in molti casi, hanno raggiunto dei livelli record.

Nuovi rialzi anche sulle quotazioni del latte spot, con gli allevamenti che risentono dei rincari sopracitati.

Ancora sostenuta la domanda internazionale, complice anche la deludente stagione latte in Nuova Zelanda, il cui export avrebbe potuto alleggerire la domanda di prodotto UE in attesa dei nuovi picchi produttivi della primavera.  L’ indice GDT è ai massimi dal 2012.

 

Domanda sostenuta e offerta ancora limitata

Venerdì, 28 Gennaio 2022

Il mercato dei trasformati in UE si mantiene in una fase di corto straordinaria.

La domanda sostenuta non trova riscontro nell’offerta e gli stock sono a livelli minimi. In Germania continuano a preoccupare i livelli delle consegne latte anche se i minimi stagionali sono passati.

I costi produttivi si mantengono a livelli senza precedenti, soprattutto su mangimi ed energia che sono tra le voci di costo principali degli allevamenti.

Sulle principali piazze europee i prezzi delle polveri e dei formaggi continuano ad aumentare, con qualche rallentamento sul burro: -0,5% a Milano nell’ultima seduta.

Come previsto, a segnare una leggera flessione è invece il latte spot, per l’inizio della stagionalità produttiva. Cali da dicembre per Spot Intero Italia (-7% e a sconto rispetto al tedesco), Spot Intero Tedesco (-6%) e Spot Scremato Tedesco (-14%), ma i livelli di prezzo sono ancora sostenuti.

Trasformati in rialzo anche sulle piazze internazionali. L’indice GDT il 18 gennaio segna un +4,6% a un livello record dal 2014. A pesare è anche la deludente produzione neozelandese durante il picco produttivo.

 

Crisi energetica, costi produttivi e logistica: prezzi ancora in aumento

Martedì, 14 Dicembre 2021

I prezzi dei trasformati del latte in UE proseguono nel loro trend di rialzo.

Sulla piazza di Kempten i prezzi dell’SMP e del WMP hanno raggiunto i massimi rispettivamente dal 2014 e dal 2007, con rialzi da inizio anno di circa il 50%. Massimi dal 2008 per l’Edamer (+24% da gennaio) e nuovi rialzi anche per il burro, ormai vicino ai picchi del 2018 (+35% da gennaio).

Il deterioramento dei fondamentali e il rincaro dei mangimi e dei fattori produttivi (crisi energetica) si confermano i principali driver rialzisti, con margini latte sempre meno sostenuti. A questo si aggiungono gli effetti spillover dei grassi vegetali (a dei record storici) e gli effetti dei nodi alla logistica legati alla pandemia.

In Germania, le consegne di latte (già ai minimi stagionali) e le trasformazioni si confermano in evidente ritardo rispetto al 2019 e al 2020. Consegne di latte in calo anche in altre aree produttive chiave come Francia e Olanda. La Commissione mostra come tra gennaio e settembre le produzioni di polveri e burro siano risultate in calo rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna (-1,3% burro, -3,6% SMP, -10% WMP). In aumento solo il formaggio che ha però convogliato verso sé la maggior parte del latte trasmettendo ulteriori tensioni al comparto.

La domanda di prodotto UE si mantiene sostenuta nonostante la maggior competitività del prodotto estero anche a fronte del recente indebolimento dell’euro e dei nodi logistici che rallentano gli scambi.

Le consegne di latte nelle altre aree produttive:

  • Bene negli USA: tra gennaio e ottobre la produzione di latte è aumentata dell’1,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno;
  • Male in Nuova Zelanda: tra giugno e ottobre -3,4% rispetto al 2020. In particolare questo dato ridimensiona le aspettative per il picco produttivo (l’indice GDT è ai massimi dal 2014).
  • Male in Australia: tra giugno e ottobre -2,9% rispetto al 2020.

Ancora aumenti su latte e polveri, leggero calo stagionale del burro

Lunedì, 29 Novembre 2021

Le consegne di latte in Francia e Germania, orami ai minimi stagionali, continuano a mostrare ingenti ritardi rispetto allo scorso anno.

A livello UE, la Commissione mostra una produzione nel periodo gennaio-agosto in linea con lo stesso periodo del 2020; -1,5% in Germania e -1,1% in Francia. Una chiara anomalia per un mercato che vede uno strutturale trend di aumento delle rese per compensare il calo del numero dei capi (politiche di riduzione delle emissioni).

Il calo delle consegne di latte impatta anche sulle principali trasformazioni: WMP: -10,9%, SMP: -3,4%, Burro: -1,1%. Regge il formaggio, +2,2%, che ha però convogliato verso sé la maggior parte di latte prodotto alimentando il corto di sostanza grassa.

Meteo avverso, rincaro dei mangimi e dei fattori produttivi si confermano i principali driver del calo dell’offerta, con margini latte sempre meno sostenuti. A questo si aggiungono gli effetti spillover dei grassi vegetali (a dei record storici) e gli effetti dei nodi alla logistica legati alla pandemia.

Sulla piazza di Kempten, i prezzi delle polveri mantengono un trend marcatamente rialzista, con aumenti tra ottobre e novembre di oltre il 10%. I prezzi del WMP hanno superato i massimi del 2013 raggiungendo i picchi del 2007. Ancora in aumento anche l’edamer, ora ai massimi dal 2014. Qualche calo stagionale per il burro, -2% l’ultima seduta, che tuttavia si mantiene a livelli sostenuti.

Tensioni anche sul latte spot, con il tedesco quotato a Milano ai massimi dal 2013 e a premio sul latte Italia che ha goduto di un aumento delle consegne rispetto allo scorso anno.

La domanda di prodotto UE si mantiene sostenuta nonostante la maggior competitività del prodotto estero anche a fronte del recente indebolimento dell’euro.

Nelle altre aree produttive:

  • Bene negli USA: tra gennaio e settembre la produzione di latte in USA è aumentata del 1,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno;
  • Male in Nuova Zelanda: tra giugno e settembre -3,5% di latte rispetto al 2020. In particolare questo dato ridimensiona le aspettative per il picco produttivo a novembre (il 16 novembre l’indice GDT è aumentato dell’1,9%).

 

Crisi energetica e prezzi dei mangimi portano il latte tedesco ai massimi dal 2013

Venerdì, 29 Ottobre 2021

Continuano i rallentamenti delle consegne di latte in aree produttive chiave dell’UE con produzioni che, oltre ad essere in calo stagionale, mantengono un ritardo evidente rispetto allo scorso anno, in particolare in Francia e Germania.

A livello UE, la Commissione mostra una produzione nel periodo gennaio-agosto in linea con lo stesso periodo del 2020; -1,5% in Germania e -1,1% in Francia. Una chiara anomalia per un mercato che vede uno strutturale trend di aumento delle rese per compensare il calo del numero dei capi (politiche di riduzione delle emissioni).

Il calo delle consegne di latte impatta anche sulle principali trasformazioniWMP: -10,9%, SMP: -3,4%, Burro: -1,1%. Regge il formaggio, +2,2%, che ha però convogliato verso sé la maggior parte di latte prodotto alimentando il corto di sostanza grassa.

Nell’ultima settimana di settembre in Germania rispetto alla stessa settimana del 2020 male le produzioni: latte -2,3%; Burro -10%, WMP -40%, formaggio -4%.

Meteo avverso, rincaro dei mangimi e dei fattori produttivi si confermano i principali driver del calo dell’offerta, con margini latte sempre meno sostenuti. A questo si aggiungono gli effetti spillover dei grassi vegetali (a dei record storici) e gli effetti dei nodi alla logistica legati alla pandemia.

I mercati, sono in piena fase di rialzo e a livelli particolarmente sostenuti:

Sulla piazza di Kempten:

  • Polveri ai max dal 2014
  • Edamer ai max dal 2017
  • Burro oltre 5.000 €/t ai max dal 2018

Tensioni anche sul latte spot, con il tedesco quotato a Milano ai massimi dal 2013 e a premio sul latte Italia che ha goduto di un aumento delle consegne rispetto allo scorso anno.

Nelle altre aree produttive:

  • Bene negli USA: tra gennaio e agosto la produzione di latte in USAè aumentata del 2,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno;
  • Male inNuova Zelanda tra giugno e agosto -2,4% di latte rispetto al 2020. In particolare questo dato ridimensiona le aspettative per il picco produttivo, tra ottobre e novembre (il 19 ottobre l’indice GDT è aumentato del 2,2%). 

La domanda interna in UE, dopo una fase di tranquillità, anche riconducibile alle ferie, è tornata ad animarsi, l’export è invece alleggerito dalla maggiore competitività del prodotto USA e Neo Zelandese.

I rallentamenti produttivi in UE e Nuova Zelanda, i costi elevati dei mangimi e della logistica, la ripartenza della domanda e la crisi energetica rappresentano fattori rialzisti; almeno fino ai nuovi picchi produttivi UE del Q2 2022.

Ancora ritardi nelle consegne latte in Germania e Francia, rischi rialzisti almeno fino al Q2 2022

Martedì, 28 Settembre 2021

Continuano i rallentamenti delle consegne di latte in aree produttive chiave dell’UE con produzioni che, oltre ad essere in calo stagionale, mantengono un ritardo evidente rispetto allo scorso anno. A inizio settembre, in Germania il ritardo rispetto allo scorso anno è del 2,3%; 4,2% in Francia.

A livello UE, la Commissione mostra una produzione nel periodo gennaio-luglio dello 0,1% inferiore rispetto allo stesso periodo del 2020. Una chiara anomalia per un mercato che vede uno strutturale trend di aumento delle rese. Il calo delle consegne di latte ha impattato anche sulle principali trasformazioni: WMP: -11%, SMP: -4,3%, Burro: -1,3%.

Meteo avverso, rincaro dei mangimi e dei fattori produttivi si confermano i principali driver del calo dell’offerta.

I mercati, dopo una leggera flessione tra giugno e luglio (seguendo l’unica fase dell’anno in cui il gap delle consegne latte si stava riducendo), sono tornati in una marcata fase rialzista:

Da fine luglio, nella piazza di Kempten, Burro +12%, SMP +10%, WMP +5% ed Edamer +3%. Sul listino nazionale da segnalare soprattutto gli aumenti del latte spot e della crema. A Milano lo spot intero tedesco segna un +22% da maggio ed è ai livelli pre-pandemia; +20% l’aumento sulla crema in circa 2 mesi.

Nelle altre aree produttive l’offerta mostra invece segnali incoraggianti. Tra gennaio e luglio la  produzione di latte in USA è aumentata rispettivamente 2,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; in Nuova Zelanda tra giugno e luglio + 4,5% rispetto al 2020. In particolare le aspettative per il picco produttivo, tra settembre e ottobre, in Nuova Zelanda sono molto alte (il 21 settembre l’indice GDT ha rallentato la sua fase di aumento). I rincari e i rallentamenti causati dalla pandemia alla logistica via mare ostacolano tuttavia il trade.

La domanda interna in UE, dopo una fase di tranquillità, anche riconducibile alle ferie, è tornata ad animarsi, l’export è invece alleggerito dalla competitività del prodotto USA.

Aumenta nuovamente il gap delle consegne di latte UE rispetto al 2020

Martedì, 17 Agosto 2021

In UE, le consegne di latte (in calo stagionale) dopo i segnali di recupero delle scorse settimane (vedi precedenti highlight) sono tornate ad essere a livelli inferiori dello scorso anno in aree di produzione chiave.

In Germania a livello cumulato, a luglio, il ritardo rispetto allo stesso periodo del 2020 è di circa il 2,5%. Anche in Francia si registrano ritardi di circa il 2,2%.

La Commissione mostra come in UE tra gennaio e maggio si sia prodotto lo 0,2% di latte in meno rispetto allo stesso periodo del 2020; e, dato il recente trend in Francia e Germania, difficilmente a fine anno si arriverà all’aumento previsto nello Short Term Outlook di luglio, anche se nei prossimi mesi i ritardi produttivi dovrebbero andarsi a ridurre. Le minori consegne di latte hanno portato anche a rallentamenti nella trasformazione.

I mercati, dopo una fase di debolezza, hanno registrato qualche rialzo. Nella piazza di Kempten, l’ultima settimana: Burro +0,6%, SMP +0,8%, invariati WMP ed Edamer. Anche il latte spot, è rientrato in un trend di aumento; a Milano lo spot intero tedesco +1,3%, lo scremato estero +2,4%.

Nelle altre aree produttive l’offerta mostra invece segnali incoraggianti. Tra gennaio e maggio produzione di latte in USA, Australia e Nuova Zelanda +2,3%, +1%, +2,6%. In particolare le aspettative per il picco produttivo, tra settembre e ottobre, in Nuova Zelanda sono molto alte. I rincari e i rallentamenti causati dalla pandemia alla logistica via mare ostacolano tuttavia il trade.

La domanda interna in UE, dopo una fase di tranquillità, anche riconducibile alle ferie, è tornata ad animarsi, l’export è invece alleggerito dalla competitività del prodotto USA.

Altri ribassi di prezzo sulle polveri, domanda interna UE tranquilla

Mercoledì, 28 Luglio 2021

Il mercato UE dei derivati del latte continua ad attraversare una fase tendenzialmente ribassista.

Da inizio giugno, sul mercato di Kempten, Burro -6%, SMP -7%, WMP -2%. Ancora stabile l’Edamer.

Il recupero del ritardo rispetto al 2020 sulle consegne di latte in UE e la domanda interna in una fase “tranquilla” si confermano i principali fattori ribassisti.

A livello medio i prezzi si mantengono comunque a livelli superiori rispetto al 2020 per il basso livello di approvvigionamento del mercato.

I prezzi del latte spot, hanno registrato qualche calo congiunturale, sulla piazza di Milano, il latte spot nazionale (39 €/100 Kg) si conferma a premio rispetto al tedesco (38 €/100 Kg). Latte nazionale che era andato a sconto dalle prime fasi del lockdown per la minor capacità di trasformazione nazionale del latte eccedente.

I dati dello “short term outlook” pubblicati dalla Commissione, confermano di fatto gli scenari di marzo e non hanno apportato sostanziali modifiche ai fondamentali.

Latte Spot nazionale nuovamente a premio sul tedesco

Lunedì, 28 Giugno 2021

Il mercato UE dei derivati del latteè entrato in una fase tendenzialmente ribassista.

Dopo i cali registrati dal burro (-3%), sul mercato di Kempten, si sono registrati ribassi anche per le polveri: SMP -2,5%, WMP -1,2%. Ancora stabile l’Edamer.

Il recupero rispetto al 2020 delle consegne di latte in UE e la domanda interna in una fase “tranquilla” sono i principali fattori ribassisti.

Sul mercato del burro e della crema pesano anche i recenti cali di prezzo del comparto oli vegetali che rendono più competitivo il prezzo della margarina.

A livello medio i prezzi si mantengono comunque a livelli superiori rispetto al 2020 per il basso livello di approvvigionamento del mercato.

I prezzi del latte spot, come da previsione, continuano invece nella loro fase rialzista stagionale anche alimentata dagli elevati costi dei mangimi. Sulla piazza di Milano, Il latte spot nazionale (39 €/100 Kg) è tornato a premio rispetto al tedesco (38 €/100 Kg) dopo circa 11 mesi di sconto. Latte nazionale che era andato a sconto dalle prime fasi del lockdown per la minor capacità di trasformazione nazionale del latte eccedente.

Nelle prossime settimane la Commissione pubblicherà lo “short term outlook” con gli aggiornamenti sui fondamentali e le anticipazioni aggiornate per il 2022.

Mercato EU fragile; aumento dei prezzi del latte

Mercoledì, 19 Maggio 2021

I dati della Commissione Europea, confermano una prima parte dell’anno con produzioni inferiori rispetto alle aspettative iniziali. Tra gennaio e febbraio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: latte -2,4%, WMP -0,5%, SMP -8,7%, Burro -4,9%.

Le difficoltà produttive sono riconducibili a consegne di latte sotto le aspettative in aree di produzioni chiave come la Francia e la Germania dove lo sviluppo tardivo dei pascoli, i prezzi elevati dei mangimi e un meteo non favorevole hanno avuto un impatto negativo sulle rese.

Nelle ultime settimane la situazione è migliorata, in Germania le consegne di latte sono tornate in linea con quelle della scorsa stagione.

Prezzi medi di maggio dei derivati (Kempten) rispetto ad aprile: burro -2%, WMP +1%, Edamer +2%, SMP +2%.

Il prezzo del latte spot, dopo i minimi stagionali, è entrato in una fase di aumento.

Per il 2021 la Commissione Europea conferma mercati fragili.

Mercoledì, 07 Aprile 2021

La Commissione Europea, nello “short term outlook” di fine marzo, ha aggiornato i fondamentali di mercato UE (disponibili nella sezione fondamentali).

2021:

  • Produzione di latte prevista in aumento dello 0,95% con un aumento delle rese che compensa il calo del numero di capi. Il tasso di crescita risulta inferiore alla media degli ultimi 5 anni (circa 1%) considerando un Q1 deludente e con produzioni inferiori al Q1 2020 in aree chiave di produzione. Francia e Germania circa +0,2%, Italia +2,5%. Lo sviluppo dei pascoli sarà fondamentale per compensare il crescente costo dei mangimi.
  • Prezzi competitivi europei (soprattutto sulla sostanza grassa), e la graduale riapertura del settore ho.re.ca manterranno elevati gli utilizzi di burro e WMP. L’export di burro è previsto aumentare del 4%.
  • Domanda asiatica e dei paesi produttori di petrolio che incentiverà anche l’export di SMP, +6% rispetto al 2020

Ne scaturisce quindi un mercato 2021 con fondamentali “fragili” e livelli di stock/utilizzi in calo rispetto al 2020 su sostanza magra e grassa.

Prezzi medi di marzo dei derivati (Kempten) in aumento rispetto a febbraio: burro +13%, WMP +8%, Edamer +1%, SMP +3%. Il prezzo del latte spot estero quotato a Milano segue invece il trend di calo stagionale, -17% sullo scremato e -3% sull’intero, che risente maggiormente degli aumenti di prezzo della sostanza grassa e dei rallentamenti delle consegne di inizio anno.

Contrazione dell’offerta e aumento della domanda, pesano anche i prezzi di mangimi e margarina

Venerdì, 19 Marzo 2021

I prezzi europei di burro e polveri continuano ad essere animati da volatilità rialzista. Sulla piazza di Kempten, da inizio marzo, burro +8,4%, SMP +3,7%, WMP +7%. Il calo di prezzo stagionale del latte spot risulta meno pronunciato degli scorsi anni.

Diversi sono i fattori rialzisti che stanno inaspettatamente caratterizzando il mercato:

  • Consegne di latte sotto le aspettative in aree chiave come Francia e Germania:
    • La prima settimana di marzo le consegne di latte in Germania hanno subito un nuovo rallentamento e risultano dell’1,7% inferiori rispetto allo stesso periodo del 2020. Anche in Francia le consegne continuano ad essere sotto le aspettative, con un calo settimanale dell’1,3%. L’aumento stagionale delle produzioni è messo a dura prova da condizioni meteo sfavorevoli.
  • Elevati prezzi delle materie prime ad uso mangimistico e della margarina:
    • I prezzi di cereali e semi in forte tensione impattano sulla qualità dei mangimi e sulle rese latte. Il prezzo dell’olio di palma, ai massimi dal 2008 ha impattato sul prezzo della margarina spostando domanda sui grassi animali.
  • Aumento dei prezzi internazionali:
    • L’indice GDT è ai massimi dal 2014, rendendo più competitivi i prezzi europei. A pesare, sono l’elevata domanda asiatica e la carenza di container.
  • Domanda europea spot elevata:
    • L’industria europea, complice l’incertezza sulla domanda per la pandemia, si trova a fare acquisti di breve termine andando ad animare il mercato spot.

I citati fattori hanno portato il mercato in una situazione di corto soprattutto sui grassi.

Mangimi, domanda e rallentamento delle consegne imprimono volatilità rialzista al mercato

Martedì, 09 Febbraio 2021

Il mercato europeo continua ad attraversare una congiuntura rialzista

A inizio febbraio, rispetto alla media di gennaio, il prezzo del latte spot tedesco quotato a Milano è aumentato del 7,4%; sulla piazza di Kempten SMP +3,2%, WMP +3,7%, Burro +4,8%, stabile l’edamer.

A trasmettere tensione al mercato, oltre alla ripartenza della domanda cinese e nord africana e all’aumento dei costi dei mangimi, sono state le deludenti produzioni di latte di fine 2020 in paesi chiave come la Francia e la Germania e il rallentamento dell’attività di polverizzazione durante il periodo natalizio.

Eurostat mostra come, a novembre 2020, le consegne di latte in Germania e in Francia siano state più basse rispetto a novembre 2019 a causa del minore numero di capi e della bassa qualità del mangime. A livello cumulato le consegne 2020 sono comunque superiori rispetto al 2019 e, nonostante le preoccupazioni per gennaio e febbraio, sono previste aumentare anche nel 2021.

La ripresa della domanda asiatica pesa anche sui prezzi internazionali, con l’indice GDT ai massimi da 6 anni.

Rialzi di prezzo sulla polvere. Latte spot influenzato dal prezzo dei mangimi.

Martedì, 19 Gennaio 2021

Tra settembre e novembre il livello di stock in giacenza nei magazzini privati monitorati dalla Commissione Europea (UE+UK) è calato del 24% per l’SMPdel 63% per il burro, e dell’85% per i formaggi.

Parte del prodotto vincolato da maggio con gli incentivi della Commissione Europea allo stoccaggio privato, ha infatti superato i 60 giorni previsti come periodo minimo di stoccaggio.

prezzi delle polveri hanno registrato ancora qualche leggero rialzo in risposta alla ripartenza della domanda, soprattutto dall’Algeria, e al calo degli stock in paesi chiave come la Germania per i rallentamenti sull’attività di polverizzazione durante il periodo natalizio.

Nell'ultima settimana, sulla piazza di Kempten, SMP +1,3%, WMP invariato. In leggero recupero il burro (+0,8%), invariato l’edamer.

Le quotazioni del latte spot, dopo i cali marcati di fine dicembre / inizio gennaio hanno subito un rimbalzo. A pesare è anche l’aumento vertiginoso, degli ultimi mesi, dei prezzi di cereali e semi che impatta sul costo dei mangimi.

Milano, l’ultima settimana, latte intero +3,7%, intero estero +2,9%, scremato estero +9,3%. 

Dopo un biennio di forte siccità la campagna neozelandese, con picchi produttivi tra ottobre e novembre, è promettente

Tra giugno e ottobre 2020 la produzione è stata del 2,1% superiore rispetto allo stesso periodo del 2019 con buone aspettative per la produzione e l’export di derivati del latte nel 2021.

Prezzi del latte spot in calo, ancora qualche tensione sull’SMP

Venerdì, 11 Dicembre 2020

Tra maggio e fine novembre è stato approvato circa il 94% delle richieste per gli incentivi della Commissione Europea allo stoccaggio privato di SMP, burro e formaggi.

Tra settembre e ottobre il livello di stock (UE+UK) è calato del 27% per l’SMPdel 46% per il burro, e delL’11% per i formaggi. Parte del prodotto vincolato da maggio ha infatti già raggiunto i 60 giorni previsti come periodo minimo di stoccaggio.

prezzi delle polveri hanno registrato ancora qualche leggero rialzo in risposta allo stoccaggio privato e alla ripartenza della domanda. Nell'ultima settimana, sulla piazza di Kempten, SMP +1,4%, WMP invariato. Ancora debolezza sul mercato del burro (-2,26%), invariato l’edamer.

In calo stagionale le quotazioni del latte spot; a Milano, latte intero -0,7%, intero estero -2%, scremato estero -6,7%., qualche rialzo stagionale sul nazionale.

Da monitorare gli aumenti di prezzo che stanno caratterizzando le principali materie prime ad uso mangimistico, che potrebbero trasmettere qualche tensione al comparto.

Dopo un biennio di forte siccità la campagna neozelandese, con picchi produttivi tra ottobre e novembre, è promettente

Tra giugno e ottobre 2020 la produzione è stata del 2% superiore rispetto allo stesso periodo del 2019 con buone aspettative per la produzione e l’export di derivati del latte nel 2021.

Prezzi del burro ancora in calo. Aumenta la produzione di latte in Nuova Zelanda.

Lunedì, 30 Novembre 2020

Tra maggio e metà novembre è stato approvato circa il 94% delle richieste per gli incentivi della Commissione Europea allo stoccaggio privato di SMP, burro e formaggi.

Tra settembre e ottobre il livello di stock (UE+UK) è calato del 27% per l’SMPdel 46% per il burro, e delL’11% per i formaggi. Parte del prodotto vincolato da maggio ha infatti già raggiunto i 60 giorni previsti come periodo minimo di stoccaggio.

prezzi delle polveri hanno registrato ancora qualche leggero rialzo in risposta allo stoccaggio privato, alla ripartenza della domanda e al rallentamento stagionale delle consegne di latte in Europa. Nell'ultima settimana, sulla piazza di Kempten, SMP +0,46%, WMP +2%. Ancora debolezza sul mercato del burro (-0,7%), invariato l’edamer.

Milanostabile il prezzo del latte spot estero, qualche rialzo stagionale sul nazionale.

Da monitorare gli aumenti di prezzo che stanno caratterizzando le principali materie prime ad uso mangimistico, e che potrebbero trasmettere qualche tensione al comparto.

Dopo un biennio di forte siccità la campagna neozelandese, con picchi produttivi tra ottobre e novembre, è promettente

Tra giugno e ottobre 2020 la produzione è stata del 2% superiore rispetto allo stesso periodo del 2019 con buone aspettative per la produzione e l’export di derivati del latte nel 2021.

 

Ancora qualche rialzo sulle polveri, stock in leggero calo

Venerdì, 30 Ottobre 2020

Tra maggio e fine ottobre è stato approvato circa il 94% delle richieste per gli incentivi della Commissione Europea allo stoccaggio privato di SMP, burro e formaggi.

Tra agosto e settembre il livello di stock (UE+UK) è calato del 5,4% per l’SMP, del 16% per il burro, e del 17,5% per i formaggi. Parte del prodotto vincolato da maggio ha infatti già raggiunto i 60 giorni previsti come periodo minimo di stoccaggio.

prezzi delle polveri hanno registrato ancora qualche leggero rialzo in risposta allo stoccaggio privato, alla ripartenza della domanda e al rallentamento stagionale delle consegne di latte in Europa. Nell'ultima settimana, sulla piazza di Kempten, SMP +0,9%, WMP +0,2%, invariati burro ed edamer.

Milanostabile il prezzo del latte spot nazionale ed estero.

Dopo un biennio di forte siccità la campagna neozelandese, con picchi produttivi previsti tra ottobre e novembre, è promettenteTra giugno e agosto 2020 la produzione è stata del 4,8% superiore rispetto allo stesso periodo del 2019 con buone aspettative per la produzione e l’export di derivati del latte nel 2021.

Approvato il 94% dello stoccaggio UE, buona la produzione in Nuova Zelanda

Venerdì, 18 Settembre 2020

Al 13 settembre è stato approvato il 93% delle richieste per gli incentivi della Commissione Europea allo stoccaggio privato di SMP, burro e formaggi.

Tra giugno e luglio il livello di stock (UE+UK) è calato per SMP (-5,7%) e formaggi (-7,8%), leggermente in aumento per il burro (+3,3%). Parte del prodotto vincolato a maggio ha infatti già raggiunto i 60 giorni previsti come periodo minimo di stoccaggio.

I prezzi di burro e polveri hanno registrato ancora qualche rialzo in risposta allo stoccaggio privato, alla ripartenza della domanda e al rallentamento stagionale delle consegne di latte in Europa. Nell'ultima settimana, sulla piazza di Kempten, burro +0,7%, WMP +1,1% stabili l’SMP e l’EDAMER.

A Milano, ribassi sul latte spot intero tedesco e sul latte spot scremato estero rispettivamente del 1,4% e del 2,2%.

Dopo un biennio di forte siccità la campagna neozelandese, con picchi produttivi previsti tra ottobre e novembre, è promettente. Tra giugno e luglio 2020 la produzione è stata del 3,2% superiore rispetto allo stesso periodo del 2019 con buone aspettative per la produzione e l’export di derivati del latte nel 2021.

 

Stoccaggio UE: 84% delle richieste approvate. Mercato stabile

Giovedì, 06 Agosto 2020

Terminate a fine giugno le richieste per gli incentivi della Commissione Europea allo stoccaggio privato di SMP, burro e formaggi per un totale di 135.543 t così ripartite:

  • 20.138 t di SMP;
  • 67.694 t di burro;
  • 47.711 t di formaggi.

Di cui l’84% (113.780 t) già approvate al 4 agosto:

  • 17.485 t di SMP;
  • 56.169 t di burro;
  • 40.1261 t di formaggi.

Per l’SMP le richieste provengono soprattutto da Germania (10.025 t) e Olanda (4.710 t). Per il mercato del burro, guidano Olanda (21.602 t), Germania (13.368 t) e Irlanda (14.840 t). Infine, per i formaggi, diversi paesi hanno raggiunto la quota massima allocabile; Italia (12.654 t), Spagna (4.592 t), Irlanda (2.180 t), Belgio (1.130 t), Lettonia (978 t), Svezia (792 t) e UK (4.499 t).

Dopo il rimbalzo, innescato dal meccanismo di stoccaggio, dalla ripartenza dei consumi (con la graduale ripartenza del settore Ho.Re.Ca) e dal rallentamento stagionale delle consegne di latte in Europai prezzi, l’ultima settimana, hanno mostrato una volatilità limitata. Sulla piazza di Kempten, stabili burro e WMP, un leggero calo per l’SMP (-1,2%). A Milano, stabile il latte spot intero tedesco; cali dell’ordine dell’1% su spot scremato tedesco e intero nazionale.

 

Prosegue lo stoccaggio privato, aggiornati i fondamentali UE

Martedì, 21 Luglio 2020

Terminate a fine giugno le richieste per gli incentivi della Commissione Europea allo stoccaggio privato di SMP, burro e formaggi per un totale di 135.543 ton così ripartite:

  • 20.138 ton di SMP;
  • 67.694 ton di burro;
  • 47.711 ton di formaggi.

Di cui 85.362 ton già approvate al 20 luglio:

  • 9.466 ton di SMP;
  • 41.265 ton di burro;
  • 34.631 ton di formaggi.

Per l’SMP le richieste provengono soprattutto da Germania (10.025 ton) e Olanda (4.710 ton). Per il mercato del burro, guidano Olanda (21.602 ton), Germania (13.368 ton) e Irlanda (14.840 ton). Infine, per i formaggi, diversi paesi hanno raggiunto la quota massima allocabile; Italia (12.654 ton), Spagna (4.592 ton), Irlanda (2.180 ton), Belgio (1.130 ton), Lettonia (978 ton), Svezia (792 ton) e UK (4.499 ton).

Il meccanismo di stoccaggio, unito ad una ripartenza dei consumi (con la graduale ripartenza del settore HO.RE.CA) e al rallentamento stagionale delle consegne di latteha dato sostegno alle quotazioni europee di burro polveri e latte dopo i cali generalizzati durante il lockdown.

La Commissione Europea, con la pubblicazione dello short-term outlook, ha aggiornato i bilanci dell’UE al 2020, ora disponibili nella tab “Supply/Demand & Trade”.

 

Procedono gli incentivi UE allo stoccaggio, burro e polveri ancora in aumento

Giovedì, 25 Giugno 2020

Procedono le richieste per gli incentivi della Commissione Europea allo stoccaggio privato di SMP, burro e formaggi, al 21 giugno, riguardano un totale di 111.952 tonnellate così ripartite:

  • 13.202 ton di SMP;
  • 54.978 ton di burro;
  • 43.772 ton di formaggi.

Parte di queste richieste sono già state approvate:

  • 1.450 ton di SMP;
  • 8.864 ton di burro;
  • 16.493 ton di formaggi.

Per l’SMP le richieste provengono soprattutto da Germania (6.006 ton) e Olanda (3.535 ton). Per il mercato del burro, guidano Olanda (19.145 ton), Germania (11.754 ton) e Irlanda (11.709 ton). Infine, per i formaggi, diversi paesi hanno già raggiunto la quota massima allocabile; Italia (12.654 ton), Spagna (4.592 ton), Irlanda (2.180 ton), Lettonia (978 ton), Svezia (792 ton) e UK (4.499 ton).

Il meccanismo di stoccaggio, unito ad una ripartenza dei consumi (con la graduale ripartenza del settore HO.RE.CA) e al rallentamento stagionale delle consegne di latte, continua a dare sostegno alle quotazioni europee di burro e polveri.

Il prezzo del latte spot, dopo i rialzi delle ultime settimane, è invece andato incontro a una congiunturale flessione di prezzo, ma si mantiene ai livelli del pre-lockdown.

Ripresa dei prezzi con gli incentivi UE allo stoccaggio privato

Giovedì, 28 Maggio 2020

Le richieste per gli incentivi della Commissione Europea allo stoccaggio privato di SMP, burro e formaggi, al 24 maggio, riguardano un totale di 73.668 tonnellate così ripartite:

  • 4.797 ton di SMP;
  • 31.034 ton di burro;
  • 37.837 ton di formaggi.

Sul mercato dell’SMP le richieste provengono soprattutto da Germania (1.450 ton) e Portogallo (1.825 ton). Per il mercato del burro guidano Olanda (10.247 ton) e Irlanda (7.542 ton). Infine, per i formaggi, diversi paesi hanno già raggiunto la quota massima allocabile; Italia (12.654 ton), Spagna (4.592 ton), Irlanda (2.180 ton), Svezia (792 ton) e UK (4.499 ton).

I prezzi europei, da a fine aprile, sono entrati in una fase di rialzo, recuperando parte dei cali legati alla debolezza della domanda e del trade in seguito alle misure di contenimento dell’emergenza Covid-19 e alle sostenute consegne di latte UE.

Burro, SMP e latte spot intero tedesco sono aumentati rispettivamente del 18%, 8% e 19%.

Le associazioni di produttori americane hanno criticato lo schema europeo, sostenendo che l’accumulo di stock potrebbe causare una depressione dei prezzi globali nel medio e lungo periodo.

 

Incentivi UE allo stoccaggio. Prezzi, primi segnali di ripresa.

Giovedì, 07 Maggio 2020

Le richieste alla commissione europea per gli aiuti allo stoccaggio privato (vedi highlight precedente e link) possono essere formulate da oggi, giovedì 7 maggio fino al 30 giugno 2020.

Polvere di latte Scremato (SMP):

Sarà finanziato l’immagazzinamento di prodotto non più vecchio di 60 giorni e in sacchi da 25Kg o in big bags. Il contratto di immagazzinamento avrà una durata minima di 90 giorni e massima di 180 giorni. La quantità minima per la richiesta è fissata in 10 ton.

Burro:

Sarà finanziato l’immagazzinamento di prodotto non più vecchio di 60 giorni. Il contratto di immagazzinamento avrà una durata minima di 90 giorni e massima di 180 giorni. La quantità minima per la richiesta è fissata in 10 ton.

Formaggi:

Sarà finanziato l’immagazzinamento di prodotto finito. Il contratto di immagazzinamento avrà una durata minima di 60 giorni e massima di 180 giorni. La quantità minima per la richiesta è fissata in 0,5 ton. I volumi massimi finanziabili sono fissati in 100.000 t.

Il budget totale che sarà riservato agli aiuti non è stato reso noto per non creare “disturbo” aggiuntivo al mercato.

Il mercato dopo gli importanti ribassi degli ultimi tre mesi ha reagito con qualche segno di recupero. In particolare, il Burro e l’SMP quotati a Kempten, nell’ultima seduta hanno recuperato rispettivamente l’1,85% e lo 0,51%. Continuano invece i ribassi sul latte spot, complice anche il picco produttivo stagionale europeo.

Offerta di latte in aumento, ma domanda debole per effetto Covid-19

Mercoledì, 22 Aprile 2020

Le misure di contenimento dell’emergenza Covid-19 hanno profondamente influenzato i fondamentali di mercato UE di latte e derivati.

La domanda ne esce ridimensionata; sia internamente, con la chiusura del settore ho.re.ca, che in termini di export, dove a pesare sono anche i rallentamenti nella logistica e nei trasporti.

L’offerta di materia prima, con il picco produttivo stagionale di latte, si mantiene però alta. In tutti i paesi produttori si registra un’eccedenza di latte con una corsa alla polverizzazione e alla trasformazione.

L’aumento dell’offerta e il calo della domanda hanno avuto un marcato impatto ribassista sui prezzi.

Nella borsa di Kempten, rispetto al valore medio di gennaio, i prezzi di SMP, WMP e burro hanno perso rispettivamente il 26% il 13% e il 28%. Il prezzo del latte spot intero tedesco quotato a Milano ha perso il 28%.

A fine marzo, la European Dairy Association ha chiesto alla Commissione Europa aiuti per garantire gli scambi con accesso privilegiato a container e noli. L’associazione ha contestualmente chiesto la reintroduzione degli incentivi allo stoccaggio privato di polveri, burro e formaggi per limitare la volatilità di mercato.

La Commissione il 22 aprile è intervenuta, proponendo misure eccezionali per sostenere i settori agroalimentari più colpiti dalla crisi Covid-19 tra cui quello lattiero-caseario. Tra le misure eccezionali annunciate figurano anche gli aiuti all'ammasso privato per i prodotti lattiero-caseari (latte scremato in polvere, burro, formaggio). Questo regime consentirà il ritiro temporaneo dei prodotti dal mercato per un minimo di 2-3 mesi ed un massimo di 5-6 mesi. Sarà così possibile ridurre l'offerta disponibile e riequilibrare il mercato nel lungo periodo La Commissione intende adottare queste misure entro la fine di aprile. Gli Stati membri dovranno essere preventivamente consultati e votare tali misure che, pertanto, potranno subire modifiche. Tutti i dettagli delle proposte saranno resi noti al momento dell'adozione definitiva.

 

Covid-19: l’EDA richiede l’attivazione degli incentivi allo stoccaggio privato.

Venerdì, 27 Marzo 2020

La diffusione del Covid-19 con il lockdown dei principali stati membri dell’UE, ha portato a un aumento della domanda di prodotti finiti per il consumo “in-house”, ma ha contestualmente comportato un calo della domanda di materia prima dati i rallentamenti nella logistica, nel trade e negli impianti produttivi dove scarseggia il personale e il packaging.

Con l’avvicinarsi del picco produttivo di latte in UE e il rallentamento della domanda di materia prima, latte, polveri e burro stanno andando incontro a importanti ribassi di prezzo. Nella borsa di Kempten, da gennaio, i prezzi di SMP, WMP e burro hanno perso rispettivamente il 15% il 7% e il 4%. Il prezzo del latte spot intero tedesco quotato a Milano ha perso l’8%.

La European Dairy Association ha quindi richiesto alla Commissione Europa aiuti per garantire gli scambi e le produzioni con accesso privilegiato a container e noli. L’associazione ha contestualmente chiesto la reintroduzione degli incentivi allo stoccaggio privato di polveri, burro e formaggi per limitare la volatilità di mercato.

Anche i mercati interazioni subiscono la congiuntura ribassista, con l’indice GDT che, il 17 marzo, ha perso circa il 4%.

 

Il coronavirus rallenta la domanda

Mercoledì, 04 Marzo 2020

Il coronavirus continua ad avere un impatto negativo sulla domanda cinese di prodotti lattiero caseari che, per tutto il 2019, ha rappresentato uno dei principali fattori rialzisti di mercato (vedi highlight del 22 gennaio).

Tuttavia, le produzioni di latte risultano in difficoltà in importanti paesi esportatori. In particolare in Nuova Zelanda, per effetto della forte siccità al nord degli scorsi mesi e delle politiche ambientali di riduzione delle emissioni, e in Australia dove gli incendi hanno ridotto drasticamente la disponibilità di mangime. In Europa ci si attende un aumento produttivo inferiore alla media storica.

Il temporaneo rallentamento della domanda ha portato a una congiuntura di mercato ribassista con cali di prezzo su tutto il comparto, l’offerta limitata non lascia però spazio a ridimensionamenti importanti. L’indice GDT, il 3 marzo, ha infatti registrato un modesto calo dell’1,2%.

In Europa SMP e WMP, nonostante i ribassi, si mantengono a livelli superiori rispetto alla media del 2019. Il burro registra una volatilità poco accentuata, mentre crema a panna (complice la stagionalità) hanno raggiunto i valori minimi dal 2016. Il latte spot continua la sua fase di calo di prezzo stagionale. 

Rallenta la domanda di SMP dalla Cina, piogge in Australia e Nuova Zelanda.

Lunedì, 10 Febbraio 2020

 

I fattori rialzisti che negli ultimi mesi hanno contribuito al rally rialzista dei prezzi della polvere di latte scremato (vedi highlight precedente) stanno andando incontro a un temporaneo ridimensionamento:

  • Il rallentamento dell’economia cinese a causa del coronavirus potrebbe portare a una riduzione dei consumi e delle importazioni dall’Europa e dalla Nuova Zelanda. L’indice GDT, la scorsa settimana, ha segnato un -4,7%.
  • Le recenti piogge in Australia e Nuova Zelanda hanno avuto un buon impatto sui pascoli e potrebbero contribuire a una temporanea ripresa delle produzioni (ampiamente sotto le aspettative).

Nonostante questo, in UE, l’assenza di stock e la domanda interna sostenuta lasciano poco spazio a un ridimensionamento dei prezzi dell'SMP prima del picco produttivo di aprile-maggio.

Burro e crema, continuano nella loro fase di ridimensionamento di prezzo con uno spread tra sostanza magra e grassa che sta tornando a livelli di equilibrio dopo le anomalie degli ultimi tre anni.

Il latte spot nazionale sta andando incontro agli attesi ribassi stagionali. Si conferma invece più stabile lo spot intero tedesco, a valori comunque inferiori rispetto a quelli di fine 2019. Lo spot tedesco scremato, complice anche un rallentamento della domanda di SMP, non ha registrato aumenti.

SMP, continuano i rialzi. Ribassi sulla crema. Latte spot nuovamente in tensione.

Mercoledì, 22 Gennaio 2020

I prezzi della polvere di latte scremato continuano ad essere caratterizzati da un trend rialzista. I prezzi europei hanno raggiunto i massimi dal 2014 e si attestano a valori superiori a 2.600 €/t.

La domanda cinese e le produzioni di latte sotto le aspettative in Nuova Zelanda, almeno nel breve periodo, non lasciano spazio per un riequilibrio di domanda e offerta.

  • L’export UE di SMP verso la Cina continua infatti ad aumentare (+27% nel periodo gennaio-ottobre 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018). La domanda cinese di proteine alternative è in crescita con lo sviluppo dell’influenza suina e la guerra dei dazi con gli USA ha spostato la domanda verso l’UE.
  • In Nuova Zelanda la produzione di latte a ottobre (picco produttivo stagionale) è stata inferiore del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2018 e si va ora verso una contrazione stagionale della produzione.

Le difficoltà produttive in Nuova Zelanda stanno animando soprattutto il mercato interno, con l'indice di prezzo GDT in aumento dell'1,7% rispetto a inizio gennaio.

Il Burro si mantiene a livelli di prezzo più stabili, con l'SMP che si conferma il "main driver" del mercato. La crema, dopo il picco stagionale della domanda continua nella sua fase di ridimensionamento.

Il latte spot tedesco intero, dopo il rallentamento della domanda di dicembre che ha portato a un ridimensionamento stagionale del prezzo, è tornato in tensione. Pesano i rialzi sulla sostanza magra e le consegne latte che faticano a ripartire.

 

Latte spot nazionale in calo stagionale. SMP ai massimi dal 2014.

Lunedì, 13 Gennaio 2020

Le tensioni rialziste sulla polvere di latte continuano ad animare il mercato, i prezzi europei e nazionali dell’SMP hanno raggiunto i massimi dal 2014.

La domanda cinese e le produzioni di latte sotto le aspettative in Nuova Zelanda, almeno nel breve periodo, non lasciano spazio per un riequilibrio di domanda e offerta.

  • L’export UE di SMP verso la Cina continua infatti ad aumentare (+27% nel periodo gennaio-ottobre 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018). La domanda cinese di proteine alternative è in crescita con lo sviluppo dell’influenza suina e la guerra dei dazi con gli USA ha spostato la domanda verso l’UE.
  • In Nuova Zelanda la produzione di latte a ottobre (picco produttivo stagionale) è stata inferiore del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2018 e si va ora verso una contrazione stagionale della produzione.

Il Burro attraversa una fase di stabilità di prezzo, con l'SMP che si conferma il "main driver" del mercato. La crema, dopo il picco stagionale della domanda è entrata in una fase di ridimensionamento.

Il latte spot, da dicembre, sta registrando i cali stagionali.

 

SMP ai massimi dal 2014, la domanda non rallenta

Giovedì, 12 Dicembre 2019

Le tensioni rialziste sulla polvere di latte continuano ad animare il mercato, i prezzi europei e nazionali dell’SMP hanno raggiunto i massimi dal 2014.

La domanda cinese e le produzioni di latte sotto le aspettative in Nuova Zelanda, almeno nel breve periodo, non lasciano spazio per un riequilibrio di domanda e offerta.

  • L’export UE di SMP verso la Cina continua infatti ad aumentare (+52% nel periodo gennaio-settembre 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018). La domanda cinese di proteine alternative è in crescita con lo sviluppo dell’influenza suina e la guerra dei dazi con gli USA sposta la domanda verso l’UE.
  • In Nuova Zelanda la produzione di latte a ottobre (picco produttivo stagionale) è stata inferiore del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2018.

Il Burro attraversa una fase di stabilità di prezzo, con l'SMP che si conferma il "main driver" del mercato. Anche la crema, dopo il picco stagionale della domanda è entrata in una fase di bassa volatilità di prezzo.

Deludenti le produzioni di latte in Oceania, continuano le tensioni sulle polveri

Venerdì, 06 Dicembre 2019

Le tensioni rialziste sulla polvere di latte continuano ad animare il mercato e sono alimentate dall’aumento della domanda cinese.

L’export UE di SMP verso la Cina continua infatti ad aumentare (+52% nel periodo gennaio-settembre 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018). La domanda cinese di proteine alternative è in crescita con lo sviluppo dell’influenza suina e la guerra dei dazi con gli USA sposta la domanda verso l’UE.

In Oceania la siccità ha creato problemi sulle produzioni di fieno e sullo sviluppo dei pascoli e le produzioni di latte sono in calo. In Nuova Zelanda la produzione di latte a ottobre (picco produttivo stagionale) è stata inferiore del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2018

La Crema subisce le tensioni rialziste stagionali che dovrebbero caratterizzare il mercato anche nella prima parte di dicembre. Il Burro invece attraversa una fase di stabilità di prezzo, con l'SMP che si conferma il "main driver" del mercato.

La domanda cinese alimenta le tensioni rialziste sulle polveri

Lunedì, 25 Novembre 2019

Le tensioni rialziste sulla polvere di latte continuano ad animare il mercato e sono alimentate dall’ aumento della domanda cinese.

L’export UE di SMP verso la Cina continua infatti ad aumentare (+52% nel periodo gennaio-settembre 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018). La domanda cinese di proteine alternative è in crescita con lo sviluppo dell’influenza suina e la guerra dei dazi con gli USA sposta la domanda verso l’UE.

Crema e burro subiscono le tensioni rialziste stagionali che dovrebbero caratterizzare il mercato anche nella prima parte di dicembre.

Tensioni rialziste su SMP e Burro, primi segnali di ribasso sul latte

Mercoledì, 30 Ottobre 2019

LATTE: Le quotazioni spot nazionali, complice anche l’effetto dei dazi USA sui formaggi europei (+25% dal 18 ottobre), registrano tensioni ribassiste anticipando leggermente gli effetti della ripresa produttiva stagionale.

POLVERI: Il mercato dell’ SMP si conferma in tensione con un offerta limitata e una domanda in continua crescita. I prezzi europei continuano la loro fase di rialzo, e hanno raggiunto i valori massimi dal 2014. La domanda cinese è uno dei fattori rialzisti chiave; gli export di SMP verso la Cina nel periodo gennaio-agosto 2019 sono aumentate del 61% rispetto allo stesso periodo del 2018. I prezzi del WMP dopo aver seguito gli aumenti sulla polvere magra, stanno invece trovando un loro equilibrio.

BURRO: La maggior competitività dei prezzi europei e la ripresa stagionale della domanda interna negli ultimi mesi hanno portato i prezzi europei a una nuova fase rialzista. In tensione anche i prezzi della crema.

Aggiornati i dati UE. Prezzi: continuano le tensioni sulle polveri, riparte il burro.

Martedì, 08 Ottobre 2019

La Commissione Europea ha pubblicato lo “Short-term outlook for EU agricultural markets” di ottobre con l’aggiornamento dei dati di bilancio europei per latte e derivati.

LATTE: Durante l’estate la siccità e le precipitazioni sotto la media hanno rallentato lo sviluppo dei pascoli e la produzione di latte 2019 è stata rivista a ribasso di circa 630 mila t a 167,2 milioni di t (+0,4% rispetto al 2018). Produzione che, assumendo condizioni meteorologiche medie, dovrebbe riprendere un ritmo di crescita più sostenuto nel 2020. I prezzi europei stanno registrando le tensioni rialziste stagionali. Da monitorare l’effetto dei dazi USA sui formaggi europei (+25% dal 18 ottobre) che potrebbe portare a tensioni ribassiste sul mercato.

POLVERI: Il mercato dell’SMP è caratterizzato da una domanda in costante crescita. Gli stock pubblici sono terminati e gli export sono in tensione; nel periodo gennaio-luglio 2019 l’UE ha esportato il 30% in più rispetto allo stesso periodo del 2018 (Cina prima destinazione). Nel 2019 il mercato ha quindi registrato un deciso calo degli stock. Nel 2020, nonostante una crescita produttiva prevista del 5%, gli stock sono previsti rimanere a livelli storici minimi e il mercato si conferma scarsamente approvvigionato. I prezzi europei continuano la loro fase di rialzo, e hanno raggiunto i valori massimi dal 2014. I prezzi del WMP seguono le tensioni rialziste sulla sostanza magra confermate anche da produzioni in calo e consumi interni in tensione.

BURRO: Nonostante un mercato fragile con stock in calo e una produzione che fatica a crescere, per tutta la prima parte del 2019 i prezzi hanno registrato ribassi in risposta all’aumento dei prezzi delle polveri e a una parte della domanda che si è orientata verso i grassi vegetali. La maggior competitività dei prezzi europei e la ripresa stagionale della domanda interna negli ultimi mesi hanno portato i prezzi europei a una nuova fase rialzista. La domanda si conferma in aumento anche nel 2020, con stock che faticheranno ad accumularsi.

 

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